FANFICTION CONCLUSA.
I protagonisti di questa storia sono due: Daryl Dixon e Melissa, un personaggio inventato da me che andrà a legarsi alla storia dei protagonisti della serie che già conosciamo. Melissa è una ragazza italiana rimasta intrappolata...
Non ero la benvenuta lì, inutile che mi prendessero in giro. Mi avevano prima presa per il culo, poi ora mi sbattevano in casa con gente del cazzo. "Bambina... Daryl ci è andato pesante, ma ci fidiamo al cento per cento ora di te, devi fare lo stesso tu con noi" mi aveva detto poche ore prima Abraham, da cui ero andata per trovare un amico. Lui era stato sincero con me, niente giochetti, niente prove, lui si era fidato di me dall'inizio. Perché non aveva potuto farlo anche Daryl? Era ormai notte, Carol dormiva nella stanza accanto e Daryl chissà dove era o con chi. Presi lo zaino cercando di fare il meno rumore possibile, ci misi dentro poche cose; vestiti, un po' di cibo, due bottigliette d'acqua e un coltello. Non ero sicura di quello che stavo facendo. Da un lato avrei voluto rimanere, creare legami, fidarmi ancora, fare in modo che si fidassero di me. Dall'altro volevo la libertà, mi sentivo in gabbia li dentro, mi sentivo studiata, giudicata. Stavo meglio li fuori, come lo era sempre stato. Con un sospiro raccolsi lo zaino e facendo più silenziosamente possibile scivolai fuori dalla mia camera, poi fuori da casa. Nella strada con c'era nessuno, e sapevo dove trovare la gente di guardia, quindi mi diressi verso l'albero che avevo visto il primo giorno, quello da cui mi sarei potuta calare dall'altro lato delle mura. In cielo le stelle mi guardavano e sembravano più spente del solito. Stavo facendo davvero la cosa giusta? Stavo per arrampicarmi quando sentii un rumore dietro di me. Mi girai di scatto con il cuore in gola. Daryl era lì a guardarmi. <Ehi> mi disse impassibile. Con una mano sfiorai il machete attaccato alla cintola, gesto che lui non si perse. <Girati e torna a casa, non hai visto niente> Gli dissi ostentando una sicurezza che non avevo più.
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Mi girai e cominciai ad arrampicarmi, ma sentii subito dopo una mano trascinarmi giù, e mi ritrovai con il sedere per terra, e l'arciere chinato sopra di me. Se non avesse tagliato i capelli quel giorno, ora probabilmente mi avrebbero solleticato il viso. <Sono qui e ti vedo> la sua voce era roca, gli occhi incatenati ai miei. Sentivo la rabbia ribollirmi dentro <Non mi vuoi qui, non ti riferivi solo alla casa. Sono un'estranea per voi, lasciami andare e non pensiamoci più, sto meglio la fuori, da sola> Con un discorso razionale forse me lo sarei tolta dalle scatole. Lo guardai inginocchiarsi davanti a me. Sospirò e si mise a guardare le stelle. Avrei potuto provare a scappare, arrampicarmi più veloce che potevo. Ma non lo feci, e stetti a guardarlo mentre tirava fuori una sigaretta e me ne porgeva una. Dopo un paio di minuti parlò. <Non essere stupida, sei una di noi adesso. La fuori non c'è nulla, non c'è futuro.> - <Non c'è futuro in ogni caso> - <noi lo stiamo costruendo, se tu non lo vuoi è un altro discorso>. Una fitta al cuore mi fece abbassare gli occhi. Stavo scappando dal futuro? Stavo scappando da quella che poteva essere una vita decente? <Parli come Rick> Gli risposi portandomi le ginocchia al petto, come una fottuta bambina. <Già, deve avermi fritto il cervello per bene. Non mi fido mai facilmente, e non mi aspetto che lo facciano gli altri, non mi interessa> Lo guardai mente diceva queste parole, con una piega alla bocca e gli occhi titubanti. <mi hai dimostrato che possiamo fidarci, lasciami dimostrare che puoi fidarti di me, che ne sono degno.> Mi stava rispondendo alla frase che gli avevo detto quel pomeriggio, dopo tutte quelle ore? Si alzò davanti ai miei occhi, porgendomi la mano. La afferrai con poca esitazione e mi ritrovai di nuovo incatenata a quegli occhi azzurri. Uno strano calore mi pervase il corpo, il modo in cui mi guardava era intenso, e ancora avevo la mia mano nella sua.
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Poi si voltò e lo seguii per le strade di Alexandria fino ad arrivare davanti alla casa che avevamo condiviso in quei giorni. Eravamo alla porta, lo vidi aprirla per poi girarsi verso di me <Resta> resta. Era una richiesta quella, ed ero sicura non si riferisse soltanto al rimanere ad Alexandria. Era il suo modo per farmi capire che potevo rimanere in quella casa se lo volevo. Mi girai a guardare la muraglia e gli alberi dietro di essa. Il vento sfrecciava tra i loro rami facendo fremere le foglie. Era soltanto la fuori la libertà? Mi girai e con un passo fui dentro. Avevo fatto un passo verso il futuro. <Grazie> Mormorai all'arciere passandogli davanti. Istintivamente gli appoggiai delicatamente le dita sull'avambraccio e lo sentii fremere sotto a quel tocco. Un ultimo sguardo e andammo entrambi a dormire.