𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 51° - 𝑳'𝒖𝒓𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒂𝒏𝒊𝒎𝒆.

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Per un'intera giornata, Maria non si fece vedere. Trovò impegni su impegni, mentre Sebastian la ignorò e non la guardò. Lei cercò una fonte di sfogo con i vari incarichi, lui invece si sfogò durante gli allenamenti, arrivando quasi alla violenza contro Darnes. Proprio Darnes, cercò ovunque la corvina, con vera speranza, ma non la trovò, altre volte la vide di sfuggita, ma subito dopo scomparve davanti ai suoi occhi. Anna cercò di parlarle, ma Maria sforzò semplici sorrisi e le rispose: "Sto bene. Ora va."
Anna seppe per certa che Maria stesse morendo dalla voglia di riavere accanto a sé Sebastian. Lo lesse nei suoi occhi, lo sentì sulla propria pelle, persino il respiro di Maria richiamò il nome di Sebastian. Lo stesso fu per quel tremendo principe, Edward lo sentì, conobbe quel terribile come le sue tasche, lo studiò per una giornata intera. Fu distratto ma pieno di rabbia, i suoi occhi spesso si rivolsero furtivamente in giro per i cortili, in cerca della figura di Maria, ma quando non la vide, strinse di più la spada fra le mani. Strinse i pugni e serrò la mascella. Quelli furono tutti particolari che non sfuggirono a Edward, come ad Anna non sfuggirono i particolari di Maria. Cristina arrivò a parlare persino con il Re e la Regina, i quali mantennero i loro discorsi con lei e, quando Anna li notò, abbassò semplicemente lo sguardo e andò via. Quando giunse la notte, un forte vuoto costrinse Maria ad isolarsi e rintanarsi nella propria cella, tutto fu monotono, ormai. Non necessitò nemmeno di una guardia accanto, non provò a fuggire, poiché il suo amore per Sebastian la condizionò così tanto da impedirle persino di ferirlo.
Darnes la cercò, e quando domandò ad Anna, questa le rispose: "Ti prego... lasciala, ha bisogno di tempo."
Gli occhi della rossa furono spenti, come il suo sguardo mentre camminò a testa bassa verso la propria camera. Darnes guardò altrove, si sentì spento, provò dolore nel sapere che proprio Maria, la ragazza che tanto desiderò conoscere, stesse male. Per qualche strana ragione, persino Luna pensò a tutti loro quella notte, mentre i raggi lunari illuminarono il deserto e il suo amatissimo volto mulatto, osservò con calma il piccolo scorpione Ahmar e il tenero gattone nero Kadher che, insieme, cercarono di rubarle un sorriso con buffi salti sulla sabbia.
Lucas cambiò pagine di libri senza una ragione, non studiò e non lesse nemmeno i primi righi delle pagine da studiare, il suo sguardo fu vuoto, si sentì strano.
Dal fidanzamento ufficiale di Sebastian, tutto e tutti non sembrarono più come prima, un'angosciante atmosfera accompagnò le loro anime e questo non fu di certo bello. Alex stesso se ne accorse, e di certo non nascose il pensiero a Marcus:
«Marcus, questo fidanzamento è realmente benedetto?»
«Alex, È la scelta di mio figlio, non la nostra, nemmeno la mia.»
E mentre loro parlarono, l'anima della fragile umana e del tremendo vampiro si cercarono a vicenda, ma i loro corpi furono troppo lontani per toccarsi. Cristina si consumò con lui anche quella notte, ma Sebastian, subito dopo, si rinchiuse nella propria camera, da solo. Si stese sul letto, su di un lato, guardò il vuoto e la desiderò, più di qualsiasi altra cosa. Ma ebbe paura di quell'amore, ebbe paura di quelle emozioni. Cristina lo cambiò di nuovo, lo imbestialì, tramutò il suo cuore in marmo, ma al pensiero di Maria, solo il pensiero di Lei, rese il suo cuore quasi vivo e palpitante, di nuovo. L'avrebbe isolata ancora, l'avrebbe ignorata, non l'avrebbe considerata e l'avrebbe odiata più di qualsiasi altra cosa, affinché quelle emozioni svanissero per sempre. Maria pianse nel suo letto, la sua mente lo richiamò, la sua anima lo chiamò, la sua voce lo chiamò in sussurri mentre, fra le lacrime, cantò con angoscia e con un'immensa tristezza.
Pianse come una bambina, l'orgoglio avrebbe ucciso entrambi.
Si, perché l'orgoglio uccide lentamente.
È un dolore lento e torturoso, come la gelosia.
Arrivano alle ossa, al cuore e alla mente, e poi, distruggono ogni cosa senza pietà.
Si muore d'orgoglio, si muore d'invidia, si muore d'amore.
E quella notte, Maria quasi morì per quell'amore.
Cantò, non si fermò, più lei cantò, più Sebastian l'ascoltò. Più Sebastian l'ascoltò, più si sentì morire.
Amò quella sua voce così perfetta, amo quel canto, ma allo stesso tempo lo distrusse, perché più l'ascoltò, più si...
Innamorò...?
Davvero, Sebastian Harsen, si sarebbe innamorato di un particolare così minuscolo e insignificante che un uomo crudele come lui non avrebbe minimamente tenuto a mente?
Davvero Sebastian si emozionò alla voce di quella fanciulla tanto sofferta?
Sentì angoscia nella sua voce, sentì dolore, sentì il suo nome.
Lo chiamò, lo richiamò, ancora una volta e poi ancora, senza sosta. E come un dannato la immaginò, dietro di sé, le sue braccia attorno al suo corpo, le sue labbra contro il suo collo... Dio, quando la desiderò.
Tremò al pensiero di lei, tremò per amore.
Maria lo immaginò come una pazza dietro di sé, quasi sentì le sue braccia forti stringerla a sé, sentì il suo respiro, sentì il suo corpo freddo, sentì il suo profumo.
Sebastian strinse i pugni e con uno scatto si mise a pancia in giù, strinse le coperte e premette la fronte contro il cuscino, ogni muscolo contratto si notò grazie alla luce lunare che filtrò dalla finestra della camera. Non sopportò quei pensieri, non sopportò quelle visioni, quasi impazzì.
Maria si mise a pancia in su e diede due pugni contro le lenzuola, poi le strinse, desiderò urlare, sentì fuoco nella gola, si sentì rabbiosa...

Leonessa chiusa in gabbia, che desidera sputare fuoco.

Sebastian respirò affannosamente mentre strinse le coperte, dai suoi occhi rossi di rabbia uscirono lacrime e dalle sue labbra ringhi. Desiderò urlare, ringhiare, sentì fuoco nella sua gola, la paura si tramutò in rabbia...

Leone intrappolato dall'ira, che desidera trovare riparo.

Più lei pianse, più lui pianse.
Più lei strinse le coperte, più lui le strinse.
Più lei lo desiderò, più lui la desiderò.
Si odiarono a vicenda per ogni loro pensiero e desiderio.
Furono come fuoco contro fuoco, aria contro aria e acqua contro acqua. Più unirono i loro pensieri, e più questi crebbero sempre di più. Lui ringhiò, impazzì, la odiò, desiderò averla con sé, impazzì di gelosia ma il suo orgoglio lo frenò. Lei pianse di più, lo desiderò con la mente e col corpo, «Sebastian...» disse Maria e lui la sentì, la sua voce lo fece impazzire. «Zitta... basta! Zitta! Zitta...zitta...» ringhiò lui mentre premette la fronte contro il cuscino; più lui le ordinò di zittirsi, più lei lo chiamò per nome fra le lacrime, lei lo sentì e lui la sentì. Impazzirono. Raggiunsero il limite ormai, il fuoco nelle loro gole salì troppo in alto ormai. Sebastian strinse le coperte, ringhiò e urlò con una potenza mostruosa, come il ruggito di un leone, rimbombò fra le mura del castello.
Maria strinse le coperte e con rabbia urlò anche lei con rabbia, il suo urlò rimbombò assieme al forte ringhio e urlo di Sebastian, come se fossero entrambi due richiami, come per attirarsi a vicenda, come per avvisare entrambi che le loro anime non si sarebbero mai staccate.
Proprio quando entrambi gridarono, entrambi videro visioni diverse nelle loro menti...
Maria vide Sebastian, da piccolo, fra fiamme e chiazze di sangue e, inginocchiato, urlò mostruosamente fra le lacrime.
Sebastian, invece, vide per la prima volta qualcosa su di lei...

Vide Maria da piccola, inginocchiata fra fango e sangue, attorno a lei ci furono fiamme e, anche lei, urlò mostruosamente fra le lacrime.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora