𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 91° - 𝑺𝒐𝒕𝒕𝒐 𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒂.

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Intrappolata. In quella fredda stanza che presto avrebbero riscaldato con i loro corpi. Si sentì in gabbia col suo sguardo, rinchiusa dentro una cella fatta di fuoco.
Lei indietreggiò e indietreggiò ancora...
Lui avanzò, sempre di più vicino a lei, tirando via la cintura dai suoi pantaloni con uno scatto, poi, la gettò a terra, come se si fosse liberato di un peso. La guardò dal basso verso l'alto, poi dall'alto verso il basso... con occhi pungenti e fluorescenti come lava. Si morse le labbra come un dannato, sentì sete come un animale e le sue mani si strinsero serrate nei pugni, incontrollabilmente. Ascoltò i battiti del suo cuore e poi scrutò il suo respiro:
«Hai paura?» le sussurrò, con quella sua voce tanto scura e quasi prepotente ma, allo stesso tempo, calda e stupenda.
«Tu non mi fai paura.» rispose lei con coraggio, tenendo testa al giovane uomo davanti a se. Sebastian assottigliò lo sguardo con calma e le regalò un piccolo sorriso malizioso, «E allora perché stai indietreggiando...?» domandò sensualmente lui, strappandosi di colpo la camicia sul petto, aprendola completamente, con una facilità impressionante. La luna illuminò il suo corpo scolpito sul davanti, il suo petto largo, i suoi addominali e il suo ventre già pulsante. Lasciò scivolare la camicia giù, sul pavimento, mostrando ancora una volta alla ragazza quanto fosse possente e pericoloso per lei... soprattutto per il suo corpo. Le sue spalle larghe e la sua schiena piena di muscoli la coprirono totalmente, come una montagna davanti ad un albero... come un leone davanti ad un cervo. Scrollò le braccia, mettendo in evidenza ogni suo singolo muscolo che rese le sue braccia ancor più grosse e potenti, in grado di afferrarla in un attimo. «Perchè ti voglio... ecco perché mi sto allontanando da te.» rispose lei, col fiato tremolante e le cosce serrate fra di loro, chiuse... in cerca di un minimo conforto per controllare quella sua infinita tortura che infastidì il suo basso ventre. Sebastian si avvicinò subito a lei con un semplice passo, le afferrò i polsi con forza e fece scontrare il corpo di Maria contro il suo petto nudo.
Si spinse col bacino contro la pancia di lei, facendo sentire la sua grandezza che cercò il sesso opposto con disperazione. Maria si lasciò scappare un forte ansimò.
Lo guardò negli occhi, eccitandosi ancor di più solo col suo sguardo... con quegli occhi così freddi, taglienti, magnetici... assurdi. Quella virilità, quei tratti marcati e quegli occhi...
Dio mio, quanto lo desiderò.
Si sarebbe inginocchiata a quella bellezza.
Lo fissò, completamente persa per lui... Completamente guidata dal suo amore, verso di lui. I suoi occhi parlarono, trasmisero a lui tutta la sua voglia, tutto il suo amore, tutto ciò che lei avrebbe voluto... ma soprattutto, tutta la mancanza che sentì in quei giorni. «Sebastian...» ansimò lei, in cerca delle sue labbra, ma lui non la baciò, si limitò soltanto a darle un morsetto sul labbro inferiore, scendendo poi a baciarle uno zigomo... respirando profondamente contro la sua pelle. Con lentezza, le baciò una guancia, spingendo di poco il bacino contro di lei, per poi guidare le mani della ragazza sopra il pacco dei suoi pantaloni ormai pieni. Lui, si sentì così dannatamente vulnerabile... così terribilmente sensibile al tocco delle mani di lei. Dalla sua bocca uscì un piccolo gemito quasi acuto, a la labbra chiuse. Il suo petto si alzò e si abbassò con pesantezza e velocità, come quello di Maria. Un altro ringhio uscì dalla sua bocca, sempre più profondo e bestiale. Si trasformò in un mostro per lei. In una bestia indomabile per gli altri, ma domabile solo dalla sua cura.
Le sue labbra si spostarono contro l'orecchio della giovane e respirò lentamente... ogni singola parte del suo collo, e nel mentre, premette senza preavviso le mani di Maria contro la sua durezza ancora coperta. «Toccalo... toccalo.» ringhiò lui contro il suo orecchio, tentando nel miglior dei modi di trattenere la sua bestia violenta.
Non riuscì a farle del male. Non ci sarebbe mai riuscito.
«Muovi quelle mani... cacciami i pantaloni.» le sussurrò sensualmente, mollando poi i suoi polsi, per poi poggiare le sue grandi mani dietro la schiena scoperta di lei... e scese giù, lentamente. Maria avvampò così tanto da riscaldare persino il corpo gelido di Sebastian, tremò come una foglia, ma non di paura... ma tremò, per quell'amore. Tremò per tutte quelle emozioni... tremò per Lui. Lo guardò con innocenza, dritto negli occhi, si morse le labbra e schiuse le labbra... come per parlare, ma insicura e piena di vergogna.
Lo toccò con le mani e lo strinse di colpo, regalando ancora al principe uno sguardo puro di curiosità e timidezza:
«Sei così grande, Sebastian....» gli sussurrò, regalando al giovane uomo una sensazione impressionante che spiccò al massimo nel suo corpo. Una sensazione mai provata sopra la sua pelle... un qualcosa che MAI nessuna riuscì a fargli entrare in testa. Ringhiò e gemette a bocca chiusa, incontrollabilmente. I suoi occhi si chiusero ai piccoli movimenti della ragazza, si sentì esplodere, il suo membro chiese pietà. Si spinse col bacino contro di lei e mandò la testa indietro, Maria intravide ogni singola perfezione che delineò il suo collo e il suo pomo d'Adamo sporgente.
Lo guardò, persa in quella sua bellezza eterea e irresistibilmente sensuale. Strinse le mani attorno al suo sesso coperto, sentì chiaramente la sua lunghezza dentro la sua mano e lui la sentì... sentì quelle sue mani così piccole, ma in grado di soddisfarlo e di eccitarlo fino alla pazzia più totale. «Ahh... Maria...Maria... Maria!» gemette lui, dominato dal piacere che riuscì a procurarle lei da sopra i pantaloni... non osò immaginare cosa sarebbe stata in grado di fare, senza indumenti.
Sebastian riaprì gli occhi e la guardò dall'alto, il suo sguardo ritornò serio e rabbioso di piacere. Portò le mani sulle maniche che scoprirono le spalle di lei, e di colpo, le abbassò il vestito, scoprendo finalmente il suo corpo tremolante. Si chinò subito con la testa lungo il collo di lei, le regalò il suo respiro contro la pelle... e scese giù, sulle clavicole, poi sul petto, dove sentì chiaramente il suo cuore pulsare all'impazzata, come un grande tamburo.
Maria spostò le mani dal cavallo dei suoi pantaloni e le poggiò fra i suoi capelli, stringendo con le dita i suoi capelli biondi. Lo guardò stranita, lo vide scendere con le labbra fino alla sua pancia, fino ad arrivare al ventre, così lui si chinò con le gambe le strinse i fianchi nudi. La guardò per un attimo dal basso, con uno sguardo così pericoloso e sensuale che a Maria le venne quasi un colpo. Le labbra di Sebastian baciarono il basso ventre di lei, lentamente... e con una mano, si insinuò fra le sue cosce, nel piccolo ammasso di riccioli neri. Toccò il suo triangolo pulsante e caldo, curiosando con due dita fra le sue grandi labbra. Maria ansimò con forza e gli strinse i capelli, ma non distolse lo sguardo da lui. Sebastian si alzò lentamente, facendo scontrare ancora una volta le loro labbra e i loro respiri. Maria si chinò con la testa, si alzò sulle punte per baciarlo e lo guardò sofferente... ma lui si ritirò indietro, ancora titubante. Gli occhi di Maria divennero lucidi e il suo volto colpito dalla tristezza. Sebastian ricambiò il suo sguardo, ma con occhi più freddi, con neutralità... Sospirò lentamente e avvolse un braccio attorno alla sua schiena, mentre con l'altra mano, la penetrò con due dita.
La preparò ancora una volta per lui, si preoccupò di farlo, come se avesse il timore che, se non l'avesse fatto, lei sarebbe morta davanti ai suoi occhi. La trattò con così delicatezza... con così cura, mosse quelle dita come se stette accarezzando una pietra preziosa e luccicante.
Le spinse dentro di lei, come se fosse in cerca di un tesoro.
Ascoltò i suoi gemiti, guardò i suoi occhi chiudersi per il piacere e assaporò quei suoi sguardi famelici che si formarono sul volto dell'umana. Le leccò il collo e respirò contro il suo orecchio per aiutarla ad impazzire... proprio come impazzì lui. La mano sinistra di Sebastian si ricoprì di muscoli contratti e vene sporgenti, la sua mano coprì letteralmente l'intimità di lei; la sovrastò in ogni senso.
E quella visione... quella sensazione, eccitò entrambi sempre di più. Mosse ancora quelle dita come un'onda, si scontrò contro quel calore così bagnato di lei... la guardò negli occhi e le strinse la schiena. Maria quasi pianse per il piacere, gli strinse le braccia per sorreggersi alla forza di lui e si morse le labbra con eccitazione pura. Mosse i suoi fianchi contro di lui, poi il bacino, contro la sua mano.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora