80 - Our house

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Melissa POV

Non mi sfuggirono gli sguardi ammiccanti degli altri. Guardavano Jordan e me e sghignazzavano. Per puro caso feci in tempo a sentire Jordan che li smentiva <Non è successo niente. Ora smettetela di fare i ragazzini> e un piccolo gesto del genere mi fece un gran piacere. Fummo pronti a metà mattinata. Avremmo viaggiato tutto il giorno, accampati per la notte e la mattina saremmo andati alla casa sul lago, poi nel pomeriggio saremmo arrivati ad Alexandria... a casa. Diedi un'ultima occhiata veloce all'hotel che era stato un posto sicuro per questi due mesi. Non era un addio. Non sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei visto. Con questa convinzione partii. Eravamo una decina di persone. In modo da dividerci in due macchine. C'erano ovviamente Claire, Jordan, Oliver e Elijah, che per quanto l'ultimo potesse non essere d'accordo, li consideravo miei amici stretti. Li seguii alla cieca attraverso le fognature, questa volta il viaggio fu molto più lungo. E quando finalmente vidi la fine del tunnel, uscimmo in mezzo agli alberi. Rimasi a bocca aperta. Se qualcuno avesse scoperto questa entrata, sarebbero stati in pericolo. Era nascosta tra la vegetazione ma... poteva essere scoperta. Ricordandomi delle chiavi che aprivano le sbarre mi tranquillizzai ma... Nulla che un paio di tronchesi e tanta pazienza non potessero fare. <Non mi sembra nascosto molto bene> Dissi a Jordan, che mi guardò scettico. <Non conosco tante persone che si butterebbero in un tunnel pieno di merda in cui per quello che sanno è anche pieno di zombie> Io ne conoscevo tanti. Ci mettemmo un po' a trovare delle macchine, ma finalmente partimmo. Fu un viaggio tranquillo, ma non riuscii a godermi il fatto di essere all'esterno. L'idea di tornare a casa e rivedere tutti... mi rendeva felice ma ansiosa. E Daryl. Daryl mi terrorizzava. Non dormii quasi niente quando ci fermammo per la notte.

Arrivammo alla casa al lago a metà mattinata come previsto. Un nodo in gola mi impedì di parlare, ma Claire mi fu subito vicina. Solo lei sapeva cos'era quel posto, e non lo aveva detto a nessuno. Il lago si era riempito dalle piogge dall'ultima volta che ero stata lì. Scesi dalla macchina e rimasi interdetta. La porta era chiusa ma dalle finestre si vedeva un gran disastro. Mobili rotti, vetri, cose per terra. <Cosa è successo? Zombie? O saccheggiatori?>  senza far caso a chi aveva parlato entrai dentro di corsa, ma capii subito qual era stato il problema. Daryl. Quelli erano i segni della rabbia di Daryl. La settimana in cui mi era stato lontano dopo l'incidente era venuto qui. E ora potevo vedere lo stato in cui aveva ridotto la nostra casa. Il nostro piano B. La culla che lo avevo visto costruire con tanto amore era a pezzi. Bottiglie di alcol vuote erano ovunque. Giochi, peluche e vestiti del nostro bambino erano a terra. Mi sedetti tremante a terra. <Che diavolo è successo qui?> Chiese Elijah entrando con tutti gli altri. <Niente. Solo Daryl> Non dovevo spiegare niente. Non volevo. <Se ci sono ancora, le foto sono nel primo cassetto della credenza> Dissi senza guardarli. Li sentii andare lì, e mi persi tra i miei pensieri. Raccolsi da terra il peluche che assomigliava tanto a cane, quello che Daryl aveva preso nella nostra prima escursione in città. Quando avevamo dato la notizia a tutti quanti. Le lacrime mi pizzicarono gli occhi. Ma riuscii a trattenermi. Mi alzai con fatica e mi avvicinai agli altri. Notai che mi stavano guardando con... stupore? Cosa stava succedendo? Mi avvicinai alle foto, e vidi che la foto che stavano guardando era quella foto. Io con il pancione e il fucile. Cane ai nostri piedi, Daryl che mi guardava in... quel modo. Quel modo che mi faceva sentire la persona più fortunata del mondo. <Io... non avevo idea> sentii Elijah dirmi. Ma era troppo. Troppo per me. Strappai la foto dalle sue mani e uscii, prendendo prima le sigarette dove le teneva Daryl. Era da quando avevo scoperto di essere incinta che non fumavo, ma ne avevo bisogno. Daryl aveva distrutto la casa in preda alla rabbia, ma non quella dannatissima foto. La guardai, mentre fumavo con avidità. Sapevo che Claire mi aveva detto di non abusare di quelle pillole ma la tentazione era così forte... ne avevo bisogno. Un rumore mi riscosse. E vidi avvicinarsi tre zombie. Forse l'adrenalina mi avrebbe fatto bene. Non pensai neanche di prendere l'arco, avevo bisogno di sporcarmi. Riposi la foto in tasca e tirai fuori il coltello. Mi videro subito e tutti e tre avanzarono più veloci, eccitati da carne umana fresca. Jordan uscii in quel momento ma ormai ero troppo vicina e lui troppo lontano. <MEL! FERMATI> ma lui non conosceva questo lato di me. Con un'agilità che per fortuna non mi aveva ancora lasciata, uccisi il primo senza fatica, affondando il coltello a fondo, godendomi il rumore di cervello che si sfracellava. Diedi un calcio al secondo, facendolo barcollare e anche il suo cervello fece un rumore rassicurante. Cadde a terra con un tonfo. Rimaneva l'ultimo. Era più piccolo, una donna. Gli ruppi entrambe le ginocchia con dei calci, e lui continuò a strisciare verso di me. Non avevo bisogno del coltello per questo. Gli diedi un calcio in faccia e lo sentii già cedere. Con altri tre calci, anche questo zombie fu morto. Mi girai per trovare gli altri che mi guardavano. Certo non avevo mai menzionato che sapevo cavarmela bene da sola, ma davvero credevano che ero sopravvissuta tutto quel tempo senza saper uccidere due zombie? Mi andai a ripulire al lago, non volevo avere macchie di sangue addosso o Rick avrebbe potuto pensare male di Jordan. Poco dopo, fummo di nuovo in viaggio. Le foto li avevano convinti.


Spazio autrice: prossimo capitolo, FINALMENTE POV di Daryl

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