𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 88° - 𝑺𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒊𝒐𝒏𝒆.

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Decimo giorno, senza Sebastian.










































































































































































































































































La sabbia si spostò con leggerezza nell'aria, come veli dorati danzanti fra le grandi colline sabbiose del deserto.
Da quando lo stregone Zafir inviò la fatidica lettera d'avvertimento al suo più caro amico, il Re Marcus, rimase sempre in attesa di risposta, sopra una delle colline più alte del deserto, nonché la sua preferita, dalla quale osservò l'orizzonte soleggiato e infinito di sabbia. Il vento spostò tutti i ciondoli significativi che indossò assieme a tre veli che furono legati ai suoi pantaloni neri e al manto nero luccicante e leggero, che portò dietro la sua elegante giacca del medesimo colore. I suoi occhi, truccati di nero, viola e oro, guardarono fissi le infinite strade di sabbia che circondarono la città di Sarifi. Accanto a lui, la bellissima figlia, Luna, stette seduta in ginocchio accanto al padre e, con tranquillità - anche se pensierosa - passò la sabbia luccicante sulla sua pelle nera e liscia; la lasciò cadere lentamente, poi la riprese e continuò. Le sue lunghissime trecce corvine si spostarono col vento, alzando il suo velo viola e oro assieme ad esse. La sabbia smossa dall'aria solleticò i suoi piedi scalzi, smaltati sulle unghie di turchese. Rimase con la testa bassa, in attesa di qualche risposta, di un avviso certo... ma dopo dieci giorni, né lei e né la sua famiglia ricevettero alcuna notizia. Kaulus temette per loro, soprattutto per quelle giovani anime che andarono a lottare per la loro patria... per riconquistare la loro vendetta. Il sole, quel pomeriggio, iniziò a calare lentamente... molto, lentamente. Come se esso stesse attendendo l'arrivo di qualcosa, di qualcuno. Kaulus sospirò lentamente e si guardò intorno, ma subito dopo, la sua attenzione venne catturata dal suo animale guida, nonché Talia, la grande aquila nera. L'animale arrivò dal fondo dell'orizzonte, con le sue lunghe e grandi ali nere volò velocemente verso il proprio padrone. Scese in picchiata, poggiandosi sul braccio teso in alto dello stregone che, subito, la scrutò... ma fra le sue zampe non vide nessuna lettera di risposta. Nulla. Kaulus guardò nuovamente l'orizzonte, incredulo, preoccupato e confuso. Luna guardò dal basso le zampe di Talia con speranza, almeno in un risposta da parte di Lucas, come sempre... ma anche lei, non vide nessuna lettera. Il suo sguardo si rivolse lentamente verso le colline di sabbia che, improvvisamente, vennero smosse stranamente da un forte vento che provenì da qualche regno... come un richiamo. Gli occhi di Luna mutarono colore, il viola luccicante brillò attorno alle sue grandi pupille lucide, dovute dalle lacrime che fuoriuscirono come delle onde agitate dai suoi occhioni. La strega pianse, incerta... incredula, allibita, addolorata dalla consapevolezza che, da quel giorno in poi, non avrebbe mai più rivisto tutta quella gente... Che non avrebbe mai più rivisto Lucas.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora