𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 78° - 𝑨𝒄𝒒𝒖𝒂 𝑺𝒂𝒏𝒕𝒂 𝒆 𝒍𝒂𝒄𝒓𝒊𝒎𝒆.

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Con le dita formò una semplice treccia su un lato della propria testa, dalla base, fino alla punta dei suoi capelli biondi; poiché solo al Nord, come tradizione e cultura, ogni soldato in guerra dovette legare i propri capelli con delle trecce, anche solo con una. I suoi occhi, fissarono ogni tanto il proprio riflesso contro lo specchio, mentre strinse saldamente e con decisione i due schinieri sui propri stinchi e sui polpacci. Le sue dita salirono con attenzione lungo tutta l'armatura esposta ai raggi solari. Serrò la mascella, con gli occhi intrisi di vendetta; indossò velocemente i ginocchielli, piegato leggermente col busto verso il basso. Le sue cosce scoperte divennero contratte ad ogni singolo movimento, proprio come la sua schiena e le sue possenti spalle, che scrollò con adrenalina mentre provò a muovere le gambe - tranne le cosce - coperte dai primi pezzi dell'armatura. I segni - ancora rossi - sulla sua schiena, vennero subito coperti dalla corazza adattata perfettamente sul suo corpo scultoreo e massiccio.
Essa premette contro i suoi pettorali, contro i fianchi e gli addominali, lasciando le sue braccia, perfettamente contratte dai muscoli, scoperte. Sebastian scintillò come il sole, non appena la indossò. Lasciò cadere dietro la sua schiena protetta un prezioso manto rosso, fatto a mano, accuratamente legato contro l'armatura, dalle spalle, e lasciato libero fino alle cosce, scoperte dalla falda a tre lame che, messe in verticale, formarono quasi una gonna di metallo d'oro. Con le mani ricoperte da vene sporgenti, chiuse i polsini in metallo contro i suoi grandi avambracci, poi li guardò con attenzione e mosse le proprie dita.
Spostò le braccia in avanti e indietro, dopodiché, sistemò la custodia della spada che Kaulus regalò sia a lui, che ai suoi due fratelli, attorno alla propria vita, dopodiché, la posò lentamente all'interno della sua custodia in cuoio nero.
Si voltò improvvisamente indietro, con uno scatto quasi felino e, con quei suoi occhi dalla forma alata e a mandorla, osservò con astuzia il proprio arco che, con grandezza e potenza, lo richiamò a sé. Sebastian si avvicinò lentamente verso il letto, dove precedentemente vi posò la sua arma preferita, assieme alle grandi e numerose frecce, con accanto la loro faretra anch'essa in cuoio nero.
Con entrambe le mani, prese finalmente l'arco, allargò la cordicina tesa e ben resistente, così da poter sistemare l'arco sulla propria schiena, con l'elastico ben saldo contro il pezzo anteriore dell'armatura. La faretra venne posizionata allo stesso modo, e successivamente, prese una ad una le frecce e le posizionò all'interno di essa, mentre l'elmetto d'oro e dalla criniera rossa, attese il suo turno per completare l'atteso assemblaggio della preziosa armatura...
Nella stanza accanto, Edward afferrò proprio il suo elmetto, e lo strinse sotto un braccio mentre smosse i propri capelli appena legati, con una semplice treccina legata vicino la riga dritta dei suoi capelli. Due ciocche bionde caddero sui lati del suo volto mentre si abbassò al raccogliere il piccolo bigliettino che scrisse per il suo più grande amore segreto... 

“Per Anna.”

Ci fu scritto a mano sul davanti. I suoi occhi rimasero fissi su quel nome, con serietà e tanta... tantissima, tristezza. Non seppe con certezza se sarebbe mai ritornato da quella guerra, come non seppe se mai ne sarebbe ritornato vincitore, ma in ogni caso, lui, le avrebbe lasciato, in qualche modo, il suo amore. Strinse il piccolo biglietto bianco, poi, posò il palmo della mano contro il manico d'oro della spada e la spinse fino in fondo, mentre si guardò allo specchio con una sicurezza potente e maestosa...
Proprio come i gesti di Lucas, mentre passò con due dita della polvere nera, diluita con dell'acqua, contro le proprie palpebre. La vernice colorò il contorno dei suoi occhi, le dita passarono lentamente lungo le palpebre chiuse, fino alla fine dell'occhio, dove Lucas, allungò quella polvere nera lungo la lunghezza delle sue sopracciglia, rendendo così la forma di quel trucco a punta sui lati. I suoi occhi azzurri come il ghiaccio risaltarono con cattiveria con quel trucco che, ogni singolo soldato, passò sopra le proprie palpebre e attorno ai loro occhi...
Esattamente come Darnes, il quale uscì velocemente dalla propria stanza, subito dopo gli altri tre principi; indossò lo stesso tipo di armatura, ma, a differenza di loro, quest'ultima luccicò d'argento e le sue decorazioni non ricordarono le stesse delle armature del Nord, ma bensì, richiamarono le onde del mare e, sia la criniera che il manto, furono di un blu elettrico quasi ipnotizzante, proprio come l'armatura di suo padre, il Re Alex.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora