𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 10° - 𝑺𝒆𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊 𝒔𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒊.

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Il dolore svanì, ma la forza di risvegliarsi fu davvero minima. Fu orribile, sentì il corpo debole e la testa leggera, come se fosse tra le nuvole. «Maria... stai bene?» domandò la voce di Lucas, il quale stette seduto a terra accanto al letto della ragazza, ad osservarla e attendere il suo risveglio. Maria aprì lentamente gli occhi, mosse leggermente le braccia e girò il volto di lato per guardare il ragazzo, sorridendo. «Lucas... sto bene.» rispose lei ancora assonnata, ma poi, ricordandosi dell'accaduto precedente, si guardò i polsi e si toccò il collo, ma non sentì nulla. «Ti ho curata mentre dormivi... hai fame? Hai bisogno di cibo.» disse subito Lucas, poggiando sul letto del cibo rubato da altri umani nelle cucine. Maria lo guardò confuso e con debolezza si mise seduta sul letto.
«Lucas, non dovresti essere quì... Sebastian ti vedrà e-»
«Sa tutto e non m'importa. Sei diversa dalle altre umane e voglio starti accanto.»
Le parole di Lucas entrarono nella mente di Maria, risuonando come una canzone familiare a lei. Abbassò lo sguardo timida, prendendo un pezzo di cibo con calma, «Non ho mai avuto amici nella mia vita, solo uno, ma andò via, ma non per volere.» parlò Maria, mangiando con calma per riprendersi e, a quelle parole, Lucas la guardò negli occhi attentamente, per ascoltare le sue parole con attenzione.
«Ogni persona conosciuta nella mia vita mi ha sempre pugnalata alle spalle, e sai, è strano fidarsi di uno come te.»
«Sono sempre stato ferito, ed è strano trovare un'umana così come te, è strano che io mi stia fidando di te, ma ho i miei motivi per farlo.»
Lucas si alzò per sedersi sul letto, guardando in basso pensieroso, e nel mentre Maria mangiò, tenendo lo sguardo rivolto verso il piccolo spazio aperto sul muro che mostrò il cielo stellato della notte, dal quale si sentì l'odore e il suono del mare. «Hai dormito così tanto.. Mi dispiace per quello che ti è successo stamani.» disse il ricciolino ricco di vergogna, sapendo ciò che il fratello fece alla ragazza, ma Maria sospirò, come se a lei non importasse, e disse: «Ho infranto le regole.» e Lucas strinse i pugni, «Sebastian non voleva farlo.» disse con occhi lucidi, e Maria ridacchiò tristemente, «Lucas, lui mi odia.» disse lei. «No.» disse subito il ragazzo, sospirando profondamente per poi alzarsi dal letto, lasciando Maria confusa. «Ti prego, dormi.» disse Lucas, guardandola con occhi lucidi, per poi avvicinarsi alla porta per uscire dalla stanza, andando via.

[ . . . ]

«Come ti senti?» Domandò Anna, camminando accanto a Maria nei corridoi del castello. La corvina tenne due ceste un po' pesanti di cibo, e Anna, senza preavviso le prese, portandole lei senza alcun peso. «Anna, sto bene... ti prego, falle portare a me, è il mio compito.» disse con dispiacere Maria, tentando di prendere le ceste ma senza riuscirci. «Devi portarle nelle cucine?» domandò Anna, e Maria annuì, così la rossa le indicò di seguirla velocemente per raggiungere le cucine al piano di sotto. Scesero e, per raggiungerle dovettero passare uno dei tanti corridoi esterni del castello, passando davanti ai cortili di allenamento. Maria sentì rumori di spade e lamenti, e, quando uscì assieme ad Anna, vide vari uomini e ragazzini allenarsi con delle spade. «Questo è il campo di allenamento! Forse Edward sta allenando i ragazzi... eccolo lì.» disse la rossa, poggiandosi assieme a Maria sul marmo per osservare gli allenamenti intensi. Maria guardò Edward, ammirando come il principe più grande maneggiasse la propria spada con tanta prudenza, aiutando un ragazzo sui sedici anni. Rimase a fissare i due, ma seguendo i loro gesti, proprio davanti a loro, si parò Sebastian che, con un semplice gesto gettò a terra due uomini, ma senza fare loro male. Gli occhi di Maria si soffermarono sul suo volto sudato e sui capelli biondi un po' attaccati sul viso rabbioso e affascinante di lui. Osservò le sue lentiggini sulle gote sparse come costellazioni e le sue labbra carnose e dalla forma unica... «È bellissimo...» pensò d'istinto, avvertendo quasi fuoco nel proprio petto solo a vederlo. Osservò le sue braccia forti e muscolose, la sua vita stretta e le sue spalle larghe, osservò le sue gambe slanciate e la sua schiena potente. Rimase ammaliata nel sentirlo respirare, rimase pietrificata ancora una volta da quella sua bellezza eterea. «Sei il migliore! Ti amo da morire!» gridò Cristina, rovinando quel momento di tranquillità. La castana notò la corvina fissare Sebastian, e di certo l'odore dell'umana non passò inosservato: tutti sistemarono le spade e le armature, dando occhiate a Maria e parlando sottovoce per la straordinaria bellezza della serva umana. Le donne accanto a Cristina gridarono come iene, come per attirare l'attenzione del principe, ma questo non le guardò e non si mosse dal suo posto. Edward respirò affannosamente, levandosi la maglia un po' strappata per avvicinarsi verso una grande brocca d'acqua per sciacquarsi il viso e il corpo scultoreo e, passando l'acqua anche fra i capelli sudati, incrociò lo sguardo di Anna, la quale lo guardò con occhi rossi... reazione che Edward desiderò vedere quella mattina. Con un cenno sensuale la salutò, e Anna ricambiò con un sorrisetto e, nel frattempo Maria li osservò, ammirando la loro forte intesa amorosa. Anna indicò con un cenno ad Edward di avvicinarsi, e così il biondo obbedì, correndo dalla rossa ma senza far capire nulla... poiché tutti seppero che fra loro due ci fu sempre un'amicizia stretta.
«Ci stanno guardando?»
«No...»
«Bene, allora... buongiorno.»
Ridacchiò il biondo, dando un bacio a stampo alla rossa velocemente per non farsi notare, guardando poi Maria con tranquillità, «Stai bene?» le domandò, e la corvina annuì con un piccolo sorriso, abbassando poi lo sguardo timida... si sentì di troppo, percepì tanto amore fra Anna e Edward, sentì affetto, amore e amicizia allo stesso tempo, e per lei fu tutto così perfetto...
Tanto perfetto da ricordarle qualcuno.
«Vado, altrimenti mio padre si arrabbierà.» disse Edward, accarezzando la mano di Anna e sorrise, «E metti quella maledetta maglia!» esclamò la rossa, facendo ridere sia Edward che Maria, la quale si sentì molto osservata. Spostò lo sguardo verso Sebastian, il quale la fissò per tutto il tempo, senza tregua. I suoi occhi azzurri e il suo sguardo da predatore la puntarono mentre strinse la spada, come se stesse scrutando la sua anima...
Maria sentì qualcosa attirarla a lui, ma non si avvicinò.
Come se Sebastian le stesse divorando l'anima, come se la stesse spogliando con gli occhi, come se volesse divorarla da un momento all'altro. Maria si sentì minuscola, dominata da quel suo sguardo che, purtroppo, finì presto. Cristina lo tirò per un braccio, distogliendo i due sguardi fra il principe e la serva e, Anna, notando gli sguardi e percependo le sensazioni di Maria, fece un sorrisetto, abbassando lo sguardo. «Andiamo.» sussurrò, prendendo per mano la corvina per condurla verso le cucine. La corvina abbassò lo sguardo deglutendo, con le gote rosse e il cuore a mille, mentre lui ghignò.

Sebastian sentì i pensieri di Maria, e una strana luce si accese nei suoi occhi...

«Piccola umana... lo sento che mi vuoi.»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora