«Saremo pronti ad utilizzare il fuoco, sé necessario.»
Il mattino seguente, Marcus e Alex parlarono sulla guerra che avrebbero affrontato a breve. Camminarono con calma e compostezza nei corridoi interni del castello, dialogarono sulle tecniche che stabilirono di utilizzare. «Utilizzeremo ogni forma di difesa, questa è la resa dei conti, Marcus, io bramo ancora vendetta.» rispose subito Alex, riferendosi a passato che tutti loro passarono ormai. «Lotteremo con calma ma con violenza... che contraddizione, vero? Ho da sempre addestrato tutti i miei soldati così... freddi ma senza pietà, bramosi di gloria e gelosi della propria patria.» disse Marcus, osservando dalle finestre la neve che pian piano iniziò a calar giù dal cielo. Alex lo guardò, ma non con sorpresa, ma bensì con fierezza, «Anche Lena era così.» disse, distogliendo lo sguardo per osservare il corridoio davanti a sé. «Così, come?» domandò Marcus, «Agguerrita, gelosa della propria famiglia, tipica Harsen... il vostro sangue non mente.» rispose con un semplice sorriso il Re corvino, Marcus lo guardò semplicemente e si fermò dal camminare, anche Alex fece lo stesso e lo guardò con calma. «Anche a me manca mia sorella Lena.» disse di punto in bianco, puntando i suoi occhi freddi contro quelli grandi e castani dell'altro Re, il quale non rivolse i propri occhi altrove, bensì li mantenne fissi contro quelli del parente. Sospirò lievemente, si raddrizzò con la schiena e serrò la mascella: «A volte, lei mi manca più delle mie forze. Sento la mancanza del rumore dei suoi tacchi, della sua frettolosa camminata, delle sue buffe battute per rubarmi una risata... mi manca la sua risata contagiosa... Darnes ha preso molto da lei; gli occhi, la risata, il suo essere agguerrito e romantico, il suo senso dell'umorismo e la sua camminata. Sai, Marcus, quando osservo mio figlio, vedo in lui quella parte di Harsen, in quel modo di camminare così sicuro e unico, proprio come voi... Sento ancora quell'orribile senso di colpa, di non esser riuscito a proteggerla... ma nonostante ciò, non smetterò mai di ringraziare tuo padre Leo e te, per aver posto in me la fiducia di poter crescere Lena e farla divenire mia regina del mio regno.» le parole di Alex commossero Marcus così tanto dal distrarlo, tanti ricordi sbocciarono nella sua mente come mille fiori, il suo sguardo si ammorbidì e i suoi occhi azzurri divennero leggermente lucidi; sorrise semplicemente e guardò altrove subito dopo. «Tu sei sempre stato l'uomo perfetto per mia sorella, tu non hai mai sbagliato nulla, perché avere sensi di colpa? Mio nipote, Darnes, sta crescendo come voi due, e tu, in tutti questi anni, hai cresciuto questo figlio come lei ha sempre voluto.» parlò Marcus, si avvicinò al moro davanti a sé e poggiò due mani sulle spalle di quest'ultimo che sorrise con sicurezza, anche se nostalgico di molti ricordi. «Porterò la mia fede al dito per l'eternità, il Contatto unisce solo due persone, e quando questo accade, durerà per l'eternità.» disse Alex subito dopo, ma nel mentre, fuori dalla finestra, i due Re udirono le risate dei propri figli, euforici e energetici. «Eccoli, quando ritorna la neve loro ritornano bambini.» rise Marcus, mentre Lucas gridò nel cortile che finalmente la prima neve arrivò. «Maestà!» esclamò una guardia in arrivo, appena i due Re si voltarono - straniti - verso l'uomo che arrivò, questo si fermò e stese dritto: «Chiedo perdono, è arrivata una lettera per voi, da parte dello stregone Zafir. L'Aquila messaggera l'attende nel salone principale.» disse l'uomo, «Vi ringrazio.» rispose Marcus e, solo con uno sguardo, Alex annuì e capì che avrebbero dovuto leggere quella lettera insieme.
Le ciocche nere e mosse, come il mare che guardò a distanza, si mossero col vento gelido che rinfrescò la sua pelle bianca. Maria tenne una mano fuori dal piccolo spiraglio, toccò le mura con due dita mentre tenne la testa poggiata su un lato contro la propria spalla. Canticchiò qualcosa, rilassata, mentre stette con le punte dei piedi alzate su di un piccolo sgabello in legno che le diede Lucas. Non si accorse che la prima neve arrivò, la sua cella si affacciò verso il mare aperto, quindi, non notò nulla. Guardò il cielo, chiaro e nuvoloso, sentì quasi tristezza... odiò quelle nuvole grigie con tutta se stessa.
Coprirono il sole, e lei amò il sole...
«Maria!» esclamò la voce femminile di Anna, mista a quella di Lucas e Olivia. La corvina aggrottò la fronte e si voltò verso il portone che subito venne aperto proprio da quel ricciolino ribelle di Lucas. «Cosa succede?» domandò Maria con stranezza, vide sui volti dei tre enormi sorrisi angelici, poi solari del sole. «È arrivata la prima neve!» esclamò Lucas mentre saltellò, «Corri fuori con noi! Stiamo andando nei boschi a giocare!» gridò Olivia con euforia, e assieme ad Anna la tirarono dai polsi. Maria aggrottò la fronte e stette ferma:
«Ma... io non posso... devo lavorare e poi-»
«Seguici, muoviti!»
Si aggiunse anche Lucas che la tirò con sé verso le scale, Maria li seguì con frettolosità, guidata dalle loro forti "tirate" dalle mani e, solo alla luce del giorno, notò perfettamente i manti pesanti che portarono; come sempre, i colori dominanti furono il nero, l'oro e il rosso, con l'aggiunta di pellicce bianche, marroni e nere. Prima di uscire nel cortile, Anna porse alla giovane uno dei loro manti, «Indossalo, altrimenti prenderai un malanno bello e buono.» le sussurrò, dopodiché la guardò negli occhi e attese che l'umana indossasse il grande manto che, sfortunatamente, non fu su misura per lei. Gli abiti e i manti di loro furono troppo lunghi, questo perché, i vampiri, a differenza di altre razze - soprattutto umane - furono altissimi, e questo Maria lo seppe sin dall'inizio. Il manto la coprì fino ai piedi con fare buffo, parve un piccolo orso nero, ma poco le importò. «Fa niente! Andiamo, dai.» disse subito dopo, così Anna la prese per mano e corse dietro Lucas e Olivia, i quali raggiunsero la fine del grande cortile del castello, per poi entrare all'interno dei boschi ormai pieni di neve. «Sei così bassa.» ridacchiò la rossa e Maria sbuffò, consapevole del perché i vampiri fossero così tanto alti e forti; questo motivo spiega anche il perché della veloce crescita dei bambini vampiri, le ossa sono la forza principale dentro le quali si riservano ogni tipo di energia e forza. Le ossa lunghe e larghe, infatti, conservano tutto ciò che richiede la forza vampira; per il teletrasporto, la comunicazione telepatica, la forza indistruttibile, la capacità di possedere un corpo duro e fermo, proprio come le loro ossa grandi e lunghe.
Durante quel breve tragitto, anzi, corsa, Maria si strinse di più nel grande mantello di pelliccia nera, seguì le orme di Anna, sulla neve, così non si perse. Vide sotto di sé quella bellissima sabbia bianca, fredda e cristallina, che le rinfrescò la pelle; questa cadde dal cielo con leggerezza, poggiandosi sul mantello nero, sulla sua pelle liscia e sui morbidi capelli mossi. Sentì varie voci in lontananza, udì la risata di Olivia, mista a quella di Lucas, Anna ed Edward, così si affrettò e corse verso dei cespugli ricoperti dalla neve, proprio davanti a lei. Appena mise un piede in avanti, inciampò col mantello, cadendo proprio dopo i cespugli pieni di neve. «Ma che fai!» esclamò con tono scherzoso proprio Darnes, il quale si chinò frettolosamente verso Maria e le prese le mani. La corvina sgranò leggermente gli occhi, incredula, e lo fissò dritto in volto, dentro quegli occhioni pieni d'amore. Il suo volto si rilassò, lasciando spazio ad un piccolo sorriso smagliante che riempì il cuore del principe corvino che, attratto da un qualcosa, si leccò le labbra.
«Il mantello...»
«Cosa?»
«Questo mantello è più grande di te.»
Ridacchiò il giovane principe, ma gli occhi di Maria caddero sul mantello che questo portò addosso... nero e blu, con ricami in argento. Come se, per ogni regno, anziché possedere dei nomi, bensì dei colori diedero un'importante simbologia ad essi, come il regno del Nord, dove i colori dominanti furono, appunto, il rosso, il nero e l'oro, per il Sud, invece, il blu, il nero e l'argento.
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𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚
Фэнтези"Ella fu così tremendamente diversa, così ribelle, così forte ma allo stesso tempo fragile come una rosa rossa. Quella piccola donna stravolse l'orgoglio e la potenza di quel vampiro così mostruosamente e pericolosamente affascinante, da costringerl...
