𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 90° - 𝑴𝒂𝒍𝒆𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂 𝒍𝒖𝒔𝒔𝒖𝒓𝒊𝒂.

1.3K 64 14
                                    

Edward camminò con un po' di spavalderia dentro il corridoio esterno del grande giardino affollato del castello. Si sistemò la cinta dei pantaloni e si scrocchiò il collo pieno di segni rossi e violacei che lui stesso coprì col colletto della camicia bianca; non sopportò MAI mostrare qualcosa di suo e di intimo al resto della gente, soprattutto a riguardo di Anna. Si spostò i capelli lunghi indietro e si guardò intorno, osservò il fuoco acceso al centro del giardino, ad un paio di metri da lui, dove bruciarono i corpi e le teste dei due nemici. Sospirò, pensando che tutti quei ricordi, ormai, facessero parte di un lontano passato ormai remoto, posto nel dimenticatoio più profondo della sua mente. Rivolse poi lo sguardo su tutti gli uomini che parlarono, camminarono e che risero, con la musica che riecheggiò forte nei loro timpani. Il principe rise alla vista di due che, ubriachi fradici, caddero a terra abbracciati; cavolo se si divertì quella notte. Sarebbe rimasto lì, fermo davanti al muretto del corridoio esterno del castello, con gli avambracci poggiati sul marmo e con la schiena leggermente chinata verso il basso ad osservare tutti quei soldati che, alla pazza gioia, si ubriacarono e cercarono di intrattenere un qualche discorso logico. Si guardò intorno ancora una volta, notò molte prostitute lì in mezzo - come ad ogni festa - e cercò con lo sguardo uno dei due fratelli ma, subito dopo, ricordò che Lucas non si sarebbe mai e poi mai immischiato in così tante donne. Ebbe qualche esperienza, ma quell'ammasso di donne tutte insieme gli avrebbero fatto venire il mal di testa. Quindi, Edward non avrebbe di certo incontrato il suo tenero fratellino Lucas, bensì, colui che cercò da quando uscì dalla stanza di Anna...
Guardò un tendone abbastanza grande, dal quale sentì provenire il forte odore maschile di suo fratello Sebastian, così, diede un ultimo sguardo ad un piccolo gruppetto di soldati ubriachi che caddero da due sedie, e ridacchiò più forte, dopodiché, si raddrizzò controvoglia con la schiena e s'incamminò verso il tendone dal quale provenì l'odore del fratello. S'avvicinò con calma e senza preavviso alzò la tenda marrone; con sguardo impassibile, osservò le cinque donne che, arrapate, ridacchiarono e accarezzarono con gesti confidenziali Sebastian. Il fratello stette seduto su una sedia, dietro ad un tavolo di legno sul quale, due delle cinque donne, stettero sedute con le gambe divaricate.
La donna bionda, invece, stette seduta su una coscia di lui, girata di spalle. Edward alzò un sopracciglio e con calma entrò dentro il tendone, richiudendo la tenda marrone dietro le sue spalle: «Vedo che non ti importa niente, fratellino.» sghignazzò Edward, sedendosi su una sedia, davanti al tavolo. Poggiò la schiena contro lo schienale di essa e fissò dritto negli occhi Sebastian, il quale annuì mentre morse un chicco d'uva rossa, «Esatto, stanotte voglio divertirmi.» rispose secco il minore, allungando una mano fra i capelli biondi della prostituta, ma senza guardare in volto il fratello maggiore. Edward guardò in basso, poi in alto, e annuì lentamente... mordendosi l'interno guancia. Si spostò col corpo dalla sedia, leggermente in avanti, come per farsi sentire: «Anche Darnes si sta divertendo stanotte...» gli disse, poggiandosi nuovamente contro lo schienale della sedia in legno, lasciando che una ciocca bionda ricadesse su un lato del suo volto. Sebastian guardò il terzo chicco d'uva che tenne fra le dita e, indifferente, annuì con sguardo acido, «Bene, non mi interessa.» rispose subito dopo Sebastian, ma Edward ghignò e lo fissò...

«...Con una donna di nome Maria

A quelle parole, Sebastian voltò lentamente il suo sguardo contro il fratello maggiore. I suoi occhi freddi e azzurri, a quel pensiero, soprattutto per Maria, si tinsero per la seconda volta di rosso. Masticò lentamente il chicco d'uva, quasi a fatica per via della rabbia che gli impedì di compiere gesti leggeri. Edward si spostò nuovamente i capelli indietro con una mano, con fare spavaldo e soddisfatto e, appena incrociò lo sguardo tagliente del fratello, rise di gusto. «Che cos'è quello sguardo? Adesso ti interessa? Pff... Primo corridoio interno. È ubriaco fradicio Seb... perché non vai?» lo istigò Edward, con quella sua parlantina quasi manipolatoria e fastidiosa, da vero e proprio istigatore seriale. Sebastian non si controllò più, il solo pensiero delle mani di Darnes sopra il corpo di Maria lo fece imbestialire... pensò alle loro labbra unite, e solo a quel punto, Sebastian scattò come una saetta. Spostò le donne con gesti bruschi e si alzò dalla sedia come un matto, le sue spalle si allargarono e le vene sulle sue mani divennero sporgenti. Edward ghignò, lo fissò mentre gli passò accanto e rise, soddisfatto del suo lavoro che, con facilità, riuscì a portare al termine... In fondo, Edward amò profondamente il legame che ci fu fra suo fratello Sebastian e Maria. Le donne lo fissarono con sguardi lussuriosi, come per approcciarsi a lui, ma Edward le guardò in cagnesco e alzò un sopracciglio; anche lui, nonostante avesse davanti a sé la perfetta vista dei corpi nudi delle donne, i suoi occhi non calarono verso le loro nudità, le sue emozioni non lo guidarono verso i loro corpi, non sentì nulla: «Sono già prenotato.» disse semplicemente il principe, alzandosi poi dalla sedia con compostezza ma di fretta, come se avesse appena finito una semplice riunione. Dopodiché, uscì da quel tendone, con in testa ancora impressa l'immagine priva di veli del corpo della sua tremenda ragazza dai capelli rossi.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora