𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 8° - 𝑰𝒍 𝒍𝒊𝒕𝒊𝒈𝒊𝒐.

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La notte si avvicinò presto, e con essa anche i cittadini presero più "vita" nel regno, altri invece - nonostante i vampiri non avessero sempre il bisogno costante di dormire - per necessità, andarono a dormire per riacquistare energie o rigenerare qualche ferita, soprattutto i vari soldati. Nel castello regnavano silenzio e tranquillità, il giovane Sebastian camminava nel corridoio più isolato del castello, assorto da pensieri oscuri. Davanti a lui, poco distante dalla sua figura, apparve Cristina, la quale tenne le braccia conserte e fissò il biondo con occhi arancioni, segno di nervosismo. Sebastian fu così sveglio dal notarla, così alzò lo sguardo e si fermò, incrociando le braccia come lei sul proprio petto: «A cosa pensi?» domandò lui con freddezza - e con orgoglio - attendendo che la castana facesse il primo passo e infatti così fu, Cristina camminò verso di lui. «Mi stai trascurando, Sebastian? Vai sempre da lei. Non fai altro che andare a controllarla e queste cose non le facevi MAI con nessuna serva, con nessuna umana. Tsk, non lo fai nemmeno con me.» quelle parole diedero fastidio a Sebastian, ma comunque mantenne la sua freddezza e posò lo sguardo dritto negli occhi di Cristina, la quale fu vicinissima a lui. «Tenta di scappare parecchie volte.» rispose lui.
«Oh, certo... forse la bambina ha bisogno di essere imboccata da qualcuno?» sussurrò lei con un sorriso falso.
Sebastian sentì qualcosa ribollire dentro le sue vene, per miracolo le diede il permesso di chiamarlo per nome, ma il sussurro di quelle parole, rivolte a quella fanciulla dalle forme di una vera e propria donna adulta, lasciarono libera la sua fantasia. E fu incontrollabile, immaginò Maria davanti a sé, a passarle due dita fra le labbra, poi il pollice, ma soprattutto immaginò il suo volto innocente guardarlo con confusione e innocenza ma allo stesso tempo con sensualità; un innocente sensualità che solo lei possedeva.
«Rispondimi!» esclamò Cristina, dando quasi un ordine al biondo, il quale si risvegliò dalla sua perversa e oscura immaginazione.
Odiò essere comandato, odiò essere dominato.
I suoi occhi si tinsero di rosso, ma non solo di rabbia, ma di qualcosa... qualcosa che non riguardò quella vipera di Cristina. Quel qualcosa quasi lo spaventò, e la paura lo rese ancor più accecato dalla rabbia, tanto da afferrare il polso della castana e spingerla contro un muro, ringhiando come una tigre... quasi come un leone. «Non darmi ordini. Se voglio rispondere, rispondo. Se non voglio rispondere, non rispondo.» disse lui con voce quasi rauca e scura, fu così virile e irresistibile da eccitare la ragazza sottomessa, la quale gemette a bocca chiusa, muovendo di poco il bacino contro quello di Sebastian. «Finalmente sei ritornato in te.» ridacchiò lei mordendosi le labbra, scoprendo il collo dai capelli per far sentire il proprio profumo al ragazzo, ma questo sentì un altro profumo...
Non il profumo di quella vampira.
Sentì quel profumo di rose rosse, di lavanda e argania spinosa... e soprattutto, quell'odore di sangue così forte che solo una donna posseva.
Maria...
Strinse i fianchi della vampira, guardando i suoi capelli lunghi e, al posto loro, vide quelli corvini e lunghissimi dell'umana; incrociò la vista della sua vita stretta, dei fianchi larghi e delle spalle larghe, e per un attimo sentì come la sua voce chiara emettere un gemito di sottomissione pura. Il suo respiro fu incontrollabile, seppe di avere davanti a sé Cristina, ma nella propria mente vide Maria, sentì Maria e toccò Maria con le proprie mani. «Ti voglio, Sebastian...» disse Cristina, voltandosi e cacciando via la visione di Maria dagli occhi del biondo che, stordito, si lasciò poggiare contro il muro.
Lui...lui si sottomise al pensiero di Maria?
Cristina conosceva le regole da rispettare, ma ogni qualvolta le si presentò l'occasione di avere il principe per se, non fece altro che cercare di infrangerle e di toccare le paure di quel ragazzo...
Si, le paure di Sebastian.
Dunque la vampira andò a sfiorare il collo del biondo con le proprie labbra, stringendo i suoi fianchi, decisa sul dominarlo quella notte, ma le pupille di Sebastian si strinsero, divenendo piccole e molto evidenti dato il colore rosso acceso degli occhi. Gli occhi si spalancarono e il fiato divenne incontrollabile e veloce, quasi affannoso, «Cristina... Cristina.» ringhiò lui con rabbia, cercando di controllarsi, ma la ragazza continuò, stringendo di più i fianchi del ragazzo che, preso dalla rabbia e dalla paura scattò d'istinto: afferrò la gola della ragazza e con l'altra mano le bloccò i polsi, stringendo le unghie sul collo della castana e guardandola negli occhi dall'alto con una rabbia immensa. «Non devi stringermi... non devi toccarmi. Non devi toccarmi il collo, non devi baciarmi. Tu... tu lo sai, ma continui a fare di testa tua.» disse lui con l'affanno, guardandola con i suoi occhi rossi e dalle pupille ristrette. Cristina si leccò le labbra, non ebbe paura, poiché seppe perfettamente di aver messo lei paura al ragazzo.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora