𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 64° - 𝑷𝒊𝒄𝒄𝒐𝒍𝒊 𝒑𝒆𝒏𝒔𝒊𝒆𝒓𝒊.

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Le treccine nere si mossero sulla schiena coperta dal velo azzurrino, i ciondoli legati ad essi fecero rumore e, a quei piccoli suoni, tutti gli abitanti della piccola città del Deserto, riconobbero Luna. Corse con frettolosità, intenta al giocherellare con quei due pasticcioni di Ahmar e Khader, i quali, come sempre, per costringerla al giocare con loro, le rubarono qualcosa...

Ma cosa?

«RIDATEMI LE MIE LETTEREEE!»

Ah... ecco cosa!

Le lettere conservare da lei, da parte di Lucas, svolazzarono leggermente, strette fra i denti del tremendo gattone nero, Khader. Luna arrossì sotto il proprio velo, rincorse i due pestiferi per le viuzze della piccola città del deserto, Sarifi, dove tutti i cittadini si voltarono con curiosità ad osservarla. «Mi scusi! Mi scusi!» esclamò Luna ad ogni persona con la quale si scontrò, e nel mentre, lo scorpione rosso e il gattone nero fecero le acrobazie sulle teste di vari mercanti e su vari tendoni per riparare la gente dal sole. Quella corsa non durò molto, gli occhi della streghetta si colorarono finalmente di lillà e, solo con lo sguardo, fermò i corpicini dei due animaletti, per pochi istanti.
«Ahi...ahi!» disse Ahmar telepaticamente, mentre Khader lasciò le lettere e si finse morto stecchito, tenendo la linguetta di fuori. Luna, col fiatone, si abbassò verso i due e prese subito le lettere che, il giovane principe vampiro Harsen, le scrisse. Le strinse in una mano e subito dopo le mise dentro un piccolo borsellino di cuoio nero, legato saldamente ai suoi fianchi. «Non dovete mai più fare quello che avete fatto.» sussurrò la castana, i quali occhi ritornarono neri. L'incantesimo che Luna lanciò su Khader e Ahmar si sciolse, i due mossero i loro arti e si lamentarono. «Che padrona stupida...» si lamentò Ahmar, Luna lo fulminò con lo sguardo e alzò un sopracciglio, «L'unica padrona che ti ha adottato, Ahmar?» disse lei, mentre Khader si mise seduto e si leccò una zampa. «Anch'io sono adottato.» disse il gatto.
«Si, Khader, ma tu sei un purosangue di questa terra.»
La streghetta prese fra le mani Ahmar e lo poggiò sulla propria spalla, poi, sulla mano destra, spuntò una leggera nube di un viola scuro e lucente, che formò una leggera cordicina nera e brillante che si strinse attorno al busto di Khader. «Non sono più un bambino, Luna... so camminare da solo!» esclamò il gattone, ma Luna camminò e lo guidò con sé. «Hai il tremendo vizio di inseguire le formiche, ogni volta. Quindi no.» sospirò la streghetta, mentre camminò per le stradine: con i suoi occhi fini osservò ogni cittadino e sorrise con fierezza, ognuno di loro lavorò, tutte le donne tennero dei leggeri veli sulle loro teste, i raggi solari brillarono sulle pelli nere e mulatte di quelle persone, mentre alcuni occhi ambrati di molti ragazzi s'illuminarono come delle stelle. «Domattina partiremo di nuovo per il nostro piccolo viaggio eremita, lo sai?» disse Ahmar, «Si, lo so perfettamente... i vostri poteri stanno aumentando, la solitudine invece vi sta aiutando con la disciplina e la pazienza. Dove andrete questa volta?» parlò Luna, mentre si guardò intorno e camminò, Khader alzò la testa e la guardò mentre la seguì con calma: «Andremo nel regno del Nord! Non ci siamo mai stati. Chissà come reagiranno gli Harsen nel vederci dopo anni...» parlò il gatto. «Ci hanno fatto visita solo anni fa, quì a Sarifi, quindi io e Khader abbiamo deciso di intraprendere questo viaggio lì.» disse lo scorpione rosso, Luna semplicemente sorrise a bocca chiusa e li guardò con tranquillità: «Lucas è cambiato moltissimo, è anche maturato...» sussurrò la ragazza, Ahmar mosse il pungiglione, mentre Khader strizzò gli occhi, come per sorridere. «Perchè non fai capire al principe cosa provi per lui?» domandò il gattone nero, ma Luna guardò in avanti e arrossì leggermente, non sorrise. «Io sono una semplice cittadina, lui un principe...» sussurrò lei, e durante la loro breve camminata, raggiunsero finalmente la sabbia, dove Luna avrebbe potuto parlare con entrambi in tranquillità, lontana da tutto e da tutti. Si sedette in ginocchio sulla sabbia, sfregò due dita sulla cordicina legata al busto di Khader e, successivamente, aiutò Ahmar a saltare sulla sabbia, ma quando questo cadde, rimase teneramente a pancia in su. «AHAHAH! Hai bisogno di una zampa, Ahmar?» ridacchiò Khader, si sedette davanti lo scorpione e lo guardò con la testolina bassa e le orecchiette sporgenti, Luna, a quella vista, scoppiò a ridere. «Aiutami!» si lamentò Ahmar, così Khader lo colpì con la zampa e lo fece rotolare con la pancia in giù, dopodiché il rosso si pulì dalla sabbia. Luna si stiracchiò, pensierosa, sotto lo sguardo dei due che rimasero in silenzio. La streghetta li guardò e alzò di nuovo un sopracciglio, curiosa, «Lucas è davvero innamorato di te, perché non lo accetti?» disse d'un tratto Ahmar, Luna quasi sussultò e distolse lo sguardo dai due, giocherellando col proprio velo e con le treccine. «Devi farti avanti, Luna! Lui deve capirlo che merita una come te! Entrambi siete timidi, silenziosi, calmi e scherzosi. Ma quando la vostra rabbia esce fuori, siete diversi, ribelli e indomabili.» disse Khader, Luna lo guardò semplicemente e non fiatò, dopodiché ritornò con lo sguardo rivolto verso le strade lontane del deserto... e pensò. «William ha dichiarato guerra a loro, questo grande scontro si terrà ai confini del Nord e dell'Est. Dovranno combattere solo loro, noi non possiamo intervenire... quando ci penso, quasi non sento più il mio cuore. Lucas combatterà in guerra, ed io starò quì, ad attendere una sua notizia, sicuramente con le lacrime agli occhi... a questo penso.» disse Luna, con gli occhi leggermente lucidi ma calmi, inespressivi, come per paura che riversare le proprie preoccupazioni su quelle due creature che la fissarono con tristezza, già consapevoli di ogni cosa.
«Il principe Lucas non è così stupido da lasciarsi uccidere.» disse Ahmar con serietà.
«Non morirà, lui non ha paura della guerra, ma ha paura delle forti emozioni che sente verso di te... lui ti ama.»
disse Khader, con grinta. Avvicinò il muso contro una mano della streghetta e ci strofinò il naso; una leggera polverina viola e gialla brillò contro la sua pelle mulatta. Luna lo guardò e, nonostante le calme lacrime che rigarono le sue guance, sorrise... «Si sente, Luna... sei innamorata di lui. Non perdere la speranza. Loro vinceranno questa lotta con gloria.» disse Khader, poi la guardò negli occhi e le fece un occhiolino, Ahmar salì sopra il velo della ragazza, fino alla sua testa, e con le zampette le toccò la fronte: «Ricordalo, Luna, fatti avanti, fai capire a lui cosa provi.» disse lo scorpione rosso.

Luna chiuse gli occhi e annuì, dopodiché, guardò di nuovo le montagne di sabbia davanti a lei, in lontananza, e pensò, proprio come fece Kaulus in quel momento, in cima ad una di esse: il vento smosse i suoi capelli, mentre con i suoi occhi truccati di nero e fini, osservò la sua aquila messaggera, la quale volò verso il regno Nordico con una lettera fra le sue zampe.

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𝐄 𝐯𝐨𝐢, 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐋𝐮𝐜𝐚𝐬 𝐞 𝐋𝐮𝐧𝐚?


𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora