𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 65° - 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒏𝒖𝒗𝒐𝒍𝒆 𝒈𝒓𝒊𝒈𝒊𝒆.

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Quella notte trionfò con così tanta oscurità, che persino la luna non vi trovò spazio per poter respirare... nemmeno fra le nuvole. Il cielo si dipinse di nero, i cittadini non umani camminarono per le strade, intenti al completare le loro faccende, mentre i loro occhi, ogni tanto, si alzarono verso il cielo, alla ricerca della luna. Solo grazie a quell'effetto climatico, il popolo intero capì che finalmente il forte inferno arrivò, e sarebbe durato molto... ma soprattutto, avrebbero preparato ogni cosa per l'arrivo della prima neve. Nonostante i vampiri fossero indifferenti al freddo, allo stesso tempo, però, non fu proprio così alla perfezione; avrebbero indossato le simboliche pellicce nordiche, che per anni caratterizzarono quel meraviglioso ma oscuro regno, così da riparare la loro pelle dalle forte scosse di gelo. E proprio durante quella notte gelida, un forte rumore di spade riecheggiò nel cortile d'addestramento del grande castello. I lunghi capelli di Edward si smossero con velocità, dovuta si suoi bruschi movimenti, simili a quelli di un serpente; strisciò di continuo sulle ginocchia, contro il suolo, strisciò con velocità e scivolò anche con agilità con le gambe, soprattutto con i talloni. La sua agilità mise paura, proprio come quella di Sebastian, il quale attaccò di più dall'alto, come un felino... un leone agguerrito. Saltò, manovrò le due spade senza alcuno sforzo, spazzò via la terra che disturbò la sua vista e, con gli occhi accecati dal nervosismo, fissò il fratello maggiore dall'alto. Edward tenne la punta della propria spada sotto il pomo d'Adamo del fratello, mentre con la seconda spada, invece, spinse la lama contro le sue ginocchia e lo guardò dal basso. I loro respiri corsero all'unisono, il petto di Sebastian tremò persino, ma i suoi pugni si strinsero contro i manichi delle proprie spade che mantenne fisse contro il maggiore.
«Ti vedo distratto.» disse Sebastian, mentre assottigliò gli occhi; intravide, negli occhi del fratello, un accenno di distrazione non desiderata. Il fratello aggrottò la fronte e mentre riprese fiato lo guardò: «Non sono distratto da nulla.» rispose, ma il minore serrò la mascella, con fastidio. «Come fate a pensare sempre ad una sola donna? Le donne distraggono la mente, indeboliscono le nostre forze e ci rubano l'anima.» disse Sebastian con serietà, con fastidio spostò il fratello maggiore e guardò le proprie spade. Edward divenne subito serio, anche fin troppo... lo fissò con occhi sottili e fissi, poi si alzò da terra con calma e si pulì dalla terra, «Davvero credi che solo le donne siano una distrazione, Seb? Sul serio? Non riesci a pensare ad altro?» disse, a quelle parole Sebastian roteò gli occhi e sospirò.
«Non ho nulla contro Anna, ma ogni notte vai da lei, non passi mai tempo al concentrarti sul come dovrai affrontare questa guerra, il tuo pensiero fisso è l'amore. Che senso ha?» disse il minore.
«L'amore ha senso per tutto, soprattutto l'amore che ci ha messo Dio nel crearti con così tanta pazienza.» disse Edward, mentre posò le proprie spade nelle custodie legate ai suoi fianchi. Le maglie sottili e nere lasciarono scoperte le clavicole e i petti dei due fratelli, il vento invernale tirò con leggerezza verso di loro, ma non diede fastidio.
«Quindi, anche Cristina ti sta distraendo.» parlò ancora Edward, quasi con acidità. Sebastian alzò un sopracciglio e lo fulminò con lo sguardo, ma nel mentre ghignò leggermente: «Più che distrarmi, più passano i giorni e più lei accenna questo mio modo di pensare. E poi, io ho un piano in serbo per lei.» rispose Sebastian, e mentre parlò, si avvicinò con lentezza al maggiore che, immobile, lo fissò dritto negli occhi in silenzio...
«Sai, Seb, tu vieni nominato come il vampiro stacca teste, ma non scordarti che io, invece, vengo nominato come il vampiro serpente, e c'è un motivo che tu ben sai.» Edward si leccò le labbra - apparendo come un serpente furbo - concentrato sui pensieri del fratello in quel preciso istante; serpente vampiro, perché? Edward, sia nel combattimento che nella sua quotidianità, riuscì sempre, col suo silenzio, a captare ogni singola cosa; i suoi occhi fissi che puntarono dritti dentro l'anima dell'avversario, proprio come un serpente, con quei suoi occhi freddi e fissi contro la preda. Il suo silenzio, tipico di un vero e proprio serpente che, prima o poi, avrebbe attaccato senza pietà. Ma soprattutto nel combattimento, la sua silenziosità, il suo strisciare contro il terreno per distrarre l'avversario... e non solo, quel suo modo di muoversi agilmente come un animale strisciante pronto a spaccare le anche dei nemici, lo caratterizzò per anni, proprio come Sebastian. E in quel momento, il fratello minore, si sentì fin troppo scoperto sotto il furbo sguardo silenzioso di Edward. «Dovrai sposare Cristina, e poi? Quando lei avrà i tuoi figli, tu stesso sporcherai il sangue degli Harsen. Lei non è donna che fa per te.» Parlò dopo un po' Edward, nascondendo il suo forte ripudio verso quell'unione fra il fratello e quella sporca donna che, lei stessa, dominò per anni il proprio fratello. «Io la ucciderò, così starò sul trono da solo con gli eredi che ella mi darà. IO non voglio nessuno accanto nel mio futuro, io voglio regnare da solo come ha fatto nostro nonno.» disse Sebastian subito dopo. Parlò quasi a denti stretti, non chiuse le palpebre mentre fissò il fratello dritto negli occhi. «Nostro nonno rimase vedovo, di conseguenza regnò da solo fino a quando fu assassinato da William.» disse Edward, ma appena pronunciò quel nome, Sebastian ringhiò a bocca chiusa, ma non distolse lo sguardo, «Sembri un bambino capriccioso.» sussurrò quasi Edward, ma Sebastian ghignò: «Perchè ti avventi così tanto su tuo fratello... tu credi davvero che io resterò per sempre con Cristina?» disse Sebastian, e per un piccolo lasso di tempo, Sebastian lesse qualcosa impresso nelle pupille di Edward, proprio quando questo distolse per un attimo lo sguardo:
«Non pensare a Maria.»
«Tu la ami.»
«Amare? Per me non ha senso rovinarmi dietro una sola donna.»
«Certo, Sebastian... come ti sei rovinato correndo a cercarla per i boschi dopo aver saputo che degli uomini hanno abusato di lei. E lei dov'è adesso? Tu invece? Dove sei adesso? Entrambi siete quì.»
Edward avvicinò di poco il volto al fratello mentre parlò duramente contro di lui, Sebastian, come suo solito, premette la lingua contro l'interno guancia, nervoso. Non distolse lo sguardo dal maggiore, lo fissò con freddezza anche se, impresso nelle sue pupille, Edward vide ben altro che neutralità... Così, il giovane principe dagli occhi fini e quasi a mandorla, si avvicinò di più al fratello, mantenendo quello sguardo così magnetico e penetrante contro il maggiore, senza timore: «Hai da dire solo questo? È questo l'onore che cerchi? Il forte Edward Harsen, prossimo erede al trono... che non fa altro che tormentare suo fratello minore con sciocche ramanzine sull'amore eterno... quando parli d'amore sembri così patetico, sembri così... debole.» disse con calma, sussurrando leggermente alcune parole con amarezza, rivolgendo al fratello un disprezzo tale quasi da... ferirlo?
Si, Edward si sentì ferito e, nonostante fosse maturo, il maggiore, il prossimo erede al trono e soprattutto il più quieto e forte fra i fratelli, qualcosa in lui cadde per quelle parole... per i modi del fratello, soprattutto. Lo fissò negli occhi, mentre i suoi si accesero di un qualcosa che nessuno vide mai...

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora