𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 45° - 𝑽𝒖𝒐𝒕𝒐.

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Sangue.
Ossa.
Tenebre.
Urla.
Paura.
Ansia.
Terrore.

Quello vide Maria, lei lo sentì chiaramente sulla pelle;
i brividi della morte.

Ogni figura si vide quasi a chiazze rosse, bianche e nere, come gli schizzi della pittura di un matto pittore.

Insanità...

Vide i suoi occhi azzurri e lucenti che, con pazzia, vagarono da un corpo all'altro.

Le pupille ristrette.

Gli occhi sgranati.

Pieni di lacrime.

Di paura.

Di insanità.

Sentì donne urlare, e in un angolo da solo, vide e sentì un semplice adolescente tremolante.

Quegli occhi furono i suoi.

Così piena di paura...

I suoi capelli biondi... mossi.

La sua pelle bianca ma spenta.

La sua schiena....

La schiena?

La schiena...

Si. La sua schiena.

Quei segni... li riconobbe.

Riconobbe persino la sua risata.

Il suo sorriso.

I suoi sguardi che, dentro quelle ristrette mura oscure e piene di sangue, si trasformarono in smorfie spaventose.

«Vi ucciderò... Uno ad uno...»

Maria sentì la sua voce scura e roca.

I brividi di freddo gelarono la sua anima.

«Staccherò le vostre teste... Una ad una...»

Maria sgranò gli occhi.

Lo vide...

Il corpo sussultò e gli occhi si aprirono all'istante. Il petto fece su e giù e il cuore tremò letteralmente...
Cosa diavolo vide?
Maria si guardò intorno con ansia e, attorno a lei, vide fortunatamente le mura della stanza di Anna. Sospirò di sollievo e si toccò il petto con più tranquillità, quel sogno strano la turbò parecchio, forse le sue troppe paranoie e le sue ansie la portarono a sognare certe cose. Subito dopo la maniglia della porta si aprì con calma e Maria alzò subito lo sguardo, quando la porta a aprì, la corvina intravide subito la dama:
«Anna...»
«Sei già sveglia, Mary...»
La rossa la guardò di sfuggita, poi riabbassò lo sguardo e, con occhi quasi spenti chiuse la porta e camminò verso di lei. «Mi dispiace per prima, dovevo portarti via, non meriti di assistere a certe cose... ti fa male.» disse Anna mentre camminò verso la finestra e, solo quando Maria si voltò, notò il tramonto ormai dietro le montagne. «Non è colpa di nessuno.» disse subito Maria, poi fissò la rossa che sospirò con preoccupazione, il che preoccupò anche Maria stessa. «Anna. Che hai?» domandò l'umana, con calma scese dal letto e camminò verso la rossa, la quale abbassò nuovamente la sguardo e si lasciò prendere dalle mani. «Domattina Sebastian e Cristina annunceranno il loro fidanzamento ufficiale a corte.» sussurrò Anna con le labbra tremolanti, non ebbe il coraggio di guardare la tenera ragazza davanti a sé che, a quelle parole, si pietrificò e non sorrise più... non fiatò nemmeno. «Edward mi ha detto che tu stavi cambiando Sebastian... Tu lo stavi rendendo un po' più diverso ma...» Gli occhi di Anna divennero lucidi involontariamente, la sua voce si bloccò per il pianto inaspettato che trattenne e guardò altrove con vergogna. «Non voglio più avere niente a che fare con lui. Io lo dimenticherò, devo farlo, no? Si sposeranno e Cristina donerà a lui tutto ciò di cui io non sono capace.» Maria parlò con serietà e indifferenza, serrò la mascella e mollò le mani di Anna. Questa alzò lo sguardo e sgranò gli occhi a quelle parole: «No... No! Maria, tu devi cambiarlo...» la rossa strinse le sue mani sulle spalle di Maria, ma questa la guardò dritta negli occhi con una falsa calma e freddezza,
«Un uomo non può essere cambiato come la pagina di un libro.» disse, mentre i suoi occhi neri divennero lucidi. «Io non posso farci niente, Anna. Tu non puoi farci niente. Nessuno può fare niente. Io non posso domare il cuore di una persona.» sussurrò Maria con la voce tremolante, un forte nodo alla gola quasi bloccò il suo respiro, ma ritirò via con forza il suo pianto. Strinse i pugni, respirò profondamente e Anna la guardò negli occhi, distrutta. Dopodiché, senza fiatare, Maria camminò verso la porta della stanza e uscì con calma. Si diresse verso i corridoi ormai bui del castello, in silenzio camminò e tenne lo sguardo basso e quasi sottomesso. «Che magnifica notizia! Vero?» la voce di Cristina rimbombò nel corridoio e la donna, con altezzosità, camminò verso Maria. Accanto alla castana ci fu proprio Sebastian che, all'istante, distolse lo sguardo dall'umana. La corvina, appena lo notò, sentì le gambe deboli e il cuore indolenzito. «In quanto ragazza ufficiale del principe, non hai il diritto di alzare lo sguardo verso di lui. Abbassa la testa, schiava.» disse Cristina con prepotenza e, quando appesantì le ultime due parole, Maria quasi si spaventò e sussultò. Obbedì e non fiatò, abbassò lo sguardo e si torturò le dita delle mani mentre si morse le labbra. «Guarda, non è bellissimo? Luccica più di quel pezzo di ferro che tieni al dito.» ridacchiò la castana, Sebastian non fiatò ma, con lo sguardo basso, guardò a volte le reazioni di Maria, ma questa non alzò lo sguardo e, alla presenza di lui, non fu in grado di reagire. Riuscì solo a camminare, non riuscì più a trattenere quel dolore e di certo non avrebbe pianto davanti a quella vipera. Ma quando le passò accanto, Cristina la strinse dai capelli e la fece inginocchiare a terra. Maria gemette di dolore e strinse la sua mano, credette come una dannata a qualche reazione da parte di Sebastian, ma dalla sua bocca sentì solo una calma risata...

Il suo cuore si spezzò.

«Non osare voltare le spalle a me e non ignorarmi. Hai capito, schiava?» disse Cristina con rabbia e Maria annuì con le lacrime agli occhi. Si sentì morta. Si sentì incapace. Appena vide gli anelli d'oro che entrambi portarono sulle dita, il suo cuore quasi perse un battito, il suo corpo si gelò e i suoi occhi si spensero. Solo quando Cristina mollò i suoi capelli, la corvina si alzò all'istante e fra le lacrime corse via. Quasi non respirò, le sue ginocchia tremarono appena entrò in quella cella e, quando chiuse la porta, cadde in ginocchio in un angolo. Strinse le braccia attorno alle ginocchia e tenne le gambe al proprio petto, in posizione fetale. Strinse i pugni, ogni suo pensiero vacillò, si sciolse come ghiaccio... sentì vuoto. Solo un vuoto. Un enorme vuoto che nessuno, in quel momento, avrebbe colmato.
Lucas non riuscì a studiare dopo quella notizia, i suoi occhi brillarono di rosso e i suoi pugni stettero chiusi e i muscoli tesi come roccia; gettò ogni libro al suolo.
Anna fissò le montagne dalla finestra della propria camera mentre Edward tenne la fronte poggiata sulla schiena della dama, lui pensò al dolore di Maria, Anna pianse per la tensione, per quell'orribile notizia, e nel mentre, scrisse una lettera di fretta...
Cristina avrebbe presto sposato Sebastian.
«Lei farà parte della nostra famiglia?» domandò Olivia alla madre mentre le pettinò i capelli biondi. Kate, d'altronde, non prese bene la notizia, ovviamente. Quando il figlio annunciò sia a lei che al marito della sua ufficiale scelta privata, un forte peso le spappolò quasi lo stomaco. «Si, Olivia. Tuo fratello si sposerà... non sei felice?» rispose la donna con un sorriso forzato, «No.» rispose subito la piccola con serietà, poi si alzò dal letto della madre e corse verso la porta. Quando l'aprì, Marcus si trovò quasi dietro di essa per entrare nella camera, «Tesoro?» domandò l'uomo alla figlia, ma questa corse via con fare buffo per via della sua bianca vestaglia comoda e quei suoi capelli lunghi e biondi. Marcus alzò un sopracciglio e guardò Kate che, con un sospiro abbassò lo sguardo e si toccò i lunghi capelli.

Durante la notte, Maria non chiuse occhio.
Fissò il proprio anello, e, per la debolezza non riuscì a piangere. Si sentì vuota, come un enorme scrigno ancora giovane e ben curato. Si sentì fredda, come un enorme stanza vuota dalle pareti bianche e nuove. Si arrese. L'avrebbe fatto, definitivamente. Non avrebbe più pensato a lui, respinse ogni sua goccia di desiderio verso Sebastian, avrebbe dimenticato ogni cosa.
Avrebbe dimenticato le notti con lui...
Il Contatto si sarebbe spezzato, prima o poi.
Quell'orribile e strano desiderio, però, avrebbe fatto impazzire entrambi inconsapevolmente.
Sebastian non rise con Cristina.
Sebastian non la guardò con pietà.
Sebastian non vide in lei una rosa rossa, pura e fragile.
E tutte quelle emozioni che sentì per Maria, di certo non le avrebbe provate con Cristina. Quando lei lo toccò, non sentì nulla se non delle semplici mani femminili e maliziose sul suo corpo. Con Maria, invece, sentì fuoco puro. Ma l'avrebbe messa da parte, ogni suo pensiero lo riportò a lei, e più pensò a Maria, più si sentì morire...

Per questo, Sebastian, l'avrebbe messa da parte.

Ma, povero sciocco...

Avrebbe controllato la sua gelosia per la sua piccola umana?

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora