19 - Hunting

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Melissa POV

Dopo pochi minuti mi ero cambiata, mettendomi dei jeans resistenti, una felpa aderente e scarpe da ginnastica. Mi ero fatta anche le solite due trecce che usavo farmi quando mi aspettava una giornata all'aperto, ovvero sempre, almeno prima di essere catturata dai salvatori. Presi con me anche uno zaino capiente con una bottiglia d'acqua. Passai in armeria per farmi dare una pistola ma dovetti aspettare Daryl, poiché la ragazza incaricata nell'armeria non si fidava.<Non sei ancora sotto osservazione? Io non ti do niente se non c'è qualcunoa farmi da garanzia> Tina era una ragazza sui 30 anni, con un seno prominente e un atteggiamento saccente che non riuscivo a tollerare. La vidi guardar dietro di me sistemandosi i capelli nervosamente. Era arrivato Daryl.<Dalle la pistola. Il machete?> gli indicai il fianco da quale mi pendeva il machete nella fodera. <bene. Hai bisogno di altro?> Tina guardava fissa Daryl, che non l'aveva neanche salutata. <Vorrei un arco, ma non ne vedo> dissi guardandomi intorno. <No, li abbiamo scambiati tempo fa con gente del regno, qua nessuno sa usarlo.> sembrava scocciato mentre lo diceva e capivo perché. <Dai, te ne troverò uno, andiamo.> Uscimmo senza salutare Tina, che invece urlò <Ciao Daryl> con una voce che mi diede sui nervi. Cane non venne con noi, e per fortuna prendemmo l'auto. Daryl guidò per circa mezzora, quando fermò la macchina in un punto nascosto, dentro la boscaglia. Scesi dall'auto. L'odore di boscaglia mi inondò le narici, facendomi sorridere. Mi stiracchiai, portando le braccia alte sopra la mia testa. Avrei voluto sdraiarmi a terra e sentire l'odore delle foglie. Notai che l'arciere mi fissava, era lì appoggiato alla macchina, con gli occhi coperti dai capelli lunghi. Non esitai ad avvicinarmi a lui. *sciaff* la mia mano colpì la sua guancia, facendogli muovere appena il viso. Mi guardava completamente spaesato.<pensavo che non ti fidassi di me, invece ero io che non mi dovevo fidare. Mi hai presa per il culo per due settimane, trattandomi di merda e mettendomi alla prova. Non sei degno della mia fiducia Dixon.> nonostante la rabbia cercai di essere calma il più possibile mente pronunciavo quelle parole. Anche se ero sicura che il rossore sulle mie guance mi fregasse. Lui mi fissava senza dire niente. Rimanemmo così per un bel po', finchè non mi fece segno di seguirlo in silenzio e iniziammo la caccia. Stava ignorando ciò che gli avevo detto. Trovammo delle tracce di animali e le seguimmo, fino a che non vidimo in una radura davanti a noi alcuni cinghiali. Fremetti. <se solo avessi un arco, potremmo abbatterne due> dissi.

 Daryl non mi stava guardando, concentrato nel mirare uno di quegli animali

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Daryl non mi stava guardando, concentrato nel mirare uno di quegli animali. Lo guardai mentre si concentrava. La fronte era aggrottata, gli occhi due fessure. Il mio sguardo si posò sulle sue braccia muscolose, immobili, pronte a far scattare la balestra. In un attimo vidi la freccia colpire uno di quei grossi animali, mentre gli altri scappavano in tutte le direzioni. Daryl si mise a correre verso la sua preda, mentre quella continuava ad urlare agonizzante. Non erano animali facili da abbattere con un colpo solo i cinghiali. Ero subito dietro di Daryl, mentre lui sgozzava l'animale. Le urla di quel cinghiale avevano attirato parecchi zombie, sbucati da chissà dove, che ora si avvicinavano famelici a noi. Erano tanti, circa una quindicina. Da sola non ce l'avrei mai fatta, e probabilmente sarei scappata lasciando agli zombie il cinghiale. Ma in due potevamo farcela. Mi avvicinai di più a Daryl, che lanciò uno sguardo preoccupato e cominciò adabbatterli con la balestra. Ero indecisa se usare la pistola o no. Ma le urla del cinghiale ne aveva già attirati fin troppi, così decisi di rischiare ed usare il machete, visto che con la pistola non ero neanche molto brava.

Corsi verso quelli più vicini e con forza cominciai ad abbatterli

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Corsi verso quelli più vicini e con forza cominciai ad abbatterli. L'adrenalina mi invase, era tanto tempo che non lo facevo. Sapevo di avere stampato in faccia un sorriso da pazza mentre affettavo il cervello di quelle bestie. Con fendenti precisi ne avevo già abbattuti una decina, ma quelli continuavano ad arrivare. Mi voltai a vedere come se la cavava il mio compagno. Ne rimanevano solo due in piedi e non pareva ne arrivassero altri dal suo lato. Mi rigirai e il sorriso scomparì dalle mie labbra, dalla mia parte continuavano ad aumentare. Mi sforzai di rimanere concentrata e mi buttai addosso ai primi due, che caddero veloci e puliti. Le braccia cominciavano a farmi male. <Usa la pistola!> sentii urlare Daryl dietro di me. Trovai la forza nel mio orgoglio, e anche nella paura di attirare un'orda. Continuai nella mia strage con il machete, e vidi alcuni erranti abbattuti dalle frecce dell'arciere dietro di me. Quando abbattemmo l'ultimo mi buttai a terra sfinita, ero ricoperta di sangue e ansimavo per la fatica. Daryl mi si avvicinò. <perché non hai usato la pistola?> la sua voce era minacciosa ma sembrava anche preoccupato. sorrisi mettendomi una mano in fronte, respirando a mala pena. <certo, perché non fare ancora un po' di rumore? Giusto per aggiungere qualche zombie alla festa>. L'uomo mi guardò senzadire niente, porgendomi una mano. Sembrava preoccupato. <poi non sono granchè con le armi da fuoco> Ammisi. Afferrai la sua mano e mi tirai su, guardando verso il cinghiale, ancora li e intatto. <Andiamo, portiamolo alla macchina> Mi disse Daryl. Il viaggio fino alla macchina non fu facile. Era estremamente pesante e io ero stanca. Non parlammo per tutto il tragitto, e quando arrivammo alle mura di Alexandria sospirai triste. Non avrei voluto rientrare, ma non dissi niente. Fummo accolti da Rick e Carl, che si congratularono con noi per il cinghiale. <Sei ricoperta di sangue, tutto bene?> Annuii al capo, sentendomi in soggezione. <Erranti. Erano tanti e non avendo un'arma silenziosa ho usato il machete. Vorrei un arco, a proposito> Forse Rick ne aveva uno nascosto, pensavo. <No non lo abbiamo, ma possiamo procurarcelo nella prossima spedizione. Vai a farti una doccia ora, e riposati. Ah è tornata Carol> aggiunse poi guardando Daryl. Di sottecchi guardai la reazione dell'arciere. Strabuzzò leggermente gli occhi e un sorriso che cercava di trattenere gli affiorò sulle labbra. Non disse niente ma si avviò con una certa fretta verso casa. Lo seguii incuriosita dalla sua reazione. Arrivati a casa trovammo Carol all'uscio, appena vide Daryl lo abbracciò con trasporto. <Ciao Melissa, come stai?> non l'abbraccia ma le sorrisi.<Bene, ma devo farmi una doccia, ci vediamo tra poco> e sparii di sopra. Mentre mi lavavo via il sangue con l'acqua calda sentivo le voci di Carol e Daryl al piano di sotto. Una strana sensazione mi avvolse. Ero ancora arrabbiata per aver scoperto l'inganno di Daryl, avrei voluto fidarmi di quell'uomo. Avrei voluto fidarmi e che lui si fidasse di me, come facevano lui e Carol.

 Avrei voluto fidarmi e che lui si fidasse di me, come facevano lui e Carol

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