𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 54° - 𝑹𝒂𝒑𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐.

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La notte, il silenzio trionfò stranamente all'interno del castello. Maria finì dopo la mezzanotte i suoi ultimi incarichi, si sentì desolata, ma persino Anna quella notte ebbe molti impegni con la regina. Passò in silenzio e con tranquillità lungo il corridoio esterno del castello, ammirò la luna e le stelle anche se il vento quasi la congelò; le montagne furono piene di neve; presto l'avrebbe vista davanti a sé. Mentre guardò quel panorama, un forte vuoto le riempì il cuore, senza un motivo. Guardò il vuoto mentre strinse le braccia conserte al corpo, poi si accarezzò lo stomaco e la pancia leggermente gonfia, i fastidi la tormentarono ancora e probabilmente quello strano senso di vuoto apparve all'improvviso per quel suo forte periodo. Sospirò, chiuse gli occhi e percepì un respiro...
Il respiro affannato di Sebastian che avrebbe voluto risentire di nuovo, sussurrato nel suo orecchio.
Ma quel respiro fu diverso, fu femminile e strano a lei, così riaprì subito gli occhi e assottigliò gli occhi con stranezza; un forte senso di allarme si accese in lei. Sentì un forte pianto e un lamento femminile in fondo al grande giardino del castello, proprio in direzione del piccolo cancello dal quale lei, con Sebastian, uscì per raggiungere la grande spiaggia lontana dal castello. Presa dalla curiosità e dalla preoccupazione, corse verso il centro del giardino e fissò la sagoma di una donna inginocchiata dietro quel piccolo cancello, la sentì piangere, quasi con disperazione, e il suo cuore si spezzò. «Cosa succede? Lei che ci fa quì?» Domandò con preoccupazione la corvina una volta fermata davanti alla donna inginocchiata, questa, dall'altra parte del cancello, picchiettò con un'unghia una sbarra in ferro e poi graffiò il terreno. Portò un cappuccio in testa e tenne il volto basso, poi si raddrizzò con la schiena e si toccò con una mano il pancione. Maria sgranò gli occhi alla vista del pancione della donna, «Oh Dio... lei deve... partorire?!» esclamò la fanciulla con ingenuità, dopodiché strinse le sbarre del piccolo cancello e tirò, ma un piccolo lucchetto bloccò la sua apertura, così si chinò a terra e cercò velocemente qualcosa. «Ragazza... aiutami... sto davvero male...» pianse la donna mentre si strinse la pancia. Le mani di Maria tremarono ma, fortunatamente, con un piccolo pezzetto di legno, aprì il lucchetto con maestria e tirò subito il cancello verso di lei. «Venga con me, la prego... quì non può stare...» disse Maria con paura e preoccupazione per quella donna, ma quando provò a tirar su il suo corpo, questa cadde e strinse a sé Maria, la quale uscì dall'entrata del cancello e s'inginocchiò davanti la donna per sorreggerla. «Che succede...? Lei... non...» Maria poggiò casualmente la mano sulla pancia della donna ma... non sentì più il pancione, bensì toccò un normale addome piatto. Sentì uno strano liquido freddo non appena la donna le strinse il polso e, quando Maria abbassò lo sguardo, vide le mani della donna sporche di sangue rosso vivo, ma stranamente freddo. Le sue unghie furono lunghe e sporche, la sua pelle pallida e bianca e i suoi polsi quasi cadaverici. Più Maria scese con lo sguardo, più sangue vide, e più sangue vide, più il terrore s'impossessò di lei. La donna non pianse più, respirò affannosamente come un animale mentre Maria sgranò gli occhi e tremò come una foglia. Con i suoi occhioni neri salì con coraggio verso il volto ormai scoperto della donna, e quando la vide, la riconobbe...
I capelli biondini...
Lunghi e leggermente mossi...
La pelle pallida...
Il volto leggermente paffutello...
«L-Lizzie...» sussurrò impaurita e pietrificata la fanciulla mentre la fissò, la terza delle due sorelle, nonché accompagnatrici di Cristina, la fissò con quei suoi occhi grigi...
Gli occhi grigi...?
E quei suoi doppi canini lunghi... grandi e affilati...
Ma i vampiri, non hanno due canini...
La bocca piena di sangue.
Gli occhi furono fissi sul volto della giovane umana terrorizzata.
«Oh... molti giorni fa avevi il coraggio di uccidere me e le mie sorelle con un candelabro... e adesso... tremi?» ridacchiò la ragazza che, davanti agli occhi di Maria, si rivelò come un'ibrida. A quelle parole, dietro di lei comparvero le due sorelle, Maggie e Cassie, ma non furono sole... dietro di loro ci furono quasi otto uomini diversi dall'aspetto pericoloso e molto possente. I loro occhi brillarono di grigio e i loro ringhi furono un misto fra quelli di tanti potenti lupi alpha e leoni rabbiosi. I loro doppi canini luccicarono pericolosamente e i loro sguardi scrutarono con estrema perversione la figura minuta di Maria. «Lasciami... Lasciami!» disse con rabbia Maria, ma Lizzie la graffiò con le unghie lungo tutto il braccio. «Nessuno saprà più niente di te... nessuno ti vedrà più!» esclamò con pazzia Maggie, Maria si dimenò e con coraggio si voltò indietro con la testa e urlò in cerca d'aiuto, ma il suo urlo venne subito interrotto dalla forte mano di uno degli uomini che le tappò la bocca con violenza e la strinse dalla gola. «Non sei cambiata in questi anni... tu, lurida umana... è lei che anni fa uccise mia madre.» ringhiò un uomo dai capelli castani e lunghi e dall'aspetto davvero molto possente. A quelle parole, Maria ricordò attimi del suo oscuro passato. L'uomo le tappò le bocca con un panno, mentre un altro le legò subito i polsi con un altro straccio, questi strinsero così tanto la farle troppo male. «Non la vedranno più. E poi... chi la cercherebbe? Nessuno.» disse Cassie, mentre diede a tutti gli uomini delle sacche piene di monete d'oro, prese chissà dove. Maria si dimenò e pianse, guardò ogni loro gesto e tremò incontrollabilmente, cosa le sarebbe successo?
«Portatela lontano, dove nessuno potrà sentirla. Fate del suo corpo ciò che volete.» parlò Maggie con indifferenza e, mentre le tre sorelle entrarono nei giardini del castello, l'uomo di prima prese in spalla Maria e le diede un morso forte sulla coscia, come per marchiarla, e questa subito dopo sanguinò. Maria gridò inutilmente contro il panno stretto alla bocca mentre gli uomini risero, dopodiché le tre sorelle chiusero i cancelli e con puro divertimento salutarono Maria senza alcuna pietà. E mentre gli uomini si allontanarono velocemente dalle mura del castello, Maria si sentì morire. La sua anima soffocò. Le sue gambe tremarono e il suo cuore impazzì. I suoi occhi diventarono due cascate mentre i suoi polsi divennero viola e deboli. Non avrebbe avuto forza contro tutti quegli uomini. L'avrebbero distrutta. L'avrebbero uccisa. L'avrebbero forse abbandonata in mezzo al freddo.

Maria seppe cosa le avrebbero fatto...

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora