𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 79° - 𝑳𝒂 𝒕𝒓𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒂𝒔𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂.

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Cavalcarono con potenza lungo i sentieri innevati e fin sopra le ripide colline che, tutti in gruppo, superarono. Gli zoccoli dei cavalli fecero tremare la terra e le loro criniere svolazzarono nell'aria fredda e i loro manti lucidi misero in risalto ogni singolo muscolo. Gli animali si chiusero nelle proprie tane, gli alberi alti si spogliarono sempre di più di tristezza e solitudine, come se la natura stessa fosse triste per loro, per la tremenda guerra che, a breve, avrebbero dovuto affrontare con cautela e saggezza. I fiori non si schiusero e persino gli uccelli si rifiutarono di uscire dalle loro tane per svolazzare per i cieli nuvolosi del regno. Tutto fu così tremendamente sofferente e morto... privo quasi di senso, assente di una felicità che, da quel momento in poi, sarebbe stata incerta per ben due regni interi. Persino nel Regno del Sud, il silenzio trionfò, ma le candele continuarono ancora a brillare e illuminare quella piccola fiamma di speranza, con la quale i cittadini avrebbero sostenuto chiunque durante quella battaglia. I quattro principi, intrepidi, galopparono dietro i propri padri con sicurezza e concentrazione, pensierosi su ogni singola cosa che, in quel momento, avrebbe avuto a che fare con il loro importante e definitivo scontro.

Il loro viaggio, finalmente ebbe inizio.

Sarebbero arrivati quella notte stessa alle porte del regno dell'Est, proprio dove gli ibridi dominarono ormai per anni; non mollarono mai la presa, rimasero fissi in quel regno, ad escogitare chissà quale strano piano, pur di arrivare al Nord. I loro destrieri si allontanarono pian piano dalla loro terra d'origine, attraversarono praterie ricoperte di neve e sorpassarono i grandi boschi. Il vento gelido asciugò i manti dei soldati e stuzzicò la loro pelle solida e pallida, che alla luce di alcuni raggi solari, brillò come cristallo. Sebastian si voltò indietro parecchie volte, in cerca di qualcosa...come se fosse malinconico o stranamente in pensiero per i propri uomini dietro di loro. Mentre Tuono corse, il principe non fece altro che pensare alle parole di Maria, che sentì impresse nella propria mente con chiarezza. Quel "Ti amo", rimbombò contro le sue orecchie come un grosso eco infinito, e come un boomerang, quella parola ritornò nuovamente indietro, poi si allontanò lentamente... poi, si riavvicinò alle sue orecchie.
Guardò in basso, con gli occhi persi in pensieri profondi quanto le sue paure; per un assurdo motivo, la sua mente fece risuonare la voce del bambino che sognò la notte precedente. Quel "Papà" lo fece rabbrividire, ma non negativamente; al pensiero di Maria, con in braccio il suo bambino... una creatura nata dalla sua unione con lei, scatenò in lui una strana emozione quasi lo elettrizzò. Aggrottò la fronte, con gli occhi fissi nel vuoto mentre pensò intensamente a quella visione. Fu l'unico, in quel momento, al ragionare su un pensiero estraneo, che non riguardò minimamente il piano in atto che escogitarono per bene. Si sentì intontito, per colpa di Maria. Si sentì nuovo vulnerabile come una semplice foglia secca.
«Arcieri, seguite il sentiero nord-est, noi proseguiremo dritto.» ordinò Marcus d'un tratto, mentre guidò tutti gli uomini al fermarsi davanti una stradina spianata, che separò due boschi; proseguì verso destra e verso sinistra.
Sebastian alzò finalmente lo sguardo, leggermente stordito, non si rese nemmeno conto che dopo svariate ore, raggiunsero già l'inizio del confine del loro Regno, il che significò solo una cosa... mancò solo un pomeriggio intero all'arrivo, e dal quel tratto di strada in poi, sarebbero finalmente entrati fin dentro il cuore dei boschi dell'Est.
Il tragitto verso i confini rubò un'intera mattinata ai mille soldati, sparpagliati fino in fondo ai boschi. I quattro principi si guardarono intorno mentre si misero composti con la schiena sopra la sella, Lucas accarezzò la criniera della propria cavalla, Bella, e la guardò con dispiacere, con un mezzo sorriso ricco di senso di colpa per averla fatta stancare. Edward osservò gli alberi, poi, scrutò il destriero del fratello, Sebastian, e pian piano salì con gli occhi fino alla forte figura del ragazzo, e lo analizzò in silenzio. Intravide troppa distrazione in lui, osservò come il fratello osservò sia Alex che Marcus con troppa tranquillità, come se quel giorno, per lui, fosse una normale giornata di escursione. Intravide qualcosa nei suoi occhi, proprio sotto un leggero raggio di luce che accese il suo volto; lo fissò, in cerca di quella strana sensazione che lo guidò al fissare incessantemente gli occhi del fratello. Qualcosa nel suo riflesso, mostrò qualcosa anche a Edward, come se qualcosa, all'oscuro di Sebastian, volesse parlare a tutti, tranne che al principe stesso. Cercò in qualche modo di leggere il suo pensiero, forse in quel momento Sebastian pensò a qualcosa, e magari Edward avrebbe potuto capire il perché di quel suo comportamento così assente; ma non percepì assolutamente nulla, se non una strana angoscia che, però, non provenì da Sebastian, lui non provò affatto quella sensazione. Più lo guardò, più Edward si distaccò dalla realtà, guidato ad assistere ad una strana e disturbante visione che allarmò all'istante il fratello maggiore.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora