FANFICTION CONCLUSA.
I protagonisti di questa storia sono due: Daryl Dixon e Melissa, un personaggio inventato da me che andrà a legarsi alla storia dei protagonisti della serie che già conosciamo. Melissa è una ragazza italiana rimasta intrappolata...
Una settimana dopo la mia spalla era come nuova, non mi serviva altro riposo. I punti avevano aiutato ma avrei anche potuto evitare di metterli. Daryl sarebbe tornato quel pomeriggio a casa. Si stava rimettendo in forze velocemente anche lui, grazie a tutti gli antibiotici e attrezzature che avevamo ad Alexandria ma che a questi ritmi presto sarebbero finiti. E soprattutto, grazie al sangue di Aron. Siddiq aveva tenuto Daryl una settimana in infermeria perché sapeva bene che una volta a casa non avrebbe ascoltato le sue raccomandazioni di stare a letto. Mi domandai se lo avesse incatenato in infermeria per farlo stare lì anche solo una settimana. Non ero più andata a trovarlo anche se la rabbia per le sue parole ormai era scivolata via, non avevo voglia di affrontare l'argomento, sarebbe stato inutile. Mentre fumavo la mia sigaretta sul porticato, con cane affianco pensai nuovamente all'argomento. Sarei volentieri morta per proteggere Daryl, Rick e gli altri. Da quando era cominciata la pandemia MAI avevo pensato ad altri se non a me. O per lo meno, io avevo sempre avuto la priorità assoluta e solo in quel modo ero riuscita a sopravvivere. Mi ero messa in pericolo per altri ma mai in pericolo mortale. Ora invece avevo trovato più di una persona per cui valeva la pena morire. Alla fin fine la mia vita non valeva così tanto, e a loro dovevo tutto. Mentre mi arrovellavo su questi pensieri vidi cane scattare verso la stradina e ancora prima di alzare gli occhi capii a chi stesse andando incontro in modo così felice. Daryl stava lentamente attraversando la stradina con delle stampelle e Rick affianco che lo guardava preoccupato. <Smettila di guardarmi così Rick o ti stendo. Sono benissimo in grado di camminare da solo> Sorrisi a quelle parole burbere e mi alzai. Daryl salutò cane senza potersi abbassare e poi mi guardò. <Cavolo, pensavo fossi morto in infermeria. Bentornato> Gli dissi avvicinandomi. Lui ovviamente si limitò a fissarmi e io gli sbuffai in risposta. <Tranquillo Rick, ci penso io. Se cade a terra gli do il resto> Rick ridacchiò alla mia ironia e dopo averci salutato se ne andò. Aiutai Daryl a fare prima gli scalini e poi le scale fino al piano di sopra. Arrivati su gli indicai la porta del bagno e lui mi guardò in modo interrogativo, sempre senza parlare.<Puzzi> gli dissi in risposta e me ne andai. Verso ora di cena, non avendo sentito neanche un rumore da più di due ore decisi di salire di sopra portandogli qualcosa da mangiare. Come mi ero ridotta... portare il cibo a un uomo a letto. Entrai in camera sua senza bussare e lo vidi svegliarsi di colpo. Si era addormentato semisdraiato sul letto, con una tuta grigia larga per non stringere sulla ferita e il petto nudo. Dopo la doccia doveva essere crollato.<Che ore sono?> mi chiese con voce roca, strofinandosi il viso con una mano. Non sembrava avere un bell'aspetto e mi sentii in colpa per averlo ignorato. Il volto era teso, tirato, la gamba era in una posizione rigida.<è ora di cena, io ho già mangiato> Gli dissi sedendomi nel letto affianco a lui. Cercai di non pensare che l'ultima volta che eravamo stati insieme su quel letto era successo... <Grazie> mi prese il piatto dalle mani tirandosi su a sedere e cominciò a mangiare. Che stronza. Lo avevo ignorato tutto il giorno. Ma d'altronde anche lui era stato uno stronzo quando mi aveva urlato quello cose una settimana prima. Rimasi lì a fissarmi le mani.Non avevo nessuna voglia di litigare ne di rimanere arrabbiata. Sperando che fosse lo stesso per lui, mi accoccolai appoggiando la testa alla sua spalla. Un gesto così intimo era un rischio con un barbaro come Daryl. Si bloccò un attimo dal mangiare ma poi continuò senza dire niente. Almeno non mi aveva scacciata eio mi stavo godendo il contatto del mio viso sulla sua spalla. Finito il piatto in silenzio si allungò ad appoggiarlo sul comodino e poi mosse il braccio su cui avevo appoggiato la testa, solo per stringermi e farmi appoggiare la testa sul suo petto nudo. <Sei ancora arrabbiato?> Gli chiesi piano. Non avevo idea del perché, ma quella rabbia accumulata nella settimana era completamente sparita alla vista di lui così vulnerabile mentre si svegliava di soprassalto. Poteva davvero morire. Quel bastardo poteva davvero morire. <No. Ma non farlo mai più> Scivolai dolcemente via dal sua abbraccio per poterlo guardare negli occhi. <Cosa? Salvarti la vita?> la sua bocca prese quella piega che precedeva sempre la rabbia, ma lo bloccai. <Perché è quello di cui stiamo parlando. Se me ne fossi andata avrei corso meno pericoli, ma tu saresti morto. Morto Daryl.> Mi fermai per prendere fiato, stavo tremando ma non mi preoccupai di nasconderlo. <Non voglio che mi ringrazi per averti salvato lav ita> Gli dissi guardandolo male, mentre lui accettava quella frecciatina in silenzio. <Ogni volta che rischio qualcosa ti comporti così, devi smetterla. Non chiedermi di non combattere per te. Per te o per Rick, per Tara, per Glenn, per Abraham... è la stessa cosa che fai tu, lo stesso che fanno gli altri. Sono una di voi ora e non ho intenzione di pensare solo alla mia pelle. Voi venite prima. Tu... vieni prima.> Vidi un lampo nei suoi occhi mentre finivo di dire quelle cose. Non sembrava felice ma forse aveva capito. <Non chiedermi di essere contento che tu metta altre vite davanti alla tua> Non aggiunse altro e lo vidi posare gli occhi sulla mia spalla. <è solo un graffio, sono già guarita> Allungò una mano sfiorandomi la spalla con una delicatezza che sembrava non appartenergli. Il cuore cominciò ad accelerare e i miei occhi finirono sui suoi pettorali ancora nudi, sulle sue spalle, su quei muscoli d'acciaio che potevano uccidere un uomo a mani nude. E quando posai gli occhi sul suo viso, su quelle labbra leggermente socchiuse e gli occhi pieni di desiderio, decisi che non c'era un solo buon motivo per non saltargli addosso. Mi misi a cavalcioni su di lui, bacino contro bacino, strappandogli un sospiro sorpreso. Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai con passione, e sentendo lui che ricambiava con altrettanto vigore sentii un brivido lungo tutto il corpo, in particolare dove i nostri bacini erano a contatto, mentre una pressione sempre più forte andava a crearsi sotto i suoi pantaloni. Mi staccai per un secondo dalla sua bocca per vedere la sua faccia piena di desiderio quanto stupita. <Sei sicura...> Lo zittì con un altro bacio profondo, la mia lingua prepotente. <Zitto> Gli dissi tra un bacio e un altro. Mi levai la maglietta e il reggiseno e il suo sguardo indeciso mi accese ancora di più. Gli presi le mani e le portai ai miei seni e il contatto di quelle mani sembrava incandescente sulla mia pelle, il suo sguardo carico di desidero... persi quasi la testa mentre lui solleticava i miei capezzoli con mani dure, ma con delicatezza. Mi alzai da lui solo per togliermi i pantaloni e mutandine, poi trattenni una risatina nel vederlo in difficoltà alla mia vista completamente nuda. Lo aiutai con delicatezza a togliere anche i suoi ultimi indumenti, cercando di non fargli male alla gamba ma anche cercando di farlo in fretta, sentivo che non potevo aspettare un secondo di più senza di lui. Mi rimisi a cavalcioni su di lui, avendolo finalmente nudo e più che pronto sotto di me. Il contatto tra di noi ora, senza vestiti, era una piacevole tortura che non sarebbe durata molto di più. Ci baciammo con più calma, con una delicatezza piena di passione e parole non dette. Mi guardò negli occhi e con una voce che mai avevo sentito provenire da lui lo sentii dire il mio nome <Melissa...> Un nome, una supplica, un sentimento. Finalmente, quando entrò dentro di me, mi lasciai andare completamente. Con la sua gamba in quello stato ero io che dovevo condurre i giochi, e mi divertii a farlo arrivare quasi al limite per poi rallentare, ancora e ancora fino a che entrambi arrivammo al nostro apice. Lo facemmo un'altra volta, fino a notte inoltrata, incapaci di staccarci l'uno dall'altro, incapaci di mettere fine a quel contatto. Ci addormentammo come sassi dopo la seconda volta, sudati e abbracciati l'un l'altro.
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Spazio autrice:
un pò troppo🌶️? 🤭
scusate davvero se non sono riuscita a pubblicare per tanto tempo ma ho un sacco di problemi personali al momento! ma mi sono data un obbiettivo, devo assolutamente finire questa storia