𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 93° - 𝑭𝒊𝒏𝒐 𝒂𝒍𝒍'𝒂𝒍𝒃𝒂.

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Seduti su quel caldo letto, con le gambe accaldate dalle coperte e i corpi avvinghiati fra di loro, il principe non riuscì più a distogliere il suo sguardo dalle linee del destino che segnarono la loro, ormai, perfetta unione. Oltre a quelle, persino gli occhi ambrati di Maria brillarono, per i ricordi che, grazie alla sua anima gemella, lei riuscì a far sbocciare nuovamente nella tua mente. Sebastian osservò quella sua creatura con gli occhi di un sognatore smarrito, con le mani poggiate contro ogni singola curva di quel corpo umano e caldo che, finalmente, sprigionò il suo potere. Maria, però, si sentì strana, non capì il motivo di quella sua strana e piccola mutazione, come non capì il motivo per il quale lei riuscì a ricordare, dopo anni, quei piccoli dettagli che lei rimosse dalla sua testa. «Eri troppo piccola per comprendere... troppo ingenua al mondo.» mormorò il principe, poggiando le mani dietro la schiena della sua compagna, avvicinandola ancor di più a sé lentamente, inginocchiati l'uno davanti all'altro. «Henula, nella lingua antica di secoli fa, significa Guerriera Celeste... Siete creature mistiche, nessuno è mai riuscito a comprendere il perché della vostra razza; come siete nate, dove siete nate e il perché. Ma da secoli, queste strane donne umane, dotate di poteri in battaglia, hanno sempre lottato accanto ai soldati durante le guerre più terribili e temute. Ma poi, con la nascita degli ibridi, molte di queste Henule sono sparite... nei secoli, negli anni. Trovate morte, uccise senza pietà in massa in ogni regno, per mano degli ibridi. Da piccolo, studiai ogni singola cosa su di voi...» Sebastian la guardò negli occhi, mentre Maria, incredula, lo fissò con gli occhi quasi sgranati. «Questo dono, viene tramandato da madre a figlia, queste creature sono solo donne. Le Henule, quando nascono, camminano e parlano già dopo pochi mesi di vita, sanno leggere e parlare in ogni lingua... anche quella dei segni. Sono curiose, acculturate, intelligenti e affascinate dai libri... ecco perché tu conosci ogni cosa senza aver mai avuto un'istruzione. Come per il combattimento... ecco perché tu, tu... riesci a padroneggiare le armi meglio di un uomo.» il principe prese le mani della giovane e le strinse, percependo chiaramente ogni suo potere. «Ecco perché conosci ogni tecnica di combattimento, ecco perché sai combattere, sai parlare in ogni lingua, sai leggere e scrivere perfettamente... sei ribelle, soprattutto verso l'uomo stesso, ma soprattutto...» Sebastian parlò, e nel mentre, mosse senza preavviso una mano lungo il collo di Maria, e lei, per natura sua, lo bloccò con la stessa velocità che esercitò lui. «...Ecco.» sussurrò lui: «... Soprattutto, stai sempre in allerta, la tua vera natura ti richiama.» lentamente avvicinò la mano contro il collo di lei, stringendolo con delicatezza e accarezzando la sua pelle con il pollice. Maria rilassò i muscoli e lo lasciò fare, lasciando scivolare una mano lungo tutto il braccio del biondo. «Quindi... Mia madre, era un'Henula?» domandò lei, scossa da tutte quelle informazioni e, ancora, incredula della sua grande importanza, anche se, finalmente, capì finalmente il perché di molte stranezze che lei stessa riuscì a captare. «Si. Come hai raccontato tu, lei amava sfidare tuo padre e si allenava spesso davanti a te... comportamento tipico di un'Henula.» Rispose lui, scendendo con lo sguardo lungo le spalle e le braccia di lei, «Spalle larghe, come una vera guerriera.» disse, stringendo la muscolatura di lei con gelosia, attaccandola di più a sé.
Maria poggiò le mani sul suo petto e toccò le sue clavicole, lasciandosi stringere morbosamente da quelle mani protettrici e fameliche. Lo guardò dal basso, respirando ancora il suo profumo mentre i suoi occhi brillarono ancora di ambra. Il loro Contatto li unì, e le linee del destino, per la seconda volta, segnarono i loro corpi, marchiati del loro amore. Sebastian la scrutò, le regalò ogni tipo di sguardo, dal più serio, al più amoroso. La guardò persino come la prima volta che la vide, quando la voglia di ucciderla si mischiò a quella di volerla avere accanto ogni singolo giorno. Diventò impaziente, incapace di poter riposare senza il suo profumo accanto. Incapace di poter proseguire in tranquillità la sua giornata senza aver udito il suo caldo respiro. Diventò pazzo per lei. Vulnerabile del suo amore. Ritornò VIVO, come quel piccolo sedicenne con le fiamme dentro agli occhi. Maria riportò in vita quel suo cuore di ghiaccio, tirò fuori tutte le frecce conficcate dentro quel petto gelido e privo di emozioni, e vi ci soffiò sopra col fuoco, scongelando lentamente quel muscolo incapace di muoversi da solo. «Tu hai salvato la vita a mia sorella, con le tue lacrime. Tu hai portato la pioggia, quando mi attendevi... perché eri triste, eri arrabbiata...ti sentivi sola... perché quando un'Henula è in pericolo, il suo pianto è un richiamo e il cielo si smuove...» la voce di Sebastian divenne cupa, come il suo volto, Maria aggrottò la fronte, stranita. Sebastian parve rispecchiare nei minimi dettagli il vecchio lui del passato, quel semplice ragazzino divertente, sensibile e ingenuo. Gli occhi azzurri di lui si riempirono lentamente di lacrime, brillarono come due laghi cristallizzati: «Tutti credevano ormai sulla vostra estinzione, ma tu... sei l'ultima della tua razza...» mormorò, con voce tremolante. Maria si preoccupò in quel momento, il suo volto divenne contratto in un'espressione preoccupata e agitata. «Sebastian...» sussurrò lei, poggiando le mani contro le guance lentigginose di lui, ma il principe non l'ascoltò, tremò persino... come quando ricambiò i suoi sentimenti a lei. «Tutti i regni del mondo si sono inchinati davanti a voi donne, vi hanno elogiate e rispettate... Ed io? Che cosa ho fatto, invece?»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora