𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 27° - 𝑺𝒕𝒖𝒅𝒊𝒐 𝒆 𝒄𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂 𝒏𝒐𝒕𝒕𝒖𝒓𝒏𝒂.

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𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚, 𝐜𝐢 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐯𝐨 𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐢𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞, 𝐥𝐞 "𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐛𝐚𝐭𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨" 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐫𝐢𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐧𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚, 𝐦𝐚 𝐛𝐞𝐧𝐬𝐢̀ 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐦𝐞.
𝐋𝐞 𝐡𝐨 𝐫𝐞𝐬𝐞, 𝐚𝐩𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨, 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐢𝐨𝐬𝐞, 𝐩𝐨𝐢𝐜𝐡𝐞́ 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐞 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐬𝐢 𝐛𝐚𝐬𝐚𝐧𝐨, 𝐚𝐩𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨, 𝐬𝐮 𝐯𝐚𝐦𝐩𝐢𝐫𝐢, 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢.
𝐃𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨, 𝐯𝐢 𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚!

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La notte calò presto sul regno e, come al solito, le strade furono piene e illuminate. Il castello, anche se oscuro ma affascinante, non fu ricoperto dalle luci; ci fu silenzio, buio e tanta tranquillità quella sera. Maria finì i suoi lavori per quella sera, imparò a posare ogni singola tovaglia nei vari cassetti e aiutò molte domestiche il pomeriggio precedente, fino al pieno della serata. Si sentì neutra, quasi spenta ma rilassata, tutto quel silenzio la rilassò e quelle leggere luci che brillarono all'interno del castello, resero il tutto così... oscuro e incantevole agli occhi della giovane umana. Amò l'oscurità, le diede un senso di pace e di curiosità, come il camminare nei boschi di notte, illuminati dai raggi lunari. Oppure, il distendersi in un bellissimo e grande campo di notte, fra i fiori, ad osservare il cielo stellato...
E non solo, al nuotare di notte nel mare. Che meraviglia.
Tutto ciò Maria non l'avrebbe mai fatto, sospirò con stanchezza e, in silenzio, si diresse verso l'uscita del grande salone e con calma camminò vicino le finestre di un corridoio. I suoi passi rimbombarono piano assieme ai suoi leggeri sospiri, osservò l'intero regno illuminato, i boschi oscuri dietro le mura e, curiosando, intravide i grandi scogli delle grandi spiagge che ci furono accanto al castello; chissà quanto fu profondo quel mare, chissà quegli scogli cosa avrebbero nascosto.
Il rumore delle onde del mare la rilassarono e quasi la portarono su un altro pianeta, si poggiò contro il marmo e alzò lo sguardo verso la luna che brillò con maestosità in quel cielo oscuro e stellato.
«Mary!»
Esclamò la voce di Luna accanto a lei, la corvina sussultò, si voltò, e subito intravide la ragazza di colore a distanza, con la testa che sporse da dietro un grande portone, il quale condusse all'interno di una grande biblioteca. Maria la guardò con curiosità e Luna, con un tenero sorriso, le indicò subito di raggiungerla, così Maria corse verso di lei.
«Che ci facevi lì da sola?»
«Ho finito i miei lavori, mi stavo rilassando un po'.»
Luna chiuse il portone, la prese per mano e la guidò verso il centro della biblioteca, dove, poggiato con la testa sul grande tavolo rotondo, ci fu proprio Lucas, con davanti a sé quattro libri diversi. Il ricciolino alzò subito lo sguardo nel sentire i loro passi e, appena vide Maria le sorrise con stanchezza, «Sei ancora sveglia?» domandò lui, mentre Luna si sedette accanto al ragazzo, Maria anche, dal lato opposto. «Piuttosto tu, che ci fai a quest'ora quì, con tutti questi libri?» domandò Maria stranita, alzò un sopracciglio e allungò le mani verso i libri che parlarono di storia generale, di tecniche navali e di geografia. La corvina aprì subito il libro sulle tecniche navali e curiosò fra le pagine con stupore:
«Questo libro è magnifico.»
«Se solo ci capissi qualcosa.»
«Ti aiuto io, cosa devi fare?»
Domandò subito Maria con serietà, Luna poggiò la testa sulla spalla del ricciolino e osservò il libro che lui stesso spostò verso Maria, indicandole l'argomento che avrebbe dovuto studiare. «Essere un principe è così dannatamente faticoso.» sbuffò il tenero Lucas e con noia poggiò una guancia sulla testa di Luna, la quale osservò Maria che con calma lesse l'argomento.
«Tecniche di combattimento... io le conosco.»
«Come fai a conoscerle?»
Maria guardò Lucas con serietà e, senza rispondere, alzò solamente la mano sinistra e con un dito toccò il proprio anello. Lucas si morse le labbra e subito si ricordò di Jackson, il ragazzo che Anna vide nel passato di Maria. «Era un soldato, giusto?» domandò Luna e Maria annuì semplicemente; quella ragazza fu una strega, Maria ormai capì che per Luna, con i poteri che possedette, non fu per niente difficile vedere qualcosa del suo triste passato.
«Allora, tecnica dello scudo. Sai a cosa serve?»
«Serve per difendersi e... basta.»
«No, ha molte potenzialità invece.»
Maria mostrò al ricciolino molti disegni raffigurati nel libro e indicò col dito le varie raffigurazioni. «I soldati coprono le loro teste e stanno vicini fra loro, affinché le frecce nemiche non possano colpirli. Poi, se posizionati in avanti, permettono loro di non essere subito colpiti e di poter allontanare meglio i rivali, sopratutto se tutti insieme... sai perché i soldati stanno tutti in fila e mai messi a forma di piramide, Lucas?» Maria parlò e Lucas s'incuriosì subito. «Perchè, se messi in tre file diverse, potrebbero essere presi di mira più facilmente. Se, invece, stando in fila, para, con altri soldati messi dietro, ottengono più forza per assalire i nemici.» Maria, successivamente, mostrò la raffigurazione di uno scudo tipico del loro regno; non fu il classico, fu rotondo e grande ma, su ogni bordo di esso, ci furono delle punte molto affilate. «Sembra un sole, ma è più letale di venti frecce conficcate nel petto; lo scudo del sole, viene chiamato così poiché, il suo aspetto, ricorda appunto un sole lucente... ma le sue punte affilate sono in grado di strappare via la carne dal corpo con un solo colpo, infatti, una punta di questo scudo è in grado di staccare una testa.» Luna guardò i disegni con sorpresa e, affascinata da come Maria spiegò ogni cosa, si raddrizzò sulla sedia con velocità, Lucas, invece, annuì e con estrema curiosità guardò le figure. «Tecnica della gabbia trafiggente... è una delle tecniche più impegnative; gli uomini accerchiano i nemici, spingono i loro corpi con gli scudi e non solo, le grandi lance, poste in avanti, permettono di trafiggere subito i primi soldati nemici posizionati in avanti, così da indebolire pian piano il resto degli uomini dietro. E senti qua Lucas, assurdo... non viene chiamata trafiggente solo per le lance, ma perché, altri soldati, precisamente arcieri, avranno il compito di rimanere nascosti non poco distanti e, appena i nemici verranno accerchiati, le loro frecce voleranno in alto, trafiggendo così il resto degli uomini dall'alto.» Maria, affascinata lei stessa da ciò che lesse e che, con facilità, spiegò a Lucas, rimase sempre più ammaliata dai vari argomenti. «Oh... la tecnica della doppia spada... era la preferita di... Jackson.» sorrise Maria con fatica e malinconia, sfogliò le pagine e osservò le raffigurazioni e le scritte, Lucas la guardò e con tenerezza le mise una ciocca di capelli dietro un orecchio, per scoprirle per bene il volto. «Questa tecnica richiede la massima padronanza di due spade. È difficile mantenere una spada su due mani, quindi bisogna avere anche molta forza sulle braccia per poter mantenere una spada con una sola mano su un lato, e un'altra dall'altra. Questa tecnica, consiste nell'avere riflessi pronti e udito sensibile ad ogni movimento; se un nemico sta per attaccarti da dietro, Lucas, una spada va in avanti, e l'altra indietro, e quì, allo stesso tempo, arriva la Tecnica dello Spacca Teste... è assurda questa.» A quelle parole, Lucas e Luna subito osservarono i disegni:
«Ci vuole precisione per questa.»
«Bravissimo! Vedi? Stai iniziando a capire pian piano ogni singola cosa... la Tecnica dello Spacca Teste, appunto, richiede precisione e molta, moltissima forza per poter, appunto, dividere in due un cranio... assurdo, ma vero.» Ridacchiò Maria, e Lucas sorrise, «Questa tecnica proviene dal Regno del Sud, giusto? Il primo Re che fondò quel regno creò questa tecnica assurda... il suo nome era Re Michael.» Disse Lucas con entusiasmo e Maria batté le mani, «Ricordo l'argomento che ho letto prima! È come se la mia curiosità mi avesse aiutato nell'apprendere di più questa sera.» disse lui e, successivamente chiuse il libro e con un sospiro di sollievo chiuse gli occhi e poi li riaprì: «Grazie, Mary. Dopo questa lezione, ti dichiaro come nuovo soldato.» Lucas gesticolò con fare buffo, con la mano fece quasi il segno della croce verso Maria, la quale scoppiò a ridere, ma Luna, ridendo, abbassò subito il braccio del ricciolino. «Così si esorcizzano le persone, stupido!» esclamò la streghetta, e Lucas, subito, ritirò il proprio braccio e sgranò gli occhi, «Perdindirindina.» disse semplicemente il ricciolino, lasciando che le due ragazze scoppiassero di nuovo a ridere. 

[ . . . ]

I suoi passi furono pesanti e veloci, le mani toccarono i tronchi e spostarono le piante velocemente e i suoi occhi osservarono ogni cosa attorno a lui con attenzione.
Sebastian si sentì cupo, e questo Edward lo capì alla perfezione, «Come mai hai deciso di cacciare animali?» domandò il maggiore, lo seguì senza tregua da dietro e, voltandosi, intravide le luci del regno distanti da loro; si trovarono su di un grande monte, in alto, dal quale si poté ammirare ogni angolo del regno e ogni stella nel cielo. «Non ci sono abbastanza donne, io odio il sangue maschile, e lo sai.» rispose Sebastian mentre camminò, Edward invece alzò un sopracciglio e mise le braccia conserte. «E Maria?» domandò il maggiore con serietà, ma Sebastian sbuffò e strappò un piccolo ramo con fare nervoso e continuò a camminare.
«Oh, capisco... forse non vuoi farle del male, Seb?»
«Taci.»
Edward ridacchiò e abbassò leggermente lo sguardo, Sebastian si guardò intorno con serietà, in cerca di qualche cerbiatto. Il maggiore rialzò lo sguardo subito dopo e, con un semplice scatto di velocità, si parò davanti al fratello: «La sera del ballo... chi era quella ragazza con la quale hai danzato? Tu non fai certe cose, eppure...» disse Edward con un finto sospetto, Sebastian lo guardò negli occhi e, a quelle parole, un grosso vuoto quasi sprofondò nel suo petto. «Non conosco il suo nome e non ho visto il suo volto, quella notte svanì davanti ai miei occhi. Non so nemmeno la sua provenienza.» rispose con serietà Sebastian, cercò in tutti i modi di apparire impassibile davanti al fratello ma, al solo pensiero di quella notte passata a parlare con quella straniera, percepì come una grossa corda stringere i suoi organi e un fastidioso formicolio nello stomaco, come una tortura...
Non seppe, però, che furono proprio le classiche farfalle nello stomaco che lo torturarono amaramente.
«Svanì? Senza un motivo?
«Si, svanì al suono della campana.»
«Ricordi qualcosa di lei? Magari potresti ritrovarla.»
Sebastian si spostò per proseguire il percorso, Edward lo seguì e attese qualche risposta dal minore.
«Il suo profumo... ricordo il suo profumo.»
«E com'era il suo profumo?»
«La sua pelle di lavanda, sentì anche un pizzico di profumo che mi ricordò le fragole misto ad argania spinosa. Poi, i suoi capelli, profumarono di rose rosse
Edward alzò un sopracciglio e fece un sorrisetto, Sebastian non lo notò e continuò col suo cammino in cerca di qualche animale, ma non ne trovò nemmeno uno, il che lo innervosì parecchio. «Perchè quella ragazza ti ha incuriosito? Sembravi così preso da lei.» disse Edward e Sebastian si fermò, si voltò verso di lui e lo guardò con serietà: «La vulnerabilità che provai con lei, Edward... nessuna donna ha mai reso la mia vulnerabilità così forte e piacevole. Nessuna... nessuna ha mai catturato la mia mente con delle semplici parole. Non ho mia implorato nessuna a rimanere con me, perché proprio un'estranea?» parlò Sebastian con calma, la sua voce quasi si incupì e i suoi occhi azzurri trasmisero al fratello maggiore curiosità e rimpianto... rimpianto di non aver seguito quella strana fanciulla quella notte.
Edward, d'altronde, rimase immobile sul posto, strinse le braccia conserte e fissò Sebastian con sorpresa; quelle parole lo stupirono. Sebastian successivamente si voltò di nuovo, e con passi più leggeri camminò fra gli alberi, Edward lo seguì con calma. «Sebastian... queste emozioni che hai provato fanno parte di un desiderio che, forse, supera l'amore.» disse Edward e Sebastian si voltò all'istante, «Edward, io la desiderio. La cercherei ovunque e se dovessi mai trovarla non riuscirei a lasciarla andare. Non è un desiderio come quello che provo verso Cristina, capisci? Io la porterei ovunque con me, io la vorrei ogni singola notte, ogni singolo giorno... passerei una giornata intera a volerla.» Sebastian parlò quasi senza fiato, i suoi occhi divennero lentamente rossi e più lui parlò, più Edward rimase sorpreso e quasi allibito per ogni singola parola detta dal fratello; quasi non lo riconobbe più, lo guardò e sgranò gli occhi all'istante non appena si ricordò che, quelle parole dette da Sebastian - inconsciamente - furono rivolte verso Maria.
«Seb...»
«Cosa?»
«Seb, tu ami quella ragazza
«No!»
Sebastian fece un passo indietro e aggrottò la fronte, respirò affannosamente e ogni singolo ricordo di quella ragazza dalla maschera nera lo fece quasi impazzire. Edward lo fissò e si avvicinò a lui con calma, soddisfatto del fatto che, il piano che Anna e Lucas inventarono, funzionò realmente alla grande, «Sono un uomo orgoglioso, in gran parte, e lo sai. Ma l'orgoglio non porta da nessuna parte. Sebastian, cercala, e quando la troverai e capirai di amarla, il tuo orgoglio andrà via da solo.» a quelle parole, Sebastian si strinse i capelli e ringhiò: «No! Io non amo nessuno, la mia è solo una strana attrazione che andrà via presto.» Edward lo guardò seriamente e assottigliò gli occhi...
ormai capì ogni cosa.
Ormai, Edward, fu certo di ogni cosa...

«Sebastian, tu l'hai avuto.»
«Che cosa?!»
«La ragazza con la maschera nera... tu hai avuto il Contatto con lei.»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora