𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 7° - 𝑼𝒏𝒂 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆𝒏𝒛𝒂.

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«Chi sarebbe questa umana?»
«Che cosa orripilante.»
«Non credo che Sebastian ti rimpiazzerà con quella piccola strega.»
«Sai il suo nome?»

Molte delle donne chiacchieravano con Cristina sull'arrivo dell'umana a corte, Maria, nonché la serva dell'affascinante principe Sebastian. Poggiate all'ombra di uno dei tanti e lunghissimi corridoi esterni - dei giardini Reali - le donne parlarono segretamente con l'amante del principe Sebastian, appunto, Cristina. «Lui non toccherà un'umana, e quell'umana non dovrà toccare il mio Sebastian... il trono dovrà spettare a me, solo io ne sono degna.» disse Cristina, stringendo il proprio abito scuro e, proprio mentre parlava, le due porte del fondo del corridoio si aprirono, rivelando la bellissima dama di corte , Anna, affiancata al principe Edward. Questi camminarono senza alcun problema lungo il corridoio e, a giudicare dagli abiti di Edward, probabilmente quella mattina si sarebbe allenato e, di conseguenza, avrebbe allenato dei giovani ragazzi. Cristina guardò i due, i quali si fermarono un attimo per osservarla in silenzio, dopodiché la giovane dai capelli castani e dalle ciocche bionde si voltò, indicando al resto delle donne di seguirla. Edward serrò la mascella, mentre Anna la guardò dal basso verso l'alto, osservando poi il biondo accanto a sé con preoccupazione, ma anche con un po' di rabbia per il comportamento che la donna riservò sempre a tutti.

[ . . . ]

Il ricciolino dai capelli biondi camminò lungo i corridoi interni del castello, ci fu silenzio e come lieve sottofondo era possibile udire alcuni cavalli e rumori di spade e, talvolta il tonfo delle porte pesanti che si chiudevano. Maria camminò, sentendosi al sicuro affiancata da quel tenero ragazzo e, nonostante la bellezza effeminata, lei non riuscì a percepire le stesse sensazioni che avvertì in presenza di Sebastian.
Sebastian rese il suo animo quasi di fuoco, e lei non riuscì a comprenderne il perché.
Un leggero capogiro fece fermare il suo corpo e Lucas si voltò subito, «Non è nulla, non preoccupatevi.» disse la corvina, ma Lucas le poggiò una mano su braccio, «Maria, non parlare formalmente con me. Voglio aiutarti, ma Sebastian non deve scoprirlo.» disse il ragazzo, guidandola velocemente verso un'altra direzione.
«Lucas? Dove andiamo?»
«Andiamo dove c'è cibo per umani, tu cosa mangi di solito?»
«Io....io ecco, non lo so, mi va bene tutto-»
«Andiamo dove c'è frutta!»
Il ricciolino le prese la mano per correre lungo una rampa di scale che subito portò ai giardini Reali, e, quando Maria vide la luce del sole quasi si accecò, ma la sensazione di uscire fuori, all'aria aperta e al sole, fu bellissima. Lucas si guardò intorno e corse leggermente, indicando alla ragazza di fare silenzio, così da poter raggiungere la parte più grande dei giardini. Lucas dunque seguì un percorso avvolto dall'ombra, e Maria rimase quasi a bocca aperta nel vedere quei cespugli ben curati che creavano quasi un labirinto decorato di rose, con al centro una grande fontana che quasi si illuminò ai raggi del sole.
«Vedi quell'albero? Li è pieno di mele! A te... piacciono le mele, vero? Se non ti piacciono-»
«Vanno benissimo le mele...»
Maria lo guardò con gli occhi lucidi per la stranezza di quel suo comportamento così amoroso, e le parve strano dato che il ragazzo la conobbe solo pochi istanti prima. «Bene, allora seguimi! Sotto quell'albero i miei due fratelli maggiori costruirono un'altalena per me quand'ero piccolo, vuoi provarla?» parlò ancora Lucas, mollando la mano della corvina per correre verso l'albero ormai davanti a loro e, una volta arrivata fin sotto, Maria poté ammirare la grandezza di quell'albero così verde e maestoso. Rimase con la bocca semiaperta e gli occhi quasi lucidi, così allungò una mano verso una mela con lentezza, ma non ci arrivò, nemmeno alzandosi sulle punte ci riuscì; così il giovane Lucas si mise accanto a lei per prendere due mele e porgerle alla fanciulla. «Vieni a sederti sull'altalena.» disse il ragazzo, guidandola verso il retro dell'albero, dove su un grande ramo erano presenti due grandi corde e un grande pezzo di legno legato in basso, dove Maria si sedette e si resse con prudenza, osservando poi il ragazzo sedersi a gambe incrociate a terra, sul prato. «Mangiale, altrimenti ti sentirai male.» disse Lucas stiracchiandosi e, mentre Maria timidamente diede un morso ad una mela, osservò le mani di Lucas andare incontro ad un raggio di sole e con stupore osservò esse brillare e farsi più bianche. «Ahi!» sussultò e si lamentò il ragazzo in modo buffo, ritraendo subito le mani per guardarle e soffiarci sopra immediatamente. Maria ridacchiò teneramente, «Fa così male?» domandò, e Lucas la guardò con un broncio. «Ti sei mai scottata con un pezzo di carbone appena uscito dal fuoco?» domandò il biondo. «Bhe... si.» - «È la stessa sensazione.» Maria lo guardò mentre mangiava, osservandolo meglio notò la grande somiglianza con la madre, nonostante avesse ammirato solo una volta l'eterna bellezza della regina Kate, appunto, perché la bellezza della regina fu magnifica, riuscì a memorizzarla e averla impressa. «Identico a lei.» pensò, non ricordando però che quel ragazzino avrebbe potuto leggere i suoi pensieri, e così fu, infatti Lucas sorrise.
«A chi somiglio?»
«Alla regina...»
«No, assomiglio di più a mia zia.»
«Tua zia? Non l'ho mai vista.»
Maria diede un altro morso alla mela, osservando Lucas ritrarre il proprio sorriso a quelle parole, così Maria capì che forse non avrebbe dovuto toccare quell'argomento. «Lucas, posso farti una domanda?» chiese Maria, e il biondo la guardò con quel suo volto angelico, annuì. «Perchè ti comporti così? Infondo... la mia razza non si è comportata molto bene con la vostra.» disse Maria, quasi con un filo di voce, guardando però in basso mentre dondolò le gambe. Lucas serrò la mascella ma non distolse lo sguardo da lei, bensì le sorrise, «Tu... non capisci molte cose.» - «Che intendi?» il ragazzo si alzò da terra, stiracchiando di nuovo il proprio corpo. «Se Sebastian non ti vedrà sarà la fine, conviene andare.» disse subito Lucas, incamminandosi lentamente verso i grandi giardini. Maria non parlò di altro, preferì non forzare la conversazione, così scese dall'altalena per seguirlo, finendo di mangiare la seconda metà.

Una volta giù, Lucas si poggiò alla porta - ancora aperta - per osservarla, come per visionare se tutto fosse apposto. Maria si sedette sul letto e lo guardò curiosa, «Manca qualcosa.» disse il ricciolino e, a sorpresa, dalle tasche tirò fuori quattro mele belle rosse, due su una mano e due sull'altra. Maria si alzò e sorpresa si avvicinò, «Come...come hai fatto?» domandò come una bambina, facendo ridere il ragazzo che le poggiò sulle mani di lei, «Nascondile da qualche parte... in quella tela li.» sussurrò il ragazzo, così Maria corse verso una pezza bianca poggiata sulla finestra, mise le mele dentro e poi chiuse la stoffa, nascondendole sotto il lettino. Lucas le sorrise, ma subito dopo si allarmò nel sentire dei passi, stessa reazione che suscitarono in Maria, «Devo andare, accidenti! Sii obbediente, ti prego.» sussurrò Lucas, e Maria annuì, anche se sentì paura. «Bene.» sussurrò il ricciolino, chiudendo piano la porta per non farsi sentire, teletrasportandosi poi via da lì. Maria guardò la porta e si sedette sul letto, avvertendo però ansia... sentì la mancanza di Lucas che era riuscito a farla stare bene e, ancora, non si spiegava il perché quel ragazzo la trattò con tutto quell'affetto. Si torturò i pollici e guardò in basso, ma non udì più i passi di prima, sentì il cuore in gola per quanto batté forte... ripensò alla la discussione che ci fu quella mattinata, per colpa sua. Maria alzò lo sguardo per guardare il piccolo varco di luce sul muro, e, attratta dal rumore del mare, si alzò per avvicinarsi e guardare ancora una volta l'oceano. Si alzò sulle punte e si resse con le mani, osservando come la brezza marina le spostò i capelli corvini e le accarezzò il viso, come per invitarla fra le onde... ma non l'avrebbe mai fatto. Assorta in una profonda tristezza, la fanciulla si rilassò e sospirò, facendo un passo indietro per allontanarsi dal muro ma, proprio dietro la sua schiena, un corpo freddo e forte la spinse in avanti.
Che gesto virile, chi altro avrebbe potuto farlo?
Maria sussultò e si voltò immediatamente, ritrovandosi davanti quel maledettissimo ragazzo dagli occhi azzurri, i capelli biondi, le lentiggini e il corpo scultoreo.
E non solo... quel maledettissimo ragazzo dalla voce scura. «Lurida.» disse Sebastian, poggiando le mani sul muro per stringerla contro la parete, Maria deglutì e lo guardò dal basso, arrossendo. «Devi dirmi esattamente cosa ti hanno detto quelle donne.» Disse lui, sospirando lentamente e lasciando che il suo respiro freddo cadesse sul petto di Maria, infatti lei rabbrividì e sospirò, sospirò quasi di piacere e alzò leggermente la testa, desiderando quasi di risentire ancora quel respiro sulla propria pelle.
Perché reagì in quel modo?
Lui la odiava.
Lei odiava lui.
«Hanno detto che nessuna donna ha mai lavato i vestiti vostri, dicevano che forse io ero la vostra amante e... volevano tagliarmi i capelli, e quando stavano per farlo dicevano che voi non mi avreste più guardata.» rispose Maria sinceramente, guardando per un attimo il collo di Sebastian e poi guardando altrove, di lato. «È stata colpa mia.» aggiunse la corvina, sentendosi osservata e, infatti, Sebastian la guardò, la scrutò e con lo sguardo scese sul collo e sul petto. «...Voi avete ucciso ogni serva avuta quì? È vero?» Maria guardò in basso, passando una mano fra i propri capelli per un attimo e, agli occhi di Sebastian non sfuggì un dettaglio...
L'anello che lei portò al dito.
«Cos'è quell'anello?» domandò il biondo fissando la mano di lei, gli occhi si tinsero di rosso e nel mentre la fanciulla deglutì. «È...è l'anello che portò mia madre.» mentì Maria, e quella volta mentì così dannatamente bene da convincere il principe, tanto da allontanarlo. Ci furono istanti di silenzio, un silenzio quasi eterno e, proprio quando Sebastian andò ad aprire la porta in metallo, Maria parlò: «Quante donne, come me, avete ucciso? E perché?»
Quella domanda bloccò il biondo che serrò la mascella e strinse i pugni lentamente, guardando intensamente in basso. Non che non avesse coraggio, ma agli occhi di Maria, in quel momento, parve senza coraggio di rispondere, ma poi si voltò lentamente, alzando gli occhi per incrociare il proprio sguardo contro quello dell'umana.
Quella dannata bellezza.
Quegli occhi grandi, ricchi di finezza e virilità.
Quelle labbra così carnose.
Quei lineamenti effemminati ma pieni di mascolinità allo stesso tempo.
Cosa diavolo era Lui?
Forse, era il diavolo in persona.
«Ne ho uccise tante. E il perché? Mh, il perché non è affar tuo.» rispose lui, voltandosi di nuovo per andarsene, ma Maria, con coraggio, fece due passi in avanti. «Ucciderai anche me, perché tenermi all'oscuro di tutto?!» disse Maria, ma Sebastian non rispose; si fermò, come per esitare prima di andarsene.

Si morse il labbro e uscì, chiudendo la porta con violenza.



𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora