- Un mese dopo -Melissa POV
Non c'erano stati altri attacchi, ma eravamo sempre all'erta. Tra questo e io incinta era una vita che non uscivo dalle mura. Il vero problema era che si era bruciata l'ultima radio a lunga trasmittenza, quindi anche spostandoci, non eravamo in grado di contattare nessuno dell'alleanza. Io mi ero accanita con Rick ripetendogli che saremmo dovuti andare in città, sicuramente c'era qualcosa. Finalmente lo sceriffo mi aveva dato ragione e quel giorno saremmo partiti in cinque. Daryl era ancora convinto che non sarei venuta. Avevo detto a Daryl che non avevo intenzione di andare veramente, ma non era vero. Lui era convinto che oggi all'ultimo mi sarei fatta indietro con qualche scusa. Prevedevo un grande litigio. Nonostante quel bacio plateale tra me e lui un mese prima, le cose tra noi non erano cambiate davanti agli altri. Forse era il fatto che di li a breve mi avrebbero vista con la pancia e sarebbe stato chiaro a tutti, ma non mi andava di dare spettacolo per ora. Certo questo non aveva impedito ai nostri amici di ficcare il naso e farci battutine ogni tanto. Dovevamo vederci davanti al cancello tra dieci minuti. Finii di prepararmi allo specchio, mi girai di lato posandomi una mano sulla pancia solo leggermente gonfia. Sembrava solo avessi mangiato un po' troppo la sera prima. Andava tutto bene comunque, superare i primi due mesi era una gran cosa mi aveva detto Siddiq. Sospirai distogliendo lo sguardo e prendendo il fucile. Ancora non riuscivo ad abituarmi all'idea o anche solo accettarla. Mi avviai al cancello pronta a combattere contro Daryl. Quando arrivai da loro, Daryl aveva già capito. Con lui c'erano Rick, Glenn e Tara. <No> Disse lo scorbutico appena arrivai da loro. <No cosa?> Gli dissi sorridendo. <Non vieni> Risi, passandogli davanti. Lo vidi allungare una mano per fermarmi e poi ripensarci. Si mise direttamente davanti a me bloccandomi il passaggio. <E perché dovrei restare qui? Sono l'unica a conoscere la città> Le cose tra noi andavano bene, ma ero sicura che questa volta mi avrebbe tenuto il muso per un bel po'. <Perché tu sei-> Gli diedi un pugno sul braccio. Era leggero ma fece il suo effetto, Daryl si bloccò, consapevole di quello che stava per dire ad alta voce davanti agli altri. Mi avvicinai a lui per non farmi sentire da nessun altro. <Non mi convincerai per nulla al mondo a restare qui. Starò attenta, ti starò appiccicata come una zecca. Promesso> Era arrabbiato, ma l'indecisione sul suo viso era già una risposta. Incredula, salii in auto con gli altri che ci avevano preceduto. Partimmo e chilometro dopo chilometro potevo vedere Daryl pentirsi della sua scelta e arrabbiarsi sempre di più. Io invece ero serena, finalmente fuori dalle mura la stavo prendendo più come una gita che come una spedizione. Viaggiammo tutta la giornata e quando ormai mancava poco alla città stava calando il sole. Come avevamo previsto ci accampammo in una casa abbandonata. Daryl mi cedette il divano rotto. Ero l'unica ad avere qualcosa sotto il sedere per la notte e la cosa mi imbarazzava. <Tu dormi lì> mi disse Daryl vedendomi a disagio. Avrei voluto chiedergli di farci stretti e metterci almeno io e lui insieme, ma era evidentemente arrabbiato. Mi risvegliai la mattina e capii che Daryl si era preso anche la mia ora di guardia. <Perché non mi hai svegliata?> gli dissi tirandomi su. Lui non mi rispose, forse anche perché c'erano gli altri a portata d'orecchio. Si limitò ad avvicinarsi e darmi una mela. <Grazie> borbottai. Era seduto affianco a me e mi guardava intensamente. <Non puoi tenermi il muso per sempre> gli dissi avvicinandomi più a lui, mordendo la mela. <Si che posso, scommettiamo?> Ma la sua voce non era dura come il giorno prima, e i suoi occhi erano quasi dolci. Appoggiai la testa alla sua spalla mentre finivo la mela. Gli altri finivano di prepararsi e io ero lì a godermi il contatto con Daryl. <Stammi attaccata oggi. Dico sul serio> Gli diedi un veloce bacio a stampo e poi mi alzai <Prometto>. Il suo sguardo mi seguì fino a fuori, dove andai a liberarmi e a cercare di non vomitare la mia mela, senza successo. Arrivammo in città dopo un ora. Lasciammo il furgone nascosto ma abbastanza vicino e proseguimmo a piedi. Per quanto la situazione poteva essere pericolosa ero emozionata. In città c'era un sacco di roba da saccheggiare. <Non sembrano esserci molto vaganti> disse Rick a bassa voce mentre ci avvicinavamo. <Ce n'erano, ma chissà dove sono finiti, magari più al centro, oppure sono usciti dalla città> Gli dissi io avvicinandomi di più a Rick. Ovviamente Daryl era alle mie spalle. Decidemmo poi di dividerci, ma senza allontanarci troppo, nei posti che gli dissi io. Glenn andò da solo, Rick e Tara insieme e io ovviamente con Daryl. Come gli avevo consigliato, ci muovemmo tutti più in alto possibile. In quel punto della città era ancora fattibile perché gli edifici erano bassi, quindi muoversi di tetto in tetto era la soluzione più sicura. Non ci perdemmo mai di vista veramente. Ogni gruppo sapeva benissimo dove erano gli altri due. Daryl insistette per farmi rimanere sempre al sicuro sul tetto mentre lui scendeva a perlustrare. Ci riuscii per la prima mezzora. <Mi hai detto di starti appiccicata, non di aspettarti sul tetto!> Gli dissi per convincerlo. Ovviamente prima di farmi scendere pensò a mettere in sicurezza il negozio. Era una farmacia. Bingo. Lo zaino di Daryl era già bello pieno così cominciai a riempire il mio mentre lui riempiva un'altra borsa. Quasi tutti i medicinali erano scaduti ma c'erano un sacco di utensili utili, come garze, bisturi siringhe... Senza volerlo mi ritrovai davanti al reparto maternità. Aprii lo zaino quasi controvoglia. C'erano latte in polvere, biberon, tutine, accessori, termometri e di tutto e di più. Presi tutto. Mi girai per trovarmi Daryl alle spalle, per poco non cacciai un urlo. <potevi dirmi che eri dietro di me!> Gli dissi cercando di tenere il tono della voce basso. Fuori dal negozio qualche vagante aveva preso ad avvicinarsi. <Sono arrivato adesso, non è che ti stavo fissando> Un sorrisetto ironico mi si stampò in volto. <Di solito fissi sempre Dixon> Mi si avvicinò, baciandomi le labbra lentamente. <Hai preso un sacco di roba> disse guardando il mio zaino. <Anche io ho preso qualcosa, guarda> Fece per prendere qualcosa dalla borsa quando la porta del negozio cedette. Entrarono subito parecchi zombie, cercandoci impazziti. <Merda> Disse Daryl subito mettendosi sulla difensiva. Ci chinammo tra gli scaffali, ci avevano solo fiutato ma non sapevano dove eravamo. <Piano> mi disse lui all'orecchio facendomi cenno di retrocedere fino allo scaffale da cui ci eravamo calati. In alto c'era la botola che dava sul tetto. Senza fare rumore arrivammo fino a lì e ovviamente mi fece andare per prima. Cercando di fare il meno rumore possibile uscii dalla botola sul tetto. Come se avesse tutto il tempo del mondo, prima di seguirmi Daryl issò su il borsone che aveva riempito, poi se stesso. Era andato tutti liscio, ma ora c'era molto movimento per strada. <C'è Glenn là> Indicai a Daryl Glenn su un altro tetto che ci guardava. Poco dopo spuntarono anche Rick e Tara. Guardammo tutti nella stessa direzione insieme. Un brusio sempre più crescente, assordante veniva dalla nostra parte. Un'orda di zombie. Ecco dove erano finiti. Non ci avevano fiutati e stavano semplicemente vagando nella nostra stessa direzione per un caso fortuito. Rick fece subito cenno di ritirarci e ci avviammo silenziosi. Se non fossimo stati sui tetti, sarebbe stato un gran problema. La mandria arrivò da noi dopo poco, ma ignara che sopra le loro teste cinque bei pasti caldi stavano scappando. Riuscimmo poi a superarla nuovamente e a scendere poco prima della fine delle case. Erano più rade qui ed era impossibile passare da un tetto all'altro. Ci riunimmo tutti e cinque. <Merda, potevamo prendere ancora un sacco di cose> Esclamò Tara. <Non importa, siamo riusciti già a prendere qualcosa e ora sappiamo che non è impossibile. Per fortuna Melissa ci ha consigliato di usare i tetti!> Lo sceriffo sembrava di buon umore. Daryl no. Sapevo che per lui avevamo rischiato troppo così. <Andiamo, non voglio rischiare che ci seguano. Mel, stammi vicina> Sbuffai senza protestare, cercando di ignorare gli sguardi incuriositi degli altri. <Non c'è bisogno che continui a ripeterlo sai?> Gli dissi superandolo. Mi fermò con un braccio per passarmi nuovamente davanti e ne approfittò per prendere anche il mio zaino. <Si invece, non perdi mai l'occasione di metterti in pericolo> Era nuovamente arrabbiato, sai che novità. <Ma se ti sono sempre stata attaccata al culo oggi> di cosa si stava lamentando? Eravamo arrivati ormai fuori città e stavamo proseguendo verso il furgoncino nascosto. <Non dovevi proprio uscire da Alexandria. È dal primo giorno che ti conosco che continui a fare qualche cazzata. Prima o poi non ti andrà bene. Devi smetterla di rischiare così tanto almeno per ORA> Lo guardai sbigottita, fregandomene degli altri che stavano sentendo tutto. <Dixon mi prendi per il culo? Mi è già andata male, o forse non ti ricordi che sono stata catturata dai Salvatori? Eppure non stavo facendo nulla di rischioso quando è successo! Quindi scusa se me ne frego, ma non ho intenzione di chiudermi dentro casa a fare la brava mogliettina, e me ne frego anche se a te non sta bene!> arrossii a quelle ultime parole. Eravamo arrivati al furgone. <Non puoi rischiare adesso Melissa, non posso permettertelo!> Quella che vidi nel suo sguardo non era rabbia, ma più disperazione. Cercai di abbassare i toni. <Anche tu rischi. E tanto. Sei sempre il primo a buttarti in situazioni pericolose... e non cambierai. Non cambierai ne per me ne per... qualcun altro. E non è vero che sono come sempre, sto più attenta Daryl> Gli accarezzai un braccio avvicinandomi a lui. Con gli occhi bassi e la mascella serrata mi annuì. <Allora, che avete recuperato? Noi armi, attrezzatura militare, qualche radio trasmittente ma nulla della portata che si serve purtroppo. Glenn?> Rick ci riportò alla realtà, spezzando la tensione. Mentre Glenn faceva vedere il suo bottino all'improvviso mi chiesi come avremmo fatto a giustificare tutte le cose per bambini che avevo preso. Quando si girarono verso di noi, ero già rossa come un peperone. Daryl gli fece vedere quello che aveva preso, poi esitò con il mio zaino. Ci guardammo negli occhi e annuii lentamente. Prima o poi avremmo comunque dovuto dirlo. Daryl aprì il mio zaino in cui saltavano subito all'occhio, biberon, tutine e pannolini. Tara e Glenn erano confusi, mentre Rick ci guardava a bocca aperta. <Aspettiamo un bambino> dissi guardando a terra. <Divento padre> disse Daryl con tono quasi commosso. Rick si fiondò ad abbracciare Daryl con possenti pacche sulle spalle e risate. Pff, uomini. Glenn e Tara vennero ad abbracciami, ancora increduli per poi passare a fare le congratulazioni a Daryl. <Sono felice per voi, andrà tutto bene Melissa> Disse poi Rick con un sorriso a trentadue denti. <Ora capisco il comportamento di Daryl, capisco perché era così arrabbiato. Da quanto lo sapete, di quanto sei?> Mi mossi a disagio sotto tutti quegli occhi. <Ho superato i primi due mesi, Siddiq era l'unico a saperlo> Salimmo in macchina e ci preparammo al viaggio di ritorno. Erano tutti felicissimi e mi sentii in colpa per non provare lo stesso entusiasmo. Cosa ho che non va? A un certo punto del viaggio Daryl attirò la mia attenzione toccandomi la spalla. <Non sono riuscito a farti vedere cosa ho preso prima> Lo vidi tirare fuori dallo zaino un peluche di un cane identico al nostro Cane. Bellissimo. Lo presi dalle sue mani e me lo strinsi al petto, grata dell'entusiasmo di Daryl. Con Daryl affianco, forse sarei riuscita anche io ad essere felice di questo bambino. Una volta tornati ad Alexandria demmo la notizia anche agli altri nostri amici e finalmente mi rifugiai tra le coperte del mio letto, accarezzandomi la pancia leggermente gonfia.
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Rotten Love
FanficFANFICTION CONCLUSA. I protagonisti di questa storia sono due: Daryl Dixon e Melissa, un personaggio inventato da me che andrà a legarsi alla storia dei protagonisti della serie che già conosciamo. Melissa è una ragazza italiana rimasta intrappolata...