73 - Jordan

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Melissa POV

Con la faccia a terra e i capelli davanti gli occhi riuscii solo a vedere tre paia di gambe davanti a me. Ma la voce che sentii fu nuova. <Cazzo. Ci siete andati giù pesante. Alzatela> Con il tono abituato a dare ordini e la velocità con cui mi alzarono capii che doveva essere il capo. Una volta in piedi le ginocchia mi cedettero e mi ritrovai in ginocchio. Alzai lo sguardo. Un paio di occhi nocciola mi guardavano dall'alto in basso. I capelli neri corvini gli ricadevano un po' sulla fronte e un po' in un ciuffo. Giovane, come gli altri. Con corpo muscoloso, la mascella scolpita e le mani in tasca, mi guardò. <Ciao, sono Jordan. E tu devi dirci chi sei e perché eravate qui> Dritto al punto anche lui. Cercai di parlare ma la tosse mi scosse nuovamente. Quando finii gli sputai apposta il sangue sui piedi. Lui, dal canto suo rise. <Non scherzavate allora. Portiamola in infermeria.> Provai a ribellarmi con scarso successo, quindi mi feci trascinare. Il corridoio asettico mi ricordò quello di un ospedale, ma quando passammo davanti a camere numerate elegantemente capii che dovevamo trovarci in un albergo. <Ci troviamo molto in alto e le uscite sono tutte chiuse e controllate. A meno che non vuoi farti un bel salto nel vuoto, non vai da nessuna parte.> Mi disse Oliver. <grazie dell'informazione imbecille> Sicuramente non avevano a che fare con molti sconosciuti se erano così stupidi da dare informazioni gratuitamente. <Che lingua è secondo voi?> Disse Jordan davanti a me, con le mani in tasca. <Ho un sospetto, se riuscite a fare da soli torno subito> Oliver se ne andò e Elijah strinse la presa sui miei polsi, e non riuscii a soffocare un verso di dolore. Il capo si fermò di colpo e si girò verso di me. Poi andò a controllare i miei polsi. <Ti sei fatta molto male. Tagliagli le fascette, tanto siamo arrivati> Nonostante le proteste alla fine Elijah mi liberò i polsi, poi mi spinse dentro una porta. Questa si che aveva l'aria di essere una stanza d'ospedale. Una ragazza, giovane, si avvicinò a noi studiandomi. Occhi verdi, capelli ricci marroni e lentiggini su tutto il viso. <è lei? Ma che le avete fatto? Mio dio Jordan! Fatela stendere> Come mi spinsero alla brandina il terrore prese possesso di me e feci resistenza, inutilmente. Quando fui sdraiata però mi lasciarono e io rimasi immobile, con il respiro pesante e gli occhi al soffitto. <Uscite> Disse la ragazza. <Non se ne parla, è pericolosa> disse Elijah guardando Jordan che sospirò come se fosse abituato a queste situazioni. <Saremo fuori dalla porta, armati> Disse il capo guardandomi intensamente. Come se non potessi semplicemente prenderla come ostaggio. Patetici. <Sono comunque armata e capace di difendermi. Ora, uscite> Quando si chiusero la porta dietro di loro Claire rivolse un sorriso tirato verso di me. <Ascolta, potrai essere prigioniera, una nemica o quello che è, ma io sono qui per aiutarti e mi renderesti tutto molto più semplice se collaborassi. Non entreranno finchè non glielo dirò io> Mi si avvicinò e io mi alzai a sedere. <Puoi stare seduta se vuoi, dammi i polsi, e poi ehm, dovrei controllare che non sei stata morsa.> Mi diedi un'occhiata allo specchio alla parete, ero un vero disastro, sangue, sporco, lividi e vestiti strappati. <Puoi darti una lavata prima se vuoi, lì c'è la doccia, ma devi lasciare la porta aperta. A dire la verità dovresti davvero darti una lavata o rischi un'infezione. E poi, ci sono degli assorbenti se ne hai bisogno, e vestiti puliti.> La guardai con aria interrogativa e lei indicò i miei pantaloni. Abbassai lo sguardo e una macchia di sangue sporcava tutti i miei pantaloni. Merda. Siddiq mi aveva avvisata che avrei potuto perdere sangue ancora per tanto tempo, e non era un bel segno. Mi alzai con gambe tremanti e vidi Claire puntarmi una pistola addosso. <Giusto per precauzione, sappi che ti tengo sotto mira, la porta resta aperta, vai.> Mi buttai sotto il getto d'acqua con tutti i vestiti e dentro la doccia con un minimo di privacy mi spogliai e lavai il più in fretta possibile. Quando uscii, Claire era lì davanti con la pistola in mano. Ancora, brutti ricordi fecero capolino e tremai per la paura. <Alza le braccia e fai un giro sul posto lentamente per favore, poi puoi vestirti, lì ci sono abiti puliti> Deve solo controllare che non sei stata morsa, stai tranquilla. Tranquilla. Con un respiro mi feci coraggio e lentamente girai sul posto con le mani alzate. Lo sguardo che infine mi rivolse Claire fu così sconvolto che quasi pensai di essere stata morsa e di non esserne a conoscenza. <Porca puttana, ti hanno ridotta loro così?> disse indicando la porta dietro la quale aspettavano il capo e il biondino. Feci un verso di derisione <Non ci riuscirebbero neanche volendo> risposi per poi vestirmi il più in fretta possibile. Biancheria, una tuta grigia larga, una semplice maglietta bianca e calzini. Niente scarpe. <Vieni, ti medico i polsi e le ferite sul viso> Non si muoveva con la sicurezza di Siddiq e mi domandai cosa facesse prima dell'apocalisse. Sembrava avere qualche anno più di me, ma non troppi, sicuramente non era un medico, forse una studentessa di medicina. Quando bussarono alla porta mi alzai di scatto, spaventando Claire. <Hai finito Claire?> rispose tenendomi d'occhio e facendomi cenno di risedermi. Col cavolo. <Si, entrate> Un nuovo ragazzo entrò con gli altri tre che già conoscevo. Un po' più grande degli altri, capelli ricci e neri, occhi marroni, pelle scura. <Allora?> chiese Jordan fissandomi. Mi mossi a disagio facendo un passo indietro. <Non è stata morsa. Ma dovete dirmi se le avete fatto voi tutti quei lividi. È ridotta male> Oliver la guardò confuso. <Elijah le ha dato una calcio in faccia ed è caduta per rompere la sedia, nient'altro> Mi misi a ridere. <avete anche cercato di affogarmi ma quello non lascia segni eh?> Il ragazzo con la pelle scusa allora fece un passo verso di me e io indietreggiai fino al muro. <così vanno gli interrogatori. Ora dimmi, parli italiano perché non sai l'inglese o perché non vuoi rispondere?> lo guardai a bocca aperta. Porca puttana. Questi stronzi avevano uno che parla la mia lingua. Bene, allora non avrei più parlato. Richiusi la bocca. Il ragazzo si girò a parlare con Jordan. <Bhe, mi pare evidente che era solo un modo per raggirarci> Mi guardai attorno cercando una via d'uscita da questa situazione ma ero bloccata. Senza vie di fuga. <Grazie Momo, vai pure, vai anche tu Oliver. Elijah, aiutami a portarla di là. Claire, grazie> Disse poi mettendole una mano sulla spalla. Mi portarono fino a una stanza, e quando mi ci chiusero dentro senza neanche una parola quasi mi misi a ridere. Eravamo davvero in un albergo perché quella dove mi avevano appena chiusa era una stanza. Piccola, praticamente spoglia e con finestre piccole e alte, ma pur sempre una stanza d'albergo. <Lasciamola un po' tranquilla, tra un ora ci riproviamo> sentii dire dai due prima che si allontanassero dalla porta. Provai ad aprirla ma era ovviamente chiusa a chiave. Mi guardai intorno cercando disperatamente una via di fuga o qualcosa con cui difendermi. Non trovando nulla, alla fine riuscii ad alzare il materasso e a rompere un'asse del letto. Ora avevo un'arma. Aspettai pazientemente, cercando di rimanere lucida, e quando sentii delle voci avvicinarsi scattai in piedi. Riuscii a capire solo una parola di quello che si stavano dicendo ma bastò a mandarmi in terrore. Negan. Uno dei due aveva appena fatto il nome di Negan. Non posso stare qui. Strinsi forte l'asta di legno che ero riuscita a ricavarmi e quando aprirono la porta, colpii. Oliver si prese la testa tra le mani tentennando e io ne approfittai, mi lanciai contro di lui, riuscii a non farmi prendere neanche dall'altro, Jordan, e mi lanciai per il corridoio. Non sapevo dove stavo andando. Jordan subito alle mie calcagna mi stava urlando qualcosa e sentii anche altri passi e voci aggiungersi alla sua. Non mi avrebbero presa.

Non gli avrei permesso di farmi del male

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Non gli avrei permesso di farmi del male. All'improvviso a una diramazione del corridoio vidi gente davanti a me, Jordan dietro di me, e la mia unica via libera era un vicolo cieco con una porta finestra e poi il vuoto. Vidi gli altri palazzi fuori. Eravamo davvero in alto. <Non hai vie di scampo, arrenditi> Jordan  da una parte e Elijah dall'altra, armati. Mi girai nuovamente verso la finestra che faceva da parete a quel vicolo cieco. <Andate a fanculo> gli dissi senza guardarli e mi lanciai verso la finestra con tutte le mie forze. Con abbastanza forza l'avrei rotta e sarei cauta giù, per poi morire in maniera cruenta ma veloce. Pochi metri, pochi metri ancora. Qualcuno mi afferrò per la caviglie, e a un metro della finestra caddi a senza fiato sul pavimento. Mi ci volle un po' per riprendermi dalla botta. <Merda. Sei pazza? E poi sono vetri anti proiettile, ti saresti fatta solo male> E allora perché mi aveva fermata? Mi girai sulla schiena a guardare Jordan con il fiatone che mi guardava con sguardo confuso. <Uccidimi> gli dissi, e lo vidi sgranare gli occhi. <non mi avrete di nuovo> , poi un dolore alla testa mi fece chiudere gli occhi e svenni.

 <non mi avrete di nuovo> , poi un dolore alla testa mi fece chiudere gli occhi e svenni

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