𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 47° - 𝑰𝒏𝒇𝒂𝒕𝒖𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆.

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Quella stessa mattina, i soldati vennero guidati da Marcus verso il grande campo d'addestramento nel quale furono sistemati grandi tendoni - forniti di qualsiasi cosa - per gli uomini. Durante il cammino dei due Re, Maria li osservò da lontano e osservò i loro sguardi seri durante la loro chiacchierata. Percepì qualcosa di oscuro, di nuovo, ma ancora una volta ritirò via quelle strane sensazioni, dopodiché, continuò il suo lavoro da spacca-legna.
«La mia piccola cugina è guarita! Quanto sei cresciuta... Avanti, Anna, posso sapere come ha fatto Kaulus a risolvere la sua malattia?» la voce di Darnes rimbombò per il cortile e i corridoi esterni, il corvino tenne fra le braccia la piccola principessa che giocherellò con sua camicia nera dai bordi oro del ragazzo. La rossa, affiancata da Lucas, sospirò e roteò gli occhi: «Con delle lacrime, tutto quì. Perché ti ostini così tanto a saperlo?« rispose Anna con un sopracciglio alzato. Edward, che stette accanto al cugino, raddrizzò la schiena mentre il vento freddo accarezzò le loro pelli chiare e i loro capelli setosi e profumati. «Lacrime di chi?» domandò curioso Darnes, ma Lucas subito cambiò discorso: «Il tuo cavallo è stato messo assieme ai nostri, vuoi andare a dargli una controllata?» a quella domanda Darnes annuì subito e sorrise, così Lucas e Edward guidarono subito il cugino verso le scuderie.
Una volta arrivati - di corsa - il principe del Sud corse subito verso il proprio destriero che accarezzò sul muso; sorrise con tranquilla ma, poco dopo, divenne quasi serio in volto. «Quando lo direte?» domandò tutto d'un tratto Darnes, Lucas aggrottò la fronte mentre Olivia si alzò sulle punte e allungò le mani verso vari cavalli che si lasciarono accarezzare in silenzio. «Con chi stai parlando?» domandò Anna con stranezza, Darnes si voltò tranquillamente e con gli occhi indicò sia lei che Edward. Anna sgranò gli occhi, si morse le labbra e si girò di lato per la vergogna, così guardò Edward che, con tranquillità, mentì:
«Io e lei non stiamo insieme.»
«I vostri occhi lo dicono, invece.»
«Darnes-»
«Non sono così stupido, cugino.»
Il corvino mise le braccia conserte e passò in mezzo ai due con un piccolo ghigno, dopodiché diede una forte pacca sulla schiena di Edward, in modo tale da spingerlo verso la povera e imbarazzata Anna che tenne lo sguardo basso. «Ora potete stare finalmente vicini, pardon! Prendo una boccata d'aria! Lu, vieni con me?» esclamò con fare buffo il principe dai capelli corvini, Lucas ridacchiò e lo seguì subito dopo verso l'uscita delle scuderie. Anna deglutì e, rossa in viso, alzò lo sguardo verso Edward che scoppiò a ridere mentre strinse le mani attorno alla sua vita ma, nel frattempo, Olivia li fissò e ridacchiò... Edward andò nel panico.
«Olivia... non-»
«Già lo sapevo! ihih... non lo dirò a nessuno fratellone!»
La ricciolina saltellò verso l'uscita delle scuderie con spensieratezza, Anna rimase senza parole mentre Edward si morse le labbra, «Bene.» disse il principe, quando la rossa si voltò, questo rise e la spinse contro il fieno e, fra le risate, lui le saltò quasi addosso e la baciò con foga.
Darnes si stiracchiò e camminò vicino ai giardini assieme a Lucas, il quale parlò a raffica di un sacco di cose: «Accidenti! Credimi Dar, era enorme quell'albero! Mi sono arrampicato come un scimmia mentre Edward mi gridava di scendere! AHAH! Dovevi esserci... poi...» Darnes lo ascoltò e rise, nel frattempo si guardò intorno con curiosità e, di colpo, si fermò alla vista di qualcosa che quasi gli tolse il fiato...

Anzi, di qualcuno...

Si fermò sul posto e osservò la figura femminile e umana di quella giovanissima fanciulla che, con forza, tagliò la legna come niente. Nonostante il freddo, la ragazza si alzò le maniche lunghe e pesanti e Darnes, alla vista delle sue braccia un po' muscolose e forti, si morse le labbra. «Sembra una guerriera.» pensò, poi con i suoi occhi azzurri e felini scese lungo il suo corpo formoso e piccolo e i suoi occhi si assottigliarono.
Il tutto quasi rallentò, sentì il respiro affannato di lei, sentì il suo cuore palpitare forte e poi vide quei suoi capelli lunghi, neri e mossi che sensualmente caddero sulla schiena, sul petto e sulle braccia. Poi, la vide finalmente in volto; occhi grandi e dalla forma alata, neri come l'oscurità del doloroso passato che quella giovane fanciulla tenne solo per se. Naso dritto, guance rosse, labbra fini e anch'esse rosee, volto lungo e magro, con lineamenti marcati e maturi, come il suo corpo. «Chi diavolo sei... umana.» pensò di nuovo Darnes. Lucas camminò per un bel po' e, quando si voltò e non notò più il cugino accanto a sé, si voltò indietro e lo vide. Lo guardò con stranezza e, appena notò lo sguardo del cugino puntato proprio su Maria, non riuscì a trattenere un piccolo sorrisetto. Subito dopo il ricciolino tornò accanto al cugino, mise le mani dentro le tasche e, con ancora quel sorrisetto sul volto, si avvicinò un attimo all'orecchio del corvino: «Che cooooosa guardi?» Darnes sussultò, sbatté di nuovo le palpebre regolarmente e la guardò con serietà.
«Chi è.»
«Chi è chi?»
«Quella serva umana...»
«Ah... ti riferisci a Maria?»
«Maria...»
«Si, Maria.»
«Maria....»
«Ahm...si? Si chiama Maria, perché-»
«Ti chiami Maria...»
Darnes si morse le labbra e subito camminò verso la corvina che, ignara, posò la legna dentro dei sacchi. Lucas sgranò gli occhi ma stette fermo e ridacchiò, non fermò il cugino, anzi... attese con ansia l'incontro dei due. «Sebastian non può dire niente, adesso. Ha scelto Cristina, e se proverà gelosia morbosa, saranno affari suoi.» pensò il ricciolino, nel frattempo li osservò e, quando vide il cugino ormai vicino alla fanciulla, andò via.
Maria si chinò e posò gli ultimi due legni dentro il grande sacco e, proprio dietro di lei, Darnes fece la sua comparsa. «Buongiorno.» disse lui, Maria sussultò e si voltò subito con gli occhi sgranati. Le sue gote divennero rosse e il suo cuore perse quasi un battito alla vista di quel affascinante, virile e sensuale principe che, per qualche assurda ragione, assomigliò a Jackson. «M-maestà, chiedo perdono...» balbettò Maria e si chinò, Darnes la fissò e seguì ogni suo gesto con gli occhi. «Ti prego, chiamami Darnes.» disse il corvino, Maria lentamente si raddrizzò e timidamente lo guardò dal basso; proprio come il resto della famiglia Harsen, Darnes fu altissimo. Maria, infatti, gli arrivò al petto. «Il tuo nome?» domandò Darnes dopo svariati istanti di silenzio, Maria si morse le labbra e guardò altrove per un istante, poi ritornò con lo sguardo sul principe che la guardò dritta negli occhi. «Maria...» rispose lei. Darnes desiderò sentirla parlare ancora, la studiò attentamente...
«Siamo coetanei, suppongo.»
«Uhm... no...»
«Quanti anni hai?»
«Ho appena compiuto diciannove anni.»
A quella risposta, il principe sorrise con sorpresa e con incredulità, «Sembri molto matura per l'età che possiedi. Molte ragazze, alla tua età, non sono così.» disse lui, poi osservò ancora il corpo di lei e il suo piccolo sorriso timido che tanto lo intenerì. Nonostante Maria fosse fracida di terra e legna, Darnes la trovò incantevole e irresistibile.
«Posso chiacchierare con te?» domandò subito dopo Darnes e, prima che Maria potesse rispondere, lui prese la sua mano fina e sporca di terra, e la baciò sul dorso.
«Sono sporca... perdonami... io... n-non mi è concesso parlare con-»
«È forse la tua timidezza a non concedermi questo onore?»
Darnes strinse leggermente la mano della bellissima umana, la strinse senza vergogna nonostante fosse ancora sporca di legna e terra. Maria arrossì, non riuscì a parlare e, a spezzare il ghiaccio fu proprio la tenera risata di lui. «Suppongo tu conosca molto bene questo castello... Vieni, fammi da guida.» disse Darnes, mentre la guidò con sé verso i cortili del castello. Maria tremò per la timidezza, lo guardò con incredulità per la troppa bellezza di quel principe estraneo a lei. Mentre camminarono, Darnes chiese varie informazioni e indicazioni sulle varie sale, su i giardini del castello e sui vari campi d'addestramento, e Maria rispose sempre con quel suo piccolo sorriso solare che infatuò sempre di più il bellissimo Darnes.


Ma gli occhi fini e azzurri, sottolineati da piccole lentiggini di quel dannato predatore a sangue freddo, di certo non si lasciarono sfuggire quel momento che, in perfetto silenzio, osservò di nascosto... con quella sua gelosia che gli divorò le ossa, di nuovo.

𝐈𝐥 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐞 𝐥𝐚 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora