𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 50° - 𝑪𝒐𝒓𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒐𝒅𝒊𝒂𝒓𝒆.

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Nonostante il fidanzamento ufficiale, Sebastian non consumò nessun tipo di unione nella sua stanza con Cristina, e non dormì con lei nemmeno nella camera che le diedero. Semplicemente, stette sveglio tutta la notte, nonostante il sonno che lo minacciò dopo la notte precedente che passò con lei. Pensò e ripensò a molte cose, tenne un braccio dietro la nuca e, con l'altra mano libera, si accarezzò gli addominali e i fianchi, e ricordò cose...
Molte, notissime, cose.
Tante di quelle cose che tenne nascoste sia a Cristina che a Maria, ma soprattutto a Maria. Con quei suoi occhi azzurri e con quel suo sguardo apatico che nascose i più oscuri segreti, osservò le mura sopra di sé e ricordò ancora... e ancora... ricordò fiamme, cavalli, soldati, spade, persone, sangue, bambini, animali. Ricordò la morte, le lacrime, le urla, il sangue, il dolore... il vero dolore che nessuno avrebbe mai voluto provare. Nel riflesso dei suoi occhi lucenti, si intravide il fuoco, tutto parve quasi infernale... non come descrivono nei libri, ma peggio... il tutto fu quasi indescrivibile, imparagonabile ai più crudeli e sanguinari dei racconti. A fermare quei suoi ricordi, fu proprio Cristina che, senza il permesso del biondo, lo baciò sulle labbra. Sebastian sgranò gli occhi e sussultò quasi con paura, la strinse dalla gola e l'allontanò. «Non... baciarmi. Quante volte devo dirtelo.» ringhiò lui, ma Cristina non lo guardò con paura, bensì ridacchiò e si leccò le labbra. «Presto ci sposeremo e dormiremo nella stessa camera da letto... continuerai ancora a mantenere queste stupide regole?» domandò Cristina, Sebastian la mollò di scatto e si alzò dal letto con scontrosità. «Non sono regole, sono io che non voglio.» rispose subito Sebastian, mise addosso la propria camicia mentre Cristina lo mangiò con gli occhi.
«Non mi vuoi ancora, Sebastian?»
«Non ti è bastato ieri notte?»
«Lo so che mi vuoi pure adesso...»
Cristina parlò con sensualità, rese la sua voce leggermente più acuta e quasi sussurrata per attirare l'attenzione del principe, poi, abbassò leggermente le lenzuola e scoprì un suo fianco nudo e una sua gamba. Sebastian non si mosse di un millimetro, ma guardò il suo corpo e ascoltò la sua voce, il suo istinto maschile lo guidò a consumare ancora la sua passione, ma qualcosa lo frenò, e non seppe cosa. «Devo allenarmi, non posso fare ritardo.» disse subito dopo il principe, così uscì di fretta dalla stanza della castana e chiuse la porta, «Tanto sei mio.» ridacchiò Cristina mentre strinse a sé le lenzuola.

[ . . . ]

«Grazie piccola...» disse Maria a Olivia, mentre passeggiò con lei nel corridoio principale del castello. La principessa le diede  dei biscotti buonissimi che Maria mangiò davvero con piacere. «Come sei pallida, Mary.» disse Olivia, con la mano le toccò una guancia ma Maria sorrise, «A volte mi sveglio così, non preoccuparti. Ho finito i biscotti, vuoi venire in braccio a me e facciamo un giro?» - «Si!» Olivia quasi saltò fra le braccia di Maria, la corvina la strinse a sé e ridacchiò, «Oh... sei cresciuta adesso, fra due annetti non potrò più prenderti in braccio.» disse la fanciulla mentre camminò, Olivia si strinse a lei e poggiò il volto nell'incavo del collo di Maria, attratta dal suo calore e dal battito del suo cuore.
«Tutti dicono che diventerò alta come i miei fratelli.»
«Sicuramente, anche tua madre è molto alta. Uh, hai sonno?»
«No, Mary... sei così calda, mi piace questa sensazione.»
Maria le accarezzò i capelli lunghissimi e biondi con amore, camminò con calma lungo tutto il corridoio e la strinse a sé quasi con gelosia... non l'avrebbe mai lasciata per nessuna ragione. Sentì un forte legame con quella piccola principessa, ma non ne capì il motivo, sentì il bisogno di donarle amore, attenzione e affetto. Sentì quasi un forte istinto materno verso di lei. Mentre Maria camminò, canticchiò qualche canzoncina alla piccola - ormai quasi adolescente - e le accarezzò la schiena, cantò senza vergogna e con sicurezza dato che, tutti, furono fuori dal castello per gli allenamenti. La sua voce rimbombò per i corridoi con leggerezza e armonia, Olivia sorrise e si accoccolò sempre di più sul suo collo, tenne gli occhi chiusi e con la mano destra le accarezzò i capelli, mentre con la mano sinistra il petto. La corvina girò su se stessa mentre strinse la bambina fra le braccia, entrambe risero e, quando Maria guardò davanti a sé, vide proprio Darnes che per tutto il tempo ascoltò la sua voce con gli occhi sgranati per lo stupore. Maria si bloccò e arrossì, «Darnes... non ti avevo visto.» disse timidamente, ma il principe le sorrise e, sorpreso, camminò verso di lei con calma. «Sei un angelo? Sei una musa? La tua voce mi ha pietrificato...» disse lui, e quando fu vicino, Olivia ridacchiò ancora con gli occhi chiusi: «Ihih... adesso anche Darnes è innamorato di te, Mary.» sussurrò la piccola, ma il principe la sentì e la guardò con un sopracciglio alzato. Maria, a quelle parole, pensò subito a Sebastian e girò lo sguardo altrove, Darnes invece pizzicò una guancia della cugina e rise assieme a lei.
«Sei una ficcanaso.»
«E tu sei rimbecillito!»
«Chi ti ha insegnato queste parole? Lucas?»
Darnes rise e fece il solletico alla piccola che si strinse di più fra le braccia di Maria, ma questa pensò ad altro in quel momento e, al pensiero di Sebastian, quasi si pietrificò. Darnes la notò e, appena vide il suo sguardo triste e serio, sentì il forte bisogno di proteggerla e di prestarle attenzione. «Comunque, Maria...» disse lui, si avvicinò al volto della corvina che subito la guardò con curiosità e, il volto di Darnes si spostò sulla mascella di lei e di nuovo, Maria, sentì i brividi. Chiuse gli occhi d'istinto e trattenne il respiro mentre Darnes le baciò la guancia, anche se fu molto vicino alla mascella di lei. Le diede un bacio lento, respirò il profumo della sua pelle, provò sulle sue stesse labbra la delicatezza di quella pelle, sentì ogni sua pulsazione vitale... bastò poco per emozionarlo. Quando Darnes si allontanò, Maria riaprì gli occhi e lo guardò con il volto rosso e gli occhi leggermente lucidi per l'emozione che provò, il corvino le sorrise con sicurezza e quando aprì bocca per parlare, qualcun altro parlò al posto suo...

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora