Capitolo 46

1 0 0
                                        

L'anta sembrava in rovere grigio laminato e la maniglia, irregolare, spigolosa e sfaccettata, aveva un colore grafite.

La porta mezza murata aveva un qualcosa di inquietante e ridicolo allo stesso tempo. Una struttura moderna in una casa decrepita, ma Erik cercò di non porsi troppe domande. Il ragazzo realizzò il perché del quadro del Vecchio Pescatore, o meglio, aveva capito che uno dei segreti di Ezelstain era dietro quella porta. Non gli rimaneva che aprirla e vedere se era riuscito a spalancare anche il vaso di Pandora.

Il ragazzo mise una mano sulla maniglia, il metallo era freddo sotto il suo palmo caldo e provò a girarla ma non successe niente. Si accorse che appena sotto di essa vi era una serratura ma non immaginava che una porta nascosta fosse anche chiusa a chiave. Studiò per qualche secondo le cerniere presenti sui coprifili ed ebbe la conferma che la porta era da spingere e non da tirare. Il vero problema non erano i mattoni ma una chiave mancante.

Nell'oscurità dell'abitazione, Erik raccolse il suo telefono e iniziò a fare luce verso la cucina. Passo dopo passo, nel silenzio più totale, l'uomo arrivò nell'altra camera e iniziò ad osservare l'ambiente circoscritto con gli occhi spalancati, convinto che così avrebbe trovato subito ciò che cercava.

La cucina era linda, non vi era nessun granello di polvere e il pavimento nero era talmente lucido che se Erik ci puntava la luce contro poteva specchiarsi perfettamente. I pensili erano color antracite e rendevano l'atmosfera molto tetra. Nell'angolo destro più estremo, a ridosso del muro, vi era un tavolino per due persone e una sola sedia di legno chiaro, pioppo bianco, suppose Erik. Il ragazzo si avvicinò al primo cassetto che trovò sulla sinistra e lo aprì molto lentamente.

Era vuoto.

Aprì il secondo cassetto sperando di trovarci qualsiasi cosa lo aiutasse a scassinare la serratura.

Era vuoto anche quello.

Decise di aprire uno dei pensili e vi trovò un solo piatto, un solo bicchiere, una forchetta, un coltello e un cucchiaio.

Era molto strano, ma in linea con lo stile atipico dell'abitazione.

Erik continuò a far passare i cassettoni e ad aprire le antine ma non trovò nulla, nemmeno un'ipotetica chiave.

E se Eselstain avesse sequestrato qualcuno? O se invece fosse stato uno sconosciuto a rapire lo scrittore?

FUTURE LIBRARYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora