Capitolo 05

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L'esatta mansione di Erik e Rune era sconosciuta a chiunque e quasi nessuno sapeva della loro esistenza: venivano chiamati Voktere, guardiani.

Verge Erik e Verge Rune - Guardiano Erik e Guardiano Rune.

La Future Library era uno dei più grandi progetti protratti nel tempo che l'umanità potesse portare a compimento. Ci avevano lavorato diverse generazioni e altrettante avevano contribuito a costruire un secolo di memorie, tradizioni, generi letterari, variazioni linguistiche e dialetti da tutto il mondo.

Il progetto, iniziato cent'anni prima, prevedeva la creazione di una biblioteca contenente cento opere inedite - di qualsiasi genere letterario - e offerte una all'anno. Realizzate da scrittori di tutte le nazionalità, con sesso ed età differenti, sarebbero stati selezionati da un'attenta giuria.

Nel corso del tempo, le creazioni si erano aggiunte alla Silent Room, una camera adibita a capsula del tempo, dove a chiunque era vietato entrare. I libri venivano stampati grazie alla carta ricavata dai mille abeti rossi piantati nel 2014 nella foresta di Nordmanka, fatti germogliare appositamente per quello scopo.

I due bibliotecari sotto copertura avevano l'incarico di tenere al sicuro i libri, custoditi nelle loro scatole con l'obbligo di non leggere gli scritti.

Nessuno sapeva che cosa contenevano i libri ma l'organizzatrice, Katie, diffondeva una volta l'anno il titolo dell'opera creata e lo scrittore che aveva preso parte all'iniziativa. Questo accadeva sempre il primo giorno del mese di marzo e quell'anno, oltre che a scoprire chi fosse l'autore che aveva scritto l'ultimo libro per la Future Library, ci sarebbe stata una cerimonia per inaugurare la biblioteca del futuro: solamente chi aveva acquistato uno dei cento biglietti dal prezzo esorbitante avrebbe potuto partecipare al rito e, come aveva previsto l'ideatrice nel 2014, i ticket avevano visto il sold-out in pochi minuti.

Tutti coloro che avevano acquistato il pass d'ingresso erano morti ormai da anni, ma i nipoti e i bis nipoti miliardari erano in pole position pronti per assaporare quel piccolo spazio di storia.

Erik si era appoggiato al bancone della cucina, sentiva le orecchie fischiare e Rune era rimasto fermo a fissarlo con le mani nei capelli. Qualcuno doveva essersi intrufolato di nascosto nella Silent Room approfittando di un loro momento di distrazione e aveva preso il libro. Erik era sicuro di non essersi mai distratto così a lungo per permettere a qualcuno di prendere uno dei manoscritti segreti, e Rune era sempre con lui, era impossibile accedere alla Silent Room spaiati.

«Come è possibile?» chiese Erik con un filo di voce mentre il battito non cardiaco rallentava.

«Non ne ho idea» L'uomo si passò una mano sulla barba incolta. Rune aveva gli occhi azzurri ed era un perfetto Osloenser. Erik aveva la carnagione più scura che non lasciava dubbi sulla nazionalità non norvegese.

«Che libro era?» continuò il ragazzo rimettendosi composto con le mani sui fianchi. Il cuore si era calmato e il cervello stava già cercando una spiegazione ragionevole ed una eventuale risoluzione del problema.

«La Ballata della Morte, di Ezelstain.»

«Sei sicuro che non c'è nella Silent Room? Non possono andare lontano i libri, non hanno le gambe.»

«Ho cercato ovunque, qualcuno l'ha portato via.» Rune alzò le spalle.

«Che numero era?» Il ragazzo aggrottò la fronte.

«Era il novantasette, scritto nel 2111.»

Erik fece due calcoli a mente: il libro scomparso aveva tre anni. Se l'autore fosse stato ancora vivo avrebbero potuto chiedergliele una copia con una scusa. Se invece fosse morto, avrebbero potuto mettere un altro libro al suo posto, magari scritto da loro.

Erano due idee stupide. Erik si grattò la testa energicamente e fece un respiro profondo.

«Katie cosa dice di questa storia?» chiese Erik al collega.

«Non lo sa.»

«Non siete entrati insieme poco fa?» continuò il ragazzo aggrottando la fronte.

«No, lei ha voluto aspettare di fuori, aveva fretta di tornare nel suo ufficio.»

«E non la informiamo?» Erik aveva il cuore in gola e gli occhi sgranati.

«Sei matto? Non posso chiamarla e dirle che qualcuno ha rubato un libro!» Rune scosse la testa e arricciò le labbra da un lato.

Katie era la bisnipote dell'artista che aveva progettato quell'opera di Land Art. La donna assomigliava molto alla bisnonna che portava il suo stesso nome: entrambe erano determinate a portare a compimento quel progetto, avevano a cuore la lettura e la storia e non avrebbero mai accettato che qualcuno distruggesse così il loro disegno creato ben cent'anni prima per colpa di una svista.

Secondo Rune la donna aveva un carattere acido e la puzza sotto al naso. Erik la pensava in modo diverso definendola una persona autoritaria. Quando la bisnonna era diventata troppo vecchia per lavorare, aveva lasciato la direzione dei lavori alla nipote – la mamma di Katie - che a sua volta aveva lasciato il posto alla figlia, la quale era molto ligia e severa, diffidente e anche un po' scorbutica.

«Cosa facciamo adesso?» chiese Rune distraendo Erik dai suoi pensieri. La luce fioca che entrava dalle finestre illuminava il proprietario di casa solo sul lato destro.

«Non lo so» Erik si avvicinò verso una delle finestre.

Guardò fuori e sospirò. 

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