31 - Child fight

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Melissa POV

Mi avvicinai ai due. <Cosa vi salta in mente? Basta voi due!> cercai di avvicinarmi ancora senza farmi colpire e vidi i due darmi giusto un'occhiata. Maikol fece cadere l'altro ragazzo e gli si buttò addosso, stringendo le mani sulla sua gola. <Lascialo ho detto!> mi ignorò, e quando vidi l'altro ragazzo ormai carente d'aria tirai fuori la pistola, e senza togliere la sicura la puntai alla testa di Maikol, ero sicura fosse così stupido da non sapere neanche cosa fosse una sicura. Maikol si bloccò. <Togli le mani da quel ragazzo> Con lentezza estenuante Maikol lo lasciò andare e il ragazzo cominciò a tossire come un forsennato, senza avere la forza di alzarsi. <Tu, vai a chiamare Siddiq> dissi a una delle ragazze che avevano assistito alla scena. Arrivò anche Rick, che mi fece segno di abbassare la pistola. <Fate tenere la pistola a quella nuova e a me non la date? Brutti stronzi> disse Maikol alla vista di Rick. <Mi stava per sparare alla testa questa puttana!> Mi feci scivolare addosso l'insulto e con la mano libera gli indicai la sicura. Fu Rick a spiegarglielo. <Non ha neanche tolto la sicura, non avrebbe potuto ucciderti nemmeno per sbaglio. Quello che hai fatto al tuo amico è la prova che non possiamo fidarci di darti un'arma da fuoco da portare in giro. Melissa invece ha fermato questa situazione.> Vidi nello sguardo di Rick una nota di orgoglio a quelle ultime parole. Rinfoderai la pistola sotto lo sguardo furente di Maikol. Nel frattempo vidi arrivare sia Siddiq che Daryl.<Che diavolo è successo?> chiese il medico guardandomi. <Non lo so, si stavano picchiando e poi ha cominciato a strozzarlo.> Quando Siddiq portò via il ragazzo con lui Rick tonò a guardare Maikol minacciosamente. <Perché vi siete scontrati?> Visto che lui non rispondeva feci segno a Rick di chiedere alle due ragazze rimaste a vedere. E loro spiegarono con voci imbarazzate. <Stavamo parlando di... bhe... sesso e Dean ha detto che aveva sentito Maikol durare 5 minuti appena e... Maikol si è arrabbiato> Lo stupore più puro si dipinse sul nostro viso, poi presi parola io. <Voi... avete idea di cosa ci sia là fuori? Avete idea di che isola felice sia Alexandria? La maggior parte qui si fa il culo, rischia la pelle ogni giorno per permettervi di sopravvivere, e TU rischi di uccidere un tuo compagno per una cazzata del genere? Hai dodici anni?> volevo dirgliene molte di più, ma la rabbia stava prendendo possesso del mio corpo ed era meglio trattenermi finché potevo. Rick si avvicinò a Maikol. <Avanti seguimi, passerai come minimo la notte in cella, finché non decidiamo cosa fare> gli disse facendogli segno di muoversi. Gli diedi le spalle pronta ad andar via. <Non potevi continuare a farti scopare dei salvatori, al posto di venire qua a comandare?> Le mie gambe si fermarono. La gente sapeva. La gente di Alexandria allora sapeva quello che ero stata, o era solo una provocazione? Istintivamente con la mano sinistra andai a toccarmi la spalla destra, dove il tatuaggio sembrava quasi pulsare sentendosi preso in causa. Mi girai, con la voglia di ammazzarlo, ma nel tempo che mi girai sentii il rumore di un pugno sferrato e subito dopo si un corpo caduto a terra. Mi girai e la scena che mi si presentò davanti fu la seguente. Rick aveva appena tirato fuori le manette e con odio guardava Maikol accasciato a terra, con il naso rotto. Davanti a lui si stagliava Daryl, con sguardo omicida e il pugno ancora in aria. Che idiota. Prima mi snobba e poi prende le mie difese. Cercai di non incrociare lo sguardo di nessuno dei due e me ne andai. Con mille pensieri in testa sbagliai strada più volte, finché non arrivai a casa. Lì, aperta la porta trovai Abraham e Frank, il nuovo arrivato. <bambina tutto bene?> mi chiese subito il rosso. Non dovevo avere un bell'aspetto. <Si rosso sto bene. Che ci fate qui?> non volevo dirgli cosa era appena successo.<Qualcuno doveva stare con lui, e ne tu ne Daryl eravate disponibili quindi vi aspettavamo.> disse indicando Frank. Si era dato una ripulita e mi sorrideva. <Capito. Ti spiace rimanere altri cinque minuti? Devo farmi una doccia> Il mio amico annuì. <Ti stanno bene i capelli corti> mi disse poi. Sorrisi e passandogli accanto gli posai una mano sul braccio. Avevo un gran bisogno di essere abbracciata, ma non volevo sembrare una bambina, così proseguii e andai a fare la doccia. 5 minuti dopo avevo già finito e mi ero rivestita con qualcosa di pulito. Con i capelli ancora bagnati lasciai arco e pistola in camera, e con solo il coltello alla cintola scesi di sotto. Abram era andato via e al suo posto ora c'era Daryl, che decisi di ignorare. Andai in cucina e mi presi una scatoletta di cibo. Non avevo molta fame quindi quella mi bastò come cena. Mi raggiunse poi sul divano, ma a debita distanza Frank e mi porse la mano, che strinsi dopo un attimo di esitazione. <Piacere di conoscerti Melissa> Provai a sorridere ma arricciai solamente gli angoli della bocca con scarso successo. Senza che glielo chiesi cominciò a parlare disse. <sai io ero un professore del liceo prima di tutto questo. Professore di filosofia precisamente> sbuffai. <cosa c'è? Non ti piace la filosofia?> mi chiese gentile. <no, l'ho sempre trovata stupida. Sono solo degli uomini che avevano troppo tempo libero e hanno pensato troppo> Il professore non se la prese ma ridacchiò. Girai lo sguardo per assicurarmi che dietro di noi, in cucina ci fosse ancora Daryl. Lo vidi lì intento a scuoiare e sbudellare dei conigli e degli scoiattoli che aveva trovato. Era di schiena e non mi vide, ma ero sicura che non si perdesse neanche una parola di quello che stavamo dicendo. <quale era la tua materia preferita?> che domanda inutile. <Italiano> <Ah che seconda lingua interessante da studiare> Mi passai una mano tra i capelli. <No, è la mia prima lingua, sono Italiana. Mi piaceva leggere, scrivere, la grammatica e tutto il resto>Lo vidi interessato, mentre io avrei chiuso volentieri la conversazione lì.<Ci sono stato un paio di volte, è bellissima. come mai sei finita qui?> Mi sistemai a disagio sul divano. Potevo sentire dietro di noi Daryl che usava i coltelli sulle carni degli animali. <Avevo vinto un concorso internazionale di scrittura. Un mese pagato in una scuola americana. Pensavo di essere fortunata, invece è stata la peggior cosa che mi potesse accadere.> Il silenzio avvolse la stanza. Non era stupido, i sottintesi erano chiari. Non sarei più potuta tornare alla mia terra, non potevo sapere se la mia famiglia era ancora viva o no, e non avrei mai più potuto vederla. Mi sentii girare la testa. Mi alzai e mi diressi verso il piano superiore. Ero stanca e triste. Vidi Daryl affacciarsi dalla cucina <Ehi> mi disse. decisi di ignorarlo, non volevo neanche incrociare il suo sguardo. Appena toccai il letto mi addormentai.

Daryl POV

Non volevo. Non volevo e non dovevo permettere a Melissa di entrare nella mia vita. Tara e Glenn mi avevano fatto un favore ad aprirmi gli occhi. Era una ragazzina e anche io mi stavo comportando da tale. Dovevo mettere le distanze. Eppure quando l'avevo vista uscire a cavallo con lo stalliere avevo stretto la mascella, preoccupato che uscisse con chi non sapesse difenderla. Lei da sola non sapeva difendersi sempre. Avevo cercato di non pensarci, di concentrarmi su altro, ma quando avevo visto quella ragazza andare da Siddiq e avevo sentito nominare Melissa avevo ceduto, ed ero corso con Siddiq, con una fretta che non credevo di avere. Mi ero sentito orgoglioso nel capire come aveva sedato la rissa. Poi Maikol aveva fatto quel commento, e l'avevo vista toccarsi la spalla destra. Prima che potessi anche pensare, il mio corpo agì da solo, un pugno non fu abbastanza da placare la mia ira, ma non potevo ammazzarlo. In oltre la sera, quando era sul divano a parlare con Frank, mi ero sentito agitato, pronto ad intervenire in ogni caso. In quei mesi avevo imparato involontariamente a capire i suoi stati d'animo, e quella sera era scossa e triste. Non mi stupii quando ignorò il mio tentativo di attirare la sua attenzione. Non so quanto o se avesse sentito la conversazione con Glenn e Tara, ma sicuramente le avevo fatto un torto a risponderle in quel modo e scaricarla. Se ce l'aveva con me, aveva tutti i buoni motivi. La vera domanda era, io che motivi avevo per allontanarla? Mi addormentai con questi pensieri.

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