17 - White numbers

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Daryl POV

Fu l'uomo dei Salvatori a cadere morto in avanti, con un buco nel cranio. La sua figura lasciò posto a quella di Melissa, con l'arma ancora in pugno. Mi girai stupidamente. Non era dove l'avevamo lasciata, la ragazza li aveva presi alle spalle. Abram e Rosita si alzarono, prendendo dalle mani del morto le loro pistole. Non fecero in tempo a ringraziarla che uno degli uomini ancora inginocchiati davanti a noi cominciò a ridere a crepapelle. Rick che lo aveva sotto tirò gli chiese cosa c'era da ridere. <Non ci posso credere! Ma c'è la numero 15! E ha appena ucciso Fat Joe!> si interruppe per continuare a ridere. Posai il mio sguardo su Melissa, che guardava l'uomo con crescente rabbia, con ancora in mano la pistola. <Ti manchiamo? Sei venuta per farti cavalcare ancora un po'? mi dispiace tesoro, ti abbiamo sostituita con la numero 22, Joe era proprio con lei, nella stanza in fondo.> Cosa erano quei numeri? Non riuscivo a capire. <Rick fallo stare zitto> dissi notando lo sguardo di Melissa, che si avviò a passo veloce verso l'uomo inginocchiato. Diedi una botta con la balestra in testa all'uomo davanti a me, mettendolo k.o. e fermai l'avanzata di Melissa. <Ferma> le ordinai. <No>. Allora aprii il palmo della mano indicando la pistola. Mi guardò con rabbia ma mi diede la sua pistola. <Non l'ho rubata a voi, l'ho trovata in questa catapecchia. Ora levati> Con riluttanza mi spostai. Non sapendo cosa sarebbe successo. Non volevo salvare la vita a quell'uomo, ma dovevo farle capire che non poteva fare di testa sua. La vidi sferrare un pugno sul naso dell'uomo, che si ruppe in un fiotto di sangue, tra le risa dell'uomo. <Siete marchiate a vita! Fingi pure, ma sei e sarai sempre una delle nostre cagne!> In un lampo Melissa tirò fuori il machete e glielo conficcò... in mezzo alle gambe. Ora l'uomo non rideva più, ma urlava tra insulti di ogni genere. Alzò il machete puntandoglielo alla gola, vidi la sua mano tremare, e il suo viso puntare quello di Rick. Con uno sforzo che mi sembrò enorme, ripose il machete nella fodera e si alzò guardando Rick in faccia. <Non potevo rimanere lì, voi non potevate muovervi e io ero l'unica che poteva passare inosservata.> La sua voce era in parte coperta dai lamenti dell'uomo. La vidi voltarsi ed entrare nella casa. Mi avvicinai all'uomo urlante e gli trapassai il cranio con un coltello, mettendo fine a quelle urla strazianti. <Abraham, interrogali, quelli che non collaborano uccidili.> disse Rick stando ben attento a farsi sentire dai loro ostaggi. Ma io sapevo bene che quelli erano tutti da uccidere. Non sembravano collaborativi. Decisi di seguire Melissa dentro la squallida casa. La trovai in una stanza, chinata sopra una ragazzina che avrà avuto sedici anni. Aveva un vestito bianco. Strinsi i pugni per la rabbia, poi mi avvicinai. Melissa la stava scuotendo, così le sentii il battito. <è morta> dissi in maniera poco delicata. <No! È ancora calda, non ha segni di trasformazione, è ancora viva!> Melissa stava andando in panico. Aveva lo sguardo spaventato, le sue mani continuavano a scuotere piano il corpo di quella ragazza. <Deve essere appena morta> le feci notare. Non ottenni risposta ma la vidi allontanarsi da lei, con gli occhi spalancati. <la porto fuori> la guardai mentre cercava di trascinarla fuori. Non riusciva a prenderla su di peso, ma riuscì piano piano a tirarla per le braccia. Mi avvicinai per aiutarla ma mi allontanò in modo brusco. <Fai come vuoi> le dissi sorpassandola e uscendo fuori, anche se mi dispiaceva per lei. Gli uomini di Negan erano già tutti morti. <Perché sono tutti già morti?> chiesi a Rick che stava parlando con Abraham. <Nessuno avrebbe parlato> rispose l'omone rosso. Dopo pochi minuti la nostra attenzione venne catturata da Melissa che finalmente era riuscita a trasportare il corpo della piccola donna fuori da li. La trascinò ancora un po', per adagiarla accanto ad alcuni fiori. <cristo> esclamò Rick. A disagio mi accesi una sigaretta.

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