38 - I want you safe

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Daryl POV

Mi venne a cercare Jerry, era ormai sera e il sole era già tramontato. Ero con Carol in giro per il Regno. <Daryl! La tua amica Melissa, è uscita!> Mi cadde la sigaretta di bocca. Cosa diavolo combinava quella lì? Stavo già per lasciarmi andare alla rabbia quando Jerry mi spiegò la situazione. Era uscita per salvare una stupida bambina che era uscita da sola. Corsi al cancello.<Da che parte è andata?> dissi aggressivamente appena fui a portata d'orecchio. <Da quella parte, i bambini hanno spiegato anche a noi la strada> Presi per il bavero uno di loro. <E allora perché non avete mandato fuori nessuno cercarle?>

 <E allora perché non avete mandato fuori nessuno cercarle?>

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L'uomo abbassò lo sguardo. <Li abbiamo mandati, ma sono tornati appena ha fatto buio, non sono riusciti a trovare nulla> Ero fuori di me. <Da quanto tempo è fuori?> Mi rispose a fatica. <Quattro ore> Quattro ore. Mentre io ero con Carol e parlare di cazzate inutili Melissa era fuori in pericolo, e io avevo anche la sua pistola.<Datemi una torcia e fatemi uscire, FORZA> Eziekiel e Carol erano affianco a me, sperai che nessuno dei due cercasse di fermarmi. <Perché non mi avete chiamato? Una bambina è sparita e voi tornate dentro le mura perché è buio? Qualcuno dovrà rispondere di questo> Disse il Re. Ebbi l'impressioneche la paura stava condizionando troppo quelle persone. Qualcuno mi passò una torcia e prima che potessi dire di aprire il cancello sentii un abbaio. Cane. Cane era con Melissa. <Aprite il cancello!> Disse una sentinella da sopra le mura. Mi sembrò che il cancello ci mettesse una vita ad aprirsi, ma quando finalmente fu aperto, sospirai di sollievo. Cane entrò sfrecciando e mi fece le feste, subito dietro c'era Melissa, sporca di sangue e traballante, ma era viva. Sulle spalle portava la bambina scomparsa. Entrò dal cancello e i genitori della bambina andarono a prenderla spaventati. Tolto il peso dalle spalle di Melissa, lei crollò a terra. Vidi qualcuno avvicinarsi a lei e ostruirmi la visuale, così mi avvicinai a passo svelto e una volta lì spostai violentemente le persona davanti a lei, poi la presi per un braccio e la tirai su. La vidi barcollare e poi guardarmi negli occhi. <Ops, ho fatto qualcosa di stupido> Mi disse poi, sorridendo stanca. Rimasi a bocca aperta, poi la rabbia prese possesso di me e del mio viso. <Sei una stupida! E non sai obbedire a nulla.> non si fece intimorire da me e continuò a sorridere ironica. <Sto bene, non ho neanche un graffio. Ho fame, non ho pranzato, e la colazione che mi hanno dato era una porzione per bambini.> Le lasciai andare il braccio.<Seguimi> In quel posto funzionava diversamente da Alexadria, dove ognuno prendeva delle provviste e si cucinava. Lì c'era una mensa e il cibo veniva cucinato per tutti. <Daryl, sono ricoperta di sangue, devo almeno prima pulirmi. e sono stanca, mangio domani> La sentii dire, così la ripresi per il braccio e cominciai a trascinarla, mentre lei si lamentava. <Smettila non tirarmi cazzo! Lasciami andare!> Non mi sentii in colpa. Ero arrabbiato e avevo bisogno di sfogarmi, in oltre con il poco cibo che aveva in corpo rischiava di svenire da un momento all'altro. Dietro di noi ci seguiva qualche curioso che era al cancello fino a poco fa, che aveva assistito alla scena e che sapeva che Melissa aveva salvato quella bambina. La mensa era quasi vuota, la maggior parte delle persone avevano già mangiato. Arrivammo davanti al vecchietto che dava il cibo, che si sbrigò a guardare in cagnesco Melissa. <Qui non si può venire sporchi in questa maniera. Anche se è una mensa all'aperto siamo pur sempre in una mensa!> Melissa strattonò il braccio e si liberò nuovamente dalla mai presa ma rimase lì a fissare il cibo. Doveva essere affamata. <Doppia razione>Disse Daryl. Il vecchietto non obbiettò, fece il vassoio e lo passò a me, ma quando lo passai a Melissa divenne paonazzo. <Quella lì non può avere una doppia razione> Sbattei il pugno sul bancone e avvicinai il viso a lui minacciosamente. <Calma! Lei può avere una doppia razione, e ora un vassoio anche per Daryl, forza.> Il Re era sbucato all'improvviso e il vecchio si mise a fare la mia porzione borbottando tra se. Presi il mio vassoio e mi girai a cercare Melissa. Era in un tavolo sola, ma con molte persone che la fissavano e parlottavano tra loro. La raggiunsi ignorando tutti e mi sedetti a fianco a lei. Stava mangiando voracemente e mi ignorò. Avevo ancora lo stomaco chiuso ma mi sforzai di mangiare. Feci segno a Carol che andava tutto bene, ci guardava da lontano. Ero sicuro che se non fossi stato con lei, ora tutta quella gente che ci osservava avrebbe travolto Melissa di domande. Dopo un po' vidi un uomo avvicinarsi, li per lì non lo riconobbi. <Sono il padre di Penny... mia moglie è rimasta con lei, ma ci tenevamo a ringraziarti.> disse l'uomo con le lacrime agli occhi. Melissa aveva smesso di mangiare e si era rivolta verso di lui. <Non siate duri con lei, a volte i bambini fanno cose stupide, io facevo sempre impazzire i miei genitori> La sua voce voleva essere indifferente ma, conoscendola come la conoscevo io, sapevo che quelle parole erano piene di sentimento. L'uomo si inginocchiò di fronte a lei e le prese una mano, stringendola forte. Poco dopo si alzò e se ne andò così come era venuto. Melissa riprese a mangiare stancamente. Finii la mia razione e una volta che ebbe finito anche lei mi alzai e la tirai dal braccio. Si alzò e poi si liberò dalla mia presa. <Daryl, se non la smetti giuro che te la taglio quella cazzo di mano.> E prese a camminare verso il nostro alloggio. La lasciai andare, anche se avrei voluto solo andarle dietro. Mi accesi una sigaretta e fui raggiunto da Carol. <Eziekiel?> le chiesi. <Sta facendo una ramanzina alle guardie. Non ci sono scusanti per come si sono comportati. Non riescono ancora a pensare lucidamente da quando Negan è stato ucciso.> Non risposi, fosse stato per me li avrei massacrati di botte. <è una forte. Hai sentito quello che hanno detto? Non ha esitato un secondo a uscire, e Penny ha detto che stava per cadere e essere presa dagli zombie, quindi Melissa ha fatto la cosa giusta, le ha salvato la vita> La mia amica mi guardava in cerca di una risposta. Sapevo che aveva ragione, Melissa aveva fatto la cosa giusta e ci era riuscita, ma perché ero così incazzato? L'idea che fosse fuori da sola mi aveva mandato fuori di testa, l'idea che potesse succederle ancora qualcosa.

<tieni molto a lei> Non era una domanda, Carol lo aveva capito

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<tieni molto a lei> Non era una domanda, Carol lo aveva capito. Non le risposi di nuovo ma mi girai a guardarla negli occhi, sorrideva. <Sono contenta per te, cerca di non mandare tutto all'aria> Mi passò dolcemente una mano tra i capelli e mi lasciò lì. Temporeggiai, andai a bermi qualche birra in solitaria con cane e dopo qualche ora tornai nei nostri alloggi. Entrai piano, Melissa era già a letto. Un odore di shampoo e bagnoschiuma si sentiva in tutto l'alloggio. Cercai di fare più silenziosamente possibile ma quando mi misi a letto sentii Melissa che si rigirava tra le coperte. <Sei uno stronzo.> Nel buio e silenzio quella parole parvero rimbombare. Grugnì. <e tu sei una stupida> Non disse più niente per un pò. <Buonanotte stronzo> trattenni un sorriso nel buio. <Buonanotte stupida>.

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