𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 38° - 𝑳𝒂 𝒔𝒇𝒊𝒅𝒂.

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Come sempre, Maria dormì da sola. Provò a non pensarci, si, ci provò, ma non ci riuscì. Non riuscì al non pensarlo. Non riuscì al non bramare quell'uomo che le rubò il cuore, l'anima e la mente. Si sentì come acqua, e l'acqua spegne il fuoco. Il fuoco ha bisogno di altro fuoco per crescere, e Maria di certo non si sentì fuoco. Non si sentì nulla di tutto ciò. Seppe perfettamente che Sebastian la usò, anche se lei sperò in qualcosa di più in quei tocchi così intimi. Sperò di più in quell'unione di corpi, poiché si fidò di lui e donò la sua preziosità. Ma a quanto pare, per Sebastian fu solo sesso. Maria pensò al motivo per il quale lui, un principe così bello e temuto, provasse attrazione fisica per una semplice umana, per una ragazza ricca di complessi e insicurezze. Sebastian avrebbe sposato Cristina, lo seppe ormai da molto. Fra i due vampiri non scorrerà vero amore ma, a differenza di Maria, Cristina avrebbe avuto il principe tutto per se, per l'eternità. Lei avrebbe donato dei figli per lui, Maria invece no. E ancora una volta, quel senso di vuoto oscurò la sua mente. Pianse, pianse e pianse, strinse il cuscino e con tutta se stessa desiderò averlo accanto. Desiderò baciarlo ancora e ancora, desiderò vederlo dormire accanto a sé, desiderò accarezzarlo e proteggerlo... il suo amore la portò a raggiungere quei pensieri troppo forti per lei. Si sentì sempre più legata a Sebastian, come una catena. Avrebbe intrecciato le sue mani e le avrebbe strette, poi, l'avrebbe guidato sul proprio petto, avrebbe poggiato la testa di lui sul proprio petto e l'avrebbe cullato col proprio respiro e con i battiti del suo cuore. Questo avrebbe fatto Maria, l'avrebbe amato, ma non ci riuscì, bensì, avrebbe respiro quei sentimenti, ci sarebbe riuscita, ma avrebbe sofferto ugualmente. Pensò a quel maledetto giorno nel quale Sebastian sarebbe andato via dal castello assieme a Cristina, pensò alle loro nozze e poi, pensò alla regina che con fierezza avrebbe tenuto fra le braccia i suoi nipoti, e il Re a ridere assieme a questi. Inevitabilmente, anche i fratelli e la dama sarebbero stati felici. Maria, invece, immaginò se stessa da sola, in un angolo a guardarli, magra, debole e malata, con le occhiaie e gli occhi pieni di lacrime, privi di vita e umanità, mentre Cristina, in piena forma, si vantò di sé stessa. Un vantaggio che ogni vampira possedette, fu appunto che, dopo il parto, il corpo ritorna non come prima, ma migliore: sano, tonico e in linea. Le umane invece no, molte perdono la vita, altre si ammalano, sono piene di stanchezza....
Perché Jackson, nonostante tutto, avrebbe voluto Maria al suo fianco?
Sarebbe invecchiata. Avrebbe perso i capelli. Avrebbe perso la bellezza e la forza. Non avrebbe mai visto i suoi nipoti. Mentre Jackson, sarebbe rimasto giovane. Maria pensò davvero che vampiri e umani non avrebbero mai potuto convivere assieme. Nessun vampiro avrebbe mai amato un'umana.
Jackson amò davvero Maria...?
Ogni paura e paranoia assalirono la mente di Maria, pensò cose inimmaginabili e assurde che, presto, la condussero in un sonno profondo.
Il mattino seguente condusse i suoi incarichi con monotonia, non proferì parola, tenne sempre lo sguardo basso e evitò di cercare Sebastian; avrebbe sofferto di più. Mentre sistemò le piante del giardino Reale, prese anche delle rose e respirò il loro profumo. Ricordò quando Jackson, di nascosto, i primi tempi che si conobbero, poggiava una rosa sulla finestra della casa nella quale Maria abitò sin da piccola. Ricordò quando lui, per timidezza, iniziò a farle capire il proprio interesse verso di lei, dandole quelle rose allo scattare della mezzanotte. Maria sorrise leggermente con malinconia, toccò la rosa e la fissò con occhi spenti. In quel momento, una forte mano le toccò una spalla da dietro e Maria sussultò e, quando si voltò, intravide Edward che le sorrise con sicurezza: «Buongiorno Mary, ti stavo cercando.» disse l'uomo e Maria forzò un sorriso, «Buongiorno Edward... perché mi stavi cercando?» domandò Maria con stranezza e Edward alzò un sopracciglio e le indicò il campo d'addestramento, «Molti stanno domandando di te, per come tiri con l'arco. Quindi sono venuto a cercarti, così potresti anche tirare con il tuo arco.» rispose il principe ma Maria arrossì e si agitò.
«Io non so fare nulla, Edward. E poi il mio arco è-»
«L'ho già preso io, non accetto un no come risposta!»
Il principe mostrò alla corvina l'arco d'argento che Kaulus le regalò, lo mise in una mano di Maria e poi la strinse delicatamente sul polso e la tirò su con sé, poi camminò con lei velocemente verso il campo, «E poi, è il tuo compleanno. Non dire di no.» disse inaspettatamente Edward e Maria lo guardò stranita, «Come fai a saperlo?» domandò lei a bassa voce e il principe la guardò soltanto con un sorrisetto, poi guardò in avanti verso il campo all'ombra, fra le mura del grande castello. Lucas esultò con la spada nuova in aria e lo scudo dalle punte fra le mani appena vide Maria, il resto degli uomini si diedero gomitate mentre altri la guardarono con curiosità e ansia.
«Avevate detto di volerla sfidare, bene, accontentati.» disse Edward, così mollò il polso di Maria e le indicò la postazione dalla quale avrebbe tirato, ma la corvina deglutì e guardò sia Lucas che Edward e balbettò: «No... io n-non posso...»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora