Melissa POVQuella mattina Carol se ne andò da Alexandria. Erano tutti molti tristi, Daryl compreso anche se cercava di non darlo a vedere. A me non dispiaceva più di tanto. Carol era simpatica, una brava persona, ma meno gente avevo intorno e meglio stavo, quindi non averla più in casa era solo positivo per me. La salutai velocemente, dicendole che sarei andata presto a trovarla e poi tornai a casa, dove presi possesso della sua camera, come aveva voluto lei. Portai solo il mio zaino di là. Non avevo altro. La sua stanza era molto più spaziosa. C'era un letto matrimoniale, un grosso armadio, una scrivania e una sedia da ufficio. Aveva anche lasciato qualche oggetto di arredo, come qualche pianta, che sicuramente io avrei fatto morire subito. In 5 minuti avevo già disposto tutti i miei averi, così scesi di sotto e andai a cercare Abraham sulla recinzione. Quel giorno avrei fatto il turno di guardia notturna quindi avevo il giorno libero. Avrei sicuramente dovuto dormire ma non ne avevo voglia. Trovai Abraham di guardia come avevo previsto e presi porto vicino a lui,<Ciao bambina> gli tirai un piccolo pugno sull'enorme braccio come saluto. <sei triste anche tu?> Lui mi guardò serio. <Certo. Carol è una di noi, fa parte della mia famiglia. Non è il fatto che sia lontana il problema, ma che non avremo mai la certezza che stia veramente bene. Potrebbe succedere di tutto e noi lo potremmo venire a sapere giorni dopo. Però, se questo la rende felice è giusto così. Dobbiamo solo sperare non succeda niente>Quasi mi pentii di aver chiesto quello al mio amico. Sembrava davvero turbato.<Non avete le radiotrasmittenti?> ero sicura di averne viste.<Sfortunatamente scarseggiano. Prima di trovarne alcune nei depositi di Negan eravamo rimasti quasi senza. Quelle merde si danneggiano facilmente. Sono difficili da trovare quelle buone.> I depositi. Ero sicura ce ne fossero molti altri, ma non sapevo dove. Quelli che ricordavo erano quelli in cui mi avevano portata da sbendata. <Se solo non mi avessero bendata, potrei trovarne altri di depositi.> Abram mi guardò intensamente. Ogni volta che accennavo a qualcosa della mia prigionia tutti si sentivano a disagio e vedevo solo pietà sui loro visi. <Siete mai andati in città? Quella a Nord? PertonCity. Ho visto qualche cartello quando sono uscita con Daryl.> Sapevo che da quando erano ad Alexandria, con la storia di Negan non avevano avuto tanto tempo per allontanarsi ma non ne ero sicura. <No. Troppo lontano e troppo pericoloso secondo Rick. Tu ci sei mi stata?> Una città piena di Zombie, edifici e provviste. Una miniera d'oro ma anche una trappola mortale. <Si. Quasi ci morivo. Quando me ne sono andata mi hanno preso gli uomini di Negan.>Ricordo che nell'intervista con Rick avevo solo detto che venivo da Nord, ma non ero quasi mai entrata nei dettagli dei luoghi in cui ero stata, altrimenti avrei passato un giorno intero davanti a quella telecamera. <E vorresti tornarci?> <Certo. Lì sicuramente potremmo trovare delle radiotrasmittenti buone.> Abraham non sembrava d'accordo. Quell'omone forzuto sembrava temere le grandi città come la maggior parte delle persone. Sentii dei passi familiari venire dalla strada e mi girai. Era Daryl, sembrava si stesse preparando per uscire. Stava andando dietro a Carol? Era partita solo poche ore prima. <Dove sta andando?> dissi ad alta voce. Abraham mi guardava divertito <Non ne ho idea. Perché ti interessa?> Lo ignorai. <Dixon!> l'arciera mi guardò sorpreso ma non mi rispose. <Esci?> mi ignorò completamente continuando a camminare. <E io? Avevi detto che mi avresti fatta uscire> Continuò a ignorarmi mentre montava sulla sua moto, con cane alle calcagna. <Stronzo!> urlai presa dalla rabbia di essere ignorata. Aquel punto Daryl si girò verso di me e con fare teatrale mi mostrò il dito medio, partendo sulla sua motocicletta. <Merdoso> bofonchiai. <Ti ha ignorato bellamente> commentò il mio amico rosso, cominciando a ridere possentemente. <sisi ho capito, prendimi pure per il culo, io intanto ora come faccio a uscire?> Erano stati chiari. Da soli si usciva solo nelle emergenze, e chi sarebbe venuto fuori con me? Tutti parevano stare fin troppo bene dentro quelle mura. <Goditi un po' la tranquillità qua dentro bambina. Non c'è bisogno di rischiare la vita ogni giorno.> Il mio amico dai capelli rossi mi guardava ancora una volta intensamente, stava forse cercando di capirmi? Poverino, neanche io riuscivo a capirmi. <Non ho intenzione di rammollirmi come te!> mi piaceva punzecchiarlo, aveva il giusto umorismo da non prendersela. <Vabe, ho bisogno di muovermi, vado in palestra a cercare di fare qualcosa. A più tardi>
Mi salutò con un gesto della mano e me ne andai così verso quella che loro chiamavano "palestra" ma che era un campo di allenamento, metà coperto per quando pioveva e metà scoperto. Arrivata presi posto all'aperto, a fianco di alcuni manichini. Con rammarico notai che c'era altra gente, gente che solitamente soleva infastidirmi e attaccavano bottone in ogni modo. Decisi subito che avrei puntato sull'aggressività. Speravo nel loro buon senso di non avvicinarsi a me mentre colpivo i manichini. Cominciai prima però a riscaldare i muscoli con un po' di stretching. Provai ad ignorare gli sguardi intorno a me. Era una cosa che non sopportavo. Poi mi chiedevano come mai preferivo stare fuori dalle mura... era in momenti come questi che mi chiedevo se avevo fatto la scelta giusta a rimanere.
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Rotten Love
FanfictionFANFICTION CONCLUSA. I protagonisti di questa storia sono due: Daryl Dixon e Melissa, un personaggio inventato da me che andrà a legarsi alla storia dei protagonisti della serie che già conosciamo. Melissa è una ragazza italiana rimasta intrappolata...