𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 21° - 𝑰𝒍 𝒓𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒐𝒍𝒆.

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«Questa giacca è troppo stretta.»
«Sebastian Harsen, smettila di lamentarti.»

Anna chiuse la giacca elegante e nera di Sebastian, trattandolo proprio come un piccolo ragazzino troppo viziato e, per questo, rise divertita. Sebastian guardò altrove roteando gli occhi con fare scocciato, cercando di muovere le spalle per spostare Anna, ma la rossa gli pizzicò il naso.
«Ah!»
«Così impari a stare fermo!»
«Tanto dopo aprirò lo stesso la giacca.»
«Non ti permettere.»
Edward entrò nella sala reale, ritrovandosi davanti un sacco di camerieri, guardie e varie donne delle pulizie che sistemarono tappeti e quadri per l'arrivo di Kaulus. Quella mattina il popolo si riattivò subito non appena tutti vennero a conoscenza dell'arrivo del più temuto e grande stregone di tutti i tempi. Molte guardie controllarono le strade, la gente lavorò e si coprì dal sole, sistemando varie bancarelle sui lati per lasciare la strada di pietra libera per l'accesso. Molti bambini tennero dei cesti in mano, non vedendo l'ora di poter buttare tutti i petali in aria, assieme ad altri fiori: questi furono simbolo di auguro, di fortuna e di graditudine verso l'ospite, augurando anche a questo tanta fortuna per il resto della vita.
Edward si avvicinò ad Anna da dietro e, per non farsi notare da nessuno le toccò la schiena con un dito: «Mia madre ha chiesto di chiamarti, è in stanza, ha bisogno di aiuto con l'abito e i capelli.» sussurrò Edward appena Anna si voltò, «Vado subito.» sorrise la rossa, stringendo i lati della gonna dell'abito bordeaux pomposo, per correre di fretta verso la camera della regina e, proprio dal portone entrò di colpo Lucas che, con fare spavaldo e scomposto camminò, mostrando i propri capelli con due ciuffi rizzati quasi in aria: «BUONGIORNO FRATELLI! Come sto?» esclamò il ricciolino, mostrandosi ai due fratelli e gonfiando il petto per sembrare quasi più alto di Sebastian. Alcuni camerieri risero sotto voce, persino le guardie abbassarono gli sguardi nel vedere Lucas conciato in quel modo. «Ti prenderei a sberle.» disse Sebastian sottovoce, stringendo i capelli di Lucas per tirare i due ciuffi indietro, riuscendoci per fortuna. Lucas rise divertito, sperando che il fratello reagisse in quel modo di prima mattina: amò infastidire Sebastian con tutto se stesso. «Maria dovrà servire ai tavoli per il pranzo di Kaulus.» disse Sebastian con serietà, voltandosi subito per camminare verso il portone, «Eeehm... Maria è da nostra madre.» disse Lucas grattandosi il capo. Sebastian si bloccò, si voltò e aggrottò la fronte con stranezza e, quasi, anche con gelosia.
«Perchè è lì?»
«L'ha mandata a chiamare lei, probabilmente per aiutare Olivia a vestirsi e-»
«Olivia è di nuovo sveglia?!» Esclamarono Edward e Sebastian in coro, Lucas annuì tranquillamente, poggiando le mani sui propri fianchi, «Maria è un vero e proprio intrattenimento per Olivia, riesce a tenerla sveglia senza obbligarla... a differenza di qualcun'altra che Sebastian conosce molto bene.» disse Lucas, assottigliando gli occhi nel pronunciare le ultime parole e, Sebastian, nel sentirle scattò, «Taci.» ringhiò, camminando velocemente verso le scale per raggiungere la camera dei propri genitori. 

«Mary! Mary! Mi prendi in braccio?» Disse Olivia saltando sul letto matrimoniale della madre, la quadre stette seduta su una sedia per guardarsi allo specchio e, nel frattempo, Anna sistemò i capelli della regina per bene. Maria si avvicinò alla piccola, la quale saltò con fiducia fra le sue braccia, stringendosi a lei quasi come un piccolo koala. Kate guardò la corvina dallo specchio, dando un'occhiata poi ad Anna con un sorriso e la rossa ricambiò, come se le due stessero comunicando telepaticamente. Subito dopo qualcuno bussò alla porta e, appena Kate diete il permesso, proprio da essa entrò Sebastian che, con fretta chiuse la porta, voltandosi subito verso Maria. «Tu...che ci fai quì.» sussurrò il biondo a denti stretti, Maria si bloccò fissando la sua figura composta e ben vestita, arrossendo per la sua bellezza, ma soprattutto per la sua presenza. «L'ho chiamata io, Sebastian. Mi serviva aiuto con Olivia e, siccome Cristina non è capace, ho preferito lei dato che Olivia ha questa preferenza.» parlò diretta la regina, alzandosi dalla sedia non appena Anna posò la spazzola e i vari fermagli preziosi che avanzarono. Sebastian guardò la madre e serrò la mascella, osservando poi in silenzio Maria che si avvicinò alla finestra chiusa della stanza per non guardarlo: poggiò a terra Olivia, chinandosi per mettersi in ginocchio per sistemare l'abito bianco e oro della piccola che, a gran sorpresa di Sebastian, stette immobile e dritta, dondolando leggermente il corpo con tenerezza fissando la corvina con gli occhi illuminati.
«È vero che sono una brava principessa?»
«Tu sei bravissima...»
«Diventerò una guerriera come i miei fratelli?»
A quella domanda Maria sorrise, meravigliandosi del bellissimo discorso che la piccola tirò fuori, così guardò Sebastian per un attimo con fastidio, «Si. Sarai più forte di loro.» rispose, guardando di nuovo Olivia che batté le mani con un sorriso vittorioso e Maria, non resistendo, le strinse le guance, intenerita dalla piccola. Sebastian le fissò per tutto il tempo, distogliendo lo sguardo non appena qualcuno bussò alla porta e, quando aprì subito entrò Cristina con prepotenza, «Che meraviglia! I miei complimenti, Anna, hai fatto un ottimo lavoro.» esclamò subito Cristina con falsità, forzando sorrisi ampli e ricchi di gelosia solo per mostrarsi alla regina e farsi compiacere. Kate la guardò, alzando leggermente le sopracciglia per distogliere lo sguardo con indifferenza e serietà, «Ti ringrazio, Cristina.» rispose semplicemente. Anna serrò la mascella, osservando Sebastian che tenne lo sguardo verso Maria, la quale si voltò di spalle alla presenza di Cristina, tenendo lo sguardo sulla finestra con tristezza e fastidio. Cristina la notò subito e assottigliò gli occhi guardandola con odio, «Andiamo, Sebastian.» disse ad alta voce la castana, prendendo per mano Sebastian che con indifferenza uscì subito dalla stanza. Calò il silenzio più assoluto, si sentirono soltanto i rumori di alcuni oggetti e Olivia che canticchiò qualcosa mentre giocò con le tende della finestra. Kate si voltò verso Maria e la guardò con uno sguardo interrogativo, la corvina si torturò i pollici mentre gli occhi divennero molto lucidi, batté le palpebre e due lacrime scesero, ma subito le asciugò, cercando di non tirare su col naso per non mostrarsi sofferente. «Maria, puoi andare, ti ringrazio.» disse la Regina, Anna strinse l'abito della regina da dietro mentre guardò Maria con preoccupazione, ma rabbiosa nei confronti di Cristina. La corvina forzò un sorriso e si voltò, «Grazie a voi, vostra maestà.» disse con delicatezza Maria, trattenendo la voce tremolante per il pianto che trattenne, così camminò velocemente verso la porta per uscire dalla stanza, «A dopo Mary!» esclamò Olivia e Maria la guardò con occhi lucidi, sorridendole con amore, «A dopo...» sussurrò l'umana con dolore, chiudendo piano la porta per correre velocemente verso il cortile esterno del castello per non mostrarsi a nessuno. Il corridoio esterno fu desertico come i giardini, così si sedette a terra, poggiando la schiena contro il muro per stringere le ginocchia vicino al petto per poggiare la fronte su di esse, stringendosi in se stessa per scoppiare in lacrime. I suoi singhiozzi rimbombarono per i grandi corridoi esterni dai tetti alti, il suo pianto fu ricco di dolore, e più pianse, più la sua voglia di cantare si fece avanti, per colmare il dolore e tenerlo per se. Tremò, quasi non ci riuscì ma si forzò, così poggiò la tempia su un ginocchio e, tenendo gli occhi chiusi iniziò a canticchiare pian piano, trascinando il proprio dolore fra quelle melodie che creò lei con la propria voce, e pian piano, quei quasi lamenti divennero delle parole che, per anni, ricordò a memoria...

Non senti?
Non lo senti?
Il mio cuore che ti chiama...
Non senti la mia anima?
che con forza lei ti brama...
Non senti la mia voce?
La senti la mia voce?
Che forte ti chiama...

Il pianto ritornò e le lacrime scesero...

Ti chiama...

Sussurrò cantando, ma la sua voce si spezzò come una foglia, impedendole di cantare ancora.
«Allora eri tu...» disse la voce di Lucas vicino a lei, Maria sgranò gli occhi e alzò lo sguardo spaventata, osservando Lucas con estrema vergogna. Il ricciolino però la guardò con occhi lucidi, avvicinandosi a lei lentamente, «Qualche notte fa ho sentito una voce... era proprio questa canzone, ma le parole si fermavano sempre quì, come adesso. Eri tu... davvero? Davvero tu canti così? La tua voce mi aiutò a dormire dopo un incubo, lo sai?» parlò Lucas con emozione, sedendosi accanto alla fanciulla che distolse lo sguardo con le lacrime negli occhi. «Non ha importanza nulla.» disse lei, «Nessuna donna canta così e... non ho mai sentito parole così profonde.» disse Lucas, prendendole la mano sinistra per toccarle l'anello argentato con curiosità, accarezzandole la pelle calda. Lei lo guardò subito, osservando il suo volto prezioso e puro da ragazzino. «Sono anni che la canto, e per anni interi non sono mai riuscita a terminarla...»
«Perchè?»
«Perchè fa male, Lucas.»
«Cosa fa male, Mary?»
«L'amore... fa male più di qualsiasi altra cosa.»
Lucas guardò Maria con innocenza, Maria anche, e proprio in quel momento, in lontananza, si sentirono le voci dei cittadini esultare e, assieme alle loro voci si sentì anche della musica. «Lo stregone! È arrivato Mary! Andiamo!» - «No...» Lucas si alzò per tirarla dalla mano, ma la corvina la ritirò subito, rimanendo a terra e percependo ancora quel fastidio allo stomaco, al petto e alla gola. «Come no? Ci credi che stanotte ci sarà il ballo in maschera? Mary! Sarà la tua occasione per avvicinarti a mio fratello!» esclamò Lucas con euforia, ma Maria guardò altrove con occhi spenti e ancora lacrimanti, e in quel momento, il tenero Lucas sentì qualcosa nel proprio petto spezzarsi e spegnersi proprio come lei, portando la sua espressione dall'essere euforica al spegnersi all'istante. «Vai, Lucas... ti stanno aspettando.» disse semplicemente Maria, guardando poi il ragazzo e forzando un sorriso fra le lacrime, «Vai.» disse di nuovo lei, annuendo con sicurezza. Lucas deglutì, e con occhi lucidi abbassò lo sguardo, camminando velocemente - e con controvoglia - verso il portone d'entrata, chiudendolo subito dopo non appena entrò dentro. Maria rimase sola e indifesa, contro le proprie paure e contro quel dolore le iniziò a tagliarle l'anima in due, così pianse ancora e ancora, in silenzio.

«Amore mio... alzati da lì.»

«Jackson?!» Maria sgranò gli occhi e tremò nel sentire la sua voce, si guardò intorno con stranezza e si alzò da terra, girando per un attimo in tondo per controllare se qualcuno fosse lì con lei, magari qualche guardia a farle qualche scherzo, ma fu completamente sola. «Cosa devo fare? Non ha senso... capisci? Sono pazza, v-vero? Io non...» Maria pianse, guardando poi il proprio anello al dito che, grazie ad un raggio di sole che di colpo brillò contro l'anello argentato, questi luccicò contro il petto di Maria, come per indicarla. Maria si morse le labbra e toccò l'anello, «Io...? Io cosa?» sussurrò confusa, il raggio di sole divenne più grande e un altro luccichio argentato indicò proprio verso la porta che l'avrebbe portata all'interno del castello. Maria guardò il luccichio con stranezza, osservando poi il cielo azzurro e, ripensando a Jackson, un nodo la gola la costrinse quasi a liberare un altro forte pianto disperato che, lei, bloccò all'istante con forza: «Lo farò.» disse con determinazione, correndo subito dopo verso il portone per raggiungere l'interno del castello...

Appena Maria entrò dentro, il raggio di sole svanì all'istante.


𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora