50 - always careful parte 2

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Melissa POV

Trovai di guardia alle mura del cancello Abraham e mi avvicinai a lui. <Che ci fai qui?> mi sorrise il rosso. <Ho bisogno di un po' d'aria> gli dissi sistemandomi l'arco in spalla cercando di non far cadere il mio piatto di cibo.<Non puoi fare sempre turni extra> Mi disse mentre mi sedevo accanto a lui, iniziando a mangiare. <Si invece> gli risposi a bocca piena. <che ti ha fatto Daryl questa volta?> mi lanciò un'occhiatina. <Niente> Non mi credette neanche per un secondo e per i minuti successivi continuò a cercare di farmi parlare. Ormai avevo finito di mangiare. <è antipatico. Torna acasa e non gli va bene niente di quello che ho fatto.> Tralasciai ovviamente il bacio. <Sembrate proprio una coppietta> Disse lui ridendo. <Non dire stronzate. Pensa alla tua di coppietta> Risposi alludendo a Rosita.<Oh oh vai sulla difensiva. E va bene, non mi guardare così non indagherò oltre. Ora se proprio insisti a voler fare il mio turno io mi avvierei verso casa. Devo fare cose da "coppiette", se capisci...> Alzai le mani per fermarlo, non volevo sentire altro. Abraham era capace di andare molto nei... dettagli quando raccontava di lui e Rosita. <Capisco. Vai e salutami Rosita.>Mentre scendeva le scale sentimmo un rumore attutito, leggero e lontano. Ci fermammo entrambi ad ascoltare, come ipnotizzati. Il rumore stava diventando sempre più forte, anche gli altri parevano averlo notato. Poi lo vedemmo. Era un elicottero. Sorpassò Alexandria facendo uscire tutti dalle proprie abitazioni. Rick stava correndo verso di noi. L'elicottero sembrava avere un mal funzionamento e volava sempre più basso. <Si sta per schiantare.> dissi seguendolo con lo sguardo. Aveva superato Alexandria. Arrivò Rick ansimante. <Dobbiamo seguirlo. Non ci sarà troppa gente dentro e forse neanche sopravvivranno allo schianto.> L'adrenalina mi invase e con uno sguardo Rick capì subito che stavo per propormi. Mi guardò dritto negli occhi.<Bene, noi tre bastiamo. Io e te a cavallo. Abraham tu prendi una macchina. Se L'impatto avviene in un punto non raggiungibile lascia la macchina vicino e vieni a piedi.> Arrivò anche Michonne preoccupata. <Michonne, gli altri che restino qui all'erta. Sentiamoci via radio solo per emergenze. Non fare uscire nessun'altro. Capito? NESSUNO> Ammirai la freddezza che quei due avevano in momenti simili. Niente "buona fortuna" niente "stai attento". Ci portarono al volo due cavalli e partimmo al galoppo, Rick e io davanti, Abraham più indietro con la macchina. In cielo splendeva una bella luna, il che ci permetteva di vedere bene. In quel momento mi sentii libera e non potei fare ameno di sorridere. L'adrenalina scorreva nelle mie vene, il vento sferzava il mio viso e mi sentii forte. Il mio corpo aveva ormai ripreso un'ottima forma e mi sentivo in grado di alzare una montagna. Vedemmo in lontananza l'impatto. L'elicottero non era esploso ma non erano neanche atterrati dolcemente.

Eravamo a 15 minuti a cavallo da Alexandria

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Eravamo a 15 minuti a cavallo da Alexandria. <Avviciniamoci prima che esploda> Mi urlò Rick una volta arrivati. Lasciammo i cavalli che erano ben addestrati a non scappare dalla paura. Potevamo sentire l'auto con Abraham che si avvicinava. Tirai fuori la pistola imitando Rick e ci avvicinammo all'erta. In quel momento un uomo uscì dall'elicottero barcollando ma non ci notò, tornò immediatamente dentro e uscì trascinando una ragazza. Solo allora ci notò. Ci guardò con aria spaesata ma tornò subito dentro l'elicottero. <Resta qua e tienili sotto tiro. Abraham andiamo ad aiutarlo> Li guardai avvicinarsi all'elicottero ormai in fiamme e pronto ad esplodere. La ragazza che l'uomo aveva tirato fuori era ancora vicino all'elicottero. Non feci in tempo a pensare di aiutarla che dei rumori attirarono la mia attenzione. Una macchina in lontananza ci puntava i fari contro. <Rick!> Urlai. Diedi le spalle all'elicottero e puntai l'arma contro di loro. La macchina si teneva a debita distanza ma avrebbero potuto colpirci con dei fucili.

Erano fermi ad osservarci, i fari puntati, in attesa di chissà cosa

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Erano fermi ad osservarci, i fari puntati, in attesa di chissà cosa. Rimasi così per quella che mi sembrò un'eternità quando la macchina girò e sparì. Chi diavolo erano quelli? Un'esplosione alle mie spalle mi riportò alla realtà e mi accorsi che Rick e Abraham erano accanto a me, con l'uomo, la donna e altre tre persone. Il calore era insopportabile.<Rick dobbiamo andarcene, c'è qualcun altro> gli dissi tra un colpo di tosse e l'altro dovuto dal fumo. Rick si rivolse all'unico uomo cosciente. <Non possiamo portare via i cadaveri, mi dispiace> L'uomo era alto e muscoloso ,teneva testa ad Abraham come grandezza. Guardava sconsolato i corpi a terra. Si avvicinò ad ognuno di loro sentendogli il battito. Era viva solo la donna che aveva tirato fuori per prima, che a meglio guardarla era giovane, forse della mia età. L'uomo tirò fuori un coltello e lo passò nel cranio di ognuno di quelle persone, con faccia affranta e dolorante. Poi si alzò e con ancora il coltello in mano ci squadrò per bene. <Chi siete?> ci domandò. Inevitabilmente arrivarono gli zombie attratti da tutto quello. Non erano tanti. <Ci penso io> dissi e mi girai ad affrontarli lasciandoli parlare. Li abbattei tutti e una volta pulito tornai veloce da loro. <Tutto pulito ma ne stanno arrivando altri> Dissi con il fiatone. Vidi che sia l'omone che la ragazza (che era ancora incosciente) erano stati legati e disarmati.<Andiamo allora. Mel stai a destra della macchina, io sarò a sinistra. Hai una buona vista, pensa all'ambiente circostante, io penserò a guardare in macchina. Non sciogliamo la formazione. Andiamo, veloci> Recuperai il cavallo che nonostante l'esplosione non si era allontanato di molto e partimmo. Non fu come l'andata. Avevo la pelle bruciacchiata e puzzavo di peli e capelli bruciati. La luna che prima ci aveva illuminato la strada sembrava ora troppo luminosa, come a volerci esporre. Mi guardavo intorno con i sensi allertati al massimo, ma non vidi tracce di auto o altri uomini. Quando arrivammo ad Alexandria e ci aprirono i cancelli riuscii finalmente a rilassarmi. Sentii Rick che impartiva ordini, vidi Siddiq precipitarsi dai due "sopravvissuti". Scesi da cavallo e lo lasciai a qualcuno. Mi passai le mani sul viso, ero sporca  e bruciacchiata ma nulla digrave. <Stai bene Melissa?> Mi urlò Siddiq mentre trasportava la ragazza probabilmente in infermeria. Alzai il pollice per tranquillizzarlo. Poi mi misi a tossire, avevo la gola così secca... incredibile come l'adrenalina non ti faccia sentire certe cose. Qualcuno mi passò una borraccia, così l'afferrai e mi misi a bere, senza preoccuparmi di sbrodolare. Alla fine mi versai sulla testa l'acqua rimasta. <Grazie> Dissi alla persona accanto a me per poi accorgermi dei muscoli e la balestra. Era Daryl. Rick arrivò in quel momento fermando sul nascere qualsiasi discussione. <Ehi Melissa. Ottimo lavoro stasera. Ma devi smetterla di fare turni che non ti appartengono. Te l'ho già detto. Ci servi riposata.> Contaci. Mi diede una carezza paterna in testa e si dileguò. Abraham prese il posto di Rick stritolandomi. <Che cazzo di serata eh! La notte è giovane, vieni da noi, ubriachiamoci.> La proposta era molto allettante, specialmente per sfuggire a Daryl. <Si... non male come idea, però sono un pollo arrosto, fammi fare una doccia e arrivo.> Daryl cercò allora di parlarmi ma fummo di nuovo interrotti. Trattenni una risata alla sua espressione esasperata. Non era un uomo paziente. <Daryl, devo aggiornarti, vieni. Cerchiamo anche di parlare con lui> Disse Rick riferendosi all'uomo dell'elicottero. Mi feci scappare un sorriso di scherno e Daryl mi lanciò un'occhiata indecifrabile. Andai a casa e trovai Luke e gli altri da soli. Mi accolsero preoccupati ma li tranquillizzai e andai a farmi una doccia gelata. Sotto il getto d'acqua fredda pensai che Daryl doveva aver preso anche lui la sua decisione su di loro. Se non si fosse fidato non li avrebbe mai lasciati soli. Forse alla fine si era fidato del mio giudizio? Uscii dalla doccia e senza asciugamano mi guardai allo specchio. Il mio corpo era tornato snello ma muscoloso, ancora un po' di tempo ed allenamento e sarei stata nella mia forma perfetta, o almeno quella che per me lo era. Non mi soffermai troppo sulle miriadi di cicatrici e sul segno che ancora avevo sul collo. Mi rivestii, mi misi qualcosa di comodo e uscii di casa.

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