𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 35° - 𝑳𝒂 𝒄𝒐𝒓𝒔𝒂.

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Il sole, il mattino seguente, brillò notevolmente sul Regno del Nord: lo illuminò in tutta la sua maestosità, le spiaggie quasi brillarono e i boschi respirarono di felicità. Nonostante il cielo azzurro e il sole alto, Maria non si sentì bene. Si, odiò da sempre la pioggia, ogni giorno di pioggia per lei sarebbe un Inferno ma, la pioggia, quel giorno, fu prorpio dentro di lei. Rimase sveglia sul letto, seduta sulle coperte nuove e pulite che Anna le diede, strinse le braccia attorno alle ginocchia e stette in posizione fetale con la guancia poggiata proprio sopra il dito sul quale tenne l'anello argentato. Quella mattina, non ebbe nemmeno la felicità di alzarsi e correre verso il piccolo spiraglio nel muro per ammirare l'oceano e il sole, non desiderò nemmeno uscire da lì. Le onde maree rimbombarono all'interno di quella cella e il vento quasi la spinse all'alzarsi per uscire e correre nei boschi ma, ogni cosa, per lei, parve ormai morta e priva di significato.
Si sentì svogliata, debole, inutile e priva di vita, ormai.
Come se... l'unione fisica che ebbe con Sebastian, rubò ogni sua forza vitale... le rubò l'anima.
Lo desiderò sempre di più.
Si sentì quasi indipendente da lui.
Desiderò sentire la sua voce, vedere il suo volto, desiderò perdersi dentro quegli occhi chiari come il ghiaccio e dalla forma unica. Desiderò accarezzare il suo volto, le sue guance, il suo collo, desiderò baciarlo ovunque... desiderò vederlo sorridere.
Ma lui non avrebbe mai sorriso per lei.
E subito, di nuovo, Cristina le ritornò in mente...
Capelli castani, lunghi fino le spalle, gli occhi azzurri, il corpo sfilato... Cristina ebbe ragione, pensò Maria.
Ebbe ragione su ogni cosa, Maria non fu come Sebastian, il loro Contatto non avrebbe avuto senso e fu contro natura. Prima o poi sarebbe sparito.
Ma come?
I suoi occhi grandi e neri si rivolsero subito verso la porta in metallo che, senza preavviso, si spalancò. Non si spaventò nonostante fu assorta dai pensieri, quando la porta si aprì, ci fu prorpio Lucas che, con un'aria entusiasta, fissò Maria. «Buongiorno Mary!»
«Cosa devo fare oggi...?»
Il tono di voce della ragazza fu spento e quasi annoiato, ma Lucas seppe per certo che quell'aria da morta che Maria portò sarebbe presto svanita con la notizia di quella mattina: «Ti piacciono i cavalli?» domandò il ricciolino e Maria abbassò lo sguardo con serietà, «Devo lavare i cavalli? Devo pulire le stalle?» domandò con ingenuità la ragazza e Lucas quasi si schiaffeggiò in volto. «Sei una stupida! Seguimi e vedrai!» esclamò subito dopo il ragazzo, prese subito la mano di lei e velocemente la guidò fuori da quella cella e disse: «Prima hai bisogno di cibo, però.»

Lucas quasi la riempì di cibo, Maria non sentì molta fame ma, in compenso, mangiò due delle sue mele preferite che subito la saziarono. Dopodiché, Lucas corse con lei fino a fuori, le strine la mano e non la mollò per nessun motivo. Maria non capì il perché il ragazzo fosse così euforico per lei quella mattina, lo fu sempre, certo, ma quella mattina parve quasi pazzo. Passarono per il giardino e subito dopo arrivarono all'esterno delle scuderie, così Lucas mollò la sua mano e con coraggio le diede due carezze sulle braccia,  «A dopo!» esclamò Lucas e, ridacchiando, andò via di corsa subito dopo. Maria lo guardò stranita ma, il rumore di zoccoli di due cavalli attirarono all'istante la sua attenzione, così si voltò verso di essi e due cavalli uscirono da soli dalla scuderia. I suoi occhi brillarono di stupore alla vista di quei magnifici destrieri dei quali si innamorò... il bianco e il nero. I due scossero la loro testa, mossero le loro fantastiche chiome e si fermarono, il bianco grugnì, come se stesse aspettando che Maria facesse il primo passo verso di lui, e così fu. La ragazza si avvicinò lentamente verso il cavallo bianco e lo guardò dritto in quegli occhi ambrati che l'animale possedette. Lo guardò con sicurezza e con amore, l'animale percepì ogni sua emozione e, così, chinò il capo e mosse la testa in avanti, poi premette il muso contro le sue mani. Maria sorrise e poggiò con calma le mani sul muso del cavallo e con calma accarezzò il suo muso liscio, poi passò la fronte, dove vi trovò la morbidezza del suo manto e poi toccò la chioma lunga e setosa. Mentre lo accarezzò, si sentì parecchio osservata, percepì la presenza di qualcuno accanto a lei, così, voltò lo sguardo a destra, proprio verso il cavallo nero e, accanto ad esso, ci fu prorpio Sebastian che la fissò dalla testa ai piedi. Maria prese quasi un battito ma non si spaventò, la presenza del principe la sollevò moralmente e allo stesso tempo la buttò giù tremendamente. Amò la sua presenza ma allo stesso tempo non riuscì a stargli accanto, però, i suoi occhi, rimasero fissi su di lui, come due catene inseparabili. Sebastian non parlò, tenne le braccia conserte e, semplicemente, si spostò e distolse lo sguardo dalla fanciulla, poi con sicurezza allungò le mani lungo la sella del prorpio cavallo nero. Maria guardò le sue mani forti e dalle vene sporgenti, arrossì e distolse subito lo sguardo con coraggio nonostante il suo istinto la portasse ad osservarlo ancora. «Come si chiamano?» domandò con timidezza Maria, quasi la sua voce non si sentì e tremò, Sebastian la guardò un attimo e poi indicò con un cenno della testa il cavallo nero, «Lui si chiama Tuono. Lei Bianca.» rispose subito il principe, Maria guardò i due destrieri con stupore e poggiò la mano sulla fronte di quello bianco, «Quindi lei è femmina?» domandò con curiosità Maria, Sebastian si fermò e la fissò per un attimo, «Si.» rispose lui con indifferenza, poi si mise accanto a Maria, così da sistemare la sella di Bianca. Maria sentì il fiato quasi mancare, si sentì sovrastare ancora una volta da Sebastian: più stette vicina a lui, più si ricordò della notte che passarono insieme.
«Tu sai montare bene?» domandò Maria curiosa, osservò come Sebastian sistemò le selle e, quando lui si voltò verso la sella di Tuono, alla domanda, voltò lo sguardo verso la fanciulla con un sorrisetto: «Dopo la notte scorsa non lo sai?» domandò, tanto per infastidirla. Maria aggrottò la fronte e, solo dopo, capì il doppio senso della domanda che fece e della risposta che Sebastian le diede. Mentre lui si avvicinò verso il destriero bianco, le guance di Maria quasi presero fuoco e i suoi occhi si sgranarono leggermente. Sebastian la guardò dall'alto e ridacchiò con virilità, poi strinse le redini del cavallo e si mise davanti a Maria e la guardò con serietà, «Certo che lo so montare, il cavallo.» rispose con voce scura e tirò leggermente le redini mentre Maria lo guardò dal basso con ingenuità e deglutì.
«Sali.» disse subito dopo lui, poggiò le mani sui fianchi di lei per alzarla e farla sedere sulla sella, ma Maria lo fermò e gli strinse le mani, «Anch'io so montare... il cavallo.» disse lei con serietà. Sebastian la guardò negli occhi e, d'istinto, strinse le sue mani con forza e attaccò il suo corpo al proprio, «Devo perlustrare la zona, oggi. Vedi di non crearmi problemi, stupida umana.» sussurrò lui quasi con sensualità, Maria spostò le sue mani con coraggio e subito dopo, con sicurezza, salì sul cavallo senza problemi e strinse le redini. Sebastian rimase immobile e la guardò tutta, guardò le sue mani, la sua schiena, le sue gambe divaricate e il suo bacino poggiato sulla sella.
«Cristo.» pensò lui senza controllo, quasi ringhiò al gesto di quella piccola donna, lo sorprese e, quei gesti sicuri e quasi forti di lei, quasi lo eccitarono. Non si soffermò molto sul guardarla, così si voltò indietro e salì sul proprio destriero nero. «Seguimi, e non provare a scappare.» disse lui. «Non ha senso fuggire.» rispose lei subito dopo e Sebastian la guardò negli occhi, poi distolse lo sguardo e, senza preavviso, sbatté le redini e il cavallo corse. Maria sgranò gli occhi e guardò Bianca, si sentì in panico per un attimo ma subito dopo con coraggio fece lo stesso e la cavalla corse dietro l'altro. Due guardie aprirono due cancelli interni sul retro del castello, così uscirono di corsa verso i boschi del regno. Maria si strinse a Bianca, il vento le spostò i capelli e il suo corpo saltò leggermente, si guardò intorno con meraviglia lungo quei sentieri verdi e grandi. Si sentì quasi libera, i suoi occhi si aprirono con sicurezza e sorrise, così strinse le redini e guidò Bianca accanto a Tuono. Sebastian la guardò per un attimo con sorpresa e strinse di più le redini, i suoi occhi viaggiarono lungo il corpo di lei ma subito distolse lo sguardo e, con serietà, ritorno sui propri passi. Dopo un sentiero, passarono in mezzo a delle piante e, davanti a loro, ci fu un grande lago cristallino e una grande cascata meravigliosa. Sebastian tirò le redini e guidò al cavallo di fermarsi, Maria lo guardò e fece lo stesso all'istante, così i due cavalli si fermarono ad alcuni passi dall'acqua, mentre Maria rimase immobile ad osservare quella grande cascata che quasi le catturò il cuore. Non vide mai una cascata così grande e meravigliosa, non vide mai, in vita sua, un lago così grande e lucente come quello. Sebastian scese dal cavallo e strinse le redini del prorpio, camminò in avanti e, passando accanto a lei, le strinse la caviglia, «Scendi.» le ordinò, poi la mollò e proseguì in avanti col prorpio cavallo. Maria sussultò a quel tocco, sentì  i brividi lungo le gambe e deglutì, non rispose e non perse tempo e scese dalla bellissima cavalla bianca, strinse le redini e la guidò verso il lago. Una volta vicini, i due destrieri si chinarono a bere velocemente dal lago e Sebastian accarezzò la chioma di Tuono con calma. Maria si chinò verso l'acqua e, appena si specchiò, si toccò i capelli e sospirò lentamente. Sebastian si alzò le maniche e la fissò, si chinò anche lui verso l'acqua e si lavò le mani e gli avambracci lungo la pelle pallida e leggermente luccicante, poi, con un piccolo gesto della mano, schizzò dell'acqua verso Maria. La ragazza sussultò e lo guardò con fastidio, lui invece ghignò e si rimise dritto col corpo e disse: «Che vuoi?» Maria si morse le labbra e si rimise dritta anche lei, poi, con coraggio, prese dell'acqua con le mani e la buttò addosso al principe che, con dei riflessi quasi felini, mancò l'acqua fredda. Maria si bloccò e rimase immobile, Sebastian invece assottigliò gli occhi e si voltò lentamente verso di lei con pericolosità, «Lo sai che quest'acqua è fredda?» domandò seriamente lui e Maria si morse le labbra con timore mentre lui si avvicinò, «I-io... AH? METTIMI GIÙ!» Maria gridò mentre Sebastian ridacchiò con cattiveria, la strinse dai fianchi con forza e la guidò verso il lago senza alcun problema.
«Ogni azione ha la sua conseguenza.»
«Ma io stavo scherzando...» 
Maria quasi piagnucolò, l'acqua fredda le bagnò le gambe e lei urlò, Sebastian la tenne ferma e la guardò dall'alto con divertimento. «S-Sebastian, ti prego, non andare in fondo...» balbettò lei, ma lui la strinse di più a sé e camminò verso il fondo del lago senza alcun problema: più lei si spaventò, più lui si fece serio. L'acqua le arrivò alle spalle, tremò per quanto fu fredda e quasi pianse, «Seb... ho freddo...Non... non tocco con i piedi!» esclamò Maria e si strinse a lui con le gote rosse. «Non sai nuotare o hai paura?» domandò lui con serietà e la guardò dall'alto con attenzione, ma Maria non rispose e d'istinto strinse le braccia attorno al suo collo. Il suo corpo tremò per l'acqua fredda e per la paura, Sebastian guardò in basso con serietà e, per un attimo, pensò che Maria lo stesse facendo apposta, così mollò lentamente la presa dai suoi fianchi.
«E se...»
«NO! Seb... ti prego... ti prego, ho paura...»
Maria si strinse di più a lui di colpo, quasi si gettò sopra il suo corpo e, il principe, si ritrovò a stringerla a sé con le braccia attorno alla sua vita. Fece dei passi indietro, sentì chiaramente il corpo della fanciulla tremare e con le proprie orecchie ascoltò i battiti quasi impazziti del suo cuore. Sentì il petto e il seno di lei premere contro il suo, sentì il suo respiro veloce e il petto muoversi, amò quella sensazione. «Non hai paura delle armi ma dell'acqua si?» domandò lui al suo orecchio, poi, scese con le labbra sul collo bagnato d'acqua di lei e ci lasciò due baci. Una mano di Maria si strinse fra i suoi capelli d'istinto, sentì i brividi e si sentì ancora una volta piccola a quei gesti, «Tu... non conosci il motivo.» rispose lei quasi ansimante, Sebastian la guardò dall'alto e la tirò fuori dall'acqua assieme a lui. I loro vestiti furono zeppi d'acqua, persino i capelli di Maria, «Andiamo.» disse Sebastian tutto d'un tratto, Maria aggrottò la fronte e lo guardò stranita.
«Ritorniamo?»
«No, corriamo.»
«Tu ed...io?»
«Si. Voglio fare una gara. Accetti o hai paura?»


Sebastian salì sul proprio destriero e la guardò con un sopracciglio alzato, Maria si morse le labbra e con determinazione salì sul suo, «Va bene.» disse lei con serietà e Sebastian fece un sorrisetto, Maria invece ghignò e sbatté subito le redini e il cavallo corse via. Sebastian sgranò gli occhi con sorpresa, «Piccola peste.» ringhiò e guidò il proprio cavallo all'inseguimento dell'altro, iniziando così quasi una gara di corsa. Maria guidò la propria cavalla con sicurezza e si voltò indietro, appena vide Sebastian dietro di lei ridacchiò con soddisfazione e riportò lo sguardo in avanti con sicurezza. Chinò la schiena e accarezzò la chioma di Bianca con una mano, «Vai!» esclamò la corvina e la cavalla corse più velocemente verso i sentieri. Per la concentrazione e l'adrenalina, gli occhi di Sebastian divennero rossi, «Forza Tuono! Vai!» esclamò lui al proprio cavallo e questo corse accanto a Bianca, così i due corsero assieme. Maria si voltò verso Sebastian, lui invece si voltò verso di lei e i loro sguardi s'incontrano di nuovo.
«Dove hai imparato?» domandò lui con serietà, si sentì sorpreso dai gesti di Maria ma non lo diede a vedere, fu davvero curioso, non vide mai una ragazza compiere quei gesti con tale sicurezza. Maria divenne seria e guardò semplicemente il proprio anello argentato, poi, guardò subito avanti e guidò Bianca in vanti, così da correre più veloce. Sebastian la fissò con attenzione, non riuscì a parlare e, quando la vide fermarsi in mezzo ad una grande distesa in verde, tirò anche lui le redini del prorpio cavallo e si fermò dopo di lei, distante da lei. Maria rise ad alta voce ed esultò, «Ho vinto! Hai visto?!» esclamò con entusiasmo e Sebastian la fissò col fiato sospeso: il sole la illuminò come un angelo, il suo sorriso parve un tramonto e i suoi occhi brillarono come stelle... ai suoi occhi, ancora una volta, parve una bambina, una bellissima ribelle. Maria rise e accarezzò Bianca, poi voltò il proprio sguardo verso Sebastian, il quale rimase a fissarla senza parole. La bellezza di quella semplice ragazzina lo lasciò privo di forze, si sentì quasi spento al pensiero di non doverla vedere più e, ancora, quelle farfalle nello stomaco lo fecero arrossire. Maria rimase a fissarlo col cuore in gola, le sue guance divennero fuoco e le sue gambe tremarono alla bellezza di quel tremendo ragazzo...

«È bellissima.» pensò Sebastian con occhi lucidi.
«È bellissimo.» pensò Maria col corpo tremolante.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora