Gli occhi di Maria furono così pesanti, come le coperte che la coprirono e la riscaldarono. Non riuscì quasi ad aprirli, ma allo stesso tempo non avrebbe potuto dormire una giornata intera, non sarebbe di certo rimasta sveglia un'altra notte. Deglutì, sentì la gola secca, così si leccò le labbra e sospirò, intontita dalla comodità di quel letto che quasi la coccolò, come se un grande orso bruno la stesse abbracciando. Il suo udito prestò subito attenzione alla tenera voce di una ragazzina che, all'interno della stanza di Anna, lesse qualcosa ad alta voce: «Shin, jen, wakk, fal-ga, inne...» e continuò, con calma, mentre sfogliò qualche pagina di un libro. La corvina aggrottò subito la fronte, confusa, ma allo stesso tempo stranita dalla familiarità della voce che parlò e lesse alla perfezione la lingua nordica. Così, in silenzio, si girò lentamente su un lato e aprì pian piano gli occhi, anche se ancora stanca, ma si sforzò. Vide subito sfocato, così si strofinò gli occhi con tenerezza, dopodiché, finalmente, la sua vista mise a fuoco sulla slanciata figura della ragazzina bionda davanti a sé, seduta su una sedia con fare mascolino, intenta al leggere una serie di parole in lingua nordica su un libro adatto allo studio per adulti.
Maria, con meraviglia, la riconobbe subito...
Olivia raggiunse subito la fase dell'adolescenza, in sole poche settimane, propri davanti ai suoi occhi. La vide slanciata, in forma e piena di forze, con i capelli lisci, quasi biondo platino, che le arrivarono fino alle cosce. Le braccia snelle e lunghe, le unghie affilate e il volto ben marcato da lineamenti un po' forti, dotati di una femminilità forte... quasi mascolina. Maria rimase sbalordita dall'ultimo cambiamento della - ormai - non più piccola Olivia Harsen, raggiunse finalmente l'età che, originalmente, avrebbe dovuto avere sin dall'arrivo dell'umana a corte, Olivia dimostrò quella sua età con fascino e forza. Maria, d'altronde, notò come la ragazza non si sentisse quasi comoda con quei capelli lunghissimi, lo notò dai suoi improvvisi scatti quasi nervosi nel spostarli, e dal suo fare quasi goffo e un po' mascolino. «Olivia...» sussurrò Maria con splendore, la ragazzina si voltò subito verso di lei e, con sorpresa, Maria notò nella mano libera della principessa un calice di vino... un bel calice di vino, pieno fino all'orlo.
La corvina subito puntò col proprio sguardo il calice, poi la principessa, sorpresa. Olivia bevve rumorosamente e con fare scomposto dal calice, mentre la guardò con gli occhi sgranati, colta ormai alla sprovvista. Così, lentamente allontanò il calice dalle proprie labbra e con una mano - anziché col un tovagliolino - si pulì la bocca, e sospirò con soddisfazione per il buon gusto della fresca bevanda. «Finalmente sei sveglia! Ti stavo aspettando, mia bellissima Mary! Ah...il calice? Bhe, stavo tenendo questo "sorso" di vino a Lucas, così stavo solamente assaggiando qualche goccia, lo giuro. Sai, prima avevo messo questo calice sulla neve, ecco perché è così fresco, ma non è il mio... lo giuro!» quando Olivia parlò, Maria si stupì ancor di più per la sua scura ma femminile e sensuale voce. Olivia si giustificò in tutti i modi, ma nel mentre, Maria si mise seduta sul letto, poi si alzò, e mentre si avvicinò a lei ridacchiò, prese il calice e ne bevve un sorso, forse anche di più, dopodiché, lo porse nuovamente alla giovane principessa che subito si zittì e la fissò con sorpresa. Maria alzò un sopracciglio e la guardò dall'alto, «Non dire niente ai miei fratelli... devo rispettare le regole da principessina, bleah!» esclamò Olivia, creando smorfie buffe con varie espressioni facciali. Maria la guardò molto attentamente e sorrise di stupore. Vide Olivia crescere davanti ai propri occhi, come una figlia, e finalmente, proprio davanti a sé e in così poco tempo, vide la VERA Olivia che per anni rimase incatenata dall'orribile ferita che portò sul suo corpo, dovuta alla maledizione appartenente al suo tragico passato.
«Quanti anni hai adesso...?»
«Anche se non compio gli anni adesso, in questi tre giorni sono arrivata alla mia vera età, quattordici anni.»
La principessa si alzò dalla sedia e prese per mano la corvina mentre rispose alla sua domanda, il tutto con tranquillità, guidata dal forte istinto di amore e protezione verso l'umana, cosa ormai reciproca. «Giorni fa ho anche sanguinato.» aggiunse Olivia, e Maria non poté nascondere un enorme sorriso di contentezza: «Eri solo una bambina prima, guardati adesso... brilli come una stella.» disse la corvina, mentre Olivia la guidò verso l'uscita della stanza della dama dai capelli rossi e, subito, s'incamminò quasi di fretta verso le scale del piano terra, dove, ancora una volta, il silenzio e la solitudine regnarono solennemente.
«Se io sono una stella, tu sei la Luna; sei così bianca, i tuoi capelli invece hanno lo stesso colore del cielo di notte. Si, sembri proprio la Luna, e non contraddirmi eh! Io ho sempre ragione.» - «Va bene Olivia, va bene...» Maria ridacchiò ad alta voce, non contraddì assolutamente la "piccola Olivia" ma bensì l'ascoltò e la seguì, divertita e intenerita dalla particolare principessa. D'un tratto, Maria fu assolta dalla curiosità: «Cosa stavi leggendo prima, in camera?» le domandò, «Shin significa Io, Jen invece Tu, Wakk sta per Noi, Wal-ga sarebbe Voi, e infine Inne, che è Essi o semplicemente Loro. Li stavo leggendo ad alta voce perché ho il vizio di leggere in quel modo, anche quando penso, parlo ad alta voce.» rispose Olivia, ridacchiando per le ultime parole. Maria, affascinata, memorizzò subito quelle semplici parole nordiche e annuì con un piccolo sorriso. Nel mentre, guardò i lunghi capelli di Olivia e li ammirò, innamorata della bellezza della principessa Harsen, persa per quella sua semplicità così tanto fine ma forte allo stesso tempo. Mentre la fissò, il vento calmo e gelido di quel pomeriggio presto quasi congelò il suo volto e, sotto le sue scarpe, sentì subito il terreno più morbido del solito. Quando alzò lo sguardo, infatti, non si trovò più all'interno dei corridoi esterni del castello, ma bensì vicino la scuderia, dove si udirono voci alle due molto familiari. Olivia entrò tranquillamente mentre la trascinò con sé di fretta dalla mano, come per mostrarle qualcosa. E infatti, quando Maria entrò all'interno delle scuderie, intravide subito Edward e Anna concentrati su un cavallo quasi grigio, sicuramente il cavallo personale di Edward. Sul lato destro, invece, vide Lucas che, come Edward, sistemò un'armatura speciale sul suo affascinante destriero color marroncino e dagli occhi ambrati. Accanto al ricciolino, Darnes tirò leggermente in avanti il proprio cavallo dal manto marrone scuro e perfettamente lucido, anch'esso con addosso l'armatura dorata, dalle grandi punte luccicanti sul grande elmo. In fondo, però, un cavallo nero che lei riconobbe subito, attirò di più la sua attenzione...come i capelli biondi che sbucarono da dietro il collo dell'animale, mostrando così l'affascinante volto del secondogenito degli Harsen, intento ad accarezzare il muso del suo forte destriero nero, anch'esso con addosso l'armatura d'oro. Proprio in quel momento, mentre Maria si perse in quella bellezza, Olivia prese una pala e battè contro il suolo mentre camminò, come un vecchio saggio. «Siete lenti e noiosi! Lucas, non hai legato quel laccio laggiù!» esclamò la principessa a tutti, poi si riferì al proprio fratello che, ingenuo, abbassò la testa verso il basso della pancia del proprio cavallo, dove Olivia indicò.
«Mh? Dove?»
«Quì!»
Appena la piccola rispose, sbatté la pala contro la testa del ricciolino, poi la gettò a terra e corse via, mentre Lucas piagnucolò e la minacciò, rincorrendola. Olivia, in quel modo, attirò l'attenzione di tutti... soprattutto di Sebastian che, geloso, fissò subito Maria con estrema serietà. Anna mollò il volto di Edward e si strinse la gonna, così da poter correre verso l'umana con facilità: «MARY!» esclamò con euforia, quasi si gettò fra le braccia dell'amica e la strinse in un caloroso abbraccio. «Che dormigliona.» rise Edward, e Maria, mentre strinse la dama nel suo abbraccio, gli fece semplicemente linguaccia. Mentre i tre risero, Darnes guardò Sebastian, il quale lo fissò già da alcuni istanti prima. I due si scambiarono sguardi intesi e accattivanti, ricchi di gelosia ma, Sebastian, con un ghigno, si spostò leggermente il colletto della giacca che indossò, e girò il volto leggermente su un lato... così da mostrare al cugino il bellissimo succhiotto che Maria segnò sul suo collo la notte precedente. Appena Darnes scese con i propri occhi sul succhiotto, Sebastian lo coprì nuovamente e sorrise beffardamente a labbra chiuse. Darnes deglutì, e con un falso disinteresse si voltò lentamente altrove. Nel frattempo, Lucas e Olivia ritornarono dentro la scuderia correndo, e mentre risero, girarono attorno a Maria e Anna come due gatti randagi e rabbiosi. Maria scoppiò a ridere e li guardò, stupita dalla loro incredibile velocità. Anna invece sbuffò e mise le mani sui propri fianchi, guardò dritto davanti a sé e, con un'espressione altezzosa, prese Lucas da un orecchio e lo strinse a sé: «Lo spettacolo è finito.» disse lei, mentre il principe piagnucolò e strinse un occhio chiuso per il fastidio, ma non le diede ascoltò e rise mentre guardò la corvina davanti a loro, «Mary...mi aiuti?» domandò come un bambino, ma Anna subito lo tirò con più forza. A quel gesto, il cavallo di Lucas grugnì e lo fissò, come se fosse in cerca dell'attenzione del suo padrone, e così fu: «Ohw! La mia Bella! Papà adesso ti fa le coccole!» esclamò Lucas teneramente, con un tono di voce alto e così sdolcinato da far ribrezzo ad Anna per tutta quella dolcezza, tanto che lo mollò subito mentre lo guardò con fastidio. Lucas saltellò verso la propria cavalla e l'accarezzò sul muso, poi la baciò sulla fronte e rise, mentre questa avvicinò di più la testa contro le sue mani, in cerca di coccole. «È femmina?» domandò Maria, e con curiosità s'avvicinò a Bella e Lucas. «Si! È bellissima, vero? È fortissima in battaglia, dovresti vederla.» rispose Lucas mentre l'accarezzò sul muso, poi guardò Maria che, timida, non si fece avanti, così il ricciolino le strinse una mano e la poggiò contro la fronte di Bella, e sorrise: «Bella non si lascia accarezzare da nessuno se non da me, ma con te è tranquilla... gli animali ti amano.» ridacchiò Lucas, così la guidò ad accarezzarla fino al muso, poi sulla guancia, sul collo e sulla chioma quasi bionda. Maria sorrise come una bambina e fissò con fascino la bellezza di quella bellissima cavalla che, fiduciosa, si spinse in avanti verso l'umana. «Queste armature sono incredibili...» disse Maria, e con gli occhi osservò ogni minimo particolare di esse: la corazza coprì tutto il corpo dell'animale, soprattutto le costole e la pancia, la coda sbucò da dietro e con sorpresa notò anche alcune trecce su tutti i bellissimi cavalli... sulle loro chiome e sulle loro code, solo alcune ciocche però. Come sugli scudi dei soldati, le armature furono decorate da disegni morbidi e fantasiosi, come le nuvole, il sole, e soprattutto tante linee arrotondate, come i piccoli rami delle piante. Sull grande elmo, appunto, vi furono delle grandi punte luccicanti, proprio come le punte degli scudi dei soldati. «Le nostre armature sono inimitabili, lo sapevi? La loro resistenza è in grado di sopportare più di cinquanta spade e frecce scagliate contro.» parlò Edward, e nel mentre accarezzò il proprio destriero e toccò anche l'armatura che questo portò addosso. Maria toccò le punte dell'elmo della cavalla con le dita, le sfiorò soltanto e quasi si tagliò, «Incredibile...» sussurrò, quasi ipnotizzata dalla perfezione di quelle armature luccicanti e pesanti.
«Attenta... quelle punte potrebbero tagliarti.» disse Darnes d'un tratto, intento ad attirare l'attenzione dell'umana verso di sé, e funzionò, infatti Maria sussultò per il forte tono di voce del corvino e subito lo guardò con stranezza... il tutto, sotto lo sguardo infastidito di Sebastian.
Da degno Harsen qual'era, di certo non si tirò indietro... spostò il proprio destriero, Tuono, in avanti, e fissò insistentemente Maria negli occhi: «Perchè non portiamo queste povere bestie all'aria aperta? Anzi, portiamo queste povere bestie all'aria aperta.» finalmente Sebastian parlò, ma subito dopo la domanda, diede un vero e proprio ordine preciso. «Finalmente!» esclamò subito Olivia con felicità, Edward e Anna si guardarono negli occhi e sorrisero; il principe salì subito sul proprio cavallo e la dama lo seguì immediatamente, posizionandosi dietro di lui. Lucas fece lo stesso, ma da solo, Maria invece indietreggiò di due passi: «Bene... così io vado a terminare i lavori di ier-» la corvina non fece in tempo a terminare la frase che la forte mano di Sebastian la tirò con forza verso di sé e, con insistenza, la guidò verso il proprio cavallo.
Da dietro, la strinse forte dai fianchi e respirò il suo profumo: «Ti conviene salire.» le ordinò telepaticamente. La corvina si pietrificò e con le unghie sfiorò le mani di lui, quasi con provocazione... «Che bambino capriccioso.» rispose lei con un ghigno, dopodiché spinse il proprio bacino indietro, contro quello di lui, ma subito dopo si staccò e salì sopra il destriero. Sebastian serrò la mascella con fastidio ma soddisfazione, le guardò la forma della schiena dal vestito; dall'alto verso il basso, e viceversa... fino al puntare i propri occhi di ghiaccio contro i due pozzi neri di lei. Con calma, lui si mosse in avanti, ma Maria si spostò verso la parte finale della sella - indietro - ma il principe la bloccò con prepotenza dalla coscia, «Stai... seduta... avanti.» ordinò lui con lentezza, il tutto, mentre la fulminò con lo sguardo. L'umana non si mosse e spostò semplicemente il bacino in avanti, così lui ghignò lentamente e le guardò per un attimo il bacino, attratto particolarmente dalla sensuale mossa che la ragazza fece col corpo. Non si prolungò allungo e finalmente salì, afferrò le redini del cavallo e, con dispetto, spinse di colpo il proprio bacino contro quello di Maria, da dietro. La corvina sussultò e strinse d'istinto la chioma di Tuono, quasi rabbiosa contro quel tremendo principe che tanto la infastidì. Sebastian, non contento, strinse una mano contro un fianco di lei, massaggiando quel suo corpo carnoso e irresistibile per lui. «La sicurezza, prima di tutto.» le sussurrò dietro l'orecchio, con tono sensuale, ma Maria non rispose, bensì si morse le labbra, quasi incapace di trattenere un spontaneo sorrisetto. Darnes li osservò per tutto il tempo con una gelosia quasi morbosa; si sentì bruciare fin dentro le ossa. Olivia, nel frattempo, cercò in tutti i modi di salire sul cavallo del cugino, ma incapace, per via del suo fastidioso abito che a momenti lei stessa avrebbe distrutto. «AIUTO!» esclamò la principessa, apparendo divertente agli occhi di tutti all'interno della scuderia. Darnes, dunque, distolse finalmente lo sguardo dal principe e la serva, e si voltò verso la cugina che, finalmente, riuscì a strappargli qualche sorriso.
«Che imbranata che sei... vieni quì che ti aiuto.» disse, poi la prese in braccio e la sistemò indietro, dopodiché, salì anche lui, avanti.
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𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚
Fantasía"Ella fu così tremendamente diversa, così ribelle, così forte ma allo stesso tempo fragile come una rosa rossa. Quella piccola donna stravolse l'orgoglio e la potenza di quel vampiro così mostruosamente e pericolosamente affascinante, da costringerl...