Tutto fu così strano...
Tremendamente, strano.
Il sole si rialzò su nel cielo quasi a fatica, come se non fosse abbastanza forte da reggere il peso di portare quella luce che diede forza al popolo di uscir fuori dalle loro abitazioni. Gli uccelli non volarono fra le nuvole, non corsero a mangiare le briciole di pane sul terreno e non cantarono nemmeno, come se fossero intimoriti dal respirare l'aria attorno a loro. La luce solare si mischiò alla sottile nebbia che coprì le alte mura della città, quasi soffocandole. I fiori non sbocciarono e gli alberi non si mossero nemmeno col vento... come se fossero morti e privi di energia. Le risate dei bambini si spensero, come anche i soliti rumori di legna e metallo dei fabbri e dei contadini che lavorarono ogni mattino, persino il divertente sorriso della signora Camila si spense; rimase a fissare la porta del proprio negozio, come se fosse in attesa di un'improvvisa e miracolosa notizia da parte delle guardie davanti alle porte della citta, attese un richiamo da parte di chiunque, anche dagli arcieri, che stettero di veletta sulle quattro colonne, in cima alle mura... ma persino questi, con ansia e tristezza, attesero l'arrivo del proprio Re, davanti ai loro occhi.
Per tre giorni, sarebbero rimasti tutti col fiato sospeso e col cuore in gola, il regno tacque in un profondo silenzio che mise tanta angoscia in Maria.
La corvina corse lungo il corridoio del secondo piano del castello, verso la finestra dalla quale avrebbe potuto vedere alla perfezione l'arrivo delle due truppe. Strinse la gonna dell'abito da notte bianco fra le sue mani e con i piedi scalzi corse come un a matta fino alla finestra, ma i portoni furono ancora chiusi, sigillati. Si svegliò molto presto quella mattina... il primo giorno d'assenza, ansiosa di sapere qualche notizia ma, sfortunatamente, nessuno parlò. Il suo volto si rilassò, però, in un'espressione cupa e dispersa nella tristezza più totale. Guardò il vuoto e si voltò lentamente indietro e mollò la gonna dell'abito, poi, con lentezza camminò lungo il corridoio, col capo basso e col cuore freddo. Respirò lentamente e raggiunse pian piano le scale del piano inferiore - il principale - fino al raggiungere la grande sala del trono, nonché l'entrata principale dell'enorme castello. Camminò vicino le scale dei troni, con le mani raccolte in avanti che, nervosamente, giocherellarono fra di loro con le dita. Camminò davanti il marmo delle scale e alzò lentamente lo sguardo verso i due grandi troni del Re e della Regina, poi, osservò i quattro troni più piccoli ai lati dei due; sul lato della Regina, quelli di Olivia e Lucas, affiancato a quello del Re, invece, quelli di Edward e Sebastian. Si guardò poi intorno, neutrale e pensierosa... non seppe nemmeno lei a cosa pensò, non seppe nemmeno il perché di quella sua tristezza; o almeno, non fu una sola la ragione. Il suo corpo si trasformò in ghiaccio e la sua mente in un oceano smosso da maree ribelli che andarono a sbattere contro ogni parete della sua testa; a tratti, le onde si calmarono, ma poi si trasformarono letteralmente in mulinelli enormi e profondi di pensieri oscuri. Proprio così, si sentì Maria: strana.
Tutto attorno a lei fu strano e pericolosamente familiare, come se stesse rivivendo un'altra volta una parte del suo passato che, per mancanza di coraggio e per vergogna, non raccontò mai a nessuno. I suoi occhi viaggiarono lungo la base dei troni davanti a lei e, quando arrivò a quello di Marcus, intravide un foglietto lillà un po' piegato male, poggiato su un angolo vicino allo schienale alto in oro del trono. La fanciulla assottigliò gli occhi e, guidata dalla sua ardua curiosità, s'avvicinò subito verso di esso. Non osò toccare il trono, poiché non si sentisse degna di farlo, così si piegò con la schiena in avanti e allungò due dita verso il foglio, e lo prese subito. Si girò poi di spalle, così da non esser contro luce e per poter legger meglio; all'inizio della lunga lettera color lillà, lesse subito il nome di Kaulus Zafir. Non si preoccupò, ma lesse comunque la lettera che lo stregone scrisse appositamente per Marcus, da far poi leggere anche a sua moglie Kate e ad Alex. Lesse con tranquillità l'inizio della lettera, con calma e con neutralità, ma poi, la sua fronte si corrugò in un'espressione stranita...
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𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚
Fantasy"Ella fu così tremendamente diversa, così ribelle, così forte ma allo stesso tempo fragile come una rosa rossa. Quella piccola donna stravolse l'orgoglio e la potenza di quel vampiro così mostruosamente e pericolosamente affascinante, da costringerl...