𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 23° - 𝑫𝒆𝒄𝒊𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆.

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Sentì un senso di libertà e di soddisfazione dopo aver risposto, non si sentì forte, ma in quel momento ebbe la sensazione di aver ritrovato un po' se stessa e il suo essere ribelle. Posò i piatti rotti sopra il tavolo in legno della grande cucina, all'interno di essa ci furono soltanto due servi che lavarono i piatti, così lasciò il tutto lì, uscì dalla cucina e si avvicinò al tavolo con stanchezza, per sparecchiare la tavola con calma.
Maria passò il tempo a pensare mentre portò i piatti e sistemò le varie sedie, toccò le posate con le dita, arrivando a toccare un coltello molto appuntito, tutto d'argento.
Si fermò e lo guardò, lo passò fra le dita e rimase a fissarlo con occhi spenti e con la mente affollata da pensieri, ma soprattutto dalla stanchezza di quella mattinata così movimentata.
Nonostante Maria avesse avuto il coraggio di rispondere a Sebastian e mostrarsi forte, non riuscì a nascondere a se stessa il fatto che, nel profondo, provasse ancora tristezza, dolore e vergogna.
Quando Cristina la fece cadere, sentì gli occhi di ogni singolo ospite puntati addosso, e ciò, di certo, non le portò dei bei ricordi... come il suo passato oscuro che tornò di nuovo per distruggerla, più forte di prima.
Maria odiò essere puntata, essere fissata, odiò stare al centro dell'attenzione, poiché ciò le ricordò il suo tremendo passato che solo Anna e Lucas conobbero.
In quel momento, una strana voce le parlò all'orecchio, ricordandole che il suo corpo umano non avrebbe retto la morte, ma,  allo stesso tempo, pensò ad Anna, a Lucas, a Edward, alla piccola Olivia, ma allo stesso tempo pensò a Sebastian, e più pensò a lui, più la sua tremenda voglia di svanire divenne forte.
Che senso avrebbe avuto vivere in quel modo?
Che senso avrebbe avuto continuare a provare tali emozioni per un uomo completamente opposto a lei? Perché continuare?
Se fosse sparita non avrebbe vissuto con la costante paura di non averlo accanto, se fosse sparita per sempre, avrebbe reso felice sia Cristina che lui, perché in fondo, quei due almeno stettero vicini.
Pensò a questo, pensò al fatto che Sebastian rise nel vederla a terra, pensò al fatto che almeno Cristina riuscì a toccarlo, a poterlo avere e poterlo sposare un giorno, Maria no.
Maria avrebbe vissuto in quel modo, da mortale umana, da fallita, da vigliacca, da ragazzina e non da donna... avrebbe vissuto senza forze, senza nessuno, non avrebbe potuto realizzare ciò che promise sempre ai suoi genitori...

«Un giorno avrò dei figli, e racconterò a loro di te, mamma... anche di te, papà!»

Avrebbe vissuto con il peso di non aver mantenuto le promesse fatte a Jackson...

«Voglio vivere il mio futuro con te, voglio crescere i nostri figli con la stessa forza tua, io te lo prometto.»

Non avrebbe promesso più nulla, si decise ormai, avrebbe reso felice Anna, Edward e Lucas, quella notte sarebbe andata al ballo, ci avrebbe provato, ma dopo sarebbe sparita per sempre.
Decise di non promettere più nulla, così strinse il coltello e si guardò intorno mordendosi le labbra e, con velocità lo nascose sotto il seno, grazie all'aiuto dell'abito che le strinse il petto.
Dopodiché, una volta finito di sparecchiare e sistemare, si diresse verso i corridoi in cerca di Anna o Lucas, non seppe più cosa fare e in quel momento non avrebbe voluto vedere Sebastian per nessuna ragione, così camminò velocemente nel corridoio, guardando fuori dalle finestre per controllare, ma non vide nessuno.
Sospirò e camminò ancora e, appena girò un angolo intravide Cristina camminare in lontananza assieme alle sue "amiche" di fiducia.
Maria si bloccò e si girò subito di spalle per ritornare indietro, ma la castana comparve proprio davanti a lei, «Devo ammettere che avere a che fare con te è davvero divertente.» disse Cristina con un sorriso falso, Maria si morse le labbra e indietreggiò di due passi indietro.
«Cosa vuoi, Cristina?»
«Cosa vuoi tu, Maria.»
La castana divenne seria e quasi rabbiosa, gli occhi si colorarono di arancione e lentamente avanzò verso la corvina che strinse i pugni con rabbia.
«I tuoi occhi sono sempre puntati su Sebastian, il tuo pensiero altrettanto. Sai, mi incuriosisce un po' il tuo essere...» disse Cristina, mente le tre donne dietro Maria la bloccarono, impedendole di indietreggiare ancora.
«Quella volta, nelle scuderie, dicesti che non avresti avuto paura di uccidere di nuovo... Cosa intendevi?»
«Non è affar tuo.»
«Oh, avanti umana... parla, altrimenti dirò a Sebastian che tu, di nuovo, mi hai ferita.»
Maria strinse i pugni e gli occhi si fecero lucidi, «Ma io non-» la corvina si bloccò nel vedere Cristina graffiarsi una guancia con tre unghie affilate, poi fece lo stesso sulla spalla, spaccando la manica con altri tre graffi che subito sanguinarono di un sangue scurissimo, tipico dei vampiri. La corvina respirò velocemente e la guardò negli occhi con rabbia, trattenendo le lacrime che minacciarono di uscire: «Nell'arco della mia vita ho ucciso una decina di persone... uomini, donne, vampiri e umani. Non per divertimento, ma per difesa.» parlò Maria a bassa voce e con coraggio, Cristina la fissò e ghignò. «Hai ucciso vampiri in vita tua... dunque, perché non fare lo stesso con noi? Forse, non vuoi fuggire dal castello perché hai capito di amare Sebastian?» sussurrò Cristina, mostrando i propri canini con superiorità, Maria sentì la rabbia ribollire nelle proprie vene, sentì il proprio istinto guidarla a prendere il coltello nascosto, ma non lo fece, quello sarebbe servito per lei un giorno.
«Io non amo Sebastian.»
«Tu hai avuto il Contatto con lui, pensi non l'abbia capito? Ah?»
Maria sentì un colpo al cuore e sgranò gli occhi: cosa avrebbe dovuto fare in quel momento?
Cristina si avvicinò di più a lei e premette di colpo le proprie unghie affilate contro il petto di Maria, mentre l'altra mano fu dietro la sua schiena, proprio sopra la spina dorsale, verso il centro della schiena. «Sai come si spezza il contatto, Maria?» sussurrò Cristina, mentre le tre donne da dietro ringhiarono con i canini di fuori, pronte ad azzannare l'umana per dissanguarla. Maria si paralizzò, provò a muoversi ma le unghie della castana premettero di più contro la sua pelle: quella volta non sarebbe riuscita a prendere alla sprovvista una vampira, furono in molte, e con furbizia Cristina le parlò, confondendola e manipolandola mentalmente. «Uccidendo.» disse subito dopo Cristina, terminando ciò che iniziò a dire.
Maria chiuse gli occhi tremando come una foglia, una forte volata d'aria le spostò i capelli e le mani di Cristina svanirono, come se qualcosa o qualcuno si fosse piazzato davanti a lei.
Così Maria aprì gli occhi all'istante, ritrovandosi davanti a lei Edward e Lucas, e dietro, invece, ci fu Anna che le strinse una mano per poi spingere il corpo della ragazza contro quelli dei due principi.
Edward e Lucas fissarono Cristina con i loro occhi rossi, ringhiarono e mostrarono i loro canini con rabbia, Anna invece ringhiò contro le tre complici di Cristina, le quali ringhiarono e si allontanarono subito spaventate alla forte presenza dei tre.
Maria tremò appena vide Lucas rabbioso contro Cristina, non vide mai quel dolce e tenero ragazzino trasformarsi totalmente in una bestia, e ciò, la lasciò senza parole.
«Che tu sia maledetta.» ringhiò Cristina contro Maria, indicandola con superbia, «Lei mi ha ferita! Mi ha graffiata! Vedete?! Voleva uccidermi di nuovo!» esclamò la castana con falsità, e Edward ghignò, «Come nelle scuderie, quando gettasti Maria nel fango, vero?» disse il principe, poi girò  il viso di lato per riferirsi ad Anna: «Mandale via.» ordinò, e Anna annuì e osservò poi le donne con i suoi occhi grandi e rossi, «Sparite, ORA.» ringhiò la rossa, e subito le tre scapparono via con rabbia a gambe levate.
«Vi prego... basta... non è successo niente...» sussurrò Maria tremando, ma i due principi presero le sue mani, Lucas prese la mano libera di lei, mentre Edward quella occupata dalla mano di Anna, stringendo così le mani di entrambe allo stesso tempo.
«Non ho mai avuto a che fare con una donna così pericolosa e maligna come te, lo ammetto. Ma ciò non esclude il fatto che io possa perfettamente distruggerti in un batter d'occhio.» disse Edward, le ferite di Cristina rimarginarono subito e questa guardò i due con un ghigno, ritirando via le lacrime false che andò a versare inutilmente per fingersi vittima. «Sebastian lo saprà, e quando lo saprà ci andrete di mezzo pure voi.» disse Cristina a denti stretti e Maria lacrimò, non volendo che i tre andassero di mezzo ad una cosa così minima e insignificante.
«Lei ha avuto il Contatto con il MIO Sebastian! Tu... razza di aborto!» gridò Cristina su tutte le furie e, a quelle parole Lucas scattò davanti a lei, la gettò al suolo per mettersi sopra di lei, pronto a spezzarle il collo con una mano, ma Anna scatto da lui e lo tirò indietro. «Lucas, basta! Non ne vale la pena!» disse Anna trattenendolo, ma il ricciolino si dimenò e gridò: «Ho visto troppe persone morire! Ho visto troppe umane morire per colpa di una come lei! Se dovesse succedere qualcosa a Maria... giuro su Dio che tu... TU, morirai per mano mia!» ringhiò Lucas quasi fuori controllo, Maria si coprì la bocca e lo fissò con gli occhi sgranati, Edward corse da lui per inginocchiarsi e lo guardò negli occhi, prese il suo volto fra le mani mentre Anna continuò a stringere il ragazzo da dietro per fermarlo.
Cristina rise mentre si alzò, pulendosi una spalla con indifferenza e, più lei rise, più Lucas si imbestialì, ma Edward gli parlò: «Lu... Lu, guardami. Ricordi quando accadde lo stesso in quella cella, vero? Bene... devi respirare. Respira e ripeti con me... Non è niente.» disse Edward con coraggio, Maria notò le mani del maggiore tremare e non capì il perché, ma continuò a guardarli, confusa per le parole che disse Edward.
Lucas respirò profondamente e lo guardò negli occhi e ripeté assieme a lui: «Non è niente... non è niente.» sussurrò il ricciolino, mentre il fiato gli tremò, più respirò e ripeté la stessa frase, più si calmò, rilassando i muscoli. Anna gli accarezzò i capelli, mentre Edward deglutì e avvicinò la fronte contro quella del fratello, premendo per un attimo le due fronti per poi allontanarsi e rialzarsi, voltandosi verso Cristina, ma questa svanì. «Maledetta.» sussurrò Edward, così si voltò subito verso Maria, «Mary.» disse il principe, e lei, con sicurezza, si avvicinò a Lucas ancora tremolante e poggiò una mano sulla sua spalla.
Il ricciolino alzò lo sguardo, i suoi occhi tornarono azzurri e subito si riempirono di lacrime, «Stai bene Mary? Vero? Io... perdonami... non volevo.» tremò Lucas fra le lacrime, ma Maria si inginocchiò e strinse le proprie braccia attorno al suo collo per accarezzarlo e tranquillizzarlo.
Lucas la strinse a sé in un abbraccio e pianse, poggiando la fronte contro la spalla di Maria con affetto, e lei sorrise.  «Non ti ho mai visto in quel modo... è stato assurdo.» disse la corvina, sorprendendo Lucas che subito la guardò:
«No... sembro un mostro.»
«No, sembri una forza della natura.»
Ridacchiò Maria, mentre un raggio di sole illuminò i loro volti e anche quello di Lucas: mise in risalto i suoi occhi azzurri e gonfi per le lacrime, così, con un piccolo sorriso, si portò i capelli indietro con tenerezza nel sentire le parole di Maria.

«Mary

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«Mary...» disse Anna porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi, la corvina la strinse e si alzò assieme a Lucas.
«Non ci siamo scordati del ballo.» disse la rossa e le spostò i capelli corvini dal volto per osservarla meglio, ma Maria abbassò lo sguardo con insicurezza. «Dovrai legarti i capelli, così che nessuno possa riconoscerti a tutti gli effetti dato che, ormai, tutti ti hanno sempre vista con i capelli sciolti.» continuò a parlare Anna, ma Maria si morse le labbra tristemente e guardò in basso. «Ho paura...» sussurrò, ma Lucas le strinse una mano e si avvicinò a lei, e dall'alto la guardò negli occhi, con sicurezza e serietà: la ragazza rimase sbalordita per la determinazione di Lucas, ancora una volta quel ragazzo la sorprese nonostante la fragilità che il ricciolino possedette. «Maria, sei venuta quì dall'Est, da sola. Non è da tutti affrontare un viaggio così da soli.» disse Lucas, Edward si mise accanto a lui e osservò Maria con attenzione, «Quando ti vidi per la prima volta rimasi sbalordito per la tua tenacia. Io e i miei uomini trovammo difficoltà nel seguirti, ma poi, guardandoti vidi una semplice ragazzina, una bambina, proprio come mia sorella. Non riuscì ad ucciderti sul posto anche se avrei dovuto farlo secondo le nostre leggi, ma non lo feci, perché avvertì in te qualcosa di diverso, e quel qualcosa è la tua forza, Maria. È una forza mai vista prima d'ora che ancora ha bisogno di crescere dentro di te, ma qualcuno dovrà insegnartelo.» parlò Edward e, a quelle parole due lacrime scesero dagli occhi di Maria, rimase quasi pietrificata per quelle parole, seppe con certezza che Edward non ebbe il coraggio di ucciderla, seppe finalmente il perché non le fece del male ma, sulla forza, ebbe dei dubbi: non riuscì a sentirsi forte, e forse davvero qualcuno avrebbe dovuto insegnarle come far uscire quella sua forza mai mostrata a tutti gli effetti. «Prima avevi detto a Sebastian di non provare paura nei suoi confronti, dunque, ora dicci, Maria; hai davvero paura di Sebastian? Hai davvero paura di presentarti ad un semplice ballo?» domandò Anna e Maria si asciugò subito le lacrime, poi li guardò con decisione e rispose una volta per tutte...

«No, io non ho paura.»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora