Melissa POVEra pomeriggio inoltrato quando Carl mi venne a chiamare. Uscii fuori e il sorriso genuino di Carl mi mise di buon umore. Facendo i pochi passi che ci separavano dalla casa di Rick gli chiesi <Tuo padre ce l'ha a morte con me vero?> Carl invece mi sorrise tranquillo <Poco. Credo che siano brave persone. Comunque lo avrei fatto anche io, hai fatto la scelta giusta> Sapere di aver fatto lo stesso che avrebbe fatto un sedicenne non mi consolò. Ma poi realizzai che Carl non era un ragazzino, nonostante la giovane età era già un uomo. Entrati in casa mi resi conto che come l'ultima volta erano già tutti lì, solo che al mio fianco non c'era Daryl ma Carl. Senza fermarsi con inutili parole Rick mise su i video e cominciammo a conoscere i nuovi arrivati. Il primo video fu dell'uomo. Si chiamava Luke. <Sono un musicista, non sono mai stato tagliato per il combattimento corpo a corpo. Se sono vivo oggi è grazie a loro... e ora Sean è morto. Per proteggerci.> Continuò nel suo racconto, dicendoci come si erano trovati in quel gruppo fin quasi dall'inizio, erano molti di più inizialmente ma come tutti i gruppi anche il loro era stato sfoltito. <Come siamo arrivati fino a voi... non ne abbiamo idea. Veniamo da Est, stavamo cercando un buon posto. Eravamo in strada quando degli uomini ci hanno fermato. Era una macchina con tre uomini armati. Ci hanno chiesto se venivamo da Hilltop, il Regno o Alexandria e quando gli abbiamo risposto che non sapevamo di cosa stessero parlando si sono innervositi. Volevano portarci dal loro capo credo, ma siamo riusciti a reagire in tempo. Li abbiamo uccisi ma uno di loro è riuscito a sparare alla gamba a Sean. Non era grave, potevamo guarirlo ma sono usciti gli zombie. Abbiamo cominciato a scappare, avevamo pochi colpi. È spuntato un altro gruppetto di zombie che ci ha fatto cambiare nuovamente direzione e abbiamo perso completamente il senso dell'orientamento. Per rallentarli Sean si è preso un morso ma non ha detto nulla. Poi siamo usciti dal bosco e abbiamo visto le vostra mura. Mai vista una cosa del genere. Piccole comunità si, ma mai roba del genere.>
Ascoltammo le altre persone, che confermarono tutti la versione di Luke, chi con qualche dettaglio in più, chi con qualche parola in meno. Sembrava la verità. La sorella dell'uomo morto si chiamava Magna e sembrava una tipa tosta e irritabile, ma forse era solo perché aveva appena perso suo fratello. Yumiko era l'altra donna, con tratti orientali sapeva usare l'arco ed era molto sveglia, ma calma. mi stupirono in particolare le due sorelle: Connie e Kelly. Connie era sordomuta e Kelly comunicava con lei nel linguaggio dei segni, traducendo per Rick. <Dobbiamo stare attenti, anche gli altri conoscono il linguaggio dei segni, possono comunicare senza che noi capiamo.> Disse Rick preoccupato, dopo aver visto fino all'ultimo video. <Io conosco il linguaggio dei segni> Tutti gli occhi si puntarono ovviamente su di me. <Davvero?> chiese Carl curioso. <Si, mia... conoscevo una persona sordomuta. Così l'ho imparato> Un'altra dolorosa fitta si insinuò nel mio cuore. Ricordavo bene quando scoprimmo che nostra sorella era sordomuta. Io e Filippo avevamo 5 anni di differenza con la piccola Anna. Ricordai bene tutto l'impegno che ci mettemmo nell'imparare quella strana lingua. Era la terza lingua che sapevo "parlare" perfettamente. <Questa è un'ottima cosa. Teniamogliela nascosta. Parleranno tra loro pensando di non essere compresi.> Annuii al capo. <Allora... se non c'è nessuno contrario ho deciso di accettarli, ovviamente tenendoli bene d'occhio. Ma promettono bene. Ora dobbiamo pensare a dove farli stare.> Aggrottai la fronte. <In casa mia ovviamente> Rick mi guardò dubbioso. <Allora qualcuno dovrà stare con te> Cercai di farmi vedere più sicura di quanto lo fossi. <Dov'è il problema? Loro saranno disarmati e io non lascerò un secondo la pistola. Abitiamo tutti vicini, se c'è qualche problema sarete da me in un secondo. Avanti Rick, dammi fiducia> Potevo vedere Rick pensarci su, come il resto delle persone. Se ci fosse stato Daryl con me non ci sarebbe stato neanche da discutere. Dopo alcune riflessioni Rick mi concesse anche questo. <Bene. Spero che sia la scelta giusta. Li hai fatti entrare tu e ti prendi anche la responsabilità di testarli. Ne sono contento, ma spero tu lo faccia con coscienza. Forza, vieni con me> Seguii il capo e per la prima volta vidi quella che era la prigione. Erano stati momentaneamente messi lì. Aspettai che Rick gli facesse il discorsetto di benvenuto, aprì le celle e se ne andò, appoggiandomi per un secondo la mano sulla spalla. Sperai che non ce l'avesse su con me. Quando fu uscito mi rivolsi a loro <Seguitemi, dovrebbero averci preparato del cibo> dissi uscendo dalla piccola prigione. <Il corpo di mio fratello è li a marcire, io non vengo da nessuna parte se prima non lo seppellisco!> Disse in modo aggressivo Magna. Mi fermai e mi girai verso di loro. Allungai la mano verso Magna, spiazzandola. <Melissa> lei ricambiò la stretta confusa ma presentandosi e così feci poi con tutti. <Si chiama Connie, ti sta dicendo piacere di conoscerti> Oh lo so. <Sa leggere il labiale? Bene. Piacere mio> Mi rigirai poi verso Magna che stava dando segni di impazienza. <Ho già seppellito tuo fratello. Vicino alle nostre tombe. Ma siccome si trovano fuori dalle mura, ti ci posso portare solo domani.> La vidi guardarmi sospettosa. <Dici sul serio? e perché lo hai fatto?> guardandola con sguardo assente non le risposi. Intervenne Luke. <Grazie. È che non siamo più abituati ai bei gesti. Anche essere accolti qui è molto strano.> Aveva uno sguardo allegro e gentile. <Lo so bene. Io sono qui da poso più di due mesi. Sembrava assurdo anche a me. Seguitemi> Assicurandomi che mi stettero dietro arrivammo alla nostra casa e li feci entrare. <Preferite mangiare o lavarvi prima?> Optarono per darsi prima una lavata così gli diedi i vestiti che eravamo riusciti a recuperare per loro e salimmo di sopra. <Ci sono tre camere, due sono vostre, ci sono due matrimoniali e una brandina che ci portano tra poco.> Aprii la porta degli ospiti e poi la mia camera. <Questa è camera mia, datemi un attimo, prendo le poche cose che ho> Li vidi guardare l'altra camera ancora chiusa. <E quella?> Mi chiesero poco dopo. <Non vivo da sola in questa casa, c'è anche Daryl, quella è camera sua. Ora non è qui, torna tra 5 giorni quindi dormirò nella sua stanza. È piena di cose camera sua a differenza della mia che è vuota. Potrebbe ammazzarmi se vi dessi la sua camera> Ridacchiai e visto che non stavano ridendo mi sbrigai ad aggiungere <Sto scherzando. Al massimo ammazzerebbe voi, non me> Dissi ridendo, sapendo che avrebbero avuto il dubbio se stessi scherzando o meno. <Bene, vi aspetto di sotto> Dissi quando finii di spostare la mia roba. Chiusi a chiave la camera di Daryl e scesi di sotto. Pensai che Daryl probabilmente mi avrebbe ammazzata in ogni caso, sapendo il rischio che stavo correndo. Non mi importava. Rick si stava fidando di me, loro si stavano fidando di me. Per me era importante.Connie, Kelly, Magna Yumiko e Luke. Queste erano le persone con cui passai quei cinque giorni. Li testai, li spiai quando credevano di essere soli o quando comunicavano con il linguaggio dei segni. Erano fantastici, stavo davvero bene in loro compagnia e non vedevo l'ora di essere sicura di loro, così da poter buttare la maschera da stronza che li stava testando.
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Rotten Love
FanfictionFANFICTION CONCLUSA. I protagonisti di questa storia sono due: Daryl Dixon e Melissa, un personaggio inventato da me che andrà a legarsi alla storia dei protagonisti della serie che già conosciamo. Melissa è una ragazza italiana rimasta intrappolata...