35 - The kingdom

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Daryl POV

Due giorni dopo Melissa stava bene. Poteva parlare anche se molto piano e dovevo avvicinare l'orecchio alla sua bocca per poterla sentire meglio. Era appena l'alba ma eravamo già svegli e operativi. Siddiq le aveva dato via libera per poter andare al Regno. Fisicamente stava bene, senza contare la sua voce. Quello che preoccupava Siddiq e anche me, era la sua salute mentale. Doveva averla sicuramente scossa quell'esperienza, e anche quella del giorno in cui avevamo trovato Frank. Eppure faceva finta di niente, non voleva parlarne con nessuno. Solo quella notte in cui era venuta in camera mia aveva abbassato la barriera, facendomi capire che non si sentiva bene a dormire nella sua stanza. E così aveva dormito nella mia, per due notti. Avevo pensato di andare a dormire io nella sua stanza ma mi era sembrato da maniaci a pensarci meglio, così avevo dormito nella stanza libera. Uscii per caricare alcune cose nella macchina, mentre Melissa finiva di bere il suo caffè. Era ancora molto freddo la mattina. Trovai Rick vicino alla macchina che avremmo usato. <Ehi> lo salutai aprendo il bagagliaio e sistemando le cose. Dovevo portarmi dietro un po' di tutto, per lo più prodotti "artigianali" e "tipici", una specie di regalo alle altre comunità. Poi c'erano le cose che ci avevano espressamente chiesto via radio, che avremmo scambiato con ciò che serviva a noi, anche se eravamo in ottime condizioni con quasi tutto, quindi sarebbe stato un debito che avrebbero ripagato più avanti. <Daryl, state attenti. Non sono contento di far affrontare questo viaggio a Melissa. Le strade dovrebbero essere sicure ma non si sa mai. E poi mi preoccupa, state attenti> ripeté il suo monito guardandomi negli occhi. Sapevo che pensava che sarebbe stata solo un peso per me in quella missione, ma io non ero di quell'idea. Ci aveva sempre stupito con la sua forza d'animo e fisica. Sapevo che sarebbe stata in grado di affrontare quei giorni, e anzi, ne sarebbe stata felice. Mi chiesi perché mi importasse della sua felicità, ma l'arrivo di Melissa  interruppe i miei pensieri. Fece un segno di saluto con la mano per non usare la voce e si mise a caricare il resto della roba. <Cerchiamo di usare le ricetrasmittenti il meno possibile, ma se ci sono emergenze contattateci. Buon viaggio ragazzi. Daryl, salutami tutti, soprattutto Carol> Strinsi la mano a Rick. <Puoi contarci. Saremo di ritorno fra cinque giorni>  Finimmo di caricare le cose, io mi sedetti al posto di guida, cane nei sedili dietro e Melissa a fianco a me. La vidi sbadigliare. <Partiamo, arriveremo al Regno entro sera>. Ci aprirono il cancello. <Con la moto ci metto molto meno. È una palla prendere la macchina>  La vidi fare una faccia schifata, sapevo che non le piaceva la moto. <Ringrazia che dobbiamo portare queste cose, altrimenti ti toccava la moto.> Rabbrividì teatralmente e mi fece ridere. Eravamo ormai in strada. Il viaggiò fu tranquillo, Melissa non poteva parlare più di tanto quindi lo passammo in silenzio. Quando accesi l'autoradio e misi su un cd Melissa aveva gli occhi fuori dalle orbita. Mi si era avvicinata all'orecchio e mi aveva sussurrato. <Oh dio, da quanto è che non sentivo della musica!> poi si era zittita e si era voltata scura in volto. Ci avevo messo un po' a capire che stava pensando alla musichetta che Negan metteva per farci impazzire. A metà giornata ci eravamo dati il cambio e le avevo spiegato la strada da percorrere. Mossa saggia, visto che mi addormentai come una principessa. Mi svegliai quando sentii la macchina rallentare e poi fermarsi. Aprii gli occhi e vidi che eravamo davanti al Regno. Melissa si era fermata poco prima del cancello, intimorita. Le guardie stavano puntando le loro armi, avevano visto lei e non l'avevano riconosciuta. Tirai su il sedile e mi sporsi dal finestrino. <Sono io> Mi conoscevano tutti e bastava che mi vedessero in faccia per farmi entrare, non c'era bisogno di specificare che ero Daryl di Alexandria. Eppure non diedero subito l'ordine di aprire il cancello. <Chi è lei?> Dissero indicando Melissa. Cosa gli prendeva? Volevano fare i duri con me? <Lei è Melissa, potrete fare la sua conoscenza appena ci aprite quei fottuti cancelli. E chiamate Eziekiel.> Il mio tono era duro e incazzato, ed ebbe l'effetto desiderato. Ci aprirono i cancelli e fummo dentro. <Fermati qui con la macchina, poi ci penseranno loro.> Le dissi. Lei spense la macchina e poi si sporse vicino a me per dirmi qualcosa. <Ho una faccia così minacciosa? O sembro antipatica?> Mi disse sorridendomi ironica. Mi girai verso di lei ma lei non indietreggiò, così ci ritrovammo a pochi centimetri. Lei sorrideva ironica. <Direi tutte e due. Avanti, scendiamo> . In cielo c'era il tramonto, eravamo arrivati poco prima di sera. Salutai quelli che erano lì. Li conoscevo tutti, anche se non ricordavo bene i nomi. Notai che stavano ignorando Melissa, mossa strana visto che solitamente tutti si buttavano a capofitto per conoscerla. Si erano fatti molto più chiusi e diffidenti dopo i fatti di Negan. <Lei è Melissa, sta con noi da un paio di mesi.> La vidi alzare gli occhi su di me lanciandomi dei lampi. Evidentemente a lei andava benissimo essere lasciata in pace. Con le mie parole parevo aver sbloccato la situazione ed improvvisamente non ero più io il centro dell'attenzione. Lo notai con una nota di fastidio. <Daryl! Ahhh, ben tornato amico> Mi girai e vidi Eziekiel avanzare verso di me a braccia aperte.

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