65 - bird

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Daryl POV

Mi svegliai a notte fonda con Melissa che urlava. Accesi la luce e feci per prendere il coltello vicino al letto, ma mi resi conto subito che era solo un incubo. <Ehi Mel> La sfiorai piano ma si svegliò di soprassalto e si allontanò da me. Vidi lo stesso sguardo che avevo visto poche ore prima. Vuoto, distante. <Hai avuto un incubo> Le dissi allungando una mano e accarezzandole la guancia. Non si ritrasse, chiuse gli occhi e venne più vicina a me. Spensi la luce e l'abbracciai. Non sapevo cosa dire o fare così la tenni stretta a me finchè non si addormentò. Quella notte si svegliò così altre due volte, così la mattina cercai di fare il più silenziosamente possibile e me ne andai da Rick, dove avrei dovuto portare anche Melissa per finire di parlare del giorno prima. Non feci colazione, avrei mangiato qualcosa direttamente da Rick. Entrai e trovai lì Rick, Michonne, Tara, Rosita, Glenn. Gli altri dovevano ancora arrivare <Dov'è Melissa? Come sta?> Chiese Rick quando mi vide. Presi posto in cucina arraffando un po' di cibo. <L'ho lasciata dormire, sta bene ma non ha dormito molto> Non mi piaceva parlare di lei quando non c'era, ma erano preoccupati anche loro. Mi guardavano infatti con aria tesa. <Ieri è andata in shock, quell'uomo era uno dei Salvatori, uno di quelli che le hanno fatto del male> Anche solo pronunciare quelle parole mi faceva tremare dalla rabbia. <Non ricordava neanche di essersi chiusa in camera e stanotte ha continuato ad avere gli incubi.> Mi passai una mano sul viso, stanco. <Daryl, assicurati che non esca a sparare fuori dalle mura. Abbiamo lasciato correre ma ora basta, non rischiamo inutilmente> Annuii a Rick pensando a quanto non ne sarebbe stata contenta e continuai a mangiare. Poco dopo arrivarono gli altri, chiesero tutti di Melissa preoccupati, gli dissi il minimo indispensabile e poi discutemmo del Salvatore che Melissa aveva riconosciuto. <Se siamo fortunati è solo uno o pochi di più. Se siamo sfortunati, tutti quelli sopravvissuti si sono uniti ai Nomadi e potrebbero avergli dato informazioni importanti. Per fortuna abbiamo avvisato Oceanside in tempo> Tara sembrava giustamente preoccupata. <Melissa ne è sicura Daryl? Non potrebbe aver sbagliato?> Capivo la sua preoccupazione. Intervenne Michonne prima che potessi rispondere <No Tara, non avrebbe avuto quella reazione altrimenti. L'ho vista ieri, si è bloccata e non ha capito più niente> Mi si strinse il cuore. Avrei voluto trovare un modo per proteggerla dalla sua testa. Nel giro di un ora finimmo ed uscimmo tutti dalla casa di Rick. Melissa stava uscendo con cane proprio in quel momento e ci ignorò appositamente, tenendo lo sguardo dritto davanti a se. Era vestita come ogni giorno e aveva il fucile in spalla. Le occhiaie si vedevano anche da lontano. <Cercate di fare a meno di me oggi> Dissi istintivamente ai miei amici e corsi verso Melissa. Arrivato da lei si girò innervosita verso di me. <Sei bravo a sgattaiolare fuori dal letto senza farti sentire> disse acidamente. <Sempre stato il migliore, ora seguimi> La presi per il braccio delicatamente ma con decisione trascinandomela dietro. <Daryl! Ma che fai? Ho mille cosa da fare oggi, lasciami> Risi ironicamente <Bugiarda, non hai niente da fare, vuoi solo tenerti occupata> Vidi con la coda dell'occhio i nostri amici che ci fissavano. <ed è un male?> disse strattonando e facendomi perdere la presa. Mi girai verso di lei e nonostante le occhiaie, i capelli in disordine e lo sguardo perso la trovai bellissima. <Perché non mi lasci in pace?> disse abbassando lo sguardo. Fregandomene del pubblico che avevamo mi avvicinai di più a lei, prendendole il viso con una mano la costrinsi a guardarmi negli occhi. <Ho una sorpresa per te. Se non ti piacerà, puoi tornare a fare quello che vuoi, ma adesso almeno vieni a vedere> I suoi grandi occhi ora mi guardavano incuriositi. La vidi rivolgere lo sguardo un attimo al nostro pubblico, che faceva finta di non guardarci, poi si staccò lentamente da me e mi seguii senza dire una parola fino al garage. Le feci segnò di sedersi su una delle poltrone sfondate, mentre cane scodinzolava felice di essere tutti e tre insieme li sotto. <La mia sorpresa è una poltrona sfondata Daryl?> La sua voce era stanca ma si sforzava di sembrare normale. <No. ecco qui> Le dissi piazzandole davanti la macchinetta per tatuaggi con l'inchiostro. Saltò in piedi esterrefatta. <Non ci credo! Quando lo hai trovato l'inchiostro?> Disse accennando un sorriso. <Dove abbiamo preso il latte in polvere. Te l'ho preso sotto al naso e non ti sei accorta di niente> In realtà avevo fatto fatica a non farmi scoprire, ma era divertente stuzzicarle l'orgoglio. Si risedette con calma. <Quindi vuoi tatuarmi?> Gli occhi erano di nuovo distanti. <Mi era sembrato di capire che volessi coprire quel numero> Guardai la sua spalla destra, non potevo vederlo ma sapevo che era lì. <Si. È che non credevo te ne ricordassi> Disse lei storcendo il naso. <Grazie per la fiducia eh> Avrei voluto baciarla, farla ridere, toccarla. Ma sembrava così fragile. <Quindi, cosa vuoi che ti tatuo? Ti avviso, non sono un grande artista> Mi rigirai la macchinetta tra le mani. Ci pensò su un bel po', ma alla fine decise. <Un uccello che vola. Dovrebbe essere facile anche per le tue goffe manone> Disse accennando un sorriso che mi scaldò il cuore. Si tolse la maglietta rimanendo in reggiseno, esponendo così l'orribile marchio che aveva sulla spalla. Presi la macchinetta e iniziai, sperando di fare un lavoro decente. Due ore dopo spensi la macchinetta, pulii il tatuaggio e andai a prendere uno specchio soddisfatto. Era venuto bene, e il numero non si vedeva più. <Dai sbrigati voglio vedere> Disse lei impaziente quasi strappandomi lo specchio dalla mano. Con un po' di nervosismo la osservai mentre guardava il mio lavoro. <Allora?> Dissi sperando mi dicesse qualcosa. Abbassò lo specchio, mi si avvicinò e mi baciò dolcemente, con entrambe le mani delicate sul mio viso. La presi per i fianchi avvicinandola a me, volendone subito di più. <Grazie, mi piace molto> mi sussurrò prima di intensificare il bacio. <come pensi di ripagarmi?> le dissi baciandole il collo, strappandole un sospiro. <mmm... sono sicura che tu abbia già un'idea> disse ridacchiando. <Avanti, qual è il tu prezzo Dixon?>  La guardai negli occhi. La cosa che più mi aveva spaventato del giorno prima era averla vista così distante, venire tagliato fuori così dai suoi problemi, non poterla aiutare. <Prometti di non tagliarmi fuori> Mi sfilò la maglietta quasi senza ascoltare quello che le stavo chiedendo. <Non devi fare tutto da sola, non escludermi. promettimelo> Si avvinghiò più stretta a me <Oh Daryl> poco dopo ci ritrovammo a farlo sulla poltrona già sfondata. Solo alla fine, quando rivestiti e soddisfatti uscimmo da casa per fare ognuno i propri affari, mi resi conto che non aveva promesso proprio nulla.

 Solo alla fine, quando rivestiti e soddisfatti uscimmo da casa per fare ognuno i propri affari, mi resi conto che non aveva promesso proprio nulla

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Spazio autrice: sono tornata! dopo un immancabile pausa lunghissima... ma son tornata e ho pronti davvero un sacco di capitoli. E sto cercando di scrivere la fine ma non è falice! mi impegnerò per finirla al meglio, promesso

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