𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 5° - 𝑰𝒍 𝒃𝒂𝒈𝒏𝒐.

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La bestia presente in lui non riuscì a contenersi. La sua rabbia, alla vista di quell'umana, fu così feroce che il suo lato più violento e famelico necessitava d'esser soddisfatto con altrettanta violenza. Non si diresse nella propria camera da letto, passò verso il cortiletto del castello dove, raggruppate a spettegolare, ci furono un paio di donne vampire, e fra queste, colei che l'avrebbe soddisfatto; lunghi capelli castano chiaro con delle ciocche bionde, occhi azzurri, pelle olivastra, petto prosperoso e corpo molto snello, nulla d'eccezionale d'altronde, poichè tratti comuni alle donne lì presenti. Afferrò il polso della donna, e questa, abituata ormai a quegli scatti, ridacchiò, sentendosi privilegiata. «Sebastian mio... perché questa rabbia?» domandò la donna, con sensualità e con falsa innocenza, scatenando di più l'eccitazione di Sebastian, essendone pienamente cosciente. «Taci... taci o ti avrò davanti a tutti.» ringhiò sottovoce il biondo, i suoi occhi ancora tinti di rosso non riuscirono a vedere nient'altro se non la camera che tenne riservata solo e unicamente per le "sue donne", tra cui la sua preferita che non risparmiò mai. Aprì la porta con frettolosità, e una volta chiusa, strappò con violenza l'abito della ragazza, scoprendo il suo corpo all'istante. I suoi occhi non videro altro quella notte se non quella famelica voglia necessaria a placare la sua rabbia. Non riuscì ad essere quieto, non riuscì ad esprimere amore con i suoi gesti, poiché lui non sapeva nemmeno che significato avesse l'amore. La donna fece scontrare le sue labbra contro quelle del biondo, ma questo la scansò all'istante. «Cristina.» sussurrò ringhiando il biondo, stringendo la gola della ragazza che mostrò i canini e gli occhi che brillarono di rosso. «Non osare mai più farlo.» disse ancora Sebastian, mentre Cristina strappò la sua maglia sottile, quasi trasparente, scoprendo quel corpo scultoreo e snello. «Non sarò calmo stanotte.» disse lui, spingendo la ragazza sul letto per slacciare i propri pantaloni mentre il fiato diveniva sempre più pesante, proprio come quello di un leone affamato.
«Sei così arrabbiato... forse con me?»
«Con una lurida serva umana.» Sebastian si morse le labbra, ricordando per un attimo il profumo della corvina, ma subito dopo scacciò via quel piccolo ricordo. Cristina, con un ghigno strinse le gambe chiuse, provocando in Sebastian ulteriore rabbia, così questo afferrò le sue cosce, girandola con uno scatto con la pancia rivolta verso il basso. Afferrò i suoi capelli castani e dalle ciocche bionde, tirandoli con forza come se stesse domando un semplice animale. Cristina gemette ma rise, premendo con perversione il bacino contro quello del biondo, il quale, senza controllo, come impossessato dalla sua bestia, afferrò quel bacino per averlo sempre più stretto a sé.

[ . . . ]

Un raggio di sole illuminò la purezza del viso di Maria, la quale si svegliò lentamente percependo il proprio volto accaldato dal bellissimo raggio. Aprì gli occhi con lentezza e si mise seduta su pavimento. Solo dopo si accorse che la notte precendente, per quanto pianse, si addormentò completamente sul suolo; motivo per il quale alcuni suoi muscoli fecero male. Poggiò le mani sulla veste chiara e scollata che aveva indosso, spostando i capelli neri lateralmente in avanti per accarezzarne le punte, desiderando tanto avere un pettine per poterli curare. Sospirò e con tristezza realizzò vividamente di essere in trappola in quel maledetto castello oscuro. Pensò, d'altronde, agli incarichi che avrebbe dovuto svolgere in mattinata, e proprio in quell'istante, si udirono alcuni scatti dovuti ad una chiave che sbloccò la serratura, aprendo così la porta metallica. Maria si alzò di colpo e intravide una sola guardia reale dietro di essa, così si avvicinò lentamente, cercando di sgattaiolare via, ma il viso quasi andò a sbattere contro il petto possente di colui che non avrebbe mai voluto vedere...

«Entra dentro.»

L'ordine di Sebastian la fece tremare, costringendola ad indietreggiare mentre il biondo, col pensiero, chiuse la porta con forza , senza preavviso, mentre la guardia andò via. Maria guardò la porta con incredulità appena la vide chiudersi da sola, o meglio dire, Sebastian la chiuse a chiave col proprio pensiero... perché?
«Cosa stavi cercando di fare? Mh?» domandò Sebastian, girò attorno all'umana che, sentendosi disarmata, abbassò lo sguardo per torturarsi le dita con timidezza. «Mi ero avvicinata alla porta, solo questo.» mentì Maria, mentre la figura del principe si fermò davanti a lei, mantenendo una vicinanza fin troppo stretta. «Sposta quei capelli.» sussurrò il biondo, confondendo l'innocenza della ragazza che lo guardò con timidezza. «Perchè...?» domandò lei, spostando i capelli indietro per scoprire il collo e le clavicole. Sebastian si morse le labbra e fissò un punto preciso del collo pallido della ragazza, poi camminò più avanti, costringendola ad indietreggiare contro il muro, ancora una volta. «Sei troppo ingenua.» disse con malignità il principe, ghignò con pericolosità non appena il corpo di Maria fu poggiato completamente contro il muro. Maria guardò i suoi canini in mostra e gli occhi tinti di un rosso troppo acceso, il respiro si fermò per la paura, ma a bloccare i suoi gesti non furono le mani del principe, ma le sue labbra poggiate contro il suo collo.
Quelle labbra... gelide, carnose, accoglienti ma pericolose.
Quelle labbra si mossero lungo il collo di Maria con pericolosità, con lentezza.
Quelle dannate emozioni portarono Maria al non riuscire a trattenere un piccolo gemito a bocca chiusa. «Ho sete...» sussurrò Sebastian con un ghigno, strinse una mano su un fianco di lei, mentre l'altra la strinse fra i capelli corvini. «Hai detto che avresti fatto qualsiasi cosa per me...» sussurrò ancora, così le lasciò percepire i suoi canini sul collo per un istante.
«Sebastian...»
«Non chiamarmi per nome. Nessuno può farlo.» ringhiò il biondo, stringendo la presa sui suoi capelli, immaginandola con perversione sotto il suo possesso, ma subito dopo, scacciò quel pensiero con un ringhio. Maria attese col cuore in gola, si lasciò stringere da quella forza mentre tremò, ma Sebastian si allontanò di colpo ridendo con cattiveria: «Credi davvero che io possa morderti o marchiarti? Illusa.» rise più forte il biondo, mentre le gambe di Maria erano tremanti quanto il suo respiro e una lacrima scese lungo la sua guancia. «Giusto...» sussurrò la corvina, toccandosi un lato del collo come se avesse ricordato qualcosa, e nel mentre, la porta metallica si aprì di nuovo. «Seguimi e taci, lurida.» ordinò il principe, camminando verso l'uscita con sicurezza. Maria guardò il suo retro, osservò la sua schiena, ammirò le sue spalle larghe e possenti come la sua statura e la sua vita stretta: chissà, nel profondo, quanta forza celava quel ragazzo, chissà cosa lo guidò a possederne così tanta a soli ventitré anni.
Le due guardie si misero accanto a lei per guidarla, ma subito Sebastian con un semplice gesto le afferrò il polso per trascinarla accanto a sé: quel gesto le pietrificò l'anima. Sebastian la trascinò con sé verso un corridoio secondario del castello, il silenzio fu tombale, si sentirono solo i loro passi e i leggeri respiri di Maria. Lei lo guardò con sguardo perso, ammirando, in quel momento, i suoi capelli corti e biondi... per un attimo immaginò di stringerli, di accarezzarli, di toccarli, di respirarne il profumo, ma perché ogni pensiero si volgeva sempre solo e unicamente verso quel principe così freddo e dal cuore tempestoso?
Edward - il fratello maggiore - il principe che la catturò, non si porse a lei con quel modo di fare, bensì le rivolse la più totale indifferenza e freddezza, ma il carattere di Sebastian costrinse sempre di più Maria ad incuriosirsi di lui.
No, Maria non l'avrebbe fatto, non avrebbe lasciato che i suoi sentimenti umani e troppo fragili ricadessero su un uomo del genere.
Non l'avrebbe fatto.
Non avrebbe nemmeno immaginato che profumo potessero avere i suoi capelli biondi e lucenti come il sole...
Sebastian aprì una porta, entrando all'interno di una stanza molto grande con al suo interno vari uomini intenti a lavarsi e cambiarsi. Furono uno più possente dell'altro, uno più ammirevole dell'altro, ma ciò non portò Maria al distrarsi da Sebastian, anzi... il suo sguardo, a maggior ragione, fu rivolto solo e solamente verso di lui. «Perchè sono quì...?» domandò con estrema timidezza la fanciulla, mentre il principe le mollò il polso di colpo per indicarle con un cenno della testa vari contenitori d'acqua. «Spogliati e lavati.» rispose schietto Sebastian, lasciando Maria allibita: non avrebbe mai trovato il coraggio di spogliarsi davanti a tutti quegli uomini, specialmente davanti a Sebastian.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora