𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 58° - 𝑳𝒆 𝒊𝒏𝒇𝒊𝒍𝒕𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒊𝒃𝒓𝒊𝒅𝒆.

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«Nostra madre vuole vederla. Ti sei dimenticato fratellone?»

Disse Olivia, mentre accarezzò con curiosità una mano di Maria, analizzandone i tanti dettagli. «Vuole, appunto, capire questa cosa.» parlò subito dopo Lucas, ma Maria andò in panico e guardò in basso con stranezza. «Io... non sono incinta...» sussurrò quasi a fatica, e Anna la guardò quasi con occhi lucidi ma, allo stesso tempo, ricchi di pura rabbia, non verso l'amica umana, ma bensì verso quei maledetti uomini, e soprattutto, chi li mandò a farle del male. «Ma tu non puoi capirlo, Mary. Ti prego, vieni a parlare con Kate, nostra madre. Lei potrà aiutarti, non ti farà del male.» parlò subito dopo Edward, quasi la supplicò, ma evitò di avvicinarsi; vide ancora nei suoi occhi una paura inespressa. Sebastian ancora viaggiò con la propria mente in quei maledetti pensieri, in quelle visioni e nei propri oscuri ricordi mentre fissò la sua amata umana che, per puro orgoglio, non amò apertamente. La fissò di nuovo con quei suoi occhi glaciali, sempre rabbiosi, seri, taglienti, felini e quasi insensibili. Mentre i ragazzi cercarono di convincere l'umana che, però, non fiatò, lui invece la fissò, e più la guardò con decisione, più il suo forte istinto possessivo si risvegliò. «Maria, alzati.» ordinò lui di punto in bianco, tutti si zittirono e lo guardarono con stranezza, come per dire: “Non fare così, la spaventi!”. Maria lo fissò semplicemente e deglutì, così il principe con le lentiggini si avvicinò lentamente a lei, più si avvicinò, più lei lo fissò e non si mosse. «Devi spiegare cosa è successo, dobbiamo capire chi sono quegli uomini.» disse Sebastian mentre si inginocchiò davanti a lei. Maria lo fissò negli occhi, poi guardò le sue lentiggini con stanchezza e, subito dopo, lentamente, lei poggiò una mano sulla sua mascella. A quel tocco, Sebastian chiuse gli occhi ed entrambi sospirarono lievemente, mentre delle leggere linee d'oro viaggiarono lungo una guancia e la mano di Maria, queste linee molto piccole quasi arrotondate ebbero la stessa forma delle radici di un albero, e brillarono di un colore oro acceso. Anna, appena le notò, sgranò gli occhi e il suo cuore quasi si fermò: «Le linee del destino...» pensò col cuore in gola e il fiato mozzato, ma, appena il principe riaprì gli occhi, queste svanirono subito. Maria se ne accorse, ma credette fosse soltanto frutto della sua strana immaginazione, così non fiatò. Sebastian non se ne accorse, semplicemente si sentì ricco di calore grazie al tocco della fanciulla e, ancora una volta, sentì il proprio cuore di pietra palpitare nel proprio petto. Nessuno dei due parlò, Sebastian semplicemente prese la mano che Maria poggiò sulla guancia e la strinse, dopodiché si alzò e, con coraggio, la guidò con sé verso l'esterno della stanza, ovviamente, sotto l'occhio incredulo di tutti. Darnes fiatò per un attimo, intento a proferire qualche parola alla corvina, ma si bloccò e fissò le loro mani; si sentì senza speranze ormai. Maria si fidò solo di Sebastian, non provò paura con lui e, come se niente fosse, gli strinse anche la mano e guardò in basso mentre camminò a fatica.

Solo Sebastian e Maria camminarono verso la camera di Marcus e Kate, i quali li attesero. Sotto severo ordine di Edward, nessuno si mosse dalla stanza di Anna, nemmeno per origliare qualcosa; bensì rimasero lì, ad attenderli con ansia. Nessuno dei due fiatò durante la breve camminata, Sebastian strinse soltanto la mano di Maria sempre con più forza, ma senza farle male, come per gelosia o per paura di perderla ancora. A Maria non importò, nonostante i suoi sentimenti, ma quel piccolo tocco la fece soltanto innamorare sempre di più di lui. Soltanto il respiro quieto di Sebastian scatenò in lei mille saette nello stomaco. Lo scrutò da dietro con stanchezza, lui invece fissò davanti a sé e pensò a qualsiasi cosa; avrebbe finalmente compreso ogni cosa, e poi, li avrebbe trovati, avrebbe forse capito chi?
Quando arrivarono, Sebastian non fece in tempo a bussare che subito la porta si aprì, rivelando dietro di sé Kate e Marcus che subito diedero il permesso al figlio di entrare assieme alla ragazza. Maria deglutì e si torturò incessantemente le mani per l'ansia, guardò in basso e tremò leggermente per la vergogna. Non ebbe il coraggio di alzare nemmeno gli occhi verso il Re e la Regina che, con serietà, la scrutarono. Sebastian chiuse subito la porta dietro di lui e in silenzio osservò prima la corvina e poi i propri genitori con, quasi, una strana preoccupazione dipinta nei suoi occhi freddi. «Chiedo perdono.» disse Maria d'un tratto, con debolezza e vergogna. Marcus assottigliò gli occhi e guardò il proprio figlio dietro l'umana; nel frattempo lui le guardò i capelli e le spalle, lentamente respirò il suo dolce profumo che, purtroppo, allo stesso tempo, portò ancora quel forte odore maschile a lui estraneo. Kate la guardò attentamente e d'istinto i suoi occhi fecero trasparire puro dispiacere per la giovane, «Non devi scusarti di nulla.» disse la regina, nel mentre si avvicinò a lei e delicatamente divise le mani di Maria, le guardò i polsi ancora viola e, quando incrociò lo sguardo con quello impaurito e insicuro della ragazza, pian piano le accarezzò la mano. Sebastian si morse le labbra con ansia e fissò le mani della madre che, con lentezza, alzarono la manica del vestito di Maria. Gli occhi di Kate si assottigliarono, come quelli di un felino, proprio come Sebastian. Gli occhi chiari della regina, alla vista di quei lividi orribili sull'avambraccio e lungo tutto il braccio di Maria, si riempirono di gelosia... come una madre gelosa della propria figlia. Maria guardò altrove, ad alcuni tocchi con le dita sussultò leggermente, poi deglutì e il respiro si appesantì leggermente. Marcus guardò i lividi di Maria, poi guardò Sebastian, il quale serrò la mascella e con occhi felini ricambiò lo sguardo del padre, come se, entrambi in quel momento, avessero pensato alla stessa cosa; anzi, Marcus quasi parve calmarlo. «Maria, noi abbiamo bisogno di sapere chi è stato.» parlò nuovamente Kate, ma Maria serrò la mascella e rivolse lo sguardo verso di lei: «Perchè tutta questa importanza? Sono solo una serva. Sono viva, posso continuare a servirvi.» rispose con calma, ma Marcus fece finalmente il primo passo, «Vogliamo capire il perché e chi è stato, ma soprattutto, a quale regno appartengono. Nessuno ha mai toccato le nostre serve con così tanta facilità, sopratutto ad essere così tanto vicini alle mura del regno nordico.» disse il Re con estrema serietà. Maria capì, si, ma allo stesso tempo a lei non importò della sua salute e di ciò che le capitò; non comprese la gravità della situazione, non le importò minimamente di sé stessa. «Maria, noi abbiamo bisogno di sapere. E non l'avrei mai detto e nemmeno pensato ma... la tua salute è importante in questo momento. A me importa.» disse Kate una volta avvicinatosi alla fanciulla, nei suoi occhi azzurri qualcosa toccò il cuore puro di Maria, il tocco delle mani della donna la rassicurarono, anche se, a tratti sussultò e le venne la pelle d'oca al ricordo di quei tocchi. «Lo so che non vuoi essere toccata, ma in questo momento ho bisogno di capire... ti prego, ricorda, e di ogni cosa a noi, provvederemo.» a quelle parole Maria la guardò semplicemente negli occhi, ancora una volta, non provò paura, ma si sentì strana a quei ricordi. Quasi riuscì a risentire quei tocchi sul proprio corpo, il fiato quasi si bloccò e forti fitte minacciarono malamente il suo cuore. Si guardò intorno, poi guardò in basso e mentre ricordò, un forte senso di vuoto allo stomaco la tormentò, ma come sempre ritirò indietro le sue emozioni. «Ero nel cortile, era notte fonda e avevo finito tardi i miei incarichi. Poco dopo ho sentito un pianto insolito, era femminile, proveniva dal piccolo cancello alla fine del giardino.» Maria parlò con coraggio, e appena parlò, Sebastian la scrutò da dietro e assottigliò gli occhi, mentre il Re e la Regina prestarono attenzione alle parole della giovane. «È successo tutto così in fretta... semplicemente ero corsa dalla donna a terra, dietro il cancello, era incinta, l'avevo vista con i miei occhi e dal suo pianto credevo stesse davvero male. Ero corsa da lei immediatamente, volevo chiamare qualcuno ma lei mi tirò via, io... giuro, volevo chiamare qualcuno ma...» - «Non preoccuparti, continua. Hai visto questa donna in volto?» Kate la rassicurò, ma la preoccupazione aumentò di più, non solo per Maria, ma per la situazione e i dettagli della vicenda. Maria respirò leggermente con velocità e gli occhi divennero lucidi, ma non pianse, si sforzò con tutta se stessa: «La loro pelle era pallidissima, si intravedevano le loro vene... e i loro occhi erano così grandi, argentati e accesi da una strana luce... poi, avevano ben due canini, più corti davanti, come i vostri, e lunghi dietro, erano affilati.» Maria continuò a ricordare e mentre li descrisse i suoi occhi viaggiarono un po' ovunque nella stanza, a volte poggiò i propri occhi sulle figure di Marcus e Kate, poi di nuovo in basso, poi in alto, poi a destra e sinistra, con velocità. Mentre lei descrisse il tutto, Sebastian da dietro sgranò lentamente gli occhi... sempre di più, e più la fissò, più il suo respiro divenne incontrollabilmente pesante e tremolante, ma lo controllò, anche se con estrema fatica. «Le ragazze c-che... portarono quegli uomini quì, quella notte, appartengono al vostro castello...» Maria balbettò leggermente, poi chiuse gli occhi e serrò la mascella; quei ricordi la infastidirono. «Impossibile.» disse Marcus con sguardo insospettito e stranito, allargò le spalle e schiarì la voce mentre guardò altrove, ma Maria deglutì e aprì subito gli occhi: «Erano ibride... io ho visto i loro occhi, loro speravano che nessuno mi ritrovasse.» disse la serva, al che l'uomo la guardò negli occhi con serietà e stranezza, Kate invece mollò lentamente me mani della corvina e guardò in basso con gli occhi sgranati.
«Sono le tre sorelle... Cassie, Maggie e Lizzie. Loro stanno sempre affiancate a Cristina e-»
«Stai mentendo, solo perché a loro non piaci. Di la verità e smettila con queste menzogne.»
Sebastian parlò alle sue spalle con prepotenza, la fissò con rabbia e incredulità, ma Maria strinse i pugni, non proferì parola, si voltò verso di lui velocemente e, senza preavviso, strinse la mano del principe e la guidò sul proprio petto, vicino al collo, dove si trovarono graffi e lividi. Sebastian ringhiò lievemente: «Cosa stai...» disse, ma una forte visione lo fece sussultare di nuovo a quel tocco così sicuro ma, allo stesso tempo, tremolante. I suoi occhi si chiusero e si strinsero, la mano libera si chiuse in un pugno e dei leggeri gemiti uscirono dalla bocca del principe. Maria lo guardò con gli occhi lucidi e strinse la mano di lui contro il proprio petto, con forza. Sebastian si ritrovò nel corpo di Maria, vide tutto in prima persona, e fu orribile. Vide davanti a sé la donna che Maria descrisse, poi vide le sue mani pallide e venose e, subito dopo, quando alzò lo sguardo, finalmente vide le tre donne davanti a sé. Vide due di loro passare agli uomini delle sacche piene di monete d'oro, sicuramente rubate al castello e, cosa più importante, osservò gli uomini. Alti, possenti, mostruosi, con abiti scuri e in pelle. Ma uno di loro, in particolare, che lui stesso riconobbe, ebbe gli occhi azzurri, icapelli castani e lunghi fino al collo, con la barba sul mento e sulle mascelle sporgenti. Si pietrificò alla vista del suo sguardo, come se lui stesso, Sebastian, avesse ricordato qualcosa del suo tremendo passato. Si sforzò e riaprì gli occhi con forza, levò la mano dal petto della corvina e con un forte sospirò sofferente poggiò la fronte contro una spalla di lei, come se fosse esausto, impaurito e tremendamente tormentato da quella piccola visione che, a lui, parve tanto familiare. Maria d'istinto poggiò le mani sulle sue spalle e guardò i suoi capelli biondi e mossi, ascoltò il suo pesante respiro e, poi, stranamente, sentì le mani stesse del principe che lentamente si poggiarono sulla schiena di lei. Kate e Marcus, in perfetto silenzio li fissarono, straniti e allarmati per la reazione del figlio e del gesto che lui stesso fece verso la fanciulla. All'improvviso, Sebastian strinse a sé Maria, lei non fiatò, non si ribellò, semplicemente arrossì e strinse le sue larghe e forti spalle da guerriero che la sovrastarono con potenza. Il biondo ascoltò i battiti del cuore di lei, sentì solo quello di Maria e, in quel momento, ogni paura andò via, ogni dubbio volò come il vento; lei non era incinta, non sarebbe nato nulla dalla violenza e, certamente, Sebastian avrebbe ringraziato solo Dio per quel miracolo. La strinse a sé con estrema gelosia, Maria avvertì in lui paura ma allo stesso tempo rabbia. Poco dopo lui alzò lentamente lo sguardo, i suoi occhi furono tinti di un rosso così accattivante che Maria, quella volta, li guardò con incanto. «Padre, è vero.» disse lui con quella sua voce grave e quasi spaventosa; fece tremare l'anima di Maria in quel momento. Marcus guardò dritto negli occhi il figlio assieme alla moglie, questo distolse lentamente lo sguardo dalla corvina che lo guardò con preoccupazione e si rivolse al padre:

«Abbiamo tre infiltrate ibride nel nostro regno... da anni.»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora