Il sole brillò lungo quelle distese di fiori di lavanda, con accanto, fra la vegetazione, delle rose rosse meravigliose. Ogni angolo di quel posto parve magnificamente surreale, l'aria fresca d'Estate che accarezzò gli alberi e le piante profumarono di vita e di pura natura. Quel regno, tanto vasto, bello e inimmaginabile, fu ricco di vita ma anche di segreti. Tutto riposò nella pace, ogni cervo corse fra i boschi, altri abbassarono le teste per annusare i fiori delle grandi e lunghe distese in verde, fra le colline. Tutto fu così magnificamente etereo e quel tempo quasi infinito...
Si, quel tempo che trascorse nel correre fra le risate.
«Sei troppo lenta!»
Lui rise e corse con lentezza per darle fiato, la giovanissima ragazza urlò appena lo vide vicino a se, come una bambina... come se quelle due anime fossero ritornate piccole, come due bambini. Quel manto di capelli neri e mossi, come due maree oscure e agitate, si mossero durante la corsa fra le varie piante in verde del bosco illuminato. Lasciarono scie di profumo che portarono all'affascinante soldato vampiro di raggiungerla sempre più velocemente, strinse così le braccia possenti attorno alla sua vita e la sollevò da terra. Lei gridò ma rise con tanta felicità e, mentre il moro la distese sul prato, lei riprese finalmente fiato. «Oggi non avevi l'addestramento...?» chiese la corvina con dei sensi di colpa, il giovane uomo si mise sopra di lei e si poggiò sul corpo della ragazza, prese così alcuni fiori e, con un sorriso divertito, li intrecciò. «Non riesco a pensare all'addestramento in questi mesi...» rispose pensieroso e rivolse i propri occhi grandi e azzurri contro quelli di lei, anch'essi grandi, ma neri.
«Perchè? A cosa pensi?»
«A quando scapperemo via da quì e potrò sposarti senza vincoli.»
«Ma Jackson, io voglio sposarti... anche adesso!»
Jackson ridacchiò sonoramente, si mise seduto accanto alla ragazza e le mise sulla testa una coroncina fatta di fiori. «Hai sedici anni, Maria, io venticinque... voglio crescere la tua anima, voglio viverti, io attenderò il matrimonio e non oserò mai violare la tua purezza, ho il compito di crescerti.» disse il moro, accarezzando una guancia della fanciulla che lo guardò con sguardo pieno di innocenza.
«E quando tu vorrai, potremmo avere dei figli...»
«Io ti darò tutto l'amore di questo mondo, Jackson.»
«Io ti darò un futuro, Maria.»
La mano di Jackson vagò sul collo di Maria, soffermandosi su un punto in particolare: l'incavo del suo collo. «Ha fatto male il marchio, la scorsa notte?» domandò il giovane soldato, mentre i suoi occhi si colorarono leggermente di rosso.
«Sei troppo paranoico, Jackson.»
«Sono solo premuroso.»
«Vivi nell'ansia!»
«Baciami, Maria.»Lei si zittì, s'immobilizzò sul posto e arrossì proprio come una rosa, Jackson invece la guardò negli occhi senza vergogna. Lei sorrise con timidezza e, con amore, poggiò le mani sul volto maschile, pulito e dai tratti marcati di quel giovane uomo. Accarezzò le sue mascelle e il suo collo mentre poggiò subito le labbra contro quelle di lui. Jackson sorrise di pura felicità e anche con timidezza, sentì le farfalle nello stomaco ogni volta che percepì quella piccola donna un po' impacciata con lui. Si sentì sprofondare nell'amore più totale ogni volta che sentì quel cuore giovane battere all'impazzata. Per Jackson fu come viaggiare in paradiso con lei, e solo quei baci tanto casti proprio come lei, come Maria, come la donna che scelse per il suo futuro, riuscirono a far impazzire quell'uomo. Jackson ricambiò subito, la strinse a sé con le proprie mani forti e grandi che la ressero, poi la portò sopra di sé. Le accarezzò l'abito bianco e la schiena, lei sentì i brividi. «Voglio vivere con te per sempre...» sussurrò Maria, si staccò dal bacio e lo guardò negli occhi, amò quegli occhi azzurri e grandi... amò quelle labbra carnose e rosse, amò quelle mascelle e quei lineamenti tanto marcati e soprattutto, amò quei capelli mori e corti. Nonostante Maria fosse seduta sopra di lui, intenta a prendere fiori per legarli fra di loro - apparendo irresistibile agli occhi del ragazzo - lui comunque la sovrastò con quel suo corpo degno di un forte guerriero. Jackson, per un attimo, si perse nel guardarla con profondità, ricordò alla perfezione quando la vide per la prima volta, un anno prima... si ricordò di quella semplice fanciulla dispersa in una parte del grande regno del suo Re, intenta a nascondersi con addosso un mantello grande e nero, tenendo con sé delle rose per confondere il proprio odore umano fra tutti quei vampiri. Jackson associò Maria ad una rosa con le spine, poiché lei creò forti barriere spinose per non lasciarsi toccare... ma con lui quelle spine caddero, fino a dissolversi. «Ti amo, Maria.» disse con sicurezza e serietà Jackson, la guardò con decisione mentre lei, arrossendo sempre di più, gli rivolse il suo sorriso più puro, tanto che il ragazzo, volle lodare Dio e riempirlo di ringraziamenti per avergli donato una tale creatura così fragile. «Tu sei la definizione di tutto, sei la dimostrazione che l'amore esiste. Tu sei la mia vita, e lo sarai per sempre.» Jackson prese la mano di Maria e fece scontrare i loro due anelli d'argento che luccicarono come diamanti alla luce del sole e, dato che la mano di Jackson andò anch'essa sotto il raggio di sole, questa s'illuminò... la sua pelle lattea brillò, come se addosso avesse mille diamanti minuscoli. Maria ammirò sempre quella visione, accarezzò la pelle del proprio amante ogni volta qualvolta i raggi di luce si adagiavano su essa: se ne prese cura come si è soliti fare con un vero e proprio diamante.
«Ti amo, Jackson...» disse lei, e lui sorrise. «Stanotte ci sarà la luna piena, andremo a vederla?» alla domanda dell'uomo, Maria annuì subito con un sorriso raggiante e entusiasta. «D'accordo principessa, vogliamo andare?» domandò Jackson, poi si alzò dal prato e le porse la mano, come se fosse un principe, la fanciulla ridacchiò.
«Non sono una principessa.»
«Hai ragione... tu sei una regina.»
«Jackson!»
«Dammi un altro bacio.»
«Voi vampiri... siete così strani!»
Maria rise e strinse la sua mano con forza, poi si alzò sulle punte e gli donò un bacio a stampo, il soldato sorrise e subito dopo la guidò verso la città, dove poi, entrambi, si sarebbero distaccati - a malincuore - per raggiungere le proprie abitazioni e i propri lavori, così, finsero di non conoscersi.
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𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚
Fantasy"Ella fu così tremendamente diversa, così ribelle, così forte ma allo stesso tempo fragile come una rosa rossa. Quella piccola donna stravolse l'orgoglio e la potenza di quel vampiro così mostruosamente e pericolosamente affascinante, da costringerl...