𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 11° - 𝑳𝒐𝒕𝒕𝒂 𝒅'𝒂𝒄𝒒𝒖𝒂.

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A passo quasi silenzioso, Sebastian si diresse verso la camera da letto dei genitori, dove ad attenderlo ci fu la madre, la quale lo mandò a chiamare per parlargli. Il biondo bussò alla porta e, ricevuto il permesso, entrò all'interno della stanza, dove Kate cucì qualcosa a mano, come sempre. «Siediti, Sebastian, devo parlarti.» disse la donna, guardando un attimo il figlio con serietà. Sebastian annuì in silenzio, sedendosi subito su una poltroncina davanti la madre per ascoltarla, «Madre, è successo qualcosa?» domandò confuso, ma senza agitazione, e questo Kate lo capì. «Sebastian, quali sono i tuoi piani futuri?» domandò la madre, continuando il suo lavoro all'uncinetto, intenta nel terminare un bellissimo abitino piccolo color oro e bianco. Sebastian fece un respiro profondo, intrecciò le dita delle mani e si poggiò con la schiena contro lo schienale della poltroncina rossa, «Regnare da solo.» rispose diretto, ma Kate quasi scoppiò a ridere. «Se non avrai eredi non potrai portare avanti la dinastia degli Harsen, lo capisci? Accanto dovrai scegliere una donna forte e indipendente come te.» disse la madre, fermandosi dal lavoro con l'uncinetto per osservare il figlio che, nel sentire quelle parole, iniziò ad innervosirsi.
«Madre, abbiamo parlato di questo argomento molte volte, non cambierò le mie scelte.»
«Hai ventitré anni, sei un uomo forte ma il tuo animo non lo è, sai perché?»
Sebastian guardò la madre, sentendosi come pietrificato poiché le parole della donna furono giuste, «Perchè?» domandò Sebastian, serrando la mascella e accavallando le gambe, Kate lo guardò negli occhi: «Perchè non puoi guarire da solo, a volte le paure stesse ti aiutano a guarire, affrontandole.» rispose la donna, alzandosi dalla poltroncina per prendere il vestitino appena finito per staccare i fili. Sebastian guardò un punto indefinito della camera, non riuscendo a replicare per non aumentare la propria rabbia, provò quasi paura. «Hai intenzione di sposare Cristina?» domandò Kate, sistemando alcune cose, Sebastian alzò lo sguardo per guardare un punto fisso della stanza con occhi arancioni, senza rispondere. «A me non garba come donna, ma se è l'unica con la quale condividi un'intimità stretta, allora sposala, ma non ci sarà mai amore così. E a te, Sebastian, serve più dell'amore.» parlò ancora Kate, e a quel punto Sebastian si alzò di colpo dalla poltroncina, con occhi lucidi. «Cosa diavolo serve più dell'amore?!» domandò con nervosismo, ma non rivolto verso la madre, ma per la tormentosa verità che, da anni, lo perseguitò. Kate lo guardò con tranquillità, e sospirando lievemente si avvicinò al figlio, sistemando la maglia bianca e leggera sul suo petto, come per coprirlo meglio. «Fra un uomo e una donna non serve solo l'amore... serve l'affetto, la comprensione, la fedeltà, l'amicizia... nell'amore serve il bene e il male. Nell'amore servono gli sbagli, si, ma fatti insieme.» rispose la donna, guardando poi negli occhi Sebastian che, stufo, si girò di spalle, «Non amerò nessuno, ma se dovrò avere degli eredi, allora sposerò Cristina, che vi garbi o meno.» disse lui, aprendo la porta della stanza per uscire, Kate lo guardò con tristezza, distogliendo subito lo sguardo per pensare alle parole dette dal figlio. «Perdonatemi madre, buonanotte.» disse il biondo, uscendo dalla stanza e chiudendo subito dopo la porta. Kate tenne lo sguardo basso ma, una sorpresa inaspettata risvegliò la sua curiosità: la porta si aprì subito, richiudendosi in un batter baleno e, ad entrare fu proprio Anna, «Perdonatemi per l'intrusione.» disse la rossa, ma la regina sorrise: «Anna... dimmi tutto quello che sai.»

[ . . . ]

Il mattino seguente, Maria si ritrovò nei giardini del castello per sistemare le piante, assorta dai pensieri ma, allo stesso tempo sentendosi molto rilassata. Gli uccelli cantarono, il sole brillò su di lei e, per un attimo, quel castello non apparve tanto oscuro e desolato come sempre, come il resto del regno. Sperò con tutto il cuore che non arrivasse la pioggia, così benedì il cielo per quella giornata così tanto bella, ma si mise di mezzo anche la fatica. «Maria!» gridò Lucas correndo verso di lei, la corvina alzò subito lo sguardo e, nel vedere il ricciolino correre verso di lei come un matto, il sorriso si accese, facendola ridere. «Che ci fai quì, Lucas?» domandò Maria, ritrovandosi il ragazzino con in mano una grande cesta, «Ti ho portato dell'acqua e del cibo, sempre rubato dalla cucina.» rispose il ricciolino, ridacchiando con fare quasi maligno e buffo. «Stamattina ho mangiato due mele... non dovevi...io- Oh... ma quanto cibo hai preso?» gli occhi di Maria quasi brillarono alla vista di carne, salumi e tanta frutta, con accanto due brocche piene d'acqua fresca.
«Perchè non ci sediamo così mangi? Vedo che hai già terminato il lavoro quì.»
«No, meglio che io-»
«La mia non era una domanda!» rise Lucas, porgendo a Maria dell'uva:
«È buonissima, sai? Ti conviene mangiarla!»
«Ma voi vampiri non mangiate queste cose.»
«Ah... giusto- Ad ogni modo! Se non la mangi diventerà tutta marcia!»
Maria si passò una mano sul volto, arresa e anche divertita dal comportamento di quel buffo e ribelle ragazzo, «È un ordine, se non lo fai mi arrabbio.» disse Lucas imitando Sebastian, rendendo la voce più grave ma con scarsi risultati, anche nei gesti spavaldi non riuscì ad imitarlo. Maria alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere, «Lui non fa così.» disse la corvina, prendendo un chicco d'uva per assaggiarlo, «Mmmh! È davvero buona, avevi ragione, peccato che tu non possa mangiarla.» disse Maria, e Lucas subito le porse la cesta col cibo, indicandole un posto all'ombra dove sedersi.

Quando la ragazza finì di mangiare e di bere, Lucas giocherellò con una rosa rossa, tirando i petali: «I miei fratelli sono stupidi, i miei fratelli non sono stupidi, i miei fratelli sono stupidi...» disse, attendendo con ansia l'arrivo dell'ultimo petalo, e quando lo strappò esultò, «I miei fratelli sono ufficialmente stupidi! L'ho sempre saputo!» esclamò, e Maria ridacchiò: «Ma tu lo sei più di loro.» Lucas mise il broncio e prese un po' d'acqua dalla brocca per schizzare il volto di Maria, «No, non è vero. Forse tu lo sei?» disse con un'espressione buffa. «Io?! Noi donne siamo più intelligenti di voi uomini!» rise Maria, schizzando con l'acqua il volto di Lucas, e così diedero il via ad una piccola battaglia d'acqua. Le guardie li presenti si voltarono a guardarli, straniti dal loro comportamento quasi infantile; i due corsero attorno alla fontana, prendendo l'acqua della fontanella - grazie alle bocche - per buttarle addosso all'altro, facendo quasi a gara. «Accidenti, non pensavo fossi così agile!» esclamò Lucas col fiatone, sistemandosi i capelli bagnati mentre Maria riempì la propria brocca, approfittandosene della poca attenzione del ricciolino. «AAH ECCO PERCHÉ! Sei agile perché sei bassa! AHAHA-» esclamò Lucas, gridando subito dopo che Maria gli gettò altra acqua fredda addosso, correndo via e ridendo come una bambina. «Chi è bassa?!» domandò lei, chinandosi per prendere altra acqua e Lucas fece lo stesso, ma ritirandosi subito dopo verso l'ombra, mentre Maria corse sotto il sole. «Tu! Sei una delle donne più basse che io abbia mai visto!» rispose Lucas, facendo poi versi e smorfie buffe per prenderla in giro, ma Maria corse verso di lui. «Lucas sei insopportabile!»
«Mi scusi vostra bassezza!»
«LUCAS TI UCCIDO!»
Il ricciolino scoppiò a ridere come un matto e corse come un dannato, gettando l'acqua addosso alla corvina che, arresa, posò la brocca a terra, cercando di riprendere fiato. «Hai vinto tu, hai vinto tu...» sorrise lei, portando i capelli corvini indietro essendo bagnati, strizzando poi la gonna della vesta piena zeppa d'acqua. Lucas rise e si avvicinò alla ragazza, guardandola con quegli occhi tanto grandi e azzurri. «Credo proprio che Anna dovrà darti un altro abito nell'attesa che questo si asciughi. Andiamo?» disse Lucas, «Credo proprio di sì, grazie.» sorrise Maria, seguendo il ragazzo verso l'entrata del castello. Si guardarono ogni tanto come due bambini, ridendo come due stupidi per le loro condizioni e, rendendosi anche conto che giocarono come due bambini, anzi, peggio. Le loro risate rimbombarono nel corridoio e, davanti a loro ci fu proprio Edward, intento nel raggiungere i giardini. Appena li vide alzò un sopracciglio, fermandoli dalle braccia per visionarli, «Vi siete tuffati a mare o cosa?» domandò con stranezza, e Lucas lo guardò con fare buffo, «No, ci siamo buttati l'acqua della fontana addosso!» rispose subito il ricciolino, attirando l'attenzione di Edward che lo guardò sconvolto. «L'acqua della fontana- PUHUHAHAH!» La risata buffa e acuta di Edward rimbombò quasi per tutto il castello, agli occhi di Maria risultò diverso dal solito e per questo Edward si tappò subito la bocca e, schiarendo la voce chiuse gli occhi per respirare profondamente, ritornando serio. «Maria, va a cambiarti da Anna, prima che ti venga un malanno, non sopporto vedere Sebastian arrabbiato.» disse il biondo, mollando i due per proseguire verso la scalinata. Maria, solo a sentire il nome del principe, sentì di nuovo quella forte emozione che non provò da anni, come una forte fiamma dentro il petto...

Cosa diavolo era?

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora