𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 57° - 𝑺𝒂𝒍𝒗𝒆𝒛𝒛𝒂.

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«Cosa farai adesso?»

«Li troverò.»

«Dovrai parlarle.»

«Lei non dovrà sapere niente.»

«Lei ha bisogno di sapere.»

«Avrebbe paura di me.»

«No.»

«No?»

«No, perché lei ti ama.»

«Sciocchezze!»

«L'unica sciocchezza quì è il tuo orgoglio.»

Il gelo svanì dal suo corpo, come se si fosse sciolto, ma l'orribile sensazione di quel freddo gelido sulla propria pelle quasi la tormentò durante il suo faticoso risveglio. Sotto di sé sentì una confortevole sensazione di morbidezza e leggerezza, e, anche se a fatica, toccò con le proprie mani i cuscini sotto di lei, poi la grande coperta che la coprì. Sentì una forte fonte di calore davanti a sé, e infatti, quando Maria aprì gli occhi, il grande caminetto la riscaldò con tutto il suo calore. La sua pelle ritornò lattea e le sue labbra rosee, solo le sue occhiaie furono ancora ben visibili. Stette muta, immobile, con sguardo vuoto fissò il fuoco davanti a lei e, quasi priva di sentimenti, riconobbe l'accogliente stanza della sua amica, Anna. Sentì i forti profumi che lei conservò, riconobbe subito le mura e, ovviamente, ogni minimo particolare. Sentì un filo di gioia nel suo cuore, si sentì viva ma allo stesso tempo morta; viva, perché si ritrovò dentro il castello, in salvo, e morta, perché...

Non lo capì.

Si sentì vuota. Persa. Non parlò. Respirò piano. Si sentì debole. Quasi non percepì la propria anima dentro il corpo. Si sentì stordita ma cosciente allo stesso tempo. Sentì un turbine di emozioni così contrastanti che, di nuovo, la forte voglia di riaddormentarsi fu tanta. Sentì sonno, si sentì priva di forze e, proprio in quel momento, finalmente riprese pienamente coscienza. Finalmente capì, ma purtroppo ricordò. I suoi occhi fissarono il vuoto mentre le mani strinsero d'istinto con forza la coperta che la riscaldò assieme al fuoco, poi, portò una mano sul proprio petto e si toccò con leggerezza, sentì addoso degli abiti nuovi e puliti e, quando abbassò lo sguardo, infatti, non notò solo l'abito bianco nuovo e pulito - che sicuramente Anna le diede - ma ogni sua ferita fu accuratamente bendata. Quasi ogni punto del suo corpo fu curato e bendato da una forte stoffa che assorbì tutto il sangue; sui polsi, sul collo, sul seno, sulle cosce, sulle caviglie, sul ventre, anche sul viso, qualche pezzettino coprì una grande ferita sullo zigomo destro. Quando alzò leggermente la propria gonna, notò subito la biancheria intima che utilizzò durante quel suo periodo. Anch'essa fu pulita, si toccò la pancia e i leggeri dolori la infastidirono leggermente, anche se, quei dolori furono causati da ben altro.
E lei lo ricordò.
Le gote divennero rosse e gli occhi lacrimarono da soli come due fontane, ma dalle sue labbra non uscì nemmeno un sospiro di dolore, nessun lamento, nemmeno un singhiozzo. Pianse in silenzio per la paura, per quei ricordi e soprattutto per l'impurità che sentì sopra il proprio corpo. Ricordò ogni tocco, e più ricordò, più si graffiò la pelle con le unghie. Lo fece con lentezza, la pelle bianca divenne rossa per i graffi sulle braccia e sul petto, ma quei terribili ricordi non svanirono facilmente dalla sua testa. Rivide alcuni attimi, il suo corpo sussultò e tremò assieme al rumore che la porta riprodusse non appena si aprì. Dietro di essa ci fu proprio Anna che con sguardo addolorato guardò la ragazza di sfuggita ma, appena la vide sveglia e cosciente, i suoi occhi verdi s'illuminarono di gioia. Maria si bloccò, aggrottò la fronte e la fissò dal basso, in lontananza, con paura ma con stranezza. Quasi non la riconobbe, per un attimo rivide davanti a sé uno di quegli uomini e per miracolo non urlò di paura. «Maria... stai bene?» domandò con calma la rossa, ma la corvina la fissò con uno sguardo così stranito, impaurito e innocente, che Anna riconobbe subito...
«Posso entrare? Non ti farò del male. Sono solo io, vedi?» la rossa entrò con calma dentro la propria stanza, chiuse la porta e alzò leggermente le mani a mezz'aria, come in gesto di resa. Maria la fissò, osservò ogni suo gesto, come per paura che la ragazza stessa potesse compiere qualche gesto inaspettato, ma Maria pensò ciò per paura, Anna non l'avrebbe nemmeno toccata con un mignolo. «Ti ho curata e vestita io, ti ho anche lavata... il vestito va bene?» domandò la più grande mentre camminò verso la finestra, Maria fissò ogni suo passo e la tenne d'occhio, poi annuì in silenzio sotto il suo sguardo. «Hai dormito per un giorno interno, sai? Fuori è quasi notte, il sole sta per tramontare. Ti sei ripresa però... Stai bene, vero?» a quella domanda, Maria annuì semplicemente mentre la fissò e non fiatò. «Hai dolori... per caso?» domandò con coraggio la rossa mentre si avvicinò con calma alla corvina che nel frattempo abbassò lo sguardo e si strinse fra la coperta, poi annuì. Anna si mise in ginocchio accanto a lei e la squadrò per bene, non mostrò paura nei suoi confronti e ciò la rallegrò parecchio.
«Dove senti dolore?» domandò Anna, Maria semplicemente allungò la propria mano verso quella della dama e, tremando, la guidò verso il proprio ventre, ma in basso. Anna aggrottò la fronte e le guardò il ventre coperto, ma qualcosa quasi la mandò in paranoia. In quel momento, dietro la porta, si udirono delle voci molto familiari, un misto fra Lucas, Edward, Olivia, Darnes e... Sebastian. Anna e Maria si voltarono subito verso la porta e all'istante questa si aprì, rivelando subito i cinque. Questi si immobilizzarono all'istante alla vista dell'umana finalmente cosciente, tutti sul volto - tranne quel maledetto orgoglioso di Sebastian - trasmisero pura preoccupazione, felicità ma tristezza allo stesso tempo. Lucas tremò e dai suoi occhi uscirono mille lacrime per la tensione e la paura che provò. Ricordò perfettamente ogni minimo dettaglio di quando la trovarono e, vederla li, viva e sana, per lui fu meraviglioso e allo stesso tempo impossibile. In Edward si intravide tranquillità, come Anna, ma allo stesso tempo non del tutto... infatti i due amanti si guardarono negli occhi, come se sospettassero di qualcosa che, in quel momento, non tutti pensarono... tranne Sebastian. Darnes fece un passo in avanti verso Maria, ma questa sgranò gli occhi e fissò le sue gambe, poi si strinse ad Anna con estrema agitazione che impaurì tutti. Sebastian puntò il suo sguardo felino contro il cugino, lo fissò con gelosia e quasi rabbia, «Non vedi che ha ancora paura?!» disse con voce scura il principe, attirando così l'attenzione della giovane umana che, con occhi impauriti ma innamorati, lo scrutò da sotto il mento di Anna che la strinse a sé. Darnes strinse i pugni e voltò lo sguardo indietro verso il cugino e amaramente rispose: «Come lo eri tu, vero? Pensi di poterla aiutare solo perché tu hai subito questo stesso dolore?» a quelle parole, Maria assottigliò gli occhi, Sebastian invece li sgranò e serrò la mascella con rabbia. «Sta zitto.» disse il biondo e il corvino ringhiò lievemente. «Voi due! Basta!» esclamò la piccola Olivia - che tanto piccola, in quei mesetti, non lo era nemmeno più, per tutti però rimase sempre la piccolina di famiglia - e subito Sebastian la guardò con preoccupazione e amore, ma non rispose, bensì abbassò leggermente lo sguardo e di nascosto fissò ogni minimo particolare di Maria... e lei lo notò. «Mary... come ti senti? Ho saputo tutto...» disse la biondina mentre si avvicinò e s'inginocchiò accanto all'umana. Ma Maria guardò Sebastian, dritto negli occhi, e lui non distolse di certo lo sguardo.
«Fammi vedere.»
«Cosa...?»
«Quello che ti è successo.»
«Non ti importa.»
«Si invece, fallo adesso.»
«Dovresti pensare alla tua futura moglie, non a cosa hanno fatto a me.»
Quei due si osservarono mentre comunicarono telepaticamente, come due dannati. Non si diedero pace. Maria lo guardò con stanchezza e debolezza, Sebastian invece con serietà e con i pugni serrati. Tutto attorno a loro divenne ovattato, non sentirono nessuno, ma entrambi ascoltarono i loro respiri e osservarono i propri occhi, immobili e stabili, come due specchi. Maria, per puro caso, poggiò una mano sulla propria coscia e la toccò, e in quel modo, scatenò in Sebastian una piccola visione delle violenze che subì. Il biondo vide tutto velocemente, come una piccola saetta luminosa. Quasi lui stesso sentì quei dolori sul proprio corpo, sentì una forte mano contro il collo, un'altra fra i capelli con violenza, vide altre due grandi mani contro le cosce di lei, come per tenerle aperte con forza. Non riuscì ad urlare, sentì la bocca tappata e gli occhi quasi coperti, e ciò scatenò in lui un forte sussultò e la mancanza di fiato. Tutto ritornò come prima, entrambi sentirono di nuovo le voci di tutti e videro con chiarezza la stanza della dama attorno a loro. Sebastian respirò pesantemente, come se fosse stato in apnea, sotto l'acqua, fece tre passi indietro e fissò la corvina con preoccupazione. Il suo improvviso sussultò e il suo grosso sospiro rumoroso, attirò subito l'attenzione di tutti che, voltandosi, lo fissarono con preoccupazione. «Seb?» domandò Lucas, ma il principe fissò l'umana col fiatone e, subito dopo, lo stesso pensiero che ebbero Anna e Edward, entrò anche nella sua testa...

«Tu... tu... non sei incinta... vero?»

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora