74 - hurry to die

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Melissa POV

Ancora una volta mi risvegliai. Doveva essere passato almeno un giorno da come mi sentivo assetata e stanca. Ero ancora una volta legata alla sedia, nella stanza degli interrogatori. Non ero sola, mi resi subito conto. Ci misi lo stesso un po' di tempo a mettere a fuoco Jordan, il capo.

 Senza dire niente si alzò per prendere qualcosa dal tavolo e tornò da me

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Senza dire niente si alzò per prendere qualcosa dal tavolo e tornò da me. Aggrottai le sopracciglia vedendo un bicchiere d'acqua. <Bevi> Una volta tanto, non protestai, e bevvi tutto con lunghe sorsate. Finito quello, mi mise davanti della carne cotta, pollo probabilmente. <Mangia> Pensai di rifiutare ma non ricordai l'ultima volta che avevo mangiato, così pian piano mangiai anche quello. Una volta finito trascinò la sua sedia davanti alla mia e si chinò per incontrare il mio sguardo. <Non siamo cattive persone> sembrava stanco, quasi sincero. <Ma ci dobbiamo difendere. Per questo abbiamo bisogno della tua collaborazione> Deglutii un paio di volte e poi trovai il coraggio di alzare lo sguardo e mi ritrovai a pochi centimetri da lui. Indietreggiai di colpo. <non vi dirò niente> il suo sguardo si indurì per un secondo, poi sospirò tirandosi indietro. <"non mi avrete di nuovo" Lo hai detto prima, che significa? È la prima volta che ti vediamo> sentii la rabbia fare capolino. <Non tu. non voi. Ma la vostra gente. Vi ho sentiti parlare di Negan. Lui è morto ma voi bastardi avete ancora il suo nome cucito alle labbra. So bene come vi comportate voi salvatori. Non avrete niente da me> Nonostante le mie parole rabbrividii di paura e lui lo notò. Mi guardò a lungo, sorpreso. Entrarono anche Elijah e Oliver, e si piazzarono dietro al capo senza dire niente. Li guardai a disagio e mi tirai più indietro che potei, tremando di paura.  <Tu credi che siamo i Salvatori?> si stava prendendo gioco di me. <Siete ovunque, come ratti schifosi. Ma sappi che ne ho uccisi tanti dei vostri. Voi farete la stessa fine> Cercai nonostante la paura di sembrare più decisa che mai, guardandogli negli occhi. Il capo si alzò, stiracchiandosi le braccia in alto e sospirando. <Si, stavamo parlando di Negan quando ci hai sentito. Ma evidentemente non hai sentito niente altro. Ci stavamo chiedendo, anzi Elijah in particolare si stava chiedendo se foste alcuni degli uomini di Negan, dei Salvatori> Stava cercando di confondermi? Forse ero passata a conclusioni troppo in fretta... oppure stavano cercando di confondermi. <Stronzate> dissi guardandoli. Erano giovani in effetti, e Negan non aveva molti giovani uomini tra i suoi. <Negan è morto?> Non mi aspettavo questa domanda. Ribattei con un'altra domanda. <Perché credete che siamo dei Salvatori?> Elijah mi guardava spazientito, fu sempre il capo a rispondermi. <Una domanda per una domanda. Rispondi: Hai detto che Negan è morto, è vero? chi lo ha ucciso?> Mi presi qualche momento per riflettere. Finchè non davo informazioni utili, non facevo danno. Se erano uomini di Negan già sapevano chi lo aveva ucciso. <è morto. Lo abbiamo ucciso, parecchi mesi fa ormai> Oliver e Jordan si scambiarono uno sguardo di sollievo ma Elijah mi guardava arrabbiato. <Chi ci dice che è la verità? Secondo me è una di loro.> Io una dei Salvatori. Mi misi a ridere, arrivando quasi alle lacrime. Smettendo di ridere, guardai Elijah e gli dissi <Ma tu hai idea di cosa fanno i Salvatori alle ragazze?> Non me l'aspettai, mi tirò un pugno. Non se lo aspettavano neanche gli altri due, perché caduta a terra dall'impatto, li vidi afferrarlo e buttarlo fuori. <Sparisci. Facciamo i conti dopo. Non tollero comportamenti del genere> Il capo si era arrabbiato. Con voce flebile gli chiesi <Siete proprio sicuri di non essere dei Salvatori eh?> Non sapevo ancora cosa pensare, poi mi ricordai che non avevano risposto alla mia di domanda. <Perché credete che io e i miei siamo dei Salvatori?> Mi slegarono dalla sedia e mi tirarono su. Riuscii a tenermi sulle gambe, con l'occhio dove mi aveva colpito poco fa che cominciava a gonfiarsi. Jordan mi guardò con sguardo duro. <La porto in infermeria, prenditi la giornata libera> Oliver fece per protestare visibilmente in disaccordo poi lasciò perdere e uscì dandomi un'ultima occhiata sospettosa. <Vieni, cammina davanti a me. Sono armato quindi non fare cazzate.> Cominciai a camminare davanti a lui, rassegnata a non ricevere una risposta, quando a un certo punto parlò. <Non c'è molta gente che si avvicina alla città sai? Persone singole si, qualcuno. Ma gruppi mai, ci è successo solo con i Salvatori. E ora con voi, che dite di non essere dei loro.> Se era vero quello che diceva, allora riuscivo a capire il loro sospetto. <è per questo che vogliamo sapere chi siete e cosa ci facevate qui. Ma ci arriveremo. Per ora domande semplici. Come ti chiami?> domande semplici, per raggirarmi. <Melissa> risposi, poi Jordan bussò alla porta dell'infermeria. Durante il tragitto non ero riuscita a vedere granchè ma avevo sentito voci. <In quanti siete?> provai a chiedere. Un sorrisetto ironico gli increspò le labbra. <Questa è un'informazione che terrò per me. Entra. Ciao Claire> Una volta dentro mi affrettai a sedermi, non mi sentivo granchè bene. <Che diavolo Jordan! Cosa le state facendo?> esclamò Claire vedendomi l'occhio che doveva avere proprio un aspetto orribile. Il capo parve in imbarazzo nel risponderle. <Le cose ci sono sfuggite di mano, Elijah ha dato di matto> Avrei voluto chiedere perché, ma non aprii bocca e mi lasciai controllare da Claire. <Tieni, mettici del giacchio e aspettiamo che si sgonfi. Quando vuoi ti ho messo degli assorbenti in bagno. Ciclo pesante eh?>  Ancora? Guardai tra le mie gambe per scoprire ancora una volta una macchia rossa. Arrossii. <Non è il ciclo> mi sfuggii dalle labbra quasi per volermi giustificare. Notai lo sguardo preoccupato di entrambi, Claire mi si avvicinò. <Dimmi cosa hai, posso aiutarti.> Non ero sicura degli altri, ma lei sembrava una brava persona. <Non devi preoccuparti, è passato, ho avuto un aborto due settimane fa e non sono stata a riposo come dovevo> Chiusi gli occhi, anzi, l'occhio sano, per non vedere lo sguardo impietosito di quei due e per scacciare via il pensiero. Due settimane fa. <Di quanto eri?> Quattro mesi. Quattro mesi. <Quattro mesi.> Mi iniziò a girare la testa. <Come è successo? È stato spontaneo?> come è successo? Non ho fatto quello che Daryl mi aveva detto di fare. Non mi son nascosta. Mi sono lanciata ad aiutare Maggie e suo figlio. È successo perché son una stupida. Perché non penso mai a me stessa. I respiri si stavano facendo più corti, ma cercai di rispondere senza cadere nel baratro. <Ci hanno attaccati e non mi sono nascosta come dovevo. Mi hanno quasi picchiata a morte> Improvvisamente non c'era più ossigeno, e mi resi conto di aver detto troppo. Mi alzai di scatto, facendo indietreggiare Claire e tirare fuori la pistola a Jordan. Dovevo uscire da lì. Incurante della pistola puntata mi lanciai sulla porta e la aprii. Nessuno sparo seguì la mia azione. <Fermati> Lo sentii dire. Cominciai a camminare. Se vuoi spararmi sparami. Pensai. <Dannazione non voglio farti del male, fermati!!> Cominciai a correre, verso il corridoio che non avevo ancora percorso con i miei carcerieri. Mi ritrovai poco dopo in una hall, piena di gente. Almeno venti persone quasi tutte giovani, di cui due bambini di circa 10 anni che mi guardarono spaventati come fossi uno zombie. Probabilmente il mio aspetto lo ricordava. Jordan arrivò subito dietro di me e sentii la pistola appoggiata alla testa. <Non voglio farti del male, ma se devo lo farò.> Mi girai verso di lui, la sala era silenziosa e guardavano la scena preoccupati, cercando di decidere se fossi un pericolo o no. <Non hai le palle di spararmi davanti alla tua gente> capii subito di aver indovinato da suo sguardo. <Perché hai così tanta fretta di morire? Cosa ti abbiamo salvata a fare?> La rabbia sostituì qualunque emozione mi aveva trascinata fino a quella hall. <Dovevate lasciarmi lì> gli dissi cercando di prendergli la pistola. Sarei stata lenta e lui avrebbe sparato, me ne resi conto troppo tardi. Ma invece qualcuno mi bloccò da dietro. Non riuscii a vedere chi ma probabilmente uno dei due che avevo già avuto l'onore di conoscere. Mi misi ad urlare cercando di dimenarmi e mi portarono nella "mia stanza". Non dissero una parola. Rimasi sola. Le ore passarono e inevitabilmente i miei pensieri andarono ai miei amici. A Daryl. Ti ha abbandonata. Quella maledetta vocina doveva sottolineare anche l'ovvio. Ma era successo prima che mi catturassero. Daryl mi aveva abbandonata nel momento in cui avevo perso suo figlio. Gli altri, pian piano avevano scelto lui, forse credendo di darmi spazio mi avevano lasciata da sola ad affrontare tutto quanto. E io non lo avevo affrontato. Non lo avrei affrontato neanche ora. Mi alzai dal letto sul quale mi ero stesa e cominciai a prendere a pugni la porta. Con mia sorpresa la porta si aprì e entrò Claire con Oliver al seguito. <Siediti per favore. Oliver esci. No, non cominciare. Esci.> Sembrava quasi lei il capo. Ci ritrovammo sole nella "mia stanza". <Melissa, sediamoci> A disagio feci come mi aveva chiesto e aspettai. <Devi crederci quando ti diciamo che non vogliamo farti del male. Non siamo quel tipo di gente, ma abbiamo avuto una brutta esperienza con i Salvatori. E no, non credo che tu sia una di loro, Elijah è un'idiota.> Tutti avevano avuto una brutta esperienza con Negan, ma questo non li rendeva automaticamente delle brave persone. <Jordan vuole delle risposte, vogliamo informazioni, capisci? Cerca di collaborare> mi mossi a disagio. Se avessi avuto la certezza che fossero brave persone, avrei anche potuto aiutarle. <Ma non mi occupo io di fare le domande... almeno non di questo genere. Sai io studiavo per diventare psichiatra> rise. <Per quanto oggi farebbe bene una seduta a tutti, ormai sono diventata il medico del gruppo. Ma è sempre stata la mia passione aiutare la gente a risolvere i casino dentro la testa> Mi lasciai sfuggire un verso che poteva vagamente ricordare una risata. <Quindi voglio dirti, se hai bisogno di parlare, di quello che è successo due settimane fa, o di qualunque altra cosa, vieni a cercarmi> Non riuscii a rispondere e dopo un po' si alzò e fece per andarsene, ma prima di chiudere la porta aggiunse. <Lo scherzo che ci hai fatto prima... non farlo più, solitamente Jordan colpisce al minimo accenno di pericolo per il gruppo, non so perché questa volta non l'abbia fatto, ma non contare sulla fortuna una seconda volta. Ah e prendi queste. Sono per l'ansia, ma non abusarne>  Mi diede delle pillole ed uscì. Rimasi da sola.

 Rimasi da sola

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