𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 12° - 𝑻𝒆𝒍𝒆𝒑𝒂𝒕𝒊𝒂.

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I rumori di spade riecheggiarono per tutto il cortile quella mattina, Edward e Sebastian si allenarono duramente, dimostrando ai ragazzi le varie tecniche di combattimento con la spada: inutile dire che quei due, solo a vederli combattere assieme, furono tremendi. Non si fermarono nemmeno un secondo per prendere fiato, le spade si scontrarono di continuo e i loro movimenti furono fluidi, agili e potenti. Alcuni ragazzini tifarono per Edward, altri invece per Sebastian, e assieme a loro anche Cristina che con gelosia scansò i ragazzini per farsi notare di più: fu insopportabile. Maria portò delle coperte bianche fra le braccia, prestando molta attenzione sul come le maneggiò, poiché appartenessero alla regina. Quella mattina ebbe un incarico molto importante da portare al termine, e ormai, arresa e consapevole della sua vita, obbedì a qualsiasi cosa, ma soprattutto, a frenare la sua voglia di fuggire fu proprio per Lucas e Anna. Passò davanti una finestra aperta del piano superiore del castello, osservando gli allenamenti dei due principi e, subito, gli occhi di Maria si soffermarono solo su Sebastian. Lo guardò attentamente, sussultando ai colpi di spada come per paura che quel ragazzo potesse farsi male... perché pensò quelle cose?
Sentì come mille farfalle nello stomaco e un grosso peso al petto guardandolo, Sebastian bloccò Edward con la propria spada, avvicinando il volto contro quello del fratello per poi ringhiare come una bestia. «Dannazione... è stupendo.» pensò d'istinto la fanciulla, mettendo una mano contro il petto e sussultando a quel ringhio così dominante. Dopodiché, il giovane Lucas divise i due per fermare la "piccola sfida" accesa fra i due fratelli, e nel mentre parlarono della sfida, Sebastian si strappò la maglia, in modo inaspettato. Il cuore di Maria prese a battere all'impazzata, le sue gote presero quasi fuoco e quelle maledette farfalle nel suo stomaco, a quel gesto, si trasformarono in mille leonesse rabbiose. Sentì i brividi, fissò, per la prima volta, il corpo semi nudo di Sebastian, ammirando il suo corpo scultoreo e unico. Con la pelle pallida e sudata, i muscoli della schiena divennero contratti quando si girò di spalle per posare la spada, e quella visione accese in Maria una strana voglia di toccarlo, di stringerlo a sé e... di volerlo. Sebastian, d'altronde, riuscì a sentire l'odore della fanciulla, così, senza farsi notare da nessuno - sopratutto da Cristina -, si voltò lentamente verso la finestra, girando semplicemente la testa verso di lei, puntando i propri occhi rossi contro quelli di Maria. La sua mascella pronunciata rese i suoi lineamenti ricchi di virilità e sensualità, il suo sguardo quasi famelico non spaventò Maria, ma bensì la scosse di piacere. Il contatto visivo di Sebastian accese in lei strane visioni, come se quel tremendo vampiro le stesse mostrando cosa avrebbe voluto farle...
«Cosa guardi, piccola?»
«Non sono affari tuoi.»
«Stai prendendo confidenza con me? bene... La tua mente mi dice altro.»
I due parlarono telepaticamente con profondità, e quel maledetto contatto divenne così intimò da eccitare la ragazza, e di colpo, quelle tremende visioni si fecero vivide nella mente di entrambi...
«Dillo che mi vuoi.»
«No, io ti odio.»
«Anch'io ti odio.»
A quelle parole Maria chiuse gli occhi, sussultando alla forte visione di Sebastian sopra di lei, a stringerle il bacino per spingersi con forza contro di lei e, con le sue labbra a donarle baci famelici sul collo, ringhiando contro il suo orecchio e ansimando con quella sua voce scura e potente. Maria aprì subito gli occhi, spalancandoli e coprendosi la bocca, completamente rossa in viso e tremolante, «Sei una bambina.» disse lui con prepotenza, ridendo con sensualità e cattiveria. Maria strinse le gambe, percependo uno strano formicolio sul suo basso ventre, «Non sono una bambina.» pensò con rabbia lei, mordendosi le labbra di continuo per calmare quella sensazione di fuoco fra le sue gambe. «Va a lavorare, stupida.» disse ancora lui, distogliendo lo sguardo dal suo per andare via, e lo stesso fece Maria, correndo via e stringendo le coperte con vergogna. «Che cos'è questa sensazione... perché mi sento così con lui? Perché?» pensò, raggiungendo velocemente la stanza della regina per consegnare le coperte, e solo all'ora decise di calmarsi e di riprendere fiato. Con coraggio bussò alla porta che, stranamente si aprì subito, rivelando la bellissima donna che attese il suo arrivo, guardandola seriamente. «Chiedo perdono per il ritardo, io... mi ero persa.» mentì Maria, tremando quasi per lo sguardo della regina e pensando al peggio, ma invece, questa prese le coperte e le sorrise. «Ti ringrazio, puoi andare.» disse semplicemente Kate, sorprendendo Maria che la guardò con più tranquillità, chinandosi: «Vostra maestà.» disse, per poi voltarsi per andare via di corsa. Kate la guardò attentamente per poi chiudere la porta e, poggiandosi ad essa, sorrise semplicemente.


Anna camminò tranquillamente nel salone reale, sistemando alcune piante e controllando che tutto sia in ordine per la regina, poi si sistemò l'abito amplio e verde, voltandosi verso il portone dell'entrata, il quale si chiuse con prepotenza. La rossa non si meravigliò nel vedere Cristina, la castana camminò con altezzosità verso di lei, guardandosi intorno, «Ti serve qualcosa?» domandò Anna, distogliendo lo sguardo per sistemare le ultime piante dentro un vaso, mentre Cristina la guardò con serietà. «Hai la polvere per la luna rossa?» domandò Cristina e, a quella domanda Anna si bloccò, voltandosi lentamente verso la castana con sguardo attento. «Non potrai obbligare Sebastian a stare con te durante la luna rossa. I vampiri maschi seguono i loro istinti durante quella notte.» rispose Anna, e Cristina sorrise falsamente. «Appunto, voglio essere sicura che lui stia con me... e poi, il nostro fidanzamento sarà ufficiale prima o poi.» disse la castana, Anna distolse lo sguardo, camminando con nervosismo dall'altra parte del salone. «Ho potuto notare che tu e il piccolo Lucas avete stretto una forte amicizia con quella sporca serva umana... assurdo da parte tua, Anna.» parlò ancora Cristina, cercando di infastidire la rossa che si voltò di scatto con occhi rossi e i pugni stretti sulla vesta verde, «Non ti darò mai la polvere per la luna rossa, se Sebastian vorrà condividerla con te, lo farà. Ma se non vorrà, evidentemente non ti vorrà, illusa.» disse a denti stretti la rossa, voltandosi di nuovo di spalle per andare via, ma Cristina si parò davanti a lei di colpo, sussurrandole con un ghigno: «Tu e Edward avete unito il vostro amore in età molto giovane... due adolescenti follemente innamorati e guarda tu, questo amore è durato per dieci anni... non sarà bello rovinare questa passione così ardente fra voi due... e chissà come reagiranno il Re e la Regina se venissero a saperlo.» a quelle parole, Anna quasi sbiancò, gli occhi divennero arancioni e per la rabbia quasi si graffiò i palmi a furia di stringere i pugni. La rossa la guardò con rabbia e, teletrasportandosi via, ritornò subito da lei, porgendole una piccola boccetta con della polvere simile a sabbia, dal colore forte e azzurro. «Sposerai Sebastian? Bene. Sappi che non sarai ben accetta in famiglia. Sebastian è un uomo maturo per capire e ti ricordo che lui non crede nell'amore, non ti sposerà mai per amore.» sussurrò Anna col fiato un po' veloce, Cristina prese la boccetta e sorrise con falsità, «Sai Anna, nemmeno io...» sussurrò la castana, svanendo dalla sala in un batter d'occhio. Anna rimase immobile, fissò il vuoto e ringhiò con rabbia, voltandosi per correre via dal salone.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora