30 - Cowboy

531 22 0
                                    




Melissa POV

Camminando arrabbiata non mi resi conto neanche di dove stessi andando. Tirai un calcio ad un secchio rovesciandolo. <Ehi, che ti salta in mente?> Spuntò un ragazzo sulla trentina massimo, moro, occhi castani e un fisico ben modellato. Trasportava un secchio uguale a quello che avevo rovesciato e mi guardava con aria scocciata. <Scusa. Non lo avevo visto.> Lo raccolsi, ma l'acqua al suo interno era ormai andata. <te lo riempio, dimmi dove però> Fece segno dietro di lui. Aprii il rubinetto ed aspettai che si riempisse. Nel frattempo il ragazzo mi fissava. Una volta riempito lo seguii fino ad arrivare alle stalle. Non ci ero mai entrata e rimasi stupita. Era un'area enorme, con molti cavalli oltre che mucche, maiali, capre, pecore e galline. <Wow, ma sono tantissimi> dissi sempre seguendo il ragazzo. <già, spero prima o poi allargheremo alexandria, altrimenti non so più dove metterli. Ci sono un sacco di nuovi animali in arrivo, con la primavera si riproducono tutti> Arrivammo a dei box di cavalli ed entrò in uno dei due. <Tu entra in quello e versa l'acqua nell'abbeveratoio> Lo vidi sparire ed entrai nel box che mi aveva indicato. Un cavallo maculato mi guardò stupito. Mi avvicinai piano all'abbeveratoio e il cavallo mi lasciò fare. Una volta uscita dal box ed essermelo richiuso dietro, vidi il ragazzo disfare una balla di fieno, pronto per dare da mangiare al bestiame. Mi avvicinai a lui e presi il forcone per aiutarlo.<Tranquilla, ti sei già sdebitata> mi disse. <non ho nulla da fare, Rick mi ha detto di aiutare qualcuno, quindi lasciami fare.> Non obbiettò, e per le due ore seguenti lo aiutai in ogni mansione. Alla fine ero esausta, e ci sedemmo su delle balle di fieno fuori dall'area bestiame. Mi bevvi quasi un'intera borraccia d'acqua. <Piacere, Nathan.> il ragazzo si presentò, concedendomi un sorriso. Ricambiai. <Sono Melissa, e mi dispiace per il secchio> dissi indicando il punto dove avevo rovesciato l'acqua ore prima. <Fa niente. Sembravi molto arrabbiata.> allora aveva visto che non era stato un incidente. <già.> avevo cercato di concentrarmi sul lavoro manuale e di non pensare a Daryl. <Abiti con Dixon vero? Non deve essere una persona facile> perché il fatto che vivessi con l'arciere interessava tutti quanti? Non gli risposi.<sai cavalcare?> tanto tempo prima, nella vita di una volta andavo a cavallo. Annuii. <Devo far fare un po' di movimento ai cavalli. Qualche giro del perimetro di Alexandria, o qualche giro nei campi liberi qua vicino, nulla di pericoloso. Mi farebbe comodo una mano in più. Così ne faccio due a tempo di uno.> Era un'occasione d'oro. Rick aveva detto chepotevo uscire se solo accompagnata, senza specificare da chi, quindi avrei potuto uscire anche con Nathan. <Ci sto! Corro a prendere l'arco però, non si sa mai. Torno tra cinque minuti> Mi affrettai verso casa, arraffai arco e frecce e tornai da Nathan. Pistola e coltello li avevo già con me. Avevo dovuto sostituire il machete con un coltello da caccia di Daryl, visto che gli uomini del giorno prima lo avevano messo chissà dove e non ero riuscita a trovarlo. Nathan stava sellando un cavallo. Così provai a fare lo stesso con l'altro, ma non ricordavo bene come si facesse. <aspetta, o poi rischi di trovati con il sedere per terra. Si fa così> Con precisione Nathan sellò anche il cavallo che poi diede a me. Era un cavallo nero, molto alto e dall'aspetto fiero. <è buono, ma ci vuole una mano decisa. Te la senti? Non ti do il mio perché anche se l'aspetto inganna, questo è un vero diavolo> il cavallo su cui era montato era un cavallo di media altezza, baio, ma scalpitante. <Nessun problema, me la cavavo nel vecchio mondo> Montai in sella e mi trovai molto più in alto di quanto mi aspettassi. <Andiamo verso il cancello.> Mi affrettai a seguire Nathan e il suo cavallo. All'ingresso nessuno disse niente e in un attimo ci trovammo fuori. Con la coda dell'occhio, vidi una testa di cazzo che uccideva zombie e li ammassava tra loro, ma non lo degnai di uno sguardo e continuai a seguire Nathan, mentre il mio cavallo cominciava a fremere per sgranchirsi le gambe. <ha un nome?> chiesi riguardo al mio cavallo. <No. Il mio si chiama Pyke, gliel'ho dato io. Ma al tuo nessuno ha mai dato un nome, e io ho finito la fantasia. È una femmina comunque>. Accarezzai con una mano la criniera del mio cavallo mentre avanzavamo. <Moka> dissi d'istinto. <Moka? Come quella del caffè?> Risi. <Già, come la moka del caffè italiano> Dal suo cavallo si girò verso di me sorridendo. <è un bel nome, io non sono così fantasioso> Era un bel ragazzo, e quando sorrideva mostrava i suoi denti bianchi e smaglianti. Cominciammo a far correre i cavalli, e l'adrenalina mi avvolse completamente. Dopo un'oretta Nathan mi avvisò che potevamo anche tornare dentro le mura, c'erano altri cavalli da far muovere. Tornammo dentro, liberammo i cavalli dall'attrezzatura, li lasciammo in un paddock improvvisato e proseguimmo a far muovere altri cavalli. La giornata passò in un baleno, e quando finimmo a pomeriggio inoltrato ci occupammo anche di pulirli e sfamarli. Ero sfinita. <Fai tutto questo da solo?> Nathan si asciugò il sudore dalla fronte. Stavamo camminando per Alexandria, diretti da Nathan. Avevamo deciso di meritarci una bella birra fresca e io avevo accettato che me la offrisse, anche se non avevo intenzionedi fermarmi con lui a berla, ero stata chiara anche a costo di offenderlo.<Si, ma ci metto molto più tempo, e cerco di prendermela comoda. Grazie a te domani avrò più tempo da dedicare agli animali meno importanti, ma che comunque richiedono cure> Sembrava a suo agio nel suo lavoro <Non mi piace combattere. Preferisco uscire solo per far sgranchire i cavalli> Eravamo differenti. <Facevi questo lavoro prima dell'apocalisse?> <è così evidente? Si, la mia famiglia aveva una fattoria> Era molto evidente. Arrivammo davanti quella che supposi fosse casa sua ed aspettai fuori. Uscì poco dopo condue birre stappate e me ne porse una. <Alla nostra> disse facendo tintinnare la sua bottiglia con la mia. Mi sentii leggermente in colpa, ero stata maleducata a farmela offrire senza entrare in casa. Ma d'altronde anche se sembrava un bravo ragazzo non volevo entrarci in confidenza, lo conoscevo troppo poco. <Bhe, visto che hai fretta allora non ti trattengo. Vado in casa, ci vediamo in giro> sembrava non essersela presa allora. Mi girai e mi incamminai con calma verso casa, quando davanti a me due ragazzi, Maikol e un altro, si stavano prendendo a pugni seriamente, mentre delle ragazze stavano lì a guardare. Vidi in lontananza Rick che scendeva dalle mura pronto a correre, ma era troppo distante, così decisi di intervenire.

Rotten LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora