FUTURE LIBRARY

Capitolo 95

La seconda parte dell'interrogatorio di Katie aveva avuto una durata breve, a differenza della conferenza che lei aveva tenuto con il suo avvocato. Avevano passato quattro ore a confabulare e ad aggiustare il tiro su ciò che la donna avrebbe dovuto dire agli agenti. Le telecamere e i microfoni erano stati spenti e anche Erik era stato fatto accomodare nella sala d'attesa della centrale per poter dare a Katie e al difensore tutta la privacy che spettava loro di diritto.

Quando la donna fu pronta a deporre la sua dichiarazione, Jensen entrò nella stanza con un registratore portatile per scongiurare che le registrazioni dei microfoni della centrale venissero perse.

La donna aveva raccontato la sua versione dei fatti ma solo dopo che l'avvocato aveva chiesto l'immunità per la sua cliente.

Jensen non aveva potuto promettergliela ma avrebbe di certo avuto uno sconto della pena in caso di arresto, così Katie iniziò a parlare: qualche anno prima, sua nonna, ovvero la signora Larsen, l'aveva chiamata dicendole che sospettava che il compagno fosse stato ucciso da Rune. In un primo momento non le aveva dato ascolto ma con il passare del tempo, anche lei si era convinta che il signor Harris era stato vittima di un omicidio.

Sua nonna aveva così deciso di scrivere un libro su ciò che era accaduto che avrebbe dovuto essere conservato nella Future Library. D'altronde con Katie al comando, non sarebbe stato difficile inserire il libro nella Silent Room, e così avvenne. Il manoscritto sarebbe rimasto custodito fino all'apertura della biblioteca del futuro e così tutti sarebbero venuti a conoscenza del misfatto compiuto da Rune. Ma Katie non riusciva più ad aspettare che l'orologio battesse i rintocchi che segnavano il primo di marzo del 2114: quando sua nonna era venuta a mancare, aveva scoperto che era stato proprio Rune a soccorrerla prima di andarsene una volta arrivati i soccorsi e per lei qualcosa non quadrava. Aveva la sensazione che Rune avesse fatto qualcosa a sua nonna.

La donna però non poteva permettersi di affrontarlo a muso duro: lui lavorava per lei ed era stato assunto ancora prima che lei diventasse capo, non poteva licenziarlo o dirgli che sapeva tutta la verità. Avrebbe rovinato il piano di sua nonna per smascherarlo.

Ma Katie non riusciva più a fare finta di niente e così era entrata in gioco la sua mente brillante: prima che il signor Harris venisse ucciso, le aveva raccontato che Rune aveva sbirciato alcuni libri della Future Library e che il capo di allora non lo sapeva e lui non aveva intenzione di fare la spia, ma gli avrebbe di certo fatto una ramanzina.

Katie non gli aveva dato molto peso in quei momenti ma era arrivato il momento di sfruttare quella sua debolezza: Rune conosceva diverse lingue, aveva girato il mondo e aveva vissuto in diversi paesi assimilando la loro cultura ma ancora non sapeva quali dei libri era scritto in norvegese, così lei gli aveva solo messo una piccola pulce nell'orecchio e aveva lasciato che lui facesse il resto.

Una mattinata fredda di dicembre, si era messa a parlare con i due Voktere dicendo che Ezelstain era l'autore norvegese e del fatto che non vedeva l'ora di leggerlo. Gli raccontò anche che l'autore gli aveva anticipato la trama e che la storia di un omicidio irrisolto norvegese era il fulcro di tutta la storia.

I due guardiani non erano sembrati particolarmente interessati ma nel giro di qualche giorno, il libro era sparito.

Sapeva che il lupo perdeva il pelo ma non il vizio.

Quando Katie, entrata di soppiatto nella Silent Room dopo la fine del turno dei guardiani, trovò la biscottiera vuota, aveva capito di aver fatto centro. Decise così di lasciare un biglietto con scritto sopra "So cosa hai fatto. Preparati a marcire in carcere" e un paio di manette al suo interno certa che quando Rune avesse riportato il libro, si sarebbe spaventato.

«Come ha fatto ad entrare da sola? So che i Voktere devono per forza aprire la Silent Room in due.»

«La mia bisnonna mi ha lasciato un pass per poter accedere senza tutta la tiritera che fanno i guardiani.»