𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 9° - 𝑷𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒑𝒖𝒏𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆.

2.2K 84 8
                                    

«Credimi, nei suoi occhi ho rivisto lui per un attimo.»

«Ha reagito in quel modo per cosa?»

«Paura e rabbia. La paura mette rabbia, proprio come...»

«Come lui

«Deve avere un passato oscuro, simile al suo.»

«Io... credo già di aver avvertito qualcosa... non so se è lei, ma credo di sì, credo sia lei...»

«Non hai ancora avuto visioni?»

«No. Ma cercherò di capire...»

Le voci risuonarono poco nei corridoi, come dei sussurri che, fortunatamente, Lucas riuscì a sentire, per poi sgattaiolare via. Quella notte si annoiò in camera, così decise di uscire nei cortili del castello, sperando di trovare qualcuno per avere compagnia. Il ricciolino ribelle camminò verso una piccola cattedrale un po' malandata, lontana dai giardinetti; questa non rimase inutilizzata per anni, ma nonostante ciò, Marcus non volle per nessun motivo abbatterla, così rimase lì, abbandonata ma affascinante. Il cielo si tingeva di un color grigio scuro, e, una volta che il ragazzo entrò al suo interno, osservò le panche in legno un po' spostate, i vetri spaccati, le piante sulle mura e sul suolo e il grande altare in marmo, illuminato dal bagliore di quella luna che si presentava più luminosa che mai. Lucas si chinò per prendere una rosa rossa, e rialzatosi, Sebastian apparve dietro di lui, fissandolo con occhi rossi: «Che ci fai quì?» domandò con calma, Lucas non sussultò - ormai abituato alle improvvise comparse di Sebastian - bensì sospirò, voltandosi verso di lui con calma.  «Mi annoiavo, speravo fossi quì.» rispose sinceramente il ricciolino, Sebastian lo guardò e camminò poi verso l'altare, poggiando una mano sul marmo e lasciando che i raggi lunari facessero brillare la sua pelle, poiché quei bellissimi raggi non rappresentarono mai una minaccia per i vampiri. «Tu invece?» domandò Lucas, sedendosi su una panca in legno per osservare Sebastian, il quale serrò la mascella senza guardarlo.
«Pensavo.»
«A chi?»
«...Non ho specificato a cosa o a chi.»
Sebastian guardò con serietà Lucas, sentendosi come colto alla sprovvista, così Lucas ghignò accavallando le gambe, giocherellando con la rosa rossa. «Ti piacciono i capelli corvini, Seb?» domandò Lucas, attirando l'attenzione di Sebastian che quasi iniziò ad agitarsi. «Lu, falla finita.» rispose il maggiore, ma il ricciolino si alzò dalla panca per raggiungerlo, poggiandosi sull'altare in marmo per guardarlo in volto, gesto che Sebastian non ricambiò. «Ascoltami, Seb. Io la sto aiutando.» disse il minore, e Sebastian ghignò con falsità:
«Vuoi aiutare una sporca umana?»
«Ecco a chi stavi pensando...»
A quelle parole, Sebastian si fece serio e lentamente voltò il suo sguardo pericoloso contro Lucas che, fiero, ghignò. «Stavi pensando a lei.» disse di nuovo Lucas, innervosendo Sebastian così tanto da costringerlo a distogliere lo sguardo e girarsi di spalle.
«Stavo pensando all'accaduto di oggi, nelle scuderie. Cristina ha parlato con me.»
«Certo, certo... e tu credi a lei? Stavi forse pensando che la colpa è tutta di Maria?!»
«Ha risposto a tono a Cristina, la pagherà per questo.»
Lucas strinse i pugni a quelle parole, deglutendo con leggera paura per quelle parole... cosa le avrebbe fatto? «Quindi tu ami Cristina?»
«Amare?! Non esiste questa parola.»
«Quindi stai usando Cristina, come lei usa te?»
«Io non sposerò nessuna.»
Sebastian quasi ringhiò nel parlare, Lucas provò rabbia e tanto dolore, ma non avrebbe mai potuto risolvere quella situazione, non sarebbe mai riuscito a cambiarlo, così camminò verso il grande portone in legno e, prima di uscire si voltò verso Sebastian con occhi lucidi: «Arriverà quel giorno, Sebastian. Arriverà quel giorno in cui sentirai l'amore distruggerti l'anima.» disse, osservando Sebastian voltarsi di spalle. «Io non ho un'anima.» rispose poco dopo il maggiore, e Lucas, arreso, uscì sbattendo il portone.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora